Categoria: OLI 291
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OLI 291: VERSANTE LIGURE – CONTROESODO BIBLICO
Ho sogni ricorrenti:su fatiscenti scafici son mesti migrantidi onde e vento stufi:Berlusca & C. piangentiche il mar pare si sbafie invano richiedentiasilo a lui: Gheddafi.Versi di ENZO COSTAVignetta di AGLAJA -
OLI 291: CITTA’ – Antidoti
Credo che abitare qualche anno nel “Ghetto” di Genova (zona racchiusa tra Vico del Campo, Vico Untoria e Piazzetta Fregoso) o nelle sue prossimità potrebbe essere un formidabile antidoto, una splendida terapia psico-sociale, consigliabile a tutti gli spaventati, a tutti quelli che cercano protezione nella uniformità, perché anche i più refrattari, dopo un po’, si accorgerebbero dei regali che può dare vivere immersi nelle differenze, nelle contraddizioni, accettandone le spine.
Quali siano queste spine viene detto dalle parole che fanno da sfondo, in trasparenza, al testo dell’opuscolo “contratto di quartiere 2 – Il ghetto di Genova”, e sono: marginalità, disagio sociale, illegalità, buio, povertà, conflitti culturali, droga, prostituzione. Solo che insieme alle spine c’è la rosa, e cioè una vitalità che percorre continuamente le strade. Non ci sono saracinesche chiuse, le attività commerciali tenute nei dintorni da italiani e immigrati se la cavano bene, c’è sempre gente per strada almeno fino alle 11, negozi aperti fino a tarda sera, domenica inclusa; il venerdì si popola di mussulmani festiti a festa per andare al centro di preghiera senza alcuna tensione col resto degli abitanti; un circolo Arci in una traversa di Via del Campo raduna alla sera decine di ragazzi per attività di musica, danza, teatro, canto, gioco; impiegati che lavorano nei pressi popolano i bar per il caffè di metà mattina o per lo spuntino del mezzogiorno. Una “realtà variegata” dice l’opuscolo. E’ vero: qui vivono a contatto molto stretto persone molto diverse. E siccome, alla prova dei fatti, anche se ci sono problemi non avvengono catastrofi, e uscire di casa è cosa allegra perché ti immerge in suoni e colori, questo contatto è profondamente terapeutico. Paradossalmente credo che sia difficilissimo diventare leghisti in un posto come questo.
Certamente si tratta del filo di un rasoio. Senza interventi urbanistici, culturali e sociali, che leghino tutta la comunità ad un progetto, si fa presto a precipitare nel lato oscuro.
Qui c’è stata davvero lungimiranza da parte degli amministratori pubblici, Regione e Comune, quando nel 2006, hanno avviato il progetto “Restauronet”, e realizzato un “contratto di quartiere” che riesce a dare risposta alle differenti esigenze di un quartere molto complicato.Il 24 febbraio è stata inaugurata una delle strutture previste, la “Casa di quartiere”, collocata in Vico della Croce Bianca, un tempo additato come luogo “impercorribile”. Ospiterà attività culturali, educative, di festa, ma anche riunioni di condominio, assemblee di quartiere, inizative interetniche. Il nome della casa è GhettUP, richiamo al ghetto, e ad alzarsi per i propri diritti
L’inaugurazione è stata una festa, una vera festa.
I volti di chi c’era raccontano questo quartiere: andate alla galleria di immagini.
(Paola Pierantoni) -
OLI 291: 8 Marzo – Svegliatevi!!!
8 marzo 2011, dopo l’incredibile riuscita delle manifestazioni del 13 febbraio, l’appuntamento dell’8 marzo quest’anno può riservare l’insidia del confronto. Perché è facile prevedere che in parecchi si lanceranno, impropriamente, in questo esercizio.
A Genova e in Italia le donne lo sanno e non se preoccupano eccessivamente. Il 13 marzo è nato da un appello delle donne, ma è stato il catalizzatore di un disagio politico generale verso questo insopportabile governo.
L’8 marzo è l’appuntamento delle donne, a volte disertato, a volte partecipato nel tentativo di mettere a punto lo stato delle cose, di verificare obiettivi, convergenze, divergenze.
Anche quest’anno gli eventi saranno tanti, si intrecceranno e si sovrapporranno, esprimeranno varietà di penseri, orientamenti, punti di interesse. C’è chi ne sta stilando l’elenco, per dare visibilità a tutti.
Poi ci sarà, a Genova, come in tutte le altre città in Italia, l’appuntamento corale, quello che segna la continuità con il “Se non ora quando” del 13 febbraio. Un documento scritto dal comitato nazionale “Se non ora quando” lancia lo slogan di questo 8 marzo: “Rimettiamo al mondo l’Italia”, e mette a disposizione un documento che ha al suo centro il lavoro.
A Genova l’appuntamento sarà in Piazza Matteotti dalle 18 alle 19, tutte con la sciarpa bianca e una sveglia. Una sveglia? Si, per suonare la sveglia all’Italia, dire che è l’ora di uscire da questo brutto incantesimo da brutti addormentati. E alle 18.30 in punto tutte le sveglie suoneranno.
(Paola Pierantoni) -
OLI 291 – SOCIETA’ – L’8 marzo che vorrei
Vittorio Lingiardi, a Genova lo scorso 25 giugno durante un convegno sull’omogenitorialita’ ricordava come fosse stato fondamentale il ruolo delle donne nell’evoluzione dello stato sociale, non con un’accezione esclusivamente sessista, ma ampiamente democratica, che investisse le garanzie di tutti, uomini, donne, bambini, la famiglia, la salute, il lavoro. I diritti della societa’ e di tutti i suoi membri senza distinzione, facendo emergere problematiche volutamente sommerse.
Negli ultimi tre anni la nostra citta’ ha ospitato e dato vita a tre momenti di partecipazione significativi, il 2009 ha visto il gay pride con la sua parata colorata e multi partecipata da genitori, figli, sostenitori della liberta’ di esprimere cio’ che si e’, curiosi stimolati non solo dal folklore. Il 2010 ha visto il primo sciopero dei migranti, un volto al sommerso, ma anche emerso come chi quotidianamente chiude un cantiere, accudisce con dignita’ un anziano parente, e’ ormai parte delle truppe dell’esternalizzazione aziendale. Il 2011 un appuntamento più grande, il 13 febbraio, piazza e strade affollate per un dignita’ civile di tutti, non solo delle donne toccate dall’affaire Ruby e dal push up o la microgonna come passaggio obbligato per scatti di livello e falsi diritti incipriati. La trasversalita’ dell’appuntamento del 13 e’ passata di bocca in bocca. Ma come darle vita, ragion d’essere, continuazione? Trovare una data emblematica? Perche’ non un 8 marzo trasversale, una data nella quale delle donne sono morte prive di diritti, ma hanno dato il via alla battaglia per i loro e quelli di tutti. Un 8 marzo migrante, che parli millelingue, che sia gblt e eterosessuale, uomo e donna e bambino a difesa di diritti acquisiti, primo di tutti al lavoro ed ad uno stato sociale che volutamente si sta facendo a pezzi.(Maria Alisia Poggio)
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OLI 291: POLITICA – Concita de Gregorio: Il tempo della responsabilità
“Comunichiamo che le sedie le stanno portando, quindi non entrate nell’altra sala”, esorta una voce al microfono.
Domenica 27 febbraio il Salone del Maggior Consiglio alle 17.15 è a tappo. Ritardatari annusano gli spazi in cerca di un posto. Una signora riflette che sarebbe stato meglio fissare l’incontro al Carlo Felice. Un uomo si innervosisce nel vedere le sedie che occupano il corridoio vuoto davanti a lui, si lamenta per la mancanza di sicurezza. Ma poi si placa.
La sala assume i connotati di un’aula magna. Alcuni prendono posto per terra. Concita de Gregorio è a pochi metri. L’asta di un microfono cede e viene sostituita.
E l’incontro decolla.
A programma la responsabilità. La direttrice de L’Unità spiega che, come un qualsiasi ragazzo, è andata su internet e ha digitato “responsabilità”: 19 milioni di risultati in 0,10 secondi. Poi su Wikipedia che dice: “La responsabilità può essere definita come la possibilità di prevedere le conseguenze del proprio comportamento e correggere lo stesso sulla base di tale previsione”.
Sulla stessa pagina la sezione responsabilità politica è vuota. L’invito al lettore è di aiutarli a scriverla.
Concita de Gregorio parla di libertà, che non è proprio tornaconto personale, e affonda sulla memoria che si esercita su istruzione e conoscenza, perché “per la responsabilità ci vuole memoria”. Pasqual Maragall, socialista, sindaco di Barcellona, nel dichiararsi affetto da Alzheimer si è definito “malato di lusso” perché chiunque, conoscendolo per strada potrà riaccompagnarlo a casa. Concita de Gregorio si sofferma sulla crudeltà della malattia. Sull’impossibilità per un uomo, che ha fatto della conoscenza la sua vita, di dare un nome alle cose, definendo un libro per quello che è. Ma Pasqual Maragall ha spiegato che l’Alzheimer non è solo la sua malattia, è la malattia del secolo, l’incapacità di tenere insieme il prima e il dopo.
Difficile oggi spiegare la cosa ai bambini, per i quali, con gli ovetti Kinder “è Pasqua tutti i giorni”. Privati quotidianamente da attesa, speranza, timore. E responsabilità delle proprie azioni.
Difficile anche spiegarla a Lele Mora che definisce ciò che accade “il sistema”. Ma lei fa presente “che c’è sistema e sistema!” e porta ad esempio il Venezuela dove si è scelto e voluto arginare povertà, prostituzione, e droga mettendo nelle mani di ogni ragazzo uno strumento musicale. Un lavoro di trenta’anni, un progetto politico. Diverso da quello di Mora che non si assume la responsabilità di quello che sarà dei cittadini tra dieci anni.
Secondo Robert Fisk, Gheddafi, pochi giorni fa, il paese al tracollo, ha chiesto di farsi un lifting. Nella dittatura di un’estetica che impedisce di invecchiare e cancella dal volto anche le proprie responsabilità. Ma Concita de Gregorio ricorda Anna Magnani che invitava i suoi truccatori a non coprire le rughe, perché ci aveva messo una vita a farsi quella faccia.
Poi rammenta un cartello alla manifestazione del 13 febbraio: “BASTAVA NON VOTARLO”. Concita de Gregorio plana così sulla responsabilità dei singoli.
Tra gli interventi dei presenti da segnalare quello di una non udente. Ha spiegato a tutti il gesto con il quale si definisce nel loro linguaggio la parola responsabilità. La mano destra si appoggia sulla spalla sinistra. E’ farsi carico. Avere a cuore.Di seguito il link all’appello per la scuola pubblica promosso da L’Unità http://www.unita.it/scuola/la-scuola-e-di-tutti-sconfiggere-le-menzogne-1.274426
(Giovanna Profumo)
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OLI 291: POLITICA – Berlusconi tra gay, comunisti e la Sora Cesira: la tragedia di un uomo ridicolo
La Sora Cesira, geniale mix di inventiva e bravura tecnica divenuta ormai un Cult della satira, dopo l’esilarante The Arcore’s nights (ridoppiaggio di Grease ispirato al caso Ruby, con John Travolta e Olivia Newton-John imitati e sottotitolati in inglese maccheronico) ci ha regalato ora Gay, parodia del musical A Chorus Line, prendendo spunto dalle recenti esternazioni del presidente del Consiglio per ingraziarsi l’elettorato cattolico e le gerarchie ecclesiastiche.
La risata come nuova resistenza, per non abbassar la guardia e poter continuare almeno a ridere. Si ride, ma è un riso amaro, su chi ha ridotto l’Italia a zimbello del mondo e su cui il resto del mondo ride.I momenti salienti del grottesco comizio di Berlusconi su comunisti, scuola, famiglia, gay ecc. al congresso dei Cristiano riformisti a Roma:
Per saperne di più sulla Sora Cesira,
con i suoi video, compreso The Arcore’s nights
http://lasoracesira.blogspot.com/(a cura di Ferdinando Bonora)
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OLI 291: SOCIETA’ – il volto umano dell’hamburger
Qualche giorno or sono una vegetariana incallita e slow solo nella condotta alimentare, poiché la condizione di trasfertista non permette molte altre nicchie di sana lentezza, ha avuto un esperienza limite, in un luogo che più fast non si può.
Tutto il merito va ad una coincidenza spazio temporale delle Ferrovie dello Stato. A causa di un guasto di linea una serie di treni più o meno veloci ha accumulato ritardi, se non addirittura soppressioni a mo di cavalli azzoppati. I passeggeri appiedati hanno di conseguenza pensato al primo caldo riparo nel quale potessero rifocillarsi. La vegetariana, riluttante, ha seguito la scia, certa che comunque un caffè di kilometrica portata l’avrebbe sostenuta di lì sino all’arrivo del convoglio.
Conclusa l’operazione di recupero beverone, decide di prender posto a sedere, con un bagaglio al seguito degno di uno sherpa nepalese. Mentre la sua, come quella degli altri utenti FS era una migrazione forzata, attorno a loro una migrazione naturale, quasi quotidiana, considerata la familiarità con cui chi badava ai tavoli e alla tranquillità di chi era seduto si rivolgeva a questo gruppo di ospiti, che faceva a gara con la vegetariana da soma per zaini e carrellini.
Dalla sala d’aspetto attigua al locale, dalle luci al neon simili a lampadine ammazza zanzare, si erano mossi in ordine sparso un gruppo di uomini e donne che vivevano realmente la stazione, ne sono l’anima notturna, non quel pallido e stanco gruppo trascinatosi in attesa del vagone verso casa.
Solo allora tutto si è fatto più caldo, sincero, tra un pezzo di pizza regalato ed un’oliva innalzata per brindare a tanta generosità, crocchette di pollo sgranocchiate con gusto e sorrisi gratuiti, che sarebbe bello incontrare più spesso e risponder loro altrettanto all’apertura delle porte dell’autobus la mattina. Un mondo dove la solitudine è più fredda che mai, ma il calore umano riscalda altrettanto, senza chieder nulla in cambio. Veramente un mondo a parte? Quanti e quali gradi di separazione?
(Maria Alisia Poggio) -
OLI 291: POLITICA – Quant’ è bello il “millederoghe”
Approvato il “milleproroghe”con iter ormai consolidato, ovvero il Governo ha blindato il Parlamento, che a sua volta ha sequestrato il Presidente della Repubblica, pena scadenza dei termini per tempi ristretti, e il decreto è quindi passato. A nulla serve denunciare che fondi dall’assistenza ai malati di cancro sono stati spostati per accontentare gli evasori quote latte (e già la Ue annuncia altre sanzioni), che gli abitanti delle regioni alluvionate o terremotate potranno essere più tassati per la ricostruzione, che slitterà ancora la dismissione delle partecipate pubbliche (ma solo per i Comuni con meno di 50mila abitanti, gli altri continueranno e così vedi a Roma Parentopoli), che in Campania si potrà aumentare la benzina per problema rifiuti (sic!) e dove per un sussulto di decoro non si sono rinviati gli abbattimenti di abitazioni abusive…
Tanti sono i “desiderata” di Governo e Parlamento: uno sfacciato millepiedi.
Sembrerebbe più omogeneo il materiale come voleva il Capo dello Stato, ma comunque non sfugge che il placet ultimo pare ormai un timbro notarile, nonostante gli sforzi del saggio Presidente.
E non solo deputati e senatori si sfregano le mani, pure in festa i Comuni, che fino al 2012 potranno utilizzare ancora il 75% degli oneri di urbanizzazione per la copertura di spese correnti ordinarie, cioè spendere come si vuole tali entrate, risorsa essenziale per gli enti locali, che si affannano a rivedere piani urbanistici, cercano projet financing per aree dismesse, porticcioli, alberghi, box: un gran da fare per il mattone insomma. Altrimenti, a sentire gli amministratori, nisba opere pubbliche, visti i tagli e la scoppola dell’Ici sottratto.
Però. Nel decreto mille proroghe si è introdotta anche una nuova scadenza per denunciare le famose case fantasma, segno che i cittadini non sono tanto solerti a rendere noto il rustico.
O i Comuni a cercare. Secondo l’Agenzia delle Entrate si sono recuperati 115 milioni di euro (Sole 24 ore , 23 febbraio 2011) con i 450mila accertamenti effettuati, che hanno permesso di censire al catasto edilizio 570mila unità immobiliari, precedentemente dichiarate “fabbricati rurali”. In termini di Ici un incremento per i Comuni, considerando che ben poche sono prime case e che gli immobili certi da verificare sono quasi un milione.
Forse il “premio” è un po’ bassino: se oggi infatti per gli enti locali il gettito spettante dal recupero è al 33%, con il Federalismo dovrebbe salire al 50% e addirittura al 75%, se derivante dall’accatastamento di immobili fantasma. Che dire, impegnatevi, Comuni, il gioco vale, un bocconcino che dovrebbe far gola ma non per tutti è così.
Sembra a tutt’oggi che i Comuni appaiano quasi “svogliati”nella lotta all’evasione in generale, secondo un monitoraggio delle azioni intraprese sul territorio. Nel Nord Ovest ad esempio soltanto 13 comuni del Piemonte e nessuno in Valle d’Aosta, hanno siglato un’intesa con l’Agenzia delle Entrate, mentre in Liguria solamente 34 comuni su 235 hanno partecipato ai corsi formativi, nonostante l’accordo fra Anci ed Entrate.
Fa eccezione Genova, passata dai 9 milioni del 2008 agli 11 milioni attuali di recupero Ici e che comunque con la futura imposta unica municipale del Federalismo perderebbe il 22% delle entrate perchè avrebbe meno trasferimenti dallo Stato: in cifre assolute oggi al capoluogo ligure arrivano 261 milioni di euro, la nuova Imu ne produrrebbe 204.(La Repubblica , 27dicembre 2010)
Così se le altre città del Nord saranno premiate Genova piangerà, mentre ride Imperia, seconda a Olbia a livello nazionale: sul suo territorio c’è tra l’altro una forte presenza di seconde case, che producono reddito, tanto da arrivare con la nuova legge ad un incasso maggiore del 122% , avvantaggiata per l’alta base di quota immobiliare della nuova imposta.
I cittadini genovesi continueranno a pagare la stessa irpef sul reddito da fabbricati, imposta di registro, ipotecarie ed eventuale cedolare sugli affitti e se vorranno mantenere gli stessi servizi probabilmente dovranno sborsare di più.
Intanto il “nero” corre in Italia, 132 miliardi di evasione, dal commercio all’edilizia, dieci finanziarie e si blinda in Parlamento anche il Federalismo.
(Bianca Vergati) -
OLI 291: PAROLE DEGLI OCCHI – E la Bandiera dei tre colori…
Genova, Via dei Giustiniani: alla finestra di una bella facciata, ridipinta all’antica pochi anni fa, sventola la bandiera italiana. Nell’assenza, in questo periodo, di campionati mondiali di calcio o altre analoghe manifestazioni, interpretiamo quest’esposizione del tricolore come uno dei segni della volontà popolare di celebrare il 150° anniversario dell’unificazione nazionale; con qualche anticipo rispetto alla data del 17 marzo e in risposta a coloro che vorrebbero non festeggiare tale ricorrenza sulla quale tutti noi cittadini di un’unica Repubblica fondiamo la nostra convivenza civile.
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OLI 291: LETTERE – Tavola provinciale della pace a Genova
Miei cari,
sarei ben lieto che, tramite voi, venisse diffusa la notizia che nella nostra provincia di Genova è in corso di costituzione la “Tavola provinciale per la pace”.
In collegamento con la Tavola nazionale di Perugia, ma in autonomia, essa sarà il “forum di elaborazione delle politiche di promozione della pace, della gestione dei conflitti, dell’educazione ai diritti umani” nella provincia di Genova, in cui quindi Cittadini, Immigrati, Istituzioni, Mondo scolastico, Sindacati avranno uno spazio condiviso e riconosciuto.
Sul sito http://www.unimondo.org/Notizie/Appendi-alla-tua-finestra-la-bandiera-della-pace trovate un appello che enuncia il “taglio politico” dell’impegno della Tavola nazionale che, come noto, è nata nel Sacro Convento di Assisi nel gennaio 1996, dopo la Marcia Perugia-Assisi del 1995 che, assieme all’esperienza dell’Assemblea dell’ONU dei popoli, ha rappresentato un salto in avanti per contenuti e per dimensioni rispetto alle Marce che avevano avuto inizio nel 1961 per iniziativa di Aldo Capitini (hhtp://www.perlapace.it ).
Quest’anno, quindi, siamo nel 50° della prima, e numerose sono le iniziative ad hoc…
Spero si possa collaborare su tutto ciò.
Cordialità vivissime
(Angelo Cifatte)







