Autore: Redazione

  • OLI 329: VERSANTE LIGURE – ITALIANI A PRESCINDERE

    Eroici Ahmed, Horacio,
    Aisha, Lazarillo:
    “L’Italia è il nostro spazio!
    Cittadinanza è bello!”
    pur con il duro dazio
    di aver, fra capo e collo,
    connazional Borghezio
    ed anche Beppe Grillo.

    Versi di ENZO COSTA
    Vignetta di AGLAJA
    .
  • OLI 329: PRIMARIE – Candidati a confronto: gronda e terzo valico

    Lunedì 30 gennaio al Teatro della Gioventù sala piccola e strapiena per un inedito e interessante confronto tra i candidati alle primarie del centro sinistra, chiamati a discutere dal Centro “In Europa” sulla base di una serie di idee e proposte per la città, elaborate da un gruppo di esperti, e pubblicate nel numero 4/2011 della rivista In Europa.
    Erano stati invitati tutti: Angela Burlando, Marco Doria, Roberta Pinotti, Andrea Sassano, Marta Vincenzi, ma la sindaco fa sapere delle propria assenza “per motivi istituzionali” poco prima che inizi il dibattito, e la targa col suo nome, in attesa sul tavolo della presidenza, resta a creare incertezza.
    Conduceva il dialogo il giornalista Menduni, giornalista del Il Secolo XIX, che concentra le sue domande intorno a due poli: quello della richiesta di sicurezza, a fronte dei dati recenti sull’aumento della microcriminalità; e quello delle infrastrutture (gronda, terzo valico, Erzelli): sono questi gli interventi, chiede, che potranno portare ricchezza alla città?
    E’ sul tema delle infrastrutture, in particolare terzo valico e gronda, che le differenze si manifestano in misura sensibile.
    Roberta Pinotti è per la continuità. Afferma che non è buona politica “mettere in discussione quel che ha fatto l’amministrazione precedente, perdere i soldi già stanziati”. Non fa distinzione tra i due interventi e si dice convinta “che gronda e terzo valico siano opere essenziali”. Entrare e uscire dalla città infatti è difficile. La Regione ha fatto le sue obiezioni ambientali, e “chi realizza l’opera ne terrà conto”, senza dimenticare però che spesso “il meglio è nemico del bene”. Passaggio polemico verso chi ricerca consenso cavalcando il malessere di chi si oppone alla realizzazione di queste opere.
    Sassano puntualizza che i finanziamenti ci sono solo in parte. E che l’unica vera grande opera di cui avremmo bisogno è la messa in sicurezza del territorio: “qualsiasi opera che posa sul territorio ha bisogno di avere alle spalle questa messa in sicurezza”. Sottolinea inoltre che Genova è una città poco trasparente, dove le decisioni che contano vengono prese in circoli chiusi, che rappresentano gruppi di interesse: “Occorre uscire da questo tunnel”.
    Doria punta sulla necessità di avere una chiara visione del futuro: “Siamo vicini al punto di non ritorno nel nostro rapporto con l’ambiente, e la prospettiva di Genova non è più quella dell’espansione industriale degli anni ’50 e ’60. Dobbiamo metterci in un’altra dimensione”. Nel merito, afferma che la gronda è dentro la prospettiva perdente della mobilità su gomma, che spostarne il tracciato un po’ più in su o in giù non sposta il problema: “Se una strada è sbagliata va messa in discussione anche se qualcuno ha fatto una puntata mettendoci un po’ di soldi”. A proposito della ricerca di consenso puntualizza che i gruppi d’interesse più forti sono a favore della realizzazione dell’opera. Quanto al terzo valico non è pregiudizialmente contrario, ma pone una questione di tempi, risorse e priorità: l’opera non sarà compiuta prima del 2022, e ci sono ancora 4 miliardi da trovare: che si fa nel frattempo, nel prossimo quinquennio? Ci sono altri interventi possibili? Possiamo portare gli altri poteri, le ferrovie, a discuterne?
    (Paola Pierantonifoto di Giovanna Profumo)

  • OLI 329: PRIMARIE – Candidati a confronto, da Monti alle manutenzioni

    Se gronda e terzo valico sono stati il punto più vivacemente dibattuto nel corso del confronto tra i candidati alle primarie del centro sinistra di lunedì 30 gennaio (vedi articolo), è stato possibile cogliere accentuazioni e differenze anche su altri argomenti, magari partendo da posizioni apparentemente uniformi.
    Tutti d’accordo, ad esempio, sul grande sollievo per l’uscita di scena di Berlusconi.
    Ma mentre Roberta Pinotti non solleva nessuna obiezione al nuovo governo, Sassano è esplicitamente critico verso le “politiche neo liberiste di Monti”. E mette le mani avanti, precisando che le alleanze politiche a Genova devono essere diverse da quelle che si sono – temporaneamente – costituite a livello nazionale. Che abbia motivo di temere qualcosa da qualcuno dei suoi colleghi in gara?
    Marco Doria parla di “senso di liberazione e felicità” per il passaggio di fase, e di soddisfazione per il “recupero di credibilità europea”, ma si chiede anche: “Ci sono dei margini di discussione sulle politiche di Monti? Posso mettere in discussione la destinazione delle risorse?”. Ad esempio il famoso acquisto degli aerei da guerra. E sottolinea che la questione delle decisioni nazionali sulla destinazione delle poche risorse disponibili è cruciale per una città dove tra breve esploderanno due bombe ad orologeria: il trasporto pubblico e le scuole comunali.
    Sollecitata da una domanda sulle politiche di parità di genere, Roberta Pinotti annuncia di voler “abbattere le liste di attesa per i nidi”, facendo ricorso anche all’intervento privato. Sassano afferma di non avere nessuna obiezione alla presenza dei privati nella gestione dei servizi, inclusi i nidi, ma precisa che è necessario “Che il pubblico continui a gestire in proprio almeno una parte di questi servizi, altrimenti perderà tutta la sua competenza, la sua autorevolezza, e quindi la capacità e possibilità di esercitare un vero controllo”. Sottolinea anche che i nidi non sono solo un aiuto alle madri che lavorano, ma il primo passo di un percorso educativo, per cui il mantenimento di una elevata qualità è cruciale.
    Tutti d’accordo sulla questione della cittadinanza a chi nasce in Italia, definita necessaria, doverosa. Ma il punto controverso, la moschea, lo tocca solo Doria: va realizzata, subito, nessun ripensamento, nessun cambio di collocazione è più ammissibile.
    Roberta Pinotti, verso la conclusione, afferma con decisione “Ci sono cose in città che bisognerebbe fare e nessuno ha il coraggio di fare”. Nella sala si crea un clima di sospensione e di attesa. Qualche voce qua e là chiede: quali? Pinotti risponde: “Un esempio? Le manutenzioni”.
    Le manutenzioni?
    (Paola Pierantonidisegno di Guido Rosato)

  • OLI 329: ECONOMIA – L’aspetto tangibile della recessione

    Girando per Genova si vedono sempre più spesso spazi destinati alla pubblicità che restano inutilizzati. Il Comune usa l’arma della “pubblicità alla pubblicità”, residuo di un passato opulento, dove uno spazio libero veniva segnalato per essere, presumibilmente, subito conquistato dal più rapido a chiamare l’ufficio affissioni.
    Oggi, invece, il cartello resta lì per settimane, nessuno reclama quello spazio fatto per pubblicizzare esercizi commerciali che oggi non esistono più, che continuano a chiudere con effetti devastanti per l’economia locale. Farebbe meglio il Comune a mettere la foto di un prato, di una prateria “celeste”, una di quelle nella quali Tex Willer mandava a galoppare coloro che abbandonavano questa “valle di lacrime”. Oggi, in quelle praterie troveremmo i negozi morti anche per colpa della politica dissennata di Tursi, che insiste nel procreare centri commerciali a discapito del piccolo artigianato e del commercio locale. Il nuovo Puc ne prevede 5 in più.

    Genova – Un cartello del Comune in assenza di pubblicità pagante.

    (Stefano De Pietro)

  • OLI 329: SOCIETA’ – Gli emigranti siamo noi

    La ricerca Excelsior di Unioncamere e Ministero del lavoro su previsioni occupazionali per il 2012, ha reso noto che nel primo trimestre 2012 le imprese liguri assumeranno 2200 persone a Genova e provincia. Si offrirà lavoro per l’80% nei servizi contro il 66% della media nazionale e per il restante 20% fra industria e costruzioni, quasi un terzo gli stagionali nei contratti a tempo determinato: 150 gli operai metalmeccanici e a gran richiesta cuochi, camerieri e commessi.
    E con salari fermi da dieci anni per i neoassunti, secondo Bankitalia.
    Davvero un mercato del lavoro desolante, che sta prospettando più che una bancarotta economica una bancarotta sociale perché la crisi ha di fatto cancellato tutta una larga fascia di impieghi, dagli operai specializzati, ai geometri, carpentieri, impiegati di banca, tecnici.
    La folla dei “senza prospettive”, più ancora che dei disoccupati, non può scendere neanche un gradino sotto, ci sono già gli immigrati in attesa, pur se in Liguria ad esempio si registra un meno 20% di assunzioni di lavoratori stranieri (fonte: Fond. Leone Moressa).
    Nuove frontiere dunque non solo per i diseredati del Nord Africa, dell’Est europeo o del Sud America, che spesso ora rientrano mestamente a casa, ma pure per i cittadini di grandi Paesi industriali, a cui non resta che attraversare i confini.
    E se in Grecia si è invocato letteralmente il “ritorno alla zappa” in versione postmoderna, biodinamica, agrituristica, oggi in Spagna, che nel 2005 celebrava una crescita inarrestabile con arrivi annuali di 500 mila lavoratori, le partenze hanno superato gli arrivi. Si spostano greci, spagnoli, irlandesi, portoghesi e italiani, si cercano altre terre promesse a Berlino, Stoccolma, Oslo, Sydney, Rio.
    Per i giovani è forse più facile, una valigia leggera, un biglietto low cost, un primo contatto cui mostrare un diploma, una laurea, l’attestato di specializzazione; e non è solo una fuga di cervelli giovani, perché se ne vanno anche quarantenni e cinquantenni.
    L’ufficio federale di statistica di Wiesbasden registra tra i nuovi ingressi cittadini Paesi dell’Est e ultimamente greci, spagnoli e italiani: non sono però le braccia spedite un tempo nelle miniere o nelle acciaierie, sottolinea il Financial Times, raccontando delle iscrizioni al Goethe di Francoforte cresciute di un terzo grazie a matricole greche e spagnole.
    Avanguardie di una dinamica sociale che sta acquistando velocità, i nuovi emigranti europei somigliano più a scommettitori che cercano opportunità vere, che ad inconsapevoli profughi del dopoguerra, se come attesta il saggio “Immobilità diffusa” (D.Checchi, il Mulino), sulle “modalità di reperimento del lavoro dei laureati europei”, in Italia i contatti personali pesano per il 23,3%, in Francia contano l’11%, in Finlandia il 9,1% e in Germania il 9,3%.
    Ponti d’oro al personale qualificato in Australia dove sono arrivati 4mila greci, metà laureati, mentre gli irlandesi potrebbero arrivare quest’anno a 50mila e l’Angola, ex colonia lusitana, ha accolto circa 100mila portoghesi.
    Crisi globale del lavoro? Sicuramente, ma in certi posti un po’ meno, tanto meno.
    Tantissimo in Italia, in Liguria, a Genova. Quali le proposte sul tema dai candidati sindaco?
    Intanto ci conforta leggere sui maximanifesti del Comune : “più lavoro” con il nuovo Piano urbanistico!
    (Bianca Vergati)

  • OLI 329: GRECIA – Ragazzi e ragazze ottimisti sulla linea del fuoco

    Se c’è una cosa che irrita profondamente i miei giovani amici ateniesi che lottano duramente sul fronte della crisi, è l’immagine della Grecia che circola sui nostri mezzi di informazione: “Per favore! Non trasmettere anche tu un messaggio di lagna e melanconia! Non cadere nella trappola dei mafiosi che perdono il loro potere e fanno credere che arriva il disastro se osiamo toccare il sistema corrotto che ha funzionato fino ad adesso!”.
    Sono persone tra i trenta e i quaranta anni, che lavorano come dannate per un reddito molto basso. O che perdono il lavoro, come un’amica che si è sentita dire: qui c’è il nuovo contratto, 750 euro al posto dei precedenti 1200. O accetta, o quella è la porta.

    Eppure … eppure non si lamentano, e considerano questo sconquasso da un punto di vista molto interessante. L’amica che ha perso il posto, ad esempio, ha reagito dicendo “Finora mi ero fatta sfruttare stupidamente. Avevo dato a quel lavoro tutte le mie energie, prendendomi responsabilità che non mi sono mai state pagate. Ora vedo chiaro nel rapporto che c’era davvero tra me e la ditta. Meglio così”.
    T., architetto mi scrive “Io comincio nuovi lavori, gente giovane apre nuove attività, se ne tornano nei loro paesini a portare intelligenza e produttività nei campi lasciati a seccare … io parlo ogni giorno con gente che ha sempre prodotto, e si è fatta il culo, e ora ha la possibilità di prendere più potere, perché i mafiosi del sistema sono stati bacchettati dalla crisi, e non possono più fare le loro porcherie! Positività!”.

    Un altro amico, splendido disegnatore, per poter vivere affianca più lavori: grafico pubblicitario, d’estate un chiosco di cocomeri, e se capita anche caricature per strada. Vita faticosa, ma ora, mi dice, si stanno aprendo inedite occasioni di lavoro: le grandi aziende pubblicitarie sono in crisi, e i committenti saltano un anello, rivolgendosi direttamente ai disegnatori free lance.
    M., anche lei architetto, sonda ogni piega del mercato, intraprende una nuova formazione, nonostante il rigido inverno ateniese di quest’anno non accende il riscaldamento e mi dice: è dura, ma sono ottimista.
    Gli amici non negano la crisi, anzi, ci sono proprio immersi, ma ne rifiutano l’uso strumentale. Come la questione dei bambini svenuti d’inedia mentre erano a scuola: “E’ una storia partita dai giornalisti populisti perché in una (sottolineo UNA) città i genitori hanno fatto una colletta di soldi e cibo per una famiglia numerosa di zingari … Lo stesso vale anche per i bambini abbandonati. Ma gli zingari sono sempre stati in queste condizioni e la società greca non li ha mai voluti inserire. Ora li stanno usando come “greci” per creare un’idea della disfatta globale!”.

    Interessante anche il punto di vista sui suicidi: “La gente si suicida perché ha tutto! Il “tutto” per loro si era creato con un stipendio di 1200 € al mese: Lui è andato a comprare una casa di 350.000, una macchina di 30.000, elettrodomestici, vestiti e vita da ricco con vacanze costose che ora non può piu sostenere. E’ andato dalle banche a prendere prestiti che servono 3 vite per sdebitarsi. Il sogno americano è diventato un incubo!
    La famosa questione della parola crisi che significa anche opportunità qui non te la senti propinare da gente al caldo, lontana dai problemi, ma da ragazze e ragazzi sulla linea del fuoco.
    (Paola Pierantoni – foto dell’autrice)

  • Oli 329: CULTURA – Ivano Fossati, concerto d’addio

    Perché tanto notevole questo concerto? Perché indica un termine. Comunica che le cose non possono durare per sempre. Accetta e fa accettare l’esistenza di un limite.
    Lunga vita a tutti, dopo questo concerto. A Ivano Fossati e a tutti noi.
    Ma non c’è dubbio che la prima cosa che si pensa di fronte ad un evento come questo è che, come la stagione di un musicista, anche la vita avrà il suo termine.
    Non a caso il concerto stenta a finire. Una uscita di scena dopo l’altra, ed altrettanti ritorni sul palco. Un bis dopo l’altro. L’ultimo applauso, che non è mai l’ultimo.
    Difficile faccenda dire “fine”. Sembra che la conclusione arrivi quando Fossati rientra, da solo, siede al pianoforte, e attacca “La costruzione di un amore”, forse uno dei pezzi più amati, più intimi, più difficili.
    Ma il momento dell’addio viene ancora dilazionato. Poi il suono del flauto pronuncia la nota definitiva.
    Ora a casa ci si va davvero, accompagnati da una bella tristezza, ricchi del patrimonio di umanità e di speranza “intelligente” lasciatoci da Fossati con le sue canzoni.
    Grazie, Ivano.
    (Ivo Ruello – immagine da internet)

  • OLI 329: PAROLE DEGLI OCCHI – Corbezzoli!

    Foto di Giorgio Bergami ©

    Corbezzolo [cor-béz-zo-lo] s.m. arbusto sempreverde con frutti costituiti da bacche rosse commestibili (fam. Ericacee) | corbezzoli! (antiq.), esclamazione di meraviglia, per alterazione eufem. di corbelli. Etimo incerto.

    Corbello [cor-bèl-lo] s.m. (pop.) 1 testicolo | rompere i corbelli, infastidire, annoiare | corbelli!, esclamazione di meraviglia 2 [f. -a] persona stupida, sciocca. ACCR. corbellone. Forma eufem. per coglione.

    (da Il Grande Dizionario Garzanti della Lingua Italiana)
  • OLI 328: VERSANTE LIGURE – CORPORALTERNATIVO

    Il top dei paradossi
    è un tal che mai conobbi:
    patì lui stress, collassi
    lottando per la lobby
    ma non per suoi interessi:
    lo fece sol per hobby.
    Versi di ENZO COSTA
    Vignetta di AGLAJA
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