Categoria: COMUNALI 2012

  • OLI 343: ELEZIONI – Intervista a Marco Doria

    Domenica 13 maggio pomeriggio, via del Campo.
    Marco Doria prende una pausa dal tour impegnativo che lo vede setacciare la città per la vittoria dell’ultima tappa, quella che gli può valere la conquista della fascia di sindaco, e in cui è venuto a contatto con tutti i volti della politica.
    Prima ancora che iniziamo a fargli delle domande parla del fenomeno dell’astensione, che a Genova ha avuto un peso particolare. Forse, dice, una piccola parte di chi non ha votato è recuperabile al voto ma “La grande maggioranza ha deciso almeno per il momentodi rompere i ponti con una partecipazione attiva alla politica intesa anche come voto”.
    E poi parla del Movimento 5 Stelle, un 14% di consensi in cui vede, in parte, le sfumature rabbiose dei cittadini attirati dalla parola d’ordine del ‘vaffa’: “Commercianti, esercenti che non avevano in testa un’idea di sviluppo alternativo, una filiera chilometro zero o un modello di sistema di mobilità vecchio da mettere sotto critica, ma che avevano in mente semplicemente l’idea del fanno tutti schifo, sono tutti dei ladri, sono tutti uguali”, ma anche la determinazione autentica di chi contesta “un modello di economia, di società”.
    I potenziali elettori genovesi oggi riflettono i molti stati d’animo della politica presenti anche a livello nazionale “Nello schieramento di centro sinistra c’è una consapevolezza, una voglia di fare che comunque riscontro; poi andando in giro riscontro anche quell’altro pezzo di società con cui diventa difficile, almeno nel breve periodo, ricostruire un rapporto, per cui ci vorrà più tempo. Ammesso che ci si riesca”.
    Riannodare il rapporto con coloro che, rispetto alla politica, provano depressione, scoramento è un lavoro “che richiede anni, e che ovviamente dipende da me, certo che dipende da me! Ci mancherebbe altro… però dipende anche da come si muovono gli schieramenti politici. Da come si muove il mio schieramento politico. Dare il senso che vale la pena andare a votare, è un lavoro che richiede tempo. Devi rovesciare una tendenza che si è andata consolidando da anni, quindi nel brevissimo periodo non si può fare. Si dovrebbe cominciare a fare un lavoro che si basa sull’esempio: chi si occupa della cosa pubblica deve dare proprio la dimostrazione di volerlo fare perché vuole servire la cosa pubblica, è al servizio, perché parla coi cittadini in modo chiaro, perché non racconta delle balle, perché non nasconde i problemi che ci sono, si sforza di presentare quelle che, a suo giudizio, sono le soluzioni possibili e accetta anche il confronto sulle stesse soluzioni e cerca di coinvolge i cittadini nel percorso per individuare le soluzioni. Sulla base peraltro di una visione, di un progetto. Non è un lavoro immediato. Uno dovrebbe mettere mattoncino dopo mattoncino”.
    Ora tocca a noi porre le nostre domande. La prima è: come stai?
    Sto come stavo prima, a parte la stanchezza, a parte lo stravolgimento della propria vita personale che è il risultato di due fenomeni combinati: da un lato di come si scarica sulla persona del candidato sindaco l’aspettativa, la delusione, la voglia di interlocuzione che non è più mediata da organizzazioni complesse o articolate, tutti vogliono me… Ieri a Vernazzola, per fare un esempio, mi parlavano dei problemi dei tombini, delle strade, di dove la gente va orinare, quindi aspetti di dettaglio che sono di pertinenza del Comune come regolazione generale dei fenomeni, ma che competono ai municipi. Il secondo punto è la spettacolarizzazione e la personalizzazione della politica per cui i media insistono molto a fare pressing sulla persona, e questo significa che la vita privata e i ritmi di vita vengono veramente modificati. Io cerco di comportarmi in maniera assolutamente normale, per cui sogno la Svezia dove il ministro a Stoccolma va a fare la spesa al supermercato senza che nessuno lo fermi. Detto ciò non sto male dal punto di vista della percezione degli umori, perché non sono stato sorpreso dal risultato, no, perché la percezione che ci fosse un bel segmento di popolazione lontano, deluso, anche rancoroso, l’avevo anche prima del voto“.
    E se dovessi fare un bilancio da quando è cominciata questa avventura?
    Dal punto di vista personale sicuramente non sono cambiato io, come persona, nel mio modo di vedere il mondo, di relazionarmi. Ma ora mi devo muovere in contesti in cui non mi muovevo due anni fa. Sai, le trattative … per dire: non si è mai parlato di poltrone. A oggi“.
    Anche se sono usciti dei nomi: Bernini, Repetti …
    Assolutamente senza che la cosa fosse passata da un contatto con me. Adesso, essendomi stato detto dalla maggioranza delle persone con cui ho parlato che Bernini è stato uno dei migliori presidenti di municipio, questo è un criterio che io posso considerare. Però non ho parlato con lui, e non ho parlato con nessuno dal punto di vista dei poteri politici di Bernini come assessore. Repetti è uscito sui giornali ed io sto considerando varie ipotesi, ma quello che è politicamente rilevante da dire al momento, quindi a sette giorni dal voto, è che davvero ad oggi nessun partito mi ha detto: io voglio questo, ti indico questo, ti indico quest’altro …
    Succederà.
    Succederà. Io quello che voglio fare è chiedere ai partiti delle rose di nomi con delle caratteristiche, come cerco di chiederle a varie persone fuori dai partiti. Cioè delle indicazioni, dei suggerimenti, perché alcuni li posso conoscere io personalmente, altri non li conosco. Quindi io vorrei dei suggerimenti e dei curriculum, in modo di provare a documentarmi, cosa che in parte sto già cercando di fare da solo. A oggi dai partiti non mi sono ancora arrivate le rose di nomi, né mi sono arrivate delle indicazioni di pressione; succederà, e poi sceglierò tenuto conto che questa scelta dovrà essere compiuta in tempi molto rapidi, l’approvazione del bilancio entro il 30 giugno impone che la giunta sia costituita molto rapidamente”.
    Cosa dici a chi pensa di non andare a votare domenica?
    Dico due cose. La prima è un richiamo, un po’ scontato, all’importanza del volto come diritto democratico da esercitare sempre, anche se mi rendo conto che in questo momento alcuni possono essere poco sensibili a questo richiamo. Però lo faccio.
    La seconda è l’invito a considerare le differenze, che mi sembrano assolutamente evidenti, tra i due candidati, i loro programmi e i valori delle proposte che avanzano. Una lettura comparata del programma mio e del programma di Musso consente di individuare molto rapidamente delle impostazioni molto diverse.
    Ci sono diverse questioni di fondo che mi sembrano evidenti, che fanno la differenza tra un programma e l’altro. Una è l’idea della politica. Nel nostro programma c’è un’idea della politica come servizio e come voglia di far partecipare i cittadini. Chi amministra non deve essere solo un buon amministratore ma deve assolutamente coinvolgere i cittadini in un percorso complicato di democrazia partecipata. Mentre dall’altra parte c’è uno che dice: io sarò efficiente, sarò un buon amministratore punto e basta. Quindi non pensa al ruolo dei municipi, al dialogo, alla costruzione di processi: questo è un primo elemento forte di differenza.
    Secondo: nel nostro programma c’è quest’idea di beni comuni, di beni pubblici, da fruire e da gestire in modo pubblico, mentre nell’altro c’è l’idea che certi beni possono essere fruiti e gestiti in maniera più efficiente interagendo con soggetti privati, questo modello viene presentato come ottimale.
    Ancora: il problema del rapporto tra lavoro e ambiente. Il nostro programma, in maniera anche faticosa, si sforza di collegare le attività economiche, il sostegno e l’attenzione ad un’economia che funzioni, ad un’idea di sviluppo ambientalmente sostenibile. Dall’altra parte magari si parla di ambiente, ma non c’è assolutamente lo sforzo, la consapevolezza di dover legare lo sviluppo alla sostenibilità ambientale: c’è un’idea di sviluppo-sviluppo, di incentivare l’impresa, il Comune amico dell’impresa… ma non c’è nessuna attenzione a cosa significhi un modello di sviluppo economico ambientalmente sostenibile.
    E ancora su bilancio, funzionamento del Comune e servizi sociali: noi ci poniamo il problema dell’uso di risorse finanziarie limitate e quello che cerchiamo di fare è avere i conti in ordine, ma non tagliare le prestazioni, i servizi che il comune eroga ai cittadini, perché si parte dall’idea che comunque questi servizi pubblici erogati dal comune siano assolutamente essenziali per ridurre le diseguaglianze, perché svolgono una funzione di riequilibrio sociale. E allora ci poniamo in maniera non demagogica il problema delle risorse e ci rifiutiamo di dire che riduciamo l’imposizione fiscale. Dall’altro canto Musso va a dire che non aumenterà le imposte, che farà la lotta agli sprechi, che sarà possibile recuperare nel bilancio comunale le risorse per garantire di tutto e di più. Che è una balla. Tra l’altro per garantire i servizi, ad esempio per quanto riguarda il trasporto pubblico urbano, nel dibattito che ho avuto con lui ha fatto riferimento a quest’idea di project financing per la metropolitana, il che significa individuare dei pezzi pregiati, magari una linea di metropolitana ad alta percorrenza di passeggeri che può avere un rendimento economico accettabile, da gestire in un certo modo, e tutto il resto del servizio gestito pubblicamente“.
    Quali forme di partecipazione prefiguri per i cittadini?
    Io vedo due percorsi paralleli, due strumenti diversi: uno è la partecipazione che passa attraverso un rapporto tra cittadini e istituzioni, per cui la giunta, il comune come struttura, il sindaco, gli assessori, i municipi, i presidenti dei municipi devono essere aperti e capaci di dialogare a diversi livelli coi cittadini. Quindi un percorso istituzionale. Il sindaco considera il presidente di municipio un suo interlocutore, con cui dialoga, con cui si confronta. Oggi ad esempio ero con il presidente di municipio del levante e con alcuni consiglieri di municipi, e dicevo ai cittadini: questi sono i vostri interlocutori, perché sono loro che devono avere il polso del territorio e devono aiutare me a comprendere e leggere il territorio e a trovare le soluzioni.
    Poi c’è un percorso parallelo, politico, all’interno del centro sinistra, quindi del mio schieramento, in cui, come persona che potrebbe avere un ruolo politico di un certo peso, vorrei che scattassero dei meccanismi di partecipazione politica. E allora lì ho uno strumento che è mio, i comitati per la lista Doria, e ormai c’è un gruppo consiliare in consiglio comunale non scarso, con sei consiglieri, attorno a cui ci sarà una struttura, attorno a cui vorrei che gli altri candidati della lista continuassero a svolgere un ruolo … Poi non è che si possa separare a compartimenti stagni il percorso di partecipazione istituzionale da quello di partecipazione politica”.
    C’è poi la rete delle donne per la politica… In giunta vogliamo sei donne
    “Questo è uno dei punti … accetto suggerimenti … che vadano ad aggiungersi a questa rosa di nomi che mi sto costruendo nella mia testa, poi naturalmente ho anche il dovere di rappresentare uno schieramento. Quando mi sono candidato alle primarie, per quanto volessi essere diverso dalle altre persone candidate, partivo dall’assunto che mi candidavo alle primarie del centro sinistra. Ecco, non ho fatto come Leoluca Orlando che si è candidato al di fuori. Io ho scelto quel percorso, ho detto: per me lo schieramento è questo e lì dentro sono, nel senso che vorrei anche che domani governasse il paese, con tutti i limiti che può avere e che dovrebbe cercare di superare … però è questo”.
    Sorprese e delusioni di questa campagna elettorale
    Sorprese … una parziale sorpresa positiva è avere percepito in un pezzo del nostro schieramento la capacità di entusiasmarsi. In alcuni ho trovato una ripresa di entusiasmo positivo per dire: ecco adesso ricominciamo ad occuparci di politica come piace a noi, ragionando dalla società, dal particolare, per arrivare al generale. Era una cosa che speravo che accadesse, che quindi non mi ha sorpreso del tutto, e che mi ha fatto piacere“.
    E le delusioni?
    No, delusioni no. Anche perché ero così arrabbiato, così indignato per come andava il Paese che non mi sembra che stia andando peggio. Quello che poteva esserci di marcio lo sapevo già“.
    Come intendi attuare il tuo impegno verso il quarantesimo candidato?
    Il quarantesimo candidato era questa voglia di mandare un messaggio forte, simbolico, che venisse raccolto, sulla mancanza di diritti importanti per un pezzo della nostra comunità, e sulla nuova cittadinanza. Allora: dovrebbe attribuita all’assessorato sui diritti una specifica competenza di Giunta e competenze specifiche ad alcuni uffici dedicati. Ma più in generale dobbiamo fare lo sforzo di dare un’impostazione al Comune in quanto tale, in modo che tutti gli uffici che interagiscono con una comunità variegata abbiano una sensibilità sul problema.
    Poi, anche in questo caso, secondo me è utile avere un’interlocuzione non soltanto con gli individui in quanto singoli cittadini, ma individuare delle aggregazioni sociali con cui interfacciarsi. Ad esempio le comunità degli immigrati. Mi rendo conto che esiste un problema che non posso eludere: chi rappresenta chi? Però la ricerca di interlocutori è comunque importante. E poi sono necessarie campagne di sensibilizzazione sui diritti, fare uno sforzo per trasmettere agli immigrati questo messaggio: voi, cittadini, avete dei diritti. Io vi informo dei diritti che avete. E poi, se fossi sindaco, vorrei trovare il modo di rapportarmi ad altri sindaci sensibili a questo tipo di impegno. Ecco, questo è importante per dare più forza: non un sindaco che va da solo, ma quattro o cinque sindaci che all’unisono iniziano a sollevare certi temi, e trovano dei modi simili per affrontarli“.
    Una rimostranza che viene fuori spesso è che la qualità dei servizi pubblici diventa sempre peggiore per via delle esternalizzazioni. Quale è la tua posizione a riguardo?
    Sono consapevole della questione: da sindaco mi troverò a difendere la presenza e la qualità dei servizi pubblici gestiti direttamente dal Comune, sapendo che in parte, già ora, certi servizi non sono gestiti solo dal Comune e che, realisticamente, non potrebbero esserlo nemmeno se lo volessi. Quindi si impone il problema della qualità di questi servizi. Ad esempio per la manutenzione delle strade: è chiaro che l’Aster non riesce a fare manutenzione generale delle strade, e che la qualità può essere considerata scadente. Partendo dal presupposto che l’Aster non farà mai tutta la manutenzione complessiva, il problema è quindi come controllarne la qualità. Un modo può essere quello di coinvolgere molto di più i municipi, dando loro risorse da gestire, in un rapporto diretto coi lavori non mediato dall’ufficio comunale, nella speranza che essendo un intervento molto più prossimo sia ai cittadini che al centro di controllo decentrato sul territorio, questo possa significare un maggior controllo sulla impresa che svolge il servizio.
    Poi c’è il discorso delle cooperative, ma questo è un altro campo: quello dei servizi alla persona“.
    Qui c’è il problema delle gare al ribasso.
    E’ necessario rivedere il modo di formulare i bandi per i servizi alla persona e per i servizi sociali evitando due trappole: una è quella delle gare al massimo ribasso che si traducono in uno scadimento del servizi e/o in una compressione dei diritti dei lavoratori. La seconda è la durata dell’appalto: gli appalti brevissimi inibiscono ai soggetti che vincono la gara ogni possibilità di programmazione. Tutto ciò deve essere unito a una capacità di controllo delle prestazioni, il che richiede una competenza interna all’amministrazione comunale“.
    Hai una idea della disponibilità di soldi su cui puoi contare?
    “Si, ho una idea della disponibilità di soldi. I numeri – quelli che ho – sono che il Comune di Genova può avere realisticamente un monte spesa di 800 milioni di Euro, ma di questi la parte flessibile, non vincolata, ammonta soltanto – arrotondo – a circa105 milioni. Tutto il resto sono stipendi, e ammortamento mutui. Questa è la parte su cui si può fare politica di spesa.
    Questi 104 / 105 milioni potrebbero garantire per il 2012 un flusso di spesa simile a quello dell’anno scorso. Ma non è scontato arrivare a questa cifra, e quindi c’è un problema di reperimento di risorse. I tagli ai trasferimenti sono un dato oggettivo, c’è una banda di oscillazione possibile di 22/25 milioni di Euro che se non si recuperano significano proprio azzerare una serie di servizi: questo è il punto del bilancio 2012.
    Poi c’è un discorso di qualità della spesa, e una politica di regolazione: se si adotta un Puc piuttosto che un altro, o se si vincolano determinate aree, se si fanno bandi di un certo tipo per le cooperative.
    Quello che mi dispiace è che avrei preferito di gran lunga, e avrei trovato più giusto, che il bilancio 2012 fosse stato approvato dalla giunta in carica, perché approvarlo a fine giugno, entrando in carica a fine maggio, vuol dire sostanzialmente dover ratificare un lavoro degli uffici. E c’è l’impossibilità di fare operazioni, magari di recupero di risorse aggiuntive all’interno del comune, che richiederebbero più tempo.
    Il bilancio 2013 in teoria potrebbe essere un po’ diverso, a) se cambia il quadro normativo nazionale, e la politica dei trasferimenti. Ma su questo, chissà … b) perché magari nel giro di dodici mesi si potrebbero fare una serie di azioni, di riorganizzazioni all’interno del comune.
    Per converso potrebbero essere previste, purtroppo, delle emergenze – vedi Amt – che in qualche modo chiederebbero a Regione e Comune di tirare fuori risorse aggiuntive per evitarne il collasso. Questo è il primo pericolo grosso, assolutamente realistico“.
    La mancanza di lavoro per le persone giovani, la crisi dell’industria e del porto. Come intendi dare un contributo, nei limiti delle prerogative del comune?
    Secondo me l’amministrazione comunale deve utilizzare il suo ruolo e tutto il peso che può avere per difendere le imprese esistenti. Ci sono casi diversi. Rispetto all’ipotesi di vendita di Ansaldo Energia e Ansaldo STS c’è da considerare l’importanza di mantenere italiane delle imprese che sono un patrimonio comune di qualità dell’industria. Nel caso Ilva le sollecitazioni che ricevo sono di segno più contraddittorio, perché questa impresa, che io comunque da vecchio industrialista voglio cercare di difendere, ha un rapporto tra addetti e territorio assolutamente non ottimale, anche se è del tutto logico per una attività siderurgica, e c’è questo discorso che dal punto vista occupazionale non ha rispettato i patti sottoscritti a suo tempo. Poi se lo spazio fosse occupato da containers sarebbe peggio ancora … ”
    Vorresti ritoccare l’accordo di programma?
    No, dovrei discutere con l’impresa. Dovrei cercare di capire le diverse situazioni con tutte queste imprese e con i loro proprietari, capire come stanno le cose per fare tutto il possibile per dare un sostegno. Certo, per Ansaldo Energia, dovrei parlare non solo con l’amministratore delegato, ma con Finmeccanica e anche oltre, e non solo io come sindaco, ma insieme al presidente della Regione, per dire che la comunità genovese è unita nelle sue richieste al Governo.
    Poi l’altro aspetto è il tessuto delle piccole e medie imprese: l’esigenza è quella dell’efficienza, della velocità nel dare risposte. E magari immaginare – ma non voglio improvvisare – se è possibile per certi settori delle medie imprese creare dei fondi di garanzia, forme di sostegno al credito, ragionando con Banca Carige, e con l’assessorato alle attività produttive della Regione. Poi la politica urbanistica: vincolare delle aree ad attività produttive. Quindi, strumenti diversi per sostenere le Pmi. E per il turismo vincolare la tassa di soggiorno al circuito del turismo, e mantenere un’interlocuzione e un rapporto con gli operatori del settore turistico. Questo è quello che secondo me è ragionevole provare a fare“.
    Con la Vincenzi sindaco si era parlato della necessità di una cabina di regia.
    No, non mi appassiona proprio per niente. Invece quello che ritengo importante è che a livello istituzionale ci sia un’interlocuzione tra i soggetti pubblici che dovrebbero convergere nella loro azione per ottenere un certo scopo. Ad esempio, per la difesa dell’assetto idrogeologico del territorio, ci vuole un’interlocuzione con la Regione e con la Provincia, finché fa i Piani di bacino. Ci sono enti che hanno compiti più di programmazione, di inquadramento legislativo, tipo la Regione, e altri soggetti hanno compiti più di intervento. Non è che ognuno possa andare per conto proprio; qui sì, ci vuole una costante ricerca di interlocuzione tra tutti i soggetti pubblici che si occupano di una certa cosa“.
    Sogni una mostra a Palazzo Ducale: che titolo ha e cosa contiene?
    Non la sogno. Sogno che ce ne siano. E’ un compito della Fondazione Palazzo Ducale immaginare una politica di mostre. Io vedo Palazzo Ducale come un contenitore di iniziative diverse e di mostre diverse. Le ultime due che ho visto, quella di Uliano Lukas, e quella di Goldin su Van Gogh, erano completamente differenti come costi, come taglio, come oggetto, e secondo me stavano bene tutte e due nel contenitore Palazzo Ducale“.
    E una tua? Avrai una mostra nel cassetto!

    Non so … ma sarebbe una mostra proprio di nicchia … una mostra sulla storia della città nelle lotte del novecento …  ma no! Che noia … interessa solo a me“.

    Se dovessi scegliere, come evento, tra Notte Bianca e Genova città dei diritti cosa sceglieresti?
    Città dei diritti.
    Pensi che andrà avanti?
    Vorrei che andasse avanti. Da quello che mi è giunto, ma non ho avuto ancora il tempo di approfondire, ho l’impressione che per il 2012 c’era il rischio che tutto fosse congelato, che c’erano problemi di rapporti, perché la doveva seguire Nando della Chiesa, che era lasciato così un po’ da solo. Siamo già a fine maggio: essendo per me importante, una soluzione potrebbe essere far slittare i tempi all’autunno“.
    (Paola Pierantoni e Giovanna Profumo foto di Giovanna Profumo)

  • OLI 342: ELEZIONI – Marco Doria e l’appoggio del Pd

    I dati sono chiari: il gap fra la percentuale di coalizione dei partiti per “Marco Doria candidato sindaco” e le preferenze per Marco Doria è di quasi il 3 per cento, tanto quanto sarebbe bastato per passare al primo turno. La sensazione sempre sotto traccia che non si stesse facendo tutto il possibile da parte di tutti i partiti la si è avuta anche nel piccolo, nei quartieri, tra la gente.
    Tanti i banchetti o i volantinaggi. C’era chi propagandava la sua opposizione a Monti, il referendum contro il finanziamento dei partiti e siede a Tursi o in Regione ma non accenna a Doria.Chi parlava di sicurezza e valori socialisti, chi si è chiamato fuori e poi si è accodato con distinguo eppure era in Sala Rossa da quel dì, chi diceva che il risultato delle primarie è sacrosanto.. bla bla. Sono circolate molte mail di candidati al Consiglio comunale della coalizione, spesso nemmeno una parola sul futuro sindaco, al più in chiusura del “mi candido perché”.
    Così meno di dieci circoli Pd in città hanno invitato Doria e non si sono viste manifestazioni per appoggiarlo. Tanti incontri per Doria con cittadini, associazioni, categorie e in giro aperitivi di singoli aspiranti, accompagnati dal padrino di turno per il proprio cantuccio elettorale. Si porta voti, vero, ma per chi?

    Dunque diciamolo chiaramente: si è fatta campagna per il Partito e meno per Marco Doria. Nella speranza nemmeno tanto peregrina che il gruppo forte a Tursi avrebbe avuto magari non tutte le stesse facce, sicuramente lo stesso “scudetto”. E così forse sarà. Se il ballottaggio vedrà vincente Doria, che con le sue liste ha raggiunto l’11 e mezzo per cento contro il 24 per cento circa del Pd,
    il professore che sorride poco, sorriderà ancor meno perchè dovrà vedersela con il partito a cui ha stravolto le primarie e che è di nuovo maggioranza: neppure con Sinistra ecologia e libertà riuscirà a decidere in solitaria.
    Strano destino: magari un aiutino non desiderato potrà arrivare dal Movimento 5 Stelle, che dichiarano essersi posti a mastini di guardia in sala Rossa.
    C’è molto da lavorare. A meno non si avveri ciò che molto maldestramente il giornalista di Primocanale ha insinuato nel domandare ad Enrico Musso se pensa di “rubare voti anche presso quella parte del Pd che ha votato Doria perché di centro sinistra, ma non è tanto contento di sostenere la sua candidatura e potrebbe pensare ad un candidato più moderato, facendo riferimento a quella parte di partito democratico che in studio è rappresentata…” Ed a quel punto Roberta Pinotti, presente in studio per commentare i risultati, lo interrompe indignata e se ne va, chiarendo che lei avrebbe sostenuto lealmente chi aveva vinto le Primarie.
    Imbarazzo e sorrisetti del candidato di destra. Tutto pare poi si sia ricomposto, visto che Pinotti è di nuovo lì, ma gli elettori di centro sinistra si chiedono perché sia stata “inviata” proprio la senatrice a rappresentarli in tv: gli inviti si può sempre declinarli.
    (Bianca Vergati – foto di Ivo Ruello)

  • OLI 341: COMUNALI 2012 – Spazio aperto per i/le candidati/e

     Nello scorso numero di Oli 340 avevamo invitato i candidati e le candidate che si riconoscono nel progetto della nostra newsletter ad inviarci una loro breve presentazione.
    A questo invito hanno risposto sette persone: di seguito trovate i link alle loro brevi auto-presentazioni.

    Pier Claudio Brasesco – Lista Doria per il Consiglio Comunale
    Elena Fiorini – Lista Doria per il Consiglio Comunale
    Emanuela Massa – Lista Doria per il Consiglio Comunale
    Anna Maria Milani – Lista Doria per il Consiglio Comunale
    Laura Paleari – Lista Sel per il Consiglio Comunale
    Caterina Pizzimenti – Lista Doria per il Consiglio Comunale
    Eugenio Restani – Lista Doria per il Consiglio Comunale

    Vi ricordiamo che il precedente numero di Oli conteneva le presentazioni di di Eleana Marullo, Stefano De Pietro e Bianca Vergati.

    La Redazione

  • COMUNALI 2012 – Pier Claudio Brasesco

    Pier Claudio Brasesco, Candidato in Consiglio Comunale per la lista Marco Doria
     Chi sono: ho 55 anni, sono felicemente sposato e ho due splendidi figli. Laureato in Medicina e Chirurgia e specializzato in Geriatria, dal 1982 lavoro a Genova come medico di famiglia convenzionato, dedicandomi anche allo sviluppo della medicina del territorio ed alla formazione di colleghi e studenti. Da semplice cittadino ho spesso aderito e promosso iniziative di volontariato e cooperazione in ambito sociosanitario. Non sono iscritto ad alcun partito.
    Perché mi candido: nel mio lavoro riscontro quotidianamente una domanda di assistenza e sostegno, in particolare nelle persone anziane, che va al di là degli specifici problemi di salute. Questi bisogni comuni e diffusi il più delle volte non trovano risposte nei servizi e neppure nella società.
    Per farvi fronte con le risorse disponibili è necessario sviluppare una maggiore interazione fra sistema sanitario e sociale, capace di sostenere le persone nelle situazioni di difficoltà. Occorre inoltre promuovere una migliore qualità della vita e della convivenza nei diversi ambiti urbani.
    Il mio impegno: in Consiglio Comunale mi propongo di sollecitare un’attenzione permanente al ben-essere delle persone in tutte le politiche della città e di sostenere progetti che favoriscano l’integrazione sociosanitaria, la salute, l’equità di accesso ai servizi per tutti i cittadini. Continuando a lavorare come medico di famiglia.
    Il mio slogan è: un impegno per la salute

  • COMUNALI 2012 – Elena Fiorini

    Elena Fiorini, lista Marco Doria per il Consiglio Comunale
    Chi sono: dal 1997 sono un avvocato, dopo essere stata educatrice in un centro per minori nel Centro storico, “Il Ce.sto”, per dodici anni. Lavorando nel sociale, come responsabile di una struttura che ogni anno si occupa di più di duecento minori (curando sia il lavoro con i ragazzi e le famiglie, ma anche le relazioni con i servizi e con le istituzioni, tra cui il Comune di Genova) mi sono laureata in giurisprudenza. L’attenzione ai bisogni delle persone e l’allenamento alle relazioni, all’analisi e allo studio, al sapere sfruttare bene poche risorse, vissuti nel lavoro sociale, sono un bagaglio che porto con me: come avvocato mi occupo di diritto penale, diritto di famiglia e dei minori e di diritto dell’immigrazione e credo che chiunque abbia diritto ad una tutela legale di qualità. Spesso tutelo donne e bambini, vittime di maltrattamenti e violenze sessuali. Sono inoltre esperta di diritto dell’immigrazione, una materia complessa e oggi fondamentale, e sono la referente ligure dell’A.S.G.I. (Associazione per gli studi giuridici sull’Immigrazione); ho curato corsi di aggiornamento in materia di diritto dell’immigrazione diretti a avvocati, magistrati, assistenti sociali, mediatori culturali, educatori ed operatori sociali.
    Sono anche una mamma e una compagna (siamo una coppia di fatto) e i miei bambini, Marin (nome albanese, perché concepito mentre facevo l’osservatrice alle prime elezioni del Parlamento del Kosovo per l’OSCE -Organization for Security and Co-operation in Europe) e Gregorio, hanno undici e sette anni. Presiedo il Comitato Genitori della loro scuola.
    Perché mi candido e chiedo il tuo voto:Desidero contribuire con competenza, idee, energie ed esperienza allo sviluppo della mia città, con assoluto spirito di servizio: non ambisco a poltrone né a gettoni, come credo testimoni la mia storia personale.
    Stimo molto Marco Doria, con il quale condivido un’idea e un progetto di città e, quando mi ha chiesto di candidarmi, ho valutato le mie competenze ed esperienze, e ho pensato che ho l’energia e la maturità per metterle a frutto a servizio della mia città. Ho una vita quotidiana come quella di tante altre donne, porto i figli a scuola, pago la mensa scolastica, prendo l’autobus, faccio la spesa, sono ben consapevole, insomma, di cosa sia vivere a Genova. Al tempo stesso ho esperienza e competenza giuridica, e per professione e per carattere sono abituata a confrontarmi con le persone più diverse, a portare avanti istanze e richieste, ma anche a mettere d’accordo e a mediare.
    Tutti i giorni ho a che fare con i problemi delle persone, anche molto seri, e il mio mestiere, che credo di fare bene, è risolverli o, almeno, cercare la migliore soluzione possibile in situazioni complesse. Per questo ti chiedo di votarmi
    Il mio impegno sul programma:Voglio una Genova che offra una buona qualità di vita quotidiana alle famiglie e alle persone, una città che si preoccupi di includere e tenere insieme i suoi cittadini, creando opportunità e un contesto accogliente per tutti: le tensioni sociali, infatti, trovano minor spazio in un contesto di appartenenza e partecipazione.
    Desidero una città europea e mediterranea, con maggiori opportunità di lavoro per tutti, che valorizzi il suo essere affacciata sul mare ed aperta agli scambi e al nuovo e le differenze culturali e religiose tra le persone siano una risorsa per la città.
    Voglio una politica cittadina che sia capace di non lasciare indietro nessuno: la priorità di un Comune che funziona deve essere pensare politiche serie per minori in difficoltà, anziani, disoccupati e per tutte le persone che rischiano di rimanere sole e ai margini.
    Se sarò consigliere comunale, mi impegnerò anzitutto sulle tematiche che conosco meglio: la conservazione dei servizi per la persona e la loro qualità, gli asili e le scuole materne, le mense scolastiche, gli spazi verdi, le politiche per le famiglie, i nuovo cittadini e la loro costruttiva partecipazione ad una città in cui si respiri un’aria internazionale e dove si viva con piacere il proprio quotidiano e dove legalità e sicurezza ci siano davvero per tutti.

  • COMUNALI 2012 – Emanuela Massa

    Emanuela Massa, candidata in Consiglio Comuanle per la lista Marco Doria
    Sono Emanuela Massa, 45 anni, 3 figli, sposata, una laurea in architettura.
    Sono stata educata a sentirmi responsabile di ciò che mi accade intorno, a prendermene cura, ad esprimere le mie opinioni. Il mio primo grande interesse è stata la scuola, che mi ha vista impegnata negli organi collegiali fin dai tempi del liceo, oggi ho un ruolo di primo piano in una delle principali associazioni di rappresentanza dei genitori. Proteggere la scuola statale, la scuola della Repubblica, per me vuol dire, prima di tutto, salvaguardare la democrazia. Nel 2010 ho avuto l’opportunità di descrivere il mio punto di vista nel libro “Pensieri Sottobanco: la scuola raccontata alla mia gatta”, in cui, a più mani, si descrive una scuola che non c’è, ma che potrebbe, anzi dovrebbe essere. I diritti di autore sono integralmente devoluti ad Amnesty International e alla Casa della Legalita’ di Genova. Dal 2006 sono impegnata nel volontariato orientato alla tutela e alla promozione dei diritti umani, in particolare curo e realizzo progetti di Educazione ai Diritti Umani rivolti agli studenti delle scuole genovesi. E’ una grande occasione, perché l’educazione ai diritti umani punta ad indurre i ragazzi ad assumere atteggiamenti e comportamenti che li conducano al rispetto di sé e degli altri in ogni circostanza e a prescindere da qualunque differenza di sesso, etnia, religione, fede politica ecc. L’obiettivo è quello di crescere adulti tolleranti, inclusivi, amanti della pace, liberi nel pensiero anche dalle istituzioni. Solo una cultura diffusa su questi temi riuscirà a produrre quel cambiamento di passo che vorrei vedere nel nostro modo di vivere di rapportarci con l’amministrazione. Sono una donna sportiva, con una vera passione per la corsa, credo nello sport come strumento capace di diffondere concretamente i concetti di giustizia, onestà, rispetto delle regole, spirito di gruppo, solidarietà e penso che investire negli impianti sportivi comunali sia importante, non solo per gli atleti, ma per la città in generale, perché offre occasioni di incontro e di socialità ad una cittadinanza che vive sempre più sigillata nella realtà della propria sfera familiare e lavorativa. Sono interessata ai temi della decrescita e dell’economia etica. Nel 2009, con un gruppo di amici, ho fondato un Gruppo di Acquisto Solidale. Penso che il consumo responsabile sia uno strumento capace di favorire realtà produttive che, con i loro prodotti e servizi, contribuiscono a costruire un mondo più giusto e sostenibile. Credo nella democrazia dal basso e nell’importanza di favorire la partecipazione, per questo sono impegnata in diversi coordinamenti di cittadinanza attiva, nella consapevolezza che la personale assunzione di responsabilità nei confronti di ciò che accade, la promozione e la tutela dei diritti di tutti, siano la strada giusta per indurre il cambiamento che vorrei vedere intorno a me.

  • COMUNALI 2012 – Anna Maria Milani

    Anna Maria Milani, candidata in Consiglio Comunale nella lista Marco Doria
    Che esperienza fare campagna elettorale e nel gruppo di Marco Doria ! Ero già abituata a lavorare in gruppi per un impegno comune ma erano, comunque, gruppi di “specialisti” su temi specifici. Per una candidatura a Consigliere Comunale parlare con le persone,”scalzare” l’apatia verso la politica e la disillusione è stata tutta un’altra cosa. Incontrare negozianti, operai, ragazzi – gente comune e varia – è stata un’esperienza diversissima; la cosa che più mi ha colpita è stata scoprire come ci sia molta più disponibilità al dialogo da parte delle donne (circa il 90%) mentre gli uomini hanno dimostrato idee preconcette e meno speranza nel futuro. Occorre recuperare un sano impegno civile perché la politica sia fatta da noi e non subita !
    Chi sono: Anna Maria Milani, architetto libero professionista, mi sono specializzata in architettura del paesaggio, e centri storici. Mi occupo di restauro e recupero del territorio.
    Ho collaborato con le Soprintendenze per i Beni Architettonici della Liguria e del Piemonte e quale membro integrato in varie Commissioni Edilizie dell’hinterland genovese.
    Il mio l’impegno si è espresso anche in attività di volontariato in Associazioni per la tutela dei beni culturali e per le problematiche sindacali della professione.
    Mi piace cucinare e suonare la fisarmonica.
    Perché mi candido e chiedo il tuo voto: perché credo di poter contribuire a creare una migliore qualità della vita in città, perché penso che occorra ascoltare le reali esigenze dei cittadini e non gli interessi di pochi privati, perché si deve fare ancora tanto nel rispetto dell’assetto idrogeologico del nostro bel territorio.
    Il mio impegno per il programma:Per migliorare la vita in città: riqualificare i suoi spazi urbani e far riconoscere i beni culturali che la qualificano.
    Per un diverso rapporto tra cittadino e istituzioni: semplificare le procedure burocratiche per riprendere la volontà del “fare” e produrre nuove occasioni di lavoro.
    Per valorizzare la macchina comunale: riconoscere le sue professionalità e riportare l’Amministrazione a gestire la cosa pubblica.

  • COMUNALI 2012 – Laura Paleari

    Laura Paleari, Candidata al Consiglio Comunale di Genova per la lista di SEL, in appoggio a Marco Doria Sindaco.
    Ho 39 anni e sono mamma di un bimbo di un anno e mezzo. Da 16 anni lavoro come Ricercatrice precaria presso il S. Martino -IST (da 11 portavoce del Coordinamento precari).
    Nel 2010 ho aderito al progetto politico di SEL che propone un rinnovamento sociale restituendo voce ai Movimenti, in un sistema politico ed economico in progressivo degrado e isolamento dalla società civile.
    Il mio impegno si è rivolto principalmente al problema della precarietà, non soltanto lavorativa e dei diritti che definiscono rapporti e ruoli tra le persone ma intesa come precarietà esistenziale.
    Precarietà di una società sempre più spaccata in due, precarietà di un sistema dove l’impegno e il merito non hanno valore, dove si parla di futuro negando anche il presente.
    Mi lancio in questa avventura istituzionale pur riconoscendone i limiti e i pericoli ma determinata nel mantenere la mia soggettività politica di base, attenta e partecipe alle istanze che nascono dal lavoro e dal territorio, per conquistare maggiore equità sociale.

    link di riferimento: https://www.facebook.com/palearilaura#!/LauraPaleari

  • COMUNALI 2012 – Caterina Pizzimenti

    Caterina Pizzimenti, candidata in Consiglio Comunale per la lista Marco Doria
    Chi sono: Ho 46 anni, ho due figli, vivo nel quartiere della Maddalena del Centro Storico. Ho sempre fatto attività politica in associazioni e comitati, nella LILA negli anni ’90, poi nell’Associazione Ambulatorio Internazionale Città Aperta che garantisce assistenza sanitaria gratuita agli stranieri non in regola con il permesso di soggiorno. Dal 2001 sono presidente di questa associazione. Lavoro come biologa alla Bruschettini s.r.l.. Sono sempre stata iscritta alla CGIL, e dal 2005 sono delegata sindacale dell’RSU.
    Perché mi candido: Da comune cittadina sono attenta alle cose che succedono intorno a noi e ho sempre pensato che l’amministrazione comunale debba essere in continuo contatto con i cittadini per capire come meglio agire. Vivo alla Maddalena, un quartiere con delle risorse enormi ma abbandonato al degrado. Negli ultimi anni mi sono impegnata in un progetto di città partecipata nel quartiere dove vivo, insieme ad altri abitanti nel gruppo dei “Liberi cittadini della Maddalena”. L’età dei miei figli, oggi di 6 e 10 anni, e l’attività come presidente del comitato genitori della scuola Daneo, mi ha avvicinato ai problemi delle scuole dell’infanzia prima e elementari dopo. In questo settore c’è molto da fare per consolidare ed ampliare la qualità del servizio offerto.
    Perché chiedo il tuo voto: Su queste tematiche ho trovato piena sintonia di vedute con Marco Doria. Ho contribuito, per quello che mi è stato possibile a far crescere il suo progetto di città. Con questa candidatura intendo proseguire nel mio impegno in particolare per far crescere una idea concreta di citta partecipata, in particolare nei quartieri e nella scuola, dove i cittadini non siano solo spettatori ma possano esercitare forme efficaci di cittadinanza attiva.
    Il mio slogan è: Un impegno X la partecipazione

  • COMUNALI 2012 – Eugenio Restani

    Eugenio Restani, Candidato in Consiglio Comunale per la lista Marco Doria
    Non sono un politico
    sono un operaio prestato alla politica
    provengo da un mondo che è abitato da persone
    che usano le mani per produrre
    spesso a questo uniscono il ragionamento, il pensiero, all’azione
    a volte il cuore, la passione
    e quando questa combinazione di elementi si miscela,
    si genera una preziosa magia:
    “la consapevolezza che la ricchezza prodotta
    (Marx la definirebbe plusvalore)
    va oltre l’aspetto economico:
    la presa di coscienza che il lavoro è la condizione necessaria
    per l’emancipazione individuale
    e della società nel suo insieme”
    lavoro-dignità-diritti
    questo è quello che ci piacerebbe ottenere