Autore: Redazione

  • Beppe Grillo alias Michael Moore

    Diecimila persone entrano al palasport venerdì 6 maggio alle ore 21.00. Per Beppe Grillo giovani, anziani, coppie. Il pubblico sognato da qualsiasi politico di mestiere. Un ragazzo con la maglietta verde pisello dà la misura dell’evento: la scritta indossata “autentico pop-corn americano” ne garantisce la provenienza. Secchielli di pop-corn vagano alla ricerca del posto a sedere.

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  • La vita e le stelle secondo la Hack

    Non c’erano meno di trecento persone lo scorso 5 maggio a sentire Margherita Hack parlare di ateismo e agnosticismo alla Biblioteca Berio in un dibattito organizzato dalla UAAR: Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti. Poco più di cento erano riuscite a sedersi, le altre stipate in piedi nella sala dei Chierici della Biblioteca, o addirittura fuori, a seguire la conferenza attraverso gli altoparlanti. Maschi, femmine, persone di tutte le età. Molte le anziane signore.

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  • Diritti. Bambini e coppie gay al tempo di Zapatero

    Si può replicare a una nota che replica a una nota dell’OLI? Anche se rischiamo di diventare autoreferenziali?
    Dire che preferisco il coraggio di Giulia Parodi (“Chi ha paura del diverso”, OLI n. 55) alla comprensibile prudenza di Camillo Arcuri (“I bambini non sono cavie per la socio-ingegneria”, OLI n. 56) sarebbe fuorviante perché mi pare evidente che non c’è nulla di imprudente in quello che sta facendo Zapatero a proposito dei matrimoni gay.

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  • Liberazione/1. 25 Aprile: una festa del ringraziamento

    A marzo Burlando l’aveva promesso. Vinceremo le elezioni, aveva detto, e poi, per la ricorrenza del 25 aprile, metteremo in piazza De Ferrari le immagini dei partigiani che 60 anni fa hanno liberato Genova; e ci scriveremo: Genova vi ringrazia. E’ stato di parola e prima del 25 aprile sono comparsi in città grandi manifesti – a cura della Regione Liguria – con le foto della Liberazione e la scritta “Grazie a chi ha liberato la nostra storia”.

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  • Liberazione/2. Prove di dialogo dopo sessant’anni

    Privo di ringraziamenti (per fortuna) il grande pannello affisso sul fronte del Palazzo ducale “25 aprile 1945 – 25 aprile 2005. 60 anni di libertà. Genova non dimentica” fatto affiggere dal Comune di Genova con la collaborazione (i soldi?) della Compagnia portuale Pietro Chiesa. Lo striscione è bello anche se il tono (“60 anni di libertà”) è un po’ da Alleanza Atlantica (NATO). Meglio ad esempio – lo hanno osservato alcuni della generazione passata – se ci fosse stato scritto “60 anni di lotta per la libertà”.

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  • Liberazione/ 3. Quando l’ufficialità nasconde la storia

    Nei 60 anni che ci separano dalla fine della guerra sono state prodotte oltre 200 pubblicazioni relative alla Resistenza genovese: storie o edizioni di fonti istituzionali e non. Col passare degli anni, quasi a compensare la distanza dai fatti, è cresciuta la mole dei documenti e delle testimonianze relative alla lotta partigiana e alla liberazione di Genova. Da tempo le versioni ufficiali fornite per anni – da Taviani e Scappini, per citare due personaggi famosi – appaiono il frutto più della contingenza politica che della indagine storica.

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  • Alleanze pericolose. L’asse dei Claudi boutade a parte

    Le pagine locali di Repubblica enunciano, enfatizzandolo, l’asse dei Claudi, quasi un nuovo centro di potere in procinto di sostituirne altri che incominciano a presentare crepe o a dare segni d’invecchiamento nella nostra città. E’ sicuramente giusto pensare che le questioni locali non debbano assumere connotazioni ideologiche o partitiche soprattutto in una regione assillata da gravi problemi economici, ambientali e di stagnazione.

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  • Consumi. Debiti fuori controllo attenzione alle rate

    “Fatti la Mercedes con 90 piccole rate”, è solo uno dei tanti illusori inviti tipici dell’era predatoria che si sta affermando: una giungla di lusinghe commerciali, tecniche aggressive e finanza creativa, fatte apposta per intrappolare il consumatore meno difeso. Sembra incredibile ma c’è gente, tanta gente, che grazie a queste “facilitazioni” crede che non siamo in tempi di vacche scheletriche e si gioca il proprio incerto futuro economico alla roulette dei sogni a quattro ruote senza anticipo o delle vacanze “parti oggi, pagherai a fine stagione”.

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  • Omissis. Se il Pentagono cade su Acrobat

    Le parti secretate del rapporto Usa sulla morte di Nicola Calipari, gli omissis, sono perfettamente leggibili. Con un piccolo trucco: un copia e incolla. Non è la tecnologia che si ribella come qualcuno ha detto. Più semplicemente si tratta di un grave e banale errore.
    Come si sa, chi scrive un documento con Adobe Acrobat può impedirne facilmente la modifica, la copia e la stampa. E’ una delle tante funzioni del programma. Anche per questo è diventato uno degli standard più diffusi su Internet.

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  • Calipari. Un’ossequiente amicizia a prova di check-point

    In merito al caso del funzionario del (omissis) ucciso in (omissis) dal fuoco amico, per un deprecato incidente, non è chiaro perché di fronte al rifiuto del Presidente (omissis) degli (omissis) Uniti, di riconoscere la minima colpevolezza ai (omissis) di guardia al Check Point (omissis) e di presentare le proprie scusa al Governo della Repubblica (omissis), molte voci si siano levate in (omissis) per chiedere il ritiro dei (omissis) italiani dalla coalizione militare presente in (omissis).

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