Autore: Redazione

  • OLI 362: RICORDO – Lorenzo Bozzo, nel silenzio e appartato.

    Un’immagine di Lorenzo Bozzo

    Il 26 Novembre 2012 si sono svolti i funerali di un ottimo sindacalista, Lorenzo Bozzo, persona intelligente, riflessiva, colta, curiosa, onesta. E indipendente.
    L’avevo conosciuto negli anni ’70, quando ero delegata di fabbrica, e lui era nella segreteria della FLM, il sindacato unitario dei metalmeccanici.
    Dopo quella grande stagione aveva naturalmente continuato il suo impegno nel sindacato, ma ora pare impossibile ricostruirne il percorso: il tentativo di rintracciare in Cgil qualche dato sulla sua biografia è andato a vuoto. Solo un’amica è riuscita, con l’aiuto di un anziano pensionato, a trovare tracce dell’attività di Lorenzo, al di fuori però del mondo sindacale: una serie di articoli che spaziano tra temi molto diversi, a testimonianza della sua curiosa attenzione, pubblicati nel 2001 sul Corriere di Sestri Ponente.
    E’ in questo modo che sono riuscita a ricuperare un suo ritratto. Al funerale, nella chiesa di Piazza Baracca a Sestri Ponente c’erano non più di venti persone, quasi tutti familiari. Tra loro l’amatissima nipote.
    Fuori una decina di sindacalisti con le bandiere d’ordinanza. Molto dimenticato.
    Lo ricorda qui un piccolissimo gruppo di persone che lo avevano conosciuto e apprezzato. Magari qualche lettore di Oli vorrà scriverci, e aggiungere i suoi ricordi.

    Da Andrea Tozzi: oggi pomeriggio, ho incontrato M. C. che mi ha dato la triste notizia della recente scomparsa di Lorenzo Bozzo, l’indimenticabile compagno di tante lotte e belle iniziative per la salute e il lavoro. Nel silenzio e appartato. E’ incredibile come sia facile scomparire, non lasciare tracce di sé! Non mi è venuto in mente alcun tangibile documento o foto con Lorenzo Bozzo. Spero che da qualche parte ce ne siano, chissà! Eppure resta per me indelebile la sua presenza negli anni del mio lavoro in Valpolcevera. Mi piaceva in lui la disponibilità all’ascolto, l’indipendenza di giudizio, l’interesse pragmatico per i risultati concreti. Era sempre attento al miglioramento delle condizioni di lavoro, non lo riguardavano gli stereotipi di sigla. Parlava lentamente, senza alzare la voce, dopo aver ragionato, insieme, sempre cercando una linea comune, aggregante. Apparentemente sommesso e appartato negli incontri, era però ben convinto e consapevole di cosa fosse corretto e utile. Sempre disponibile quando intravvedeva un’aggregazione attiva, per migliorare le cose. Disinteressato e sincero, sempre pronto ad aiutare a capire le cose del mondo per, se possibile, contribuire a migliorarle.

    Da Claudio Calabresi: ero fuori Genova, vedo con tristezza la notizia. Non sapevo nulla di Lorenzo da tanto tempo, ne avevo perso le tracce ma non il ricordo, indelebile. Penso fosse molto vecchio, non so come è invecchiato negli ultimi anni ma forse posso immaginarlo, conoscendone un po’ il carattere. Rimangono i ricordi dei tanti anni in cui ci siamo incrociati, di molte cose fatte insieme (le appassionate e appassionanti giornate ai Giovi … ), il valore di una persona dai toni miti ma dalle idee forti. Un uomo di un sindacato lontano nel tempo (purtroppo), degli anni del secolo scorso; altri come lui ormai sono quasi tutti scomparsi, come sembrano scomparsi almeno alcuni dei valori sui quali ci si incontrava.

    Da Antonio Manti: Un ricordo flash della sua attenzione e del suo rispetto per chi lavora. Durante un corso di formazione ai Giovi Lorenzo ammoniva: “Compagni, non buttate le cicche per terra e lasciate in ordine per rispetto delle compagne che devono rimettere a posto!”

    Da Paola Pierantoni: ricordo un sindacalista intelligente e paziente, una persona colta, curiosa, che ascoltava davvero, e capiva. Interessato al sindacato, e a quello che si muoveva intorno al sindacato, e non a se stesso. Credo (anzi, sono certa) che sia l’unico uomo in Cgil ad aver letto nel 2008 le tesi di laurea sui Coordinamenti Donne Flm, poi pubblicate nel libro “Non è un gioco da ragazze”. Non mi sembra che ci siano più persone così.
    (Paola Pierantoni – Immagine dal Corriere di Sestri Ponente)

  • OLI 362: TERREMOTO – “Teniamo botta”

    Arrivano con la “sbrisolona”, il libro e l’acquarello incorniciato della loro scuola con su scritto “Grazie per averci aiutato in questo momento difficile”: sono gli studenti del Galilei, Scuola Tecnica Superiore e liceo di Mirandola, piccolo comune in provincia di Modena dell’Emilia terremotata in primavera. Sono a Genova per partecipare alla semifinale di Robotica, la First Lego league, dove gareggeranno scolaresche da tutta Italia. Tante famiglie genovesi li hanno ospitati e hanno fatto il tifo domenica 13 gennaio al Palacus della facoltà di Ingegneria. Nell’evento organizzato dalla scuoladirobotica.it, roboethics.org, gli under ’97 illustreranno anche i progetti immaginati per migliorare la vita dei senior, dei ragazzi che hanno avuto la testa per pensare a chi ha bisogno come gli anziani, loro che hanno iniziato la scuola in un gazebo. Ora le aule sono in un prefabbricato e anche se fa freddo, va meglio di prima quando si sentivano rieccheggiare le lezioni l’una con l’altra. Meno male che sono venuti in aiuto i robottini, regalati dalla Lego, che gli studenti hanno messo a punto perché superino ostacoli, si muovano in percorsi ad hoc nel minor tempo possibile, aggiungendo degli accessori rielaborati da loro.

    Un esperimento che ha dato loro il turbo, in cui si sono impegnati al massimo, riuscendo in due classi su tre ad accedere alla finale. Una vittoria speciale, conquistata studiando in un precario edificio, mentre intorno il paese è distrutto e la scuola nuova chissà quando si farà, anche se il padrone del Mulino Bianco ha versato un milione di euro per ricostruirla. Con cantilena morbida, entusiasti di trenette al pesto e farinata, raccontano pure degli aiuti di quelli della Ceramica di Sassuolo, venuti a fare frittelle con i forni delle piastrelle.
    Dopo il liceo c’è chi vorrebbe fare Ingegneria – che bello studiare qui a Genova dove c’è il mare! – là, adesso, per andare a scuola i ragazzi devono attraversare a piedi una statale e con la nebbia che c’è al mattino non prendono nemmeno la bicicletta. Andranno a Bologna, se possono, perché almeno lì ci arriva il treno, un’ora di tragitto, mentre per andare a Modena c’è soltanto il pullman e ci si mette un sacco. I collegamenti sono uno strazio, e pensare che la zona di Mirandola è stata definita la “Biomedical valley” e ancora oggi i camionisti del nord Europa diretti alle aziende del biomedicale, si perdono nelle valli prima di arrivare a destinazione. Mirandola e dintorni sono divenuti l’ombelico del mondo della plastica al servizio della sanità. Da zona contadina a sito di studio da parte di istituzioni culturali per un fenomeno unico in Europa. Prima c’era lo zuccherificio perché si coltivavano le barbabietole, ora c’è il biomedicale, ovvero la produzione dapprima artigianale e poi industriale di prodotti usa e getta sterilizzati. Ecco l’eccellenza degli istituti tecnici. “Noi teniamo botta” è lo slogan che si sono scritti sulle magliette, come racconta la Stampa il 23 dicembre 2012, definendo i liceali di Mirandola “diplomati sul campo”, facendo da spalla, loro adolescenti, agli adulti. Prodigandosi dalle tendopoli alla parrocchia, dall’animazione con i bambini allo scaricare decine di casse d’acqua, fino a fare la spola in scooter tra i paesi con il pane fresco. “Noi teniamo botta”, cerchiamo di reagire, andiamo avanti, dicono: teste belle e coraggiose di questi (non) eroi del terremoto, che, a partire da gennaio racconteranno la loro vita anche su Mtv, con Radio 5.9 Emilia.
    Per non essere dimenticati.
    (Bianca Vergati – foto dell’autrice)

  • OLI 362: SATIRA – Bertinotti e Veltroni recitano Gaber

    Lunedì 21 gennaio su Rai Tre è andata in onda una lunga diretta in ricordo di Giorgio Gaber.
    A Fabio Fazio il ruolo di sacerdote laico.
    Il format – assai collaudato – è quello incentrato sul ricordo di un personaggio in occasione dell’anniversario della sua morte. Per Gaber, come per De André, si è trattato del decennale.
    In studio familiari, attori, cantanti che, sinceramente, ricordavano l’uomo, le sue straordinarie qualità umane e di artista. Davanti a Fazio, in gelido silenzio, Sandro Luporini, artista con il quale Gaber ha collaborato per molti anni.
    Non si entra più nel merito ormai, su come si potrebbero fare le cose in TV. Fazio pare sia il meglio che passa il convento. Ma tra gli anni Settanta e Ottanta la Rai, per ricordare attori e registi, ne proponeva i film o le pièces per diverse settimane. Gaber è stato riesumato e messo via in una sola serata. Questa è la Rai.
    Difficile però digerire che Walter Veltroni e Fausto Bertinotti abbiano recitato, insieme a Paolo Rossi, Qualcuno era comunista, uno dei monologhi più belli e controversi di Giorgio Gaber. Interpretando proprio quel testo i due politici sono apparsi totalmente innocenti e inconsapevoli del ruolo giocato in tanti anni nelle vicende della sinistra italiana. Per questo la situazione ha rasentato il comico.
    Lo spazio satirico nelle trasmissioni di Fazio non era affidato alla Littizzetto?
    (Giovanna Profumo )

  • OLI 362: POESIA – Per Franz

    Una banana 
    Due mandarini 
    Due mele 
    Una donna coi tacchi si avvicina 
    Una conchiglia 
    Un incenso acceso 
    Un ombrello 
    Ascolta se ancora respira 
    Tre coperte 
    Una barretta di cioccolato 
    Un cartone di vino 
    Dorme a volte per giorni 
    Una barba nera 
    Due occhi grandi 
    Due gambe secche 
    Avvolto come una mummia 
    A Franz che sorrideva a mio figlio 
    Un giglio sul materasso vuoto 
    (Non più buoni propositi 
    Cattivi pensieri 
    La puzza opprimente 
     Coperte stese ad asciugare).
    (Arianna Musso)
  • OLI 361: PAROLE DEGLI OCCHI – Rispettiamo l’infanzia

    Foto di Paola Pierantoni

    Bambini come tutti gli altri, questi in una strada di Barcellona. Come quelli uccisi ogni giorno, ovunque, dalle guerre, dalla fame, dagli attentati, dalla lobby delle armi.
  • OLI 361: GLI AUGURI DELLA REDAZIONE

    Care lettrici e cari lettori di Oli, fedele pubblico della nostra newsletter, 
    l’augurio di Oli è che il 2013 sia meno incerto e difficile, 
    che ci offra qualche spiraglio in più.
    Torneremo con i nostri aggiornamenti settimanali dopo la prima settimana di gennaio.  
     
     Resta attiva la rubrica “Le cartoline di Oli”che inizieremo a pubblicare, senza alcuna periodicità, seguendo le occasioni che via via si presenteranno.
    Chi volesse condividere un’immagine, un’esperienza, una testimonianza, o qualsiasi spunto di riflessione può farlo inviando le proprie cartoline all’indirizzo mail della redazione.
    Buone Feste e Buon anno!
    La Redazione
  • OLI 361: NATALE – Betlemme, il Natale a un passo dall’inferno

    Buon Natale.
    Betlemme si sta preparando al Natale: il piazzale della Chiesa della Natività è illuminato da luci colorate, dentro la chiesa ci sono le processioni di avvento in attesa del Natale.
    Nella chiesa al piano inferiore c’è la stella dorata che indica il luogo dove più di 2000 anni fa è nato Gesù Bambino.

    In questo periodo molti pellegrini si recano a Betlemme per il pellegrinaggio natalizio e visiteranno i luoghi circostanti come da classico programma di pellegrinaggio: Gerusalemme, Nazareth, Gerico e Betlemme.
    Chissà che momenti suggestivi per un pellegrino cristiano partecipare alla messa di Natale proprio in uno dei luoghi più importanti del Vangelo.
    Ma a Betlemme non c’è solo la chiesa della Natività che ogni anno attira pellegrini da tutto il mondo, lì vicino c’è il campo profughi di “Aida” dove abitano cinquemila persone sia musulmane che cristiane sfollate dai propri villaggi, e dove sabato sono avvenuti degli scontri tra i militari israeliani e i ragazzi profughi; c’è la colonia di Gilo costruita sulla terra espropriata illegalmente ai palestinesi, c’è il check point 300 dove la mattina alle 4 si trova una fila di palestinesi che si recano a Gerusalemme per lavoro: solo chi ha il permesso di lavoro, che viene rinnovato ogni 3 mesi, può oltrepassare il muro di divisione dopo ore di controlli.
    I palestinesi di Betlemme non possono recarsi al di là del muro senza permessi.
    Sono molti i palestinesi che non hanno mai visto Gerusalemme che dista a soli 7 km da Betlemme.
    Caro pellegrino cristiano e credente che ti stai recando a Betlemme, ricorda che se Gesù nascesse oggi in Palestina sarebbe un profugo o un perseguitato solo perché nato nei territori occupati, e quindi considerato altamente pericoloso dal governo israeliano.
    Per il messaggio di giustizia e amore che ha dato durante la sua vita sarebbe dalla parte degli oppressi.
    (Maria Di Pietro –  Foto dell’autrice)

  • OLI 361: PRIMARIE – Ah les femmes di Capodanno!

    “Vorrei fare la madre nobile”, dichiara a Il Secolo XIX ( (16/12)  Marta Vincenzi, in risposta alle voci che la danno in corsa alle Primarie Pd dei candidati parlamentari, che si svolgeranno il 29 e 30 dicembre. 

    Una dichiarazione puntuale per smentire indiscrezioni di parte e non della stessa parte, come quelle di Italia Oggi del 15 dicembre, testata nazionale  non di sinistra e magari velenosa, che già ipotizzava la stessa guerra fratricida dell’elezione a sindaco di Genova: tanto che per non fare incontrare Marta e Roberta una la si vorrebbe destinata per un seggio al Senato, l’altra alla Camera.
    Ecco tornare l’antico rito, parafrasando l’adagio “un posto per uno non fa male a nessuno”, un rito che fa male agli elettori però. Chi ha detto che i cittadini  liguri del centrosinistra vogliano di nuovo essere rappresentati dai carini che circolano ora?
    Ci piacerebbe tanto si facesse una verifica di quanto fatto per la nostra Liguria in Parlamento dagli onorevoli che oggi vi siedono: strusci di salotti tv, qualche interrogazione sulla vendita di Ansaldo adesso, mai lamentati prima ai tempi di Belsito e ancor prima quando nel cda ha troneggiato per anni  il compagno Margini. Per Fincantieri fraterne partecipazioni a cortei quando ormai i cantieri si sono smobilitati, non quando già languivano ai tempi del governo Prodi. Così per l’Ilva: ma dov’erano i nostri parlamentari “tutto lavoro-operai” mentre gli operai inferociti presidiavano giorni fa la questura e il sindaco Doria finiva sui giornali di tutta Italia per aver mediato da solo presso i lavoratori? Sono arrivati alla chetichella, quando tutto si era ormai risolto, il vicepresidente della Regione Scialfa e il deputato Mario Tullo, considerati zero dalla folla.
    “Ma che vuoi, dice una vecchia iscritta, in fondo Tullo ha fatto solo una legislatura e ha lasciato la segreteria…” Forse intendeva dire che perdiamo chissà quali preziose esperienze e competenze acquisite by Roma capitale. Di tornare alla vita di prima neppure si parla, al lavoro di prima se mai c’è stato: in fondo fare carriera nel partito è diventata professione ambita e dunque da qualche parte devono pur essere ricollocati per una regola non scritta e ormai insopportabile.
    Vedi Giovanna Melandri, eletta in Liguria, rioccupata al museo Maxxi di Roma, dopo due elezioni da paracadutata qui. Vedi Saretta Armella, che, da presidente rampante di Fiera in crisi, si dice sia in partenza per Roma, moglie del segretario provinciale di Genova, il savonese Lunardon, che rinuncia al seggio, tanto rimane in famiglia.
    Così in nome delle “dannate” quote rosa pare si presentino anche la moglie di Walter Ferrando, consigliere regionale e poi la figlia di Paolo Emilio Taviani, mentre rinuncia invece la dignitosa figlia di Guido Rossa, Sabina. Indovina un po’ chi sarebbe in tandem con Tullo? La moglie del responsabile dell’apparato elettorale del partito Bartolozzi.
    Decisamente un rinnovamento, come chiedeva l’elettorato, tanto fanno i conti con il 70 per cento del secondo turno di Bersani, dimenticandosi delle contemporanee primarie del partito di Nichi Vendola, detentore del 15 per cento di quel 70 per cento uscito il 2 dicembre. 
    Per fortuna pare ci sia tra le papabili la sindacalista Anna Giacobbe, insieme all’altra novità, se varranno le preferenze doppie, il ticket Lorenzo Basso con la new entry renziana Sara Di Paolo, un volto nuovo e speriamo di qualità.
    (Bianca Vergati)
  • OLI 361: INFORMAZIONE – Ma è stampa questa?

    Eppure ci sono i gruppi di lavoro serali e notturni, sull’energia, sul lavoro, sulle partecipate, sui rifiuti, che tritano argomenti e sfornano, almeno ci provano, soluzioni. Ci sono le riunioni plenarie con cento persone ogni volta, stabili, in crescita, con le relazioni di tecnici che spiegano oggi il bilancio, domani la raccolta differenziata. C’è la webtv che sta partendo e che già ha dimostato le sue potenzialità. Ci sono i voli pindarici verso una società dove i cittadini aiutano 40 lavoratori della centrale del latte a continuare a vendere il latte, sputando in faccia a chi chiude la centrale. Ci sono gli articoli sul sito web che descrivono i piccoli e grandi successi dei cinque consiglieri comunali del cinquestelle, che fanno anche errori, che non sempre sono preparati sugli argomenti delle commissioni e dei consigli, divisi tra l’impegno istituzionale e i propri impieghi. Ci sono i comunicati stampa, e tutto l’impegno di pubblicare in anteprima i documenti in discussione in consiglio e nelle commissioni, chi mai lo aveva fatto prima di loro? Li consultano anche i consiglieri di altri gruppi, che si stupiscono loro stessi della loro trasparenza. C’è l’impegno a voler cambiare il regolamento del consiglio comunale, con l’opposizione schierata di molti, per dare a Genova la possibilità di vedere verbali, di sentire gli audio, di consultare documenti direttamente sul sito del proprio comune.

    C’è la vittoria dei libri mastri, che impegna un assessore sordo a portare in commissione tutti i dati della contabilità di particolare delle partecipate del comune, e la battaglia affinché tale decisione del consiglio sia attuata, con interpellanze, mozioni, denunce alla stampa, naturalmente senza risultato. E la vittoria della differenziata porta a porta, una mozione tutta a cinque stelle. Ci sono le manifestazioni, i video girati a dar voce a chi non desta abbastanza interesse ai giornali. Di tutto questo, sulla stampa genovese, non si legge nulla. Ma è stampa questa?
    Quando leggerete domani sul giornale, di Grillo, Favia, dell’attivista ignoto col passamontagna, delle parlamentarie bucate, pensate anche a quante cose utili a tutti devono essere fatte come muovendosi tra le canne in una palude con gli alligatori che ti chiedono un’intervista per sapere se hai altri parenti nel movimento.
    (Stefano De Pietro)