Il presidio organizzato giovedì 11 luglio alle 13.30 davanti a palazzo Tursi è molto partecipato. Il volantino è chiaro mettiamo in piazza il sociale, a rischio i servizi per i minori e le famiglie della città e tutti i servizi pubblici.
Un tratto di via Garbaldi è puntellato da disegni e striscioni colorati, davanti al Comune molti operatori, donne, uomini e giovani.
Che il terzo settore stia pagando un prezzo altissimo per le scelte economiche di governi passati e presenti è faccenda nota e, con cadenza praticamente annuale, anche a Genova ha dovuto testimoniare il gioco al ribasso, con riduzione di servizi e risorse.
Stupisce la pacatezza, l’infinita pazienza dei propri addetti che solo nel Comune di Genova sono più di mille – spiega Alessandro Frega, vicepresidente della Lega delle Cooperative – con oltre diecimila assistiti e oltre duecento lavoratori a rischio. Oggi come ieri si parla di tagli ed essere qui, per presidiare il Consiglio comunale serve a capire se quei tagli, che sarebbero già operativi, possono essere arginanti inserendo nuove risorse sul capitolo di spesa. Nella polemica che ha coinvolto l’assessore ai servizi sociali, Frega non entra. Ma precisa che probabilmente Paola Dameri ha dovuto scontare l’inesperienza con la mancanza di risorse.
Sono diversi anni che conviviamo con questa preoccupazione: non riuscire a progettare nulla, dice Franco Guariniello della cooperativa L’Altro Sole, una trentina di persone che si occupano principalmente di trasporto disabili. Si vive con un orizzonte di due mesi, tre mesi, con tempi ridotti che cozzano con l’esigenza di programmare. Non c’è futuro, ci si sente sempre precari.
Rosario Giuliano della Cooperativa Lanza del Vasto spiega che il buco del bilancio preventivo che si prospetta quest’anno viene coperto tagliano il 4% dei costi generali della struttura comunale, il 2% dei costi con cui il Comune ripiana le perdite delle partecipate e con il 40% dei servizi alla persona. Se si rimettesse in discussione questo principio? Suggerisce di azzerare tutto analizzando le risorse disponibili, rimettendo in discussione lo status quo intervenendo sulle inefficienze organizzative che si possono ridiscutere. Parla di trasporto urbano fondato sul no profit e della necessità di un pensiero politico, all’interno del quale tutti possiamo essere chiamati a rimetterci in discussione, c’è bisogno di una visione complessiva, in assenza della quale rimane solo il pensiero tecnocratico. Tu non puoi pensare che un Comune che dedica il 90% delle proprie risorse a mantenere se stesso sia capace di autoriformarsi da questo punto di vista. E il rischio è una timidezza della politica e un larghissimo spazio alla tecnocrazia: chi fa i bilanci non è molto entusiasta di tagliare se stesso.
Sotto il porticato di Tursi un lui e una lei, giovanissimi, spiegano che il campo del sociale sempre di più manifesta un’esigenza di fondi, in una società in cui ci sono obbiettivi troppo consumistici, lei dice che tagliare è davvero paradossale, ma non ha mai partecipato a qualcosa di più politico per pensare come dirigere i fondi.. Lui ad una valutazione sull’operato della giunta presente e passata risponde: non ho seguito fino a questo punto le questioni, mi occupo di altro nella vita e la questione politica la lascio a chi approfondisce queste tematiche.
Tra i molti punti della proposta di delibera del consiglio comunale emerge l’intenzione per la predisposizione del bilancio comunale 2013 che sia evitata la contrazione delle risorse destinate al welfare attraverso l’analisi di fattibilità di piani di riorientamento di risorse a favore dei servizi sociali.
(Giovanna Profumo – immagini dell’autrice)
Categoria: Terzo Settore
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OLI 385: CITTA’ – Il terzo settore si mette in piazza
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OLI 322: CITTA’ – Terzo settore, a distanza di un anno la piazza e le Cento Tesi
Brandiscono i panni per l’incontinenza come striscioni.
Ci hanno scritto sopra “anziano pensaci tu”. Sono spudorate. Aprono così porte e finestre di stanze che preferiremmo vedessero solo loro e ci mostrano la faccia peggiore dell’assistenza all’anziano. Vengono pagate da un minimo di 450 Euro al mese per venti ore settimanali, ad un massimo di 950 Euro per un tempo pieno.
Giovedì 24 novembre a Genova la manifestazione del Terzo Settore ha visto in un lungo corteo le assistenti domiciliari accanto a bambini e ragazzi e a tutti coloro che a Genova lavorano per assistere poveri, disabili, vecchi e giovani in difficoltà.
I tagli del governo Berlusconi rischiano di abbattersi in maniera implacabile su tutti loro cancellando, a partire dal prossimo anno a Genova, 400 di posti di lavoro insieme ai servizi socio educativi e assistenziali che questa occupazione garantisce. Si tratta di centri per il doposcuola, asili, centri estivi, assistenza infermieristica, presidi nel centro storico. Per ora non sono previsti ammortizzatori sociali e non si sa nemmeno se saranno contemplati.
A distanza di un anno sono tornati in piazza, spinti dalla volontà di non accettare passivamente le scelte economiche del governo Berlusconi e nuovamente pronti a ragionare con Comune e Regione su un utilizzo delle risorse insieme alla possibilità di rinnovare i servizi sociali.
Di seguito il link alle Cento Tesi, frutto del lungo lavoro della rete di persone e organizzazioni che avevano aderito alla prima manifestazione, quella del 4 novembre 2010.
(Giovanna Profumo) -
OLI 321: CITTA’ – Il terzo settore giovedì 24 novembre in piazza
Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
Il Forum regionale e provinciale del Terzo Settore, rappresentante delle organizzazioni senza fini di lucro operanti nei servizi di assistenza, invita la cittadinanza a partecipare alla manifestazione che si svolgerà nel pomeriggio di giovedì 24 novembre in Piazza De Ferrari.
Lo scopo è quello di difendere i Servizi Pubblici dai tagli feroci che il Governo Berlusconi ha inflitto alla spesa sociale, alle Regioni e ai Comuni.
Con questi tagli si colpiscono le persone della nostra città che hanno più bisogno di aiuto – poveri, disabili e anziani, giovani e bambini in gravi difficoltà – e si colpiscono anche i lavoratori che se ne occupano.
Migliaia di genovesi resteranno senza assistenza, centinaia di operatori perderanno il lavoro.
La manifestazione vuole allora fare sentire la loro e la nostra voce verso il Comune e la Regione, ma soprattutto verso il Governo.
La manifestazione del 4 novembre 2011. Vedi OLI 275 e OLI 277 Il Circolo Oltre il giardino, che ha promosso a Genova il 4 novembre dello scorso anno una manifestazione con la stessa finalità, appoggia il Forum del Terzo Settore e chiede a coloro che hanno risposto all’appello del 2010 di scendere in piazza anche questa volta.
Lo scorso anno il Comune e la Regione disponevano ancora delle risorse sufficienti per non chiudere i Servizi, ma nel 2012 se non cambieranno le scelte del Governo non saranno più in grado di farlo, nonostante la buona volontà che hanno fino ad ora dimostrato.
La mobilitazione del 2010 aveva impegnato il Comune a ricostruire i servizi genovesi in base alle proposte della rete di persone e organizzazioni che vi avevano aderito, sottoscrivendo un nuovo patto di cittadinanza. Le proposte, nella forma di 100 Tesi per rinnovare i Servizi Sociali, sono state
consegnate al Comune nel mese di giugno. Molte delle indicazioni che vi sono contenute richiedono impegni che le ultime decisioni del Governo Berlusconi rendono indispensabili.
Il Circolo propone al Comune, alla Regione e al Terzo Settore di approfondire una proposta avanzata anche dallo stesso Comune di Genova. Se essa venisse realizzata potrebbe ancora una volta mantenere in vita la maggior parte dei servizi genovesi nonostante la gravità e l’emergenza della situazione attuale.
Si tratta di:
– concentrare le risorse comunali a favore dei servizi per i minori in
difficoltà e per le povertà estreme e
– di coordinare le risorse della Regione, dell’ASL 3, della Provincia, dello stesso Comune, in accordo con i sindacati, la cooperazione, il volontariato, l’associazionismo, le Fondazioni e in primo luogo le stesse famiglie, per estendere l’assistenza domiciliare per tutti coloro che ne hanno bisogno.
Il Circolo si mette a disposizione per contribuire a rendere praticabile questa proposta e invita le parti interessate ad essere finalmente capaci di agire insieme, non solo per superare questo momento di grande difficoltà ma anche per costruire un sistema di servizi migliore di quello che abbiamo fino ad ora sperimentato.
(Il Circolo Oltre il giardino)
