Categoria: OLI 281
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OLI 281: VERSANTE LIGURE – DISCENTE DISCINTA CERCASI
Diligente discentecerco, che a casa stia(giammai manifestante!chiamo la polizia!),salvo uscita “bungante”per soirée in casa miapresso wild Presidente, -
OLI 281: INFORMAZIONE – Morte in sala operatoria
La notizia in sé stessa, a parte il contenuto umano che trasmette, non è eclatante: un paziente muore in sala operatoria e il Corsera ne dà notizia con un articolo della sua redazione online. Nei fatti, i parenti del deceduto prendono a calci e pugni l’equipe medica. L’ospedale, su denuncia dei parenti, apre un’inchiesta che porterà ad appurare i fatti sulla morte del malato. Riveste un certo interesse analizzare i variegati commenti dei lettori. Da notare che il titolo è ineccepibile, fornisce una notizia esatta.
1. Togliamo ai medici il diritto di essere umani – non è possibile continuare a sentire casi del genere. I medici devono capire che la vita degli altri è importante almeno quanto la loro. Togliamo ai medici, tutti, il diritto di essere umani, bisogna che sappiano che la gente è pronta ad affrontarli con tutti i mezzi per vedere riconosciuti i loro diritti. Togliamo ai medici la disgraziata possibilità di sbagliare e di trincerarsi dietro fantasiose storie di difficoltà operatorie e formiamo medici che non sbagliano mai, che ridonano la vita a tutti, che sappiano risolvere ogni tipo di urgenza senza nessuna possibilità di inconveniente perché tutti i casi di malasanità , oramai è chiaro, sono tutti determinati dai loro errori. Togliamo loro i diritti di essere umani.
2. Colpa dei “media” – Sono un medico chirurgo, e posso solo dire, senza scendere nel dettaglio del gravissimo episodio, che la colpa principale è di voi “media”, in quanto al solo scopo di un “presunto scoop” non ci pensate due volte a titolare una notizia “…caso di malasanità….” senza andare ad intervistare i diretti interessati esprimendo giudizi affrettati, e come di moda oramai, istruendo i processi sulla carta stampata o in studi televisivi, inasprendo cosi gli animi…ovviamente per gravissimo episodio intendo l’aggressione al personale sanitario e parasanitario, nel più profondo rispetto e dolore della perdita di una vita umana.
3. I medici devono pagare – In un Ospedale Romano, sei mesi fa, la mia compagna veniva operata per l’asportazione di due noduli ai seni con conseguente biopsia. Una settimana fa, una nuova ecografia rivela che, nonostante il referto dell’intervento affermi il contrario, i noduli sono ancora lì, tali e quali. Immediato il ricorso ai nostri legali.
4. Anche il titolo è una forzatura… – “Muore durante un’operazione”. Poi leggi invece che era appena iniziata l’anestesia, e che, essendo gravemente malato di anemia mediterranea, il rischio era forte e ben conosciuto. Bisognerebbe smetterla di alimentare idee sbagliate nella gente. E bisognerebbe anche smettere di compatire le persone violente. Quel genere di sceneggiate non sono infrequenti, e con i malati e le povere vite perse non hanno nulla a che fare. Non sono manifestazioni di dolore, ma di ben altro.
5. Occorre prima capire! – Cosa è successo veramente in sala operatoria? I parenti erano stati bene informati del rischio elevato che correva il ragazzo o qualcosa è andata storta oltre ogni previsione? Esempio: ci si è accorti solo tardivamente di una errata manovra di intubazione oro-tracheale con ovvie e nefaste conseguenze? Sono un medico ma sono dalla parte dei parenti … almeno fino a prova contraria!
6. Guardate cosa scrivono i lettori – Concordo pienamente con chi attribuisce gran parte della colpa di questi episodi ai media che pur di cercare lo scoop non hanno la benchè minima attenzione alla obiettività dei fatti. Tutto questo ha portato ad un concetto di immortalità sempre più diffusa : non si può morire, se accade deve essere colpa di qualcuno. Invece morire succede e può succedere in qualsiasi momento senza che per questo sia colpa di qualcuno. E’ ovvio che per casi simili ci saranno indagini adeguate, come sempre ci sono ma non certo per furore di popolo. Accadrà che nessuno vorrà più assumersi dei rischi e si faranno sempre meno interventi. questo sta già accadendo da tempo. Di fronte a casi del genere, invece di gridare all’untore ognuno si faccia per la sua parte il Mea Culpa. Guardate cosa scrive un lettore “formiamo dei medici ..che ridiano la vita a tutti…” Se potessero esistere medici simili nessuno morirebbe mai. Per formare questo tipo di fantascientifici medici forse dovremmo rivolgerci a Gesù… ma forse neppure…. Se ci sono persone (e tante) che scrivono questo vuol dire che lo credono.
http://roma.corriere.it/roma/dilatua/cronaca/articoli/2010/12/04/ragazzo-muore-durante-operazione-reazione-genitori_full.shtml
(Stefano De Pietro) -
OLI 281: IMMIGRAZIONE – Conoscere la lingua è fondamentale per l’integrazione, il test di italiano la ostacola
La conoscenza della lingua italiana è senza dubbio un fattore molto importante per l’integrazione e l’inserimento sociale e lavorativo e gli stessi immigrati sono i primi a considerarla tale e a chiederne l’organizzazione di corsi di insegnamento. Tutta un’altra cosa è quella di usare la conoscenza della lingua per escludere gli immigrati da diritti e servizi: è il caso dell’obbligo, che scatterebbe dal 9 dicembre 2010, di superare un test di lingua italiana per ottenere il permesso di soggiorno CE (ex carta di soggiorno). Una misura prevista dal primo pacchetto sicurezza del governo Berlusconi.
La carta di soggiorno (ora permesso CE) ha una durata a tempo indeterminato ed è stata istituita per consolidare la situazione di coloro che soggiornano regolarmente in Italia da lungo periodo (almeno 5 anni) e per risparmiare loro (ma anche ai lavoratori degli uffici immigrazione delle questure e degli sportelli unici delle prefetture) la lunga, costosa e faticosa pratica del rinnovo del semplice permesso di soggiorno. Fino a quando l’immigrato non ottiene la Carta di soggiorno rischia sempre (ad ogni rinnovo ed ogni volta che perde il lavoro) di perdere il Permesso di soggiorno e di diventare irregolare o “clandestino”. Chi è senza Permesso di soggiorno è costretto a lavorare in nero ed è più esposto al ricatto della criminalità. Un pacchetto “sicurezza” degno di questo nome avrebbe dovuto facilitare il rilascio della Carta di soggiorno, un documento che consolida la regolarità del soggiorno, ad oggi posseduto solo da una minima parte dei soggiornanti di lungo periodo, che teoricamente ne avrebbero diritto, a causa dell’applicazione restrittiva di una norma migliorabile.
Coincidenza vuole che venerdì scorso, a pochi giorni dal 9 dicembre, è stato presentato il 44° Rapporto Censis dal quale risulta che l’85% degli immigrati ha una conoscenza della lingua italiana almeno sufficiente: l’8,9% ha un’ottima conoscenza, il 33,1% ne ha una conoscenza buona, per la gran parte (circa il 43%) il livello è sufficiente, mentre la quota di chi non conosce a sufficienza l’italiano risulta pari al 15,1% del totale. E’ difficile non conoscere la lingua italiana (livello A2, italiano per principianti) dopo 5 anni di soggiorno regolare in Italia (sommati a qualche anno di soggiorno irregolare). Test inutile che finirà per aggravare la situazione degli sportelli unici per l’immigrazione già alle prese con pratiche arretrate di sanatoria, flussi, rinnovi, ricongiungimenti, ecc, e minacciati di perdere 650 lavoratori precari. Test inutile che costerà allo Stato significative risorse finanziarie in una fase delicata dove non si trovano risorse per necessità sociali molto importanti.
(Saleh Zaghloul) -
OLI 281: VIVISEZIONE – I nuovi esuli
Mi presento, sono Bobo, testa imponente e prepotente, occhio sornione, pelo rosso ed arruffato che ricopre le mie zampe posteriori da maschio intero in un tutt’uno con la coda ritta. Vago per via Emilia, rispettato dalla combriccola di smilzi ciondolanti, ammirato dalle bambole bianche e nere che spuntano ogni tanto dai cortili. Faccio mostra di me sulla grondaia di un giardino al limite del Bisagno, nell’attesa di una ciotola piena di bocconcini che alcuni volenterosi bipedi mi offrono. Non per questo ho perso l’atavica abitudine a lanciarmi nella giungla delle canne e del campo da bocce sul letto del fiume per dar prova delle mie doti venatorie. La grondaia mi riscalda e mi protegge dalle piogge improvvise e poi da li’ sotto posso innalzare i miei canti d’amore, tra un palazzo e l’altro, e magari venir corrisposto da un richiamo al di la’ dello steccato. L’amour…
Alcuni giorni fa Pablo, orecchie tese, muso affilato sfumato di nero e occhio castano di chi ha nel sangue tracce canine teutoniche, mi ha fermato allarmato. Voi vi direte, un cane che ferma un gatto, ma in che mondo viviamo? In effetti è così, ci si rincorre, o almeno, ve lo diamo a vedere, ma anche nella guerra dei poveri affamati di strada, vige comunque un regolamento, un rispetto reciproco dei ruoli, della vita. Lui ha il suo territorio e, anche se vaga per tutto il quartiere, predilige stazionare a bordo ring, tra un parcheggio e la via di fuga dell’acquedotto. Un retaggio del passato, chissà? La sua storia è più complicata della mia, venuto alla luce in un capanno degli attrezzi degli orti sopra il rio Cicala. Lui di strada ne ha fatta tanta invece, strada per la libertà, lontano da un paese nel quale se ti acciuffavano, eri fritto, nel senso letterale della parola.
Quando mi ha incontrato ha alzato la testa, non come di solito verso il Diamante per vaticinare sul tempo, ma diretto ad un manifesto pubblicitario, accartocciato dalla pioggia, su uno dei tanti muri di contenimento della zona. Infatti i monti arrivano sino alla fenditura delle strette strade che ti portano in Emilia stringendoti con le spalle al Bisagno. “Ci risiamo” ha affermato. L’ho guardato con un interrogativo in mezzo alla fronte. Che cosa rappresenteranno mai quel quadrupede dal muso tutto nero con gli occhi marroni che si specchiano in quelli di un bipede con i dreadlock da bobtail?
“Come?” dice Pablo, “non percepisci che inizia a tirar una cattiva aria anche per noi, liberi”. Riguardiamo il Diamante, che sia venuto il tempo di darsi alle montagne?
http://www.lav.it/uploads/48/23392_08.09.2010_revisione_della_direttiva_europea_86_609_sulla_vivisezione.pdf
http://www.repubblica.it/cronaca/2010/09/09/news/vivisezione-6888071/
http://www.leal.it/entra-in-vigore-la-vergogna-europea/
http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2010:276:0033:0079:IT:PDF
(Maria Alisia Poggio) -
OLI 281: SOCIETA’ – Bambini ai margini
Esperanza, quattordici anni, ha le mani piccole e sporche, come quelle di sua mamma Gloria, di anni 39 che sembra molto più vecchia, insieme aspettano l’autobus, tutt’intorno campagna. Dice fiera Gloria che sua figlia lavora alla Fattoria da tempo, raccogliendo frutta, rigovernando. Esperanza è una dei 200 mila bambini, quasi tutti latinos, che lavora nei campi degli Stati Uniti e prima o poi andrà a scuola, finita la stagione. Secondo il Rapporto Fields of Peril arriva quasi a mezzo milione il numero di bambini e adolescenti che, con paghe ridotte e senza vincoli d’orario,“danno una mano” ai grandi seguendo i genitori braccianti. Così è la condizione di parte dei bambini negli States, che hanno speso l’anno scorso 26 milioni di dollari per programmi di tutela dei diritti dei lavoratori nel mondo. E in casa loro?
Gli States compaiono anche nel rapporto Card 9 dell’Unicef ne “bambini ai margini”, che per la prima volta esamina quanto stanno facendo i Paesi più industrializzati per limitare le disparità per i giovanissimi all’interno della società, rispetto allo standard di opportunità dei coetanei. Sono 24 i Paesi esaminati e l’Italia con gli Usa e la Gran Bretagna, figura agli ultimi posti a fronte dei Paesi scandinavi e della Svizzera: ventunesimo per l’istruzione, penultimo per la salute.
L’Italia è la “casa” dei suoi cittadini giovani più poveri con un tasso di povertà relativa fra i bambini del 15,5%, ovvero circa un milione e mezzo di ragazzini vive in famiglie con redditi inferiori alla media nazionale. Una famiglia per cui si spende lo 0,06% del Pil a fronte del 2,8% della Germania e del 3,7% della Francia. Il Natale s’avvicina, alberi in piazza, luminarie, messaggini e posta t’invitano a pensare all’infanzia maltrattata. Google nella giornata dei Diritti dei Bambini il 20 novembre ha rappresentato la giornata di un bambino e Facebook ha invitato i suoi utenti a tornare bambini, cambiando l’immagine del proprio profilo con quello del cartone animato preferito. Ma sbiadita è ormai l’immagine Tv di quella bimba americana di cinque anni, che riempiva di mirtilli le ceste e che i suoi fratelli di sette trascinavano poi via: 5500 dollari di multa per l’azienda agricola e la rescissione del contratto con l’azienda di distribuzione. Nulla è cambiato però per i giovani braccianti che possono imbracciare un forcone a dieci anni ma non a sedici come apprendisti dal ferramenta, vige ancora una legge del ‘38 sul lavoro minorile e un tentativo di riforma giace al Congresso da oltre un anno con metà firme dei parlamentari.
E noi, in Italia, che cosa facciamo? Che cosa rispondiamo alla domanda dell’Unicef, che si chiede – fino a che punto le nazioni ricche tollerano che i bambini più svantaggiati rimangano indietro ai margini del benessere della società? –(Bianca Vergati)
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OLI 281: SOCIETA’ – Call center con il sorriso
La telefonata arriva durante la preparazione della cena.
“Sto facendo un sondaggio sui consumi degli italiani, posso farle qualche domanda”?
Restare incerti sul sì e il no, magari ci si sente un’altra volta e decidere che il tempo della donna al di là dell’apparecchio è importante, perché retribuito. Acconsentire.
La voce persuasiva accelera come fosse un’auto in gara. Il ricordo restituisce vaghe tappe della corsa: dove fa la spesa? Cosa acquista tra i seguenti prodotti? I suoi consumi aumenteranno per le prossime feste natalizie, resteranno stabili, o diminuiranno? Dove festeggerà Natale e Capodanno? A casa o fuori? Tra questi prodotti – arredamento per la casa, alimentari, giocattoli, elettronica, vacanze – ha registrato un aumento o una diminuzione di acquisto nell’anno trascorso o sono rimasti stabili? Compra normalmente al supermercato? Quale? Compra abitualmente al discount? Quale? La verdura e la carne dove li acquista? Prevede un aumento o una diminuzione nell’acquisto di carne e verdura?
Le risposte sono sicure. Accelerano con lei. Cambiano marcia quando il sondaggio mostra tratti di inattendibilità. E quell’auto va fermata anche con un solo “veramente non saprei”. Le rifaccio la domanda? Chiede la voce rallentando per stanchezza. No, è che questa cosa, non ha tanto senso. Non ha idea di quanto queste domande siano importanti per lo sviluppo del mercato, precisa, andiamo avanti? Sì, ma le prossime risposte le metta pure lei. Scappano due risate. E la voce si fa amicale. Siamo esseri umani venuti in contatto per volontà di mercato. E il protocollo può cambiare forma, saltare e inciampare in quesiti fatti dall’utente. Giusto per capire le regole del gioco. Che poi sono regole di contratto e di lavoro.
Lei rimane un po’ stupita. Ma è contenta. Dice di aver già fatto ottanta telefonate. Il suo è un call center siciliano. Ha iniziato alle cinque del pomeriggio e terminerà alle dieci. La nostra è la prima chiamata durante la quale ha riso.
Grazie.
Buona fortuna.
Ne abbiamo bisogno.
Tutti.
(Giovanna Profumo) -
OLI 281: PAROLE DEGLI OCCHI – Beni culturali
Periodo natalizio. In piazza Ferretto è apparso uno zampognaro, dall’Aquila terremotata. Un tempo se ne incontravano a gruppi, nelle strade del centro e nei quartieri. Ora questo si aggira da solo per la città e Piera, giornalaia di via dei Giustiniani, lo festeggia.Anche le tradizioni popolari, come il suonar la zampogna, sono beni culturali da conoscere, tutelare e salvare dalla scomparsa, alla pari del paesaggio, dei centri storici, delle architetture, dei dipinti, delle sculture, dei documenti scritti, dei resti archeologici e di quant’altro resta a testimoniare la nostra storia.
Foto di Giorgio Bergami © -
OLI 281: LETTERE – Un video da Brescia
Cari olisti, guardate questo video, da Brescia, e diffondetelo.
Forse la scelta è di chi dà gli ordini (è il questore?), ma sembra che sappia di potersi comportare così senza che gliene venga alcuna conseguenza.
Tristemente, non so cosa può servire a noi, invece, sapere che ormai la nostra libertà è limitata in tutti i modi e sempre più con la violenza.
Per il momento non si vedono grandi alternative, purtroppo – ma stia attento chi dice che i partiti sono tutti uguali, ché a questo non si era mai arrivati – però penso che sapere cosa sta succedendo rimanga importante: e questo video lo spiega benissimo, ancor più di Roma blindata da Maroni, che pure quanto a segnale non scherza.
(Marina Seveso)


