Sempre più civette sul comò elettorale

La riforma della legge elettorale per l’elezione del sindaco e il graduale trasformarsi dei partiti, anche i maggiori, in semplici organizzazioni elettorali ha prodotto effetti non da poco e altri ne produrrà. Le liste civetta o “di sostegno diretto al candidato” – sindaco o presidente della provincia non fa differenza – sono fatte, dicono gli interessati, per “intercettare” il voto di quanti favorevoli al candidato non sono però disposti a votare alcuna delle liste “partitiche” che lo sostengono. La lista “di sostegno” è composta da personalità che, pur non essendo estranee alla politica o, a volte, facendo parte di partiti, non sono note per essere “gente di partito”; è una lista di “amici” del candidato.


Si capisce facilmente che le cose non sono così lineari e la “lista di sostegno” è fatta anche con altre finalità. Ad esempio ci sono gruppi politici che, o perché non hanno le caratteristiche di un partito o perché sono invisi ad alcuni partiti della coalizione, trattano direttamente col candidato sindaco il loro appoggio. Ma non è la sola ragione. Le “liste di sostegno”, di cui molto hanno scritto i quotidiani locali durante le ultime due settimane, servono per far eleggere nei rispettivi Consigli, consiglieri sostenitori diretti del candidato sindaco o presidente.
Una necessità sempre più impellente dopo che anche nei partiti (ormai ex) più grandi la caccia alla candidatura e alla elezione è diventata uno sport personale. La fine dei partiti ha comportato infatti la fine della possibilità, per le dirigenze locali, di precostituire il pacchetto degli eletti dando così vita, nello stesso tempo, allo scatenamento dell’iniziativa personale. La prospettiva del mestiere di consigliere non è disprezzabile: al suo servizio vengono poste risorse familiari, di clan, di caseggiato, quartiere, associazione sportiva ecc. I loro slogan sono molto significativi (tu sei me, io sono te; scegli chi ti sceglie; dalla tua parte ecc.) e meriterebbero una pubblicazione.
Tutto lascia prevedere – in parte è già successo con la scorsa elezione – che i consiglieri neo eletti nella maggioranza di centro sinistra costituiranno un gruppo che avrà grandi esigenze di apparire (al suo personale elettorato) e farà corsa a sé. A fronte del Consiglio ci sarà la giunta che invece sarà in parte sarà composta da gente di fiducia del sindaco o del presidente e in parte dei partiti della coalizione che avendo perso potere nei rispettivi gruppi per essere composti da outsider riottosi, cercano di mantenere la loro presenza attraverso persone di fiducia poste nel ruolo di assessori.
Al sindaco e al presidente eletti resteranno un po’ di assessori di fiducia – che cercheranno di collocare nelle posizioni chiave – e qualche consigliere, magari quelli eletti nelle liste civetta.
C’è da scandalizzarsi? La domanda è stata fatta durante un dibattito tenutosi sulla materia a Scienze della comunicazione. Le risposte sono state diverse. Quella prevalente è stata che la politica dovrebbe essere più esplicita nel riferire difficoltà e condizionamenti. Insomma “che la smettano di trattarci da scemi”. Applausi sentiti.
(Manlio Calegari)