La riforma della legge elettorale per l’elezione del sindaco e il graduale trasformarsi dei partiti, anche i maggiori, in semplici organizzazioni elettorali ha prodotto effetti non da poco e altri ne produrrà. Le liste civetta o “di sostegno diretto al candidato” – sindaco o presidente della provincia non fa differenza – sono fatte, dicono gli interessati, per “intercettare” il voto di quanti favorevoli al candidato non sono però disposti a votare alcuna delle liste “partitiche” che lo sostengono. La lista “di sostegno” è composta da personalità che, pur non essendo estranee alla politica o, a volte, facendo parte di partiti, non sono note per essere “gente di partito”; è una lista di “amici” del candidato.
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Parchi & giardini – Se la parola “degrado” nasconde la politica
Quella di Repubblica di sabato 5 maggio era una denuncia con tutte le regole. Villetta Dinegro, un parco ottocentesco tra i più noti della città, fa schifo. Tra qualche giorno le scuole ci organizzeranno dei giochi. Cosa troveranno? Uno schifo. Tutto vero. Se mai ne manca. Ad esempio che da anni il personale della sezione Giardini e foreste del Comune usa i vialetti come posteggio dei propri mezzi, che le panchine in legno sono pressoché scomparse e altro. Ma la sostanza è quella. Risponderà qualcuno? -
Il ballo del mattone e quello del cemento
Repubblica del 26 aprile scorso (“Box, palazzi & Co. Scacco al verde. Genova e Liguria: in un dossier la mappa delle vergogne ambientali”) pubblica ampi stralci della relazione annuale che il Sovrintendente per i beni architettonici e per il paesaggio ha inviato al ministro Rutelli. Una relazione dove “ce n’è per tutti” a iniziare da Genova e a seguire per una serie di comuni. Parole severe: aggressione al territorio, espansione edilizia che innesca una perversa involuzione territoriale ecc. Insomma cemento e ancora cemento; cioè soldi, molti. E dove corrono i soldi, molti, corrono complicità di ogni tipo. La politica? Beh quella c’entra sempre: il pallino di queste cose ce l’hanno in mano le amministrazioni comunali.
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Master – Teoria dell’immagine nelle tv locali
C’è un’alternativa costruttiva alla rabbia? Esiste una formula che possa aprire la strada a una positiva visione del futuro, per la nostra generazione? Ipertrofia delle aspettative: fin da bambini ci hanno ripetuto, “studia e farai strada, applicati ora e poi vedrai che in futuro ti servirà”, ma non è accaduto. A quanti sarà capitato di essere cortesemente respinti ad un colloquio per via dell’eccessiva qualificazione? Per non parlare poi delle consulenze per redigere il curriculum: “questo titolo lo togliamo… e anche quest’altro, non vorrai mica spaventare il tuo possibile datore di lavoro?”. E allora, con una pudica foglia di fico su specializzazioni e master, ci esponiamo al mercato del lavoro con la cruda e risibile nudità della nostra inspendibilità professionale. -
Prediche – La severità di Bagnasco la carità di don Gallo
Angelo Bagnasco ha detto cose importanti alla messa per i cresimandi nella chiesa di San Gerolamo di Castelletto, domenica 13 maggio. Vale la pena di condividerle con i lettori data l’importanza del personaggio e la carica che ricopre.
Non pensate – ha ricordato – che la vita sia una passeggiata! La vita non è una passerella serena, chi ve lo dice mente! La vita è sacrificio! E’ costellata di sacrifici e sconfitte…Chiedetelo ai vostri genitori, quante sconfitte hanno dovuto subire…La vita è questo. Ma anche se vivrete delle sconfitte, non sarete degli sconfitti. E se avrete dei fallimenti, non sarete dei falliti! Da oggi avrete anche l’aiuto dello Spirito Santo, insieme vostri padrini e madrine, da oggi c’è il cambiamento. -
Immigrati – Diversa la criminalità se comasca o romena
Ciclicamente, in parte dell’opinione pubblica, la responsabilità di alcuni atti criminali passa la soglia dell’attribuzione individuale e si trasforma in colpa collettiva. In questi giorni tocca ai rumeni, nazionalità che il recentissimo ingresso nell’Unione Europea non ha ancora purificato dalle stimmate del sottosviluppo e dell’estraneità. La stampa, nel frattempo, ammaestrata da famosi infortuni (esempi notissimi le prime attribuzioni giornalistiche dei delitti di Novi e di Erba) riflette su se stessa e sul suo modo di proporre le notizie. Sul Foglio del 3 maggio un articolo osserva che “Basta l’indicazione geografica (la rumena, le rumene) e, da violenza metropolitana, il delitto diventa subito faccenda etnica, emergenza razziale”. Libero, sul suo blog, pubblica in evidenza un intervento che osserva: “Finalmente non uno ma due fatti di cronaca in cui si possano accusare gli stranieri! … Certo, è un peccato che la Romania sia entrata in Europa a gennaio, se questo assassinio brutale si fosse verificato entro il 31 dicembre gli italiani xenofobi sarebbero stati più contenti …?
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Racconti-verità – Quando una persona diventa invisibile
Mi riferisco ad una lettera pubblicata recentemente sul Secolo XIX di una signora cinquantaduenne che espone il suo caso “irrisolvibile” di disoccupata cronica a causa della sua età.
Io ho qualche anno in meno di questa disarmata signora ma sono disillusa tanto quanto lei, forse ancora di più considerato che ho 45 anni (dovrei essere più ottimista) e non ho un lavoro stabile dal 1999 anno in cui, dopo quindici anni di esperienza lavorativa in una multinazionale pubblicitaria a Milano, in seguito alla crisi aziendale ed alla conseguente riduzione del personale, sono stata costretta a ritornare a Genova e sto percorrendo faticosamente e sempre più demoralizzata anch’io la mia via crucis per trovare lavoro. A parte qualche sporadico Co.Co.Co. (Collaborazione Coordinata Continuativa) nel pubblico impiego e qualche collaborazione occasionale, da un po’ di tempo la mia ricerca si è definitivamente arenata, non vedo una via d’uscita, non vedo un orizzonte. -
Kabul e dintorni – Se arrivano i mercenari al posto dell’esercito
Nelle scorse settimane, con la liberazione del giornalista di Repubblica Daniele Mastrogiacomo e l’uccisione del suo interprete, lo scenario dell’Afghanistan è tornato prepotentemente all’attenzione della stampa italiana. Gli articoli realmente illuminanti sull’argomento sono stati però ben pochi: tra essi si può annoverare senza dubbio l’analisi del generale Fabio Mini, già comandante della missione Kfor in Kosovo, dal titolo “Cattivi maestri a Kabul”, apparsa su L’Espresso del 5 aprile.
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Cartoline – Quant’è difficile la rimozione
Quando sono stato a Berlino, mi hanno ospitato all’East Side Hotel, un albergo che considerano storico. Nessuno sfarzo, anzi, spartano. L’essenziale, come dovrebbe essere. E con giusta attenzione agli sprechi: sciacquone a due pulsanti (funzionanti, non, come spesso accade da noi, per bellu vedde), rubinetto del lavandino a sospensione del getto quando gli togli le mani da sotto (di norma una lavata di denti secondo i suggerimenti dell’odontoiatra consuma quindici litri d’acqua), lampadine a basso consumo. E’ situato (lo dice il nome, anche se nella lingua dell’altro impero) al limite di quella che era una volta la zona est. Ci sono ancora un paio di chilometri di muro, conservati a memoria, e colorati dai writers, quando non da frasi dure di denuncia o da terribili ricordi di violenze subite.