Categoria: OLI 304

  • OLI 305: MOSTRE – Esperienza Italia: ma come è possibile?

    Una si chiede: ma come è possibile?
    Cioè, come è possibile che una mostra del livello e delle dimensioni di “Fare gli italiani. 150 anni di storia nazionale” (http://www.bitculturali.it/online/?p=20901 ) – allestita per le iniziative di “Esperienza Italia” alle Officine Grandi Riparazioni di Torino – salti a piè pari il modo con cui si è compiuto in Italia uno degli snodi cruciali della storia delle moderne nazioni occidentali?
    Il passaggio delle donne da persone senza diritti e senza personalità giuridica a cittadine e lavoratrici con pari diritti, le fasi di questo percorso attraverso le grandi vicende storiche nazionali, come il cammino delle donne sia stato condizionato ed abbia condizionato l’evoluzione culturale, sociale, economica e politica del nostro paese, mi sono parsi completamente invisibili.
    Si tratta di una omissione gigante che toglie valore a una mostra per altri versi curatissima, interessante e suggestiva.
    Volendo motivare quanto sopra, si può girare a piacimento il coltello nella piaga, a partire dal

    Personaggi del risorgimento all’ingresso della mostra – Foto P.P.

    silenzio dei busti femminili delle donne del risorgimento nella sala iniziale: in un quarto d’ora di ascolto ho sentito parlare, a turno, solo le statue maschili.
    Si scorrono i primi anni del novecento senza che emerga il movimento e il dibattito sul suffragio femminile nei primi anni del ‘900, e il ruolo di intellettuali come Anna Maria Mozzoni ed Anna Kuliscioff. Non vediamo riferimenti alle prime legislazioni sociali e al loro muoversi sull’ambiguo crinale tra protezione e conferma di uno stato di minorità.
    Idem per le lotte di mondine, cucitrici, filatrici, magliaie, tabaccaie, braccianti che “ispireranno e porteranno avanti il movimento femminile italiano” (*)

    Donne in fabbrica durante la prima guerra mondiale

    Una vasta sezione dedicata alla prima guerra mondiale che ignora totalmente l’ingresso di massa delle donne nella industria meccanica (duecentomila tra il 1915 e il 1918), e l’influenza che ebbe non solo sulla coscienza di sé e del proprio ruolo economico, sociale e politico, ma anche sull’ergonomia e l’organizzazione del lavoro delle fabbriche (**)
    Ampio capitolo sul fascismo in cui nulla viene detto sulla legislazione, l’iconografia e la cultura che in quegli anni ridefinirono l’immagine e il ruolo sociale e familiare della donna, con conseguenze profonde sull’Italia post bellica, fino all’oggi. (***)
    Nessuna traccia del D.L. 2 febbraio 1945 n. 23 che estese alle donne il diritto di voto, esercitato per la prima volta alle elezioni amministrative dell’aprile 1946.
    Per il resto le telegrafiche citazioni ad aborto, divorzio, riforma del diritto di famiglia annegano in un mare di “smemoria”: invisibili la conquista della parità salariale nei primi anni ’60, l’istituzione degli asili nido quali “servizio sociale di interesse pubblico” del 1971, i consultori familiari nel 1975, la legge di parità del 1977, quella sulle pari opportunità del 1991 … (****)

    Meno male: le annunciatrici televisive ci sono – Foto P.P.

    Ciliegina sulla torta: l’unico grande pannello dedicato ad immagini di donne riguarda (indovinate un po’?) le annunciatrici televisive.
    In sintesi, manca totalmente il senso di una delle trasformazioni epocali di questi 150 anni di storia nazionale, il cui evolversi sarà determinante per decidere se avremo ancora un ruolo nelle società avanzate. A lungo andare distrazione e maschilismo portano più banalmente alla incompetenza.

    Una delle stazioni di Ochestoria! – Foto Ivo Ruello

    Per i curatori della mostra:
    Gioco consigliato “Ochestoria!” (vedi il sito: http://www.generazioni-di-donne.it/)
    Letture consigliate:
    (*) Breve storia del movimento femminile in Italia, Camilla Ravera – Editori Riuniti 1978
    (**) 8 marzo 2005 – Donna, salute e storia, Sportello Sicurezza Cgil di Genova
    http://www.olinews.it/blogger/donnasalutestoria.pdf
    (***) Le donne nel regime fascista, Victoria De Grazia – Marsilio 1993
    (****) Date che ci riguardano, a cura del gruppo “Generazioni di donne”
    (http://www.generazioni-di-donne.it/Ochestoria/Cronologieleggieventi13marzo.pdf )
    (Paola Pierantoni)


  • OLI 304: VERSANTE LIGURE – RIMARIO REFERENDARIO

    Se la tua sete cresce
    di partecipazione,
    deflagra in te, si acuisce
    (atomica esplosione)
    beh, nulla ti impedisce
    di usare l’occasione:
    nessuno ti zittisce
    se voti hai un’opinione.

    Versi di ENZO COSTA

    Vignetta di AGLAJA

  • OLI 304: VINCENZI – Linguaggio politico e istanze dei cittadini

    Cosa ne sa il cittadino dei sondaggi su Marta Vincenzi?

    A gennaio dicono una cosa. A giugno un’altra.
    E’ tenuta la cittadina a comprendere le “congiure” che si terrebbero nelle segrete stanze dei partiti? Cosa è mai questa storia del “nodo politico” con il quale Marcello Danovaro – capogruppo del Pd in Consiglio Comunale – definisce Marta Vincenzi?
    “Il sindaco accetti di ricucire il rapporto con il partito e si metta realmente in ascolto delle istanze che vengono dal basso”, dichiara sempre Danovaro sulle pagine del Secolo XIX nel giorno di festa della Repubblica.
    Ma di cosa stanno parlando?
    “Istanze che vengono dal basso” – sussurra il lettore.
    Certamente chi dichiara queste cose si riferisce al biglietto dell’autobus a 1 euro e 50, al fatto che alla prima pioggia a Genova si allagano i sottopassi e dà voce ai problemi di viabilità e centro storico che certamente verrebbero risolti se Marta Vincenzi ricucisse il rapporto con i partiti. Forse pensa alla Moschea. O alla Fondazione Carige. E alla trasparenza, termine con il quale, si rendono accessibili a tutti gli elettori i costi di un intervento attuato dalla macchina comunale. Perché “dal basso”, cittadina e cittadino, parlano di queste cose. Roba concreta come marciapiedi, parcheggi di interscambio, traffico, attese alle pensiline degli autobus. Chi dice così pensa alle spiagge libere e alle piscine comunali e ai cimiteri della città.
    Chi parla “di istanze che vengono dal basso” porta nel cuore le necessità dei cittadini e i loro bisogni?
    E’ una questione di distanza. E di parole.
    Così com’è stata presentata, la vicenda della possibile ricandidatura della Vicenzi pare collocarsi nel linguaggio con il quale partiti e rappresentanti di partito amano dialogare. Si tratta di un linguaggio altro – non alto – del quale il cittadino non è tenuto a conoscere dizionario.
    Quindi chi parla di nodo politico dovrebbe fare una lista fruibile di tutte le sue perplessità.
    Dieci punti bastano.
    Forse c’è l’entrata in giunta di Ottonello, ed un’incapacità di Marta Vincenzi di condividere con i cittadini le cose fatte.
    L’invito è volare più basso. Trovando il coraggio di dare il vero nome alle cose. E in ultima istanza di candidarsi alle primarie, mettendoci la faccia.
    In caso contrario il mazziere allestisca la partita nelle stanze dei partiti. E la mantenga dentro a quelle mura. Perché è probabile che il cittadino abbia poca voglia di giocare a Machiavelli.
    (Giovanna Profumo, foto di Paola Pierantoni)

  • OLI 304: RICONVERSIONI – Torino / Genova, uno a zero

    Mi sono recato a Torino in occasione di “Esperienza Italia 150”, mostre dedicate al 150° anniversario dell’Unità d’Italia: sedi delle mostre sono la reggia di Venaria, e l’area industriale ex Officine Grandi Riparazioni, riconvertita a sede espositiva dopo “anni di abbandono”, come recita il sito del Comune di Torino
    http://www.comune.torino.it/scatTO/archivio/2007/ottobre07/20071025.shtml
    Dopo anni di “acceso dibattito”, dovuto all’importante “posizione strategica” ed all’estensione del sito (oltre 190000 mq), la destinazione finale decisa dal Comune di Torino ci permette di entrare in un ambiente estremamente suggestivo, una saggia miscela di ambienti nuovi e strutture murarie preesistenti volutamente intatte.

    Il pensiero mi corre al destino dell’area genovese della Fiumara, ora tetro centro commerciale: nel giugno 1998 il Teatro della Tosse suggerì (metaforicamente) un possibile utilizzo con l’ambientazione nelle ex-officine de “I Persiani” di Eschilo http://www.kinoweb.it/teatro/i_persiani_alla_fiumara/scheda.htm
    L’evento ebbe un enorme successo, ma, purtroppo, non impedì il cosiddetto “cammino del progresso”, cioè della speculazione, banale e ripetitiva, che annulla storia e identità e ci precipita in luoghi tutti eguali.
    Eppure è possibile conciliare esigenze diverse, come mostra, sempre a Torino, l’attuale centro multifunzionale del Lingotto (http://it.wikipedia.org/wiki/Lingotto): al suo interno, si trovano un centro commerciale, un’area espositiva, due alberghi NH (4 e 5 stelle), una pinacoteca, e molte altre realtà, oltre al centro direzionale FIAT.

    Cambiare significa solamente arrendersi alla banalità di ristrutturazioni che rispondono ad interessi economici di basso livello, o esiste la possibilità di modificare, inglobare la realtà industriale storica al fine di raggiungere un equilibrio tra vecchio e nuovo e dare alla città una prospettiva culturale? Se, una domenica pomeriggio, chiedessimo ad un quindicenne che passeggia alla Fiumara cosa c’era vent’anni fa in quell’area, cosa pensate risponderebbe?
    Ricordo un amico musicista che, anni fa, diceva tristemente: all’alternativa tra teatri e supermercati, sono stati scelti i supermercati… almeno a Genova.
    (Ivo Ruello, foto dell’autore: l’area industriale delle ex Officine Grandi Riparazioni)


  • OLI 304: REFERENDUM – Il battiquorum

    Un promemoria per farci venire il desiderio di andare a votare domenica 12 giugno e per convincere più cittadini possibile a farlo insieme con noi. Con allegria, con mitezza, con fiducia. Con il gusto dolce della democrazia che, come dice Emir Kusturica, è la parola più bella che esiste quando è vera ed è la parola più brutta, luciferina, quando è falsa.
    Il milione e quattrocentomila cittadini che hanno impiegato le loro energie per grazia e gratitudine, perché ci si possa pronunciare e decidere, perché “sora” acqua sia un bene pubblico, universale, non negoziabile, pura e pulita e non avvelenabile dal profitto, e perchè l’energia necessaria a vivere bene, non a vivere col turbo, sia controllabile sempre dalle anime del territorio, con i loro mezzi, che la natura mette a disposizione, con i loro limiti, con la prudenza dell’umana dimensione, che va dalla polvere alla polvere e dalla nascita alla morte, nei tempi storici dell’esistenza degli altri a noi prossimi per specie e per ere.
    Il promemoria, che ci giunge dal passato è ricco di passaggi esaltanti che fondano l’odierna condizione. Ma ci ricorda anche qualche ferita che non curata , anzi estesa e ulteriormente infettata, non pochi affanni ha prodotto all’attuale situazione delle persone e della società. Penso alla scala mobile, ai salari, all’ingiustizia retributiva e distributiva, al diritto al lavoro, al senso e al significato del lavoro.
    Allora alleviamo il “battiquorum” che giustamente ci angustia, senza indebolirci e senza inocularci il germe di una sorta di indifferenza emotiva, anzi ci stimola a utilizzare le energie, scarse e bisognose di manutenzione – lunga è stata la notte e tenebrosa – perchè domenica e lunedì siano comunque due belle giornate di partecipazione, di festa e di speranza. E di luce di un nuovo giorno, anche se non ci sarà il sole, per lasciare libere le nuvole di darci una mano. Ma questo non lo diciamo a nessuno!
    Allora tutti a votare, cosi il battiquorum l’avranno gli altri, quelli della sovranità popolare del Partito dell’abuso della Libertà, tale solo se combacia con l’arroganza del capo, il Presidente del Consiglio (vacante).
    Poi tutti al mare. O in qualsiasi altro posto. Abbiamo tante cose belle da fare!
    Anche andare al trovare le pecore che sono andate al mare, ma d’erba.
    (Angelo Guarnieri)


  • OLI 304 : REFERENDUM – E il timbro?

    Riceviamo dagli Stati Uniti la scansione di una scheda elettorale inviata ad una cittadina italiana per il voto all’estero: la scheda è priva di timbro! In quale modo è garantita la validità di questo voto?

    (a cura di Giovanna Profumo)


  • OLI 304: POLITICA – Il paese di Enrico Fermi non sa più contare

    Le elezioni comunali di Savona sono stato oggetto di un parapiglia sul conteggio dei voti per l’assegnazione dei seggi nel consiglio comunale. Su Il Secolo XIX di giovedi 26 maggio 2011 esce un articolo con alcune spiegazioni: sarebbe stato un numero scritto male, un’inversione di due cifre (2691 con 2961), ad aggiungere 270 voti al Movimento 5 Stelle, facendo quindi perdere un seggio al Pdl a favore dei rappresentanti della lista di Grillo.
    Torniamo all’inizio, al martedi sera. Viene fatta la proclamazione ufficiale del risultato delle elezioni, con sorrisi a melone da parte un po’ di tutti (tranne che del pidiellino Benvenuto, l’escluso): foto, brindisi, articolo sui giornali, copione perfetto, tre consiglieri per il Movimento 5 Stelle (MoVimento). Poi, la mattina dopo, al risveglio, il sorriso ritorna sulla bocca di Benvenuto: “fermi tutti, trovato guasto!”, urlava il presidente della commissione elettorale con accento tedesco, come in una barzelletta di quando eravamo bambini. Eh si, perché proprio di una barzelletta si tratta, un errore grossolano da nota sul registro, tanto più che la cosa viene semplicemente verbalizzata in fretta e furia, senza nemmeno avvisare i due contendenti. Ma la stampa si, però. Così, come se niente fosse, viene affermato che la correzione effettuata prima della riunione del primo consiglio comunale lascia pulita la situazione. In fondo si tratta, secondo il giudice, di un semplice errore di trascrizione e quindi di calcolo.
    Il MoVimento protesta, cita il regolamento comunale e afferma che ormai la proclamazione ufficiale ha avuto luogo: quindi è illegittimo cambiare le carte a giro iniziato. Anzi, chiede di riaprire i conteggi per verificare tutte le schede, a suo avviso contate male: lo “Scudo della rete” del MoVimento (http://www.beppegrillo.it/battaglie/lo_scudo_della_rete.php) è già in moto per garantire l’assistenza legale al gruppo savonese.
    Certo che essere riusciti a stuzzicare in modo così plateale una forza politica che fa della modernità e della trasparenza il proprio cavallo di battaglia è stato un bel passo falso per partiti che fino ad oggi hanno governato finendo spesso fuori del seminato, come il caso – denunciato dai “grillini” – dei manifesti elettorali abusivi in uso in tutta Italia (vedi il video http://youtu.be/7by9MaL6tug).
    Lascia perplessi che siano mancate, evidentemente, alcune verifiche sui totali. Infatti i 270 voti in più dati al MoVimento per errore non sono stati tolti a qualcun’altro, quindi il totale dei voti avrebbe dovuto essere diverso, ma non se ne sono accorti subito: solo due giorni dopo il gruppo del Pdl denuncia che, a suo avviso, il conteggio ha favorito anche il centro sinistra (Il Secolo XIX – Savona – 27 maggio 2011).
    Vedremo come andrà a finire nei prossimi giorni.
    (Stefano De Pietro)


  • OLI 304: NUCLEARE – Insicuro prima ancora di partire

    La pagina di google.it come risultato della ricerca di “furto pc” – 4 giugno 2011

    E’ notizia di alcuni giorni fa che un furto di un semplice computer negli uffici dell’Enel mette a rischio la segretezza dell’elenco dei siti target per la costruzione di centrali nucleari, in Italia e all’estero. Il computer, a quanto si apprende nell’articolo de La Stampa del 3 giugno 2011, è un semplice portatile che era “custodito” in un cassetto chiuso a chiave. L’AD di Enel, Fulvio Conti, evidentemente non può essere un esperto di sicurezza, tanto meno informatica, se non si stupisce che i suoi tecnici possano tenere dati tanto segreti su un pc portatile. Il buon senso lascerebbe immaginare un sistema centralizzato, che non permetta di copiare dati localmente. Se sono queste le persone che dovrebbero gestire il programma nucleare italiano, cominciamo bene. Viene anche puntato il dito sul referendum, come se la ghiottoneria di rubare informazioni così riservate potesse derivare solo da un interesse “politico”, dimenticandosi l’opportunità che potrebbe dare conoscere in anticipo le aree sulle quali dovrebbero sorgere centrali nucleari, ad esempio a puro scopo speculativo sui terreni. Tutta la vicenda getta un’ombra di irresponsabilità già dalle prime luci dell’alba di un giorno che dovrebbe vedere nel pomeriggio la costruzione di una centrale nucleare in Italia.
    Oltre a ciò resta l’interrogativo sulla legittimità di un documento in un qualche modo secretato in un’azienda di interesse nazionale.
    L’eventuale pubblicazione di questi dati ci regalerebbe la simulazione di quella che dovrebbe essere la politica di Enel se fosse un’azienda veramente trasparente, senza segreti in quanto dedita al lavoro per il reale benessere dei cittadini, non della solita casta.
    Intanto cercando su Google un’immagine per la voce “furto pc”, le prime due pagine presentano solo il marchio Enel: chi la fa, l’aspetti.
    (Stefano De Pietro)


  • OLI 304: PAROLE DEGLI OCCHI – Paura del nucleare

    Foto di Giorgio Bergami ©

    La città parla in silenzio anche con le scritte e i disegni che gli abitanti tracciano sui suoi muri. Pratica deprecabile secondo alcuni, secondo altri espressione invece di libera vitalità creativa, talvolta capace di comunicare con grande immediatezza pensieri e stati d’animo, con esiti esteticamente interessanti.
    Da tempo, ben prima dell’attuale dibattito referendario sul nucleare, su questa parete genovese non lontana da Via Garibaldi una mano ignota ha spalancato una finestra affacciata sull’incubo del fungo atomico.

  • MEMENTO – REFERENDUM ACQUA


    Segnalato da Irene, che ringraziamo

    Realizzato da hicadv e Adsimple.

    Per il referendum Vi invitiamo a votare prima delle 12:00 di Domenica, in modo che al primo rilevamento si avvertirà la sensazione che il quorum possa essere raggiunto…
    Così altri italiani saranno invogliati ad andare a votare…
    Se sei d’accordo avvisa anche i tuoi amici…

    PASSAPAROLA