Categoria: Genova

  • OLI 321: CITTA’ – Il terzo settore giovedì 24 novembre in piazza

    Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

    Il Forum regionale e provinciale del Terzo Settore, rappresentante delle organizzazioni senza fini di lucro operanti nei servizi di assistenza, invita la cittadinanza a partecipare alla manifestazione che si svolgerà nel pomeriggio di giovedì 24 novembre in Piazza De Ferrari.
    Lo scopo è quello di difendere i Servizi Pubblici dai tagli feroci che il Governo Berlusconi ha inflitto alla spesa sociale, alle Regioni e ai Comuni.
    Con questi tagli si colpiscono le persone della nostra città che hanno più bisogno di aiuto – poveri, disabili e anziani, giovani e bambini in gravi difficoltà – e si colpiscono anche i lavoratori che se ne occupano.
    Migliaia di genovesi resteranno senza assistenza, centinaia di operatori perderanno il lavoro.
    La manifestazione vuole allora fare sentire la loro e la nostra voce verso il Comune e la Regione, ma soprattutto verso il Governo.

    La manifestazione del 4 novembre 2011. Vedi OLI 275 e OLI 277

    Il Circolo Oltre il giardino, che ha promosso a Genova il 4 novembre dello scorso anno una manifestazione con la stessa finalità, appoggia il Forum del Terzo Settore e chiede a coloro che hanno risposto all’appello del 2010 di scendere in piazza anche questa volta.
    Lo scorso anno il Comune e la Regione disponevano ancora delle risorse sufficienti per non chiudere i Servizi, ma nel 2012 se non cambieranno le scelte del Governo non saranno più in grado di farlo, nonostante la buona volontà che hanno fino ad ora dimostrato.
    La mobilitazione del 2010 aveva impegnato il Comune a ricostruire i servizi genovesi in base alle proposte della rete di persone e organizzazioni che vi avevano aderito, sottoscrivendo un nuovo patto di cittadinanza. Le proposte, nella forma di 100 Tesi per rinnovare i Servizi Sociali, sono state
    consegnate al Comune nel mese di giugno. Molte delle indicazioni che vi sono contenute richiedono impegni che le ultime decisioni del Governo Berlusconi rendono indispensabili.
    Il Circolo propone al Comune, alla Regione e al Terzo Settore di approfondire una proposta avanzata anche dallo stesso Comune di Genova. Se essa venisse realizzata potrebbe ancora una volta mantenere in vita la maggior parte dei servizi genovesi nonostante la gravità e l’emergenza della situazione attuale.
    Si tratta di:
    – concentrare le risorse comunali a favore dei servizi per i minori in
    difficoltà e per le povertà estreme e
    – di coordinare le risorse della Regione, dell’ASL 3, della Provincia, dello stesso Comune, in accordo con i sindacati, la cooperazione, il volontariato, l’associazionismo, le Fondazioni e in primo luogo le stesse famiglie, per estendere l’assistenza domiciliare per tutti coloro che ne hanno bisogno.
    Il Circolo si mette a disposizione per contribuire a rendere praticabile questa proposta e invita le parti interessate ad essere finalmente capaci di agire insieme, non solo per superare questo momento di grande difficoltà ma anche per costruire un sistema di servizi migliore di quello che abbiamo fino ad ora sperimentato.
    (Il Circolo Oltre il giardino)

  • OLI 321: LETTERE – Manuela Arata si lancia su FB

    Scrivo per segnalare che qualche giorno fa, sulla mia casella di posta di Facebook ho ricevuto un messaggio misterioso: “Ciao, io con tutta probabilità mi candido a fare il Sindaco, se mi puoi aiutare a raccogliere le firme metti mi piace sulla mia pagina Manuela4Sindaco e fai girare? grazie Manuela”. Sul momento sono rimasta un po’ spiazzata: chi era costei, e come aveva il mio contatto, dal momento che ho impostato un alto livello di privacy?

    Poi ho compreso. Manuela Arata, direttore dell’Ufficio CNR-PSC, fondatrice e presidente dell’Associazione Festival della Scienza di Genova, di cui è anche fondatrice, è la più recente candidata sindaco per le primarie ed ha voluto far sapere proprio a me che si proporrà. Rileggendo il messaggio non posso esimermi però da qualche domanda:
    – Come ha avuto il mio nominativo?
    – Se la sua idea è di convincermi a farmi votare per lei, anzi, addirittura a cercare sostenitori per la candidatura, sarebbe valsa forse la pena spendere qualche parola sul suo programma? Non tutti sono disposti a cliccare “mi piace” sulla fiducia, specie se trentenni, disoccupati o precari, arrabbiati e con l’acqua alla gola.
    – Se la candidata ha avuto il nominativo, come suppongo, perché ho fatto parte dello Staff del Festival della Scienza di cui è presidente e fondatrice, ha presente che l’età media degli animatori scientifici si è drasticamente alzata dalle prime edizioni? che non si tratta più soltanto di studenti universitari che fanno un lavoretto per arrotondare ma di adulti 30-35enni superqualificati per cui il ricavato del lavoro al Festival sarà un tassello per andare avanti e pagarsi le spese, non l’happy hour nella movida? E che gli animatori del Festival percepiscono al netto da 4 a poco più di 6 euro all’ora? E che sono pagati circa sei mesi dopo aver lavorato?
    Certo, i soldi sono pochi e il Festival è un evento di prestigio per Genova, ma a renderlo possibile sono proprio le ore di lavoro di animatori sottopagati e comunque entusiasti.
    E’ questo il modello di valorizzazione delle competenze scientifiche ed intellettuali dei giovani che si applicherà nel suo programma?
    La mia non vuole essere una critica distruttiva, non ho nulla contro la candidata, che esporrà, credo, a tempo debito le sue proposte per Genova, ma mi chiedo se questo modo di ricercare il consenso attraverso il web sociale non abbia completamente sbagliato il target, creando una sorta di malumore e fastidio in quanti, nelle mie condizioni che sono purtroppo assai diffuse, diffidano nelle richieste di fiducia incondizionata avanzate da chi si occupa di politica.
    (lettera firmata)

  • OLI 319: VERSANTE LIGURE – L’URLO

    È un urlo di pioggia (in) marcia
    potente ringhioso feroce
    un urlo di fine di pace
    che l’anima e la città squarcia
    un urlo che è sempre più forte
    di pianto che cade dall’alto
    sul pianto di chi è sull’asfalto
    un urlo di male e di morte
    un urlo di stupro ambientale
    e insieme di pura Natura
    (e porta con sé più paura
    l’atroce che è naturale).
    Un urlo, d’angoscia essenza,
    di rabbia e protesta furente
    che cerca una colpa, e si sente
    che a urlare di più è l’impotenza.

    Versi di ENZO COSTA
    Vignetta di AGLAJA

    .

  • OLI 319: CITTA’ – Genova 1797 & 2007

    Rapprentazioni del territorio a levante del centro di Genova, con i torrenti Bisagno e Fereggiano, a distanza di 210 anni l’una dall’altra.
    Sopra:
    dall’Album topografico di Genova e suoi dintorni, penna ed acquerello colorato, circa 1797, Genova, Collezione Topografica del Comune, inv. n. 1127 (particolare).
    Sotto:
    da Google Earth, 9 agosto 2007.
    (Ferdinando Bonora)
  • OLI 316: INDIGNATI – Le immagini di Genova

    Mentre a Roma la manifestazione veniva sequestrata dai violenti, a Genova alcune migliaia di persone hanno potuto indignarsi pacificamente.

    Foto di Angela Brancati
  • OLI 315: ELEZIONI – Marco Doria scende in campo

    Mercoledì 5 ottobre, nella sede del dopolavoro dei portuali a San Benigno, Marco Doria si è presentato alla città come candidato alle primarie per la scelta di chi dovrà contendere alla destra la poltrona di sindaco di Genova, nelle prossime elezioni amministrative.
    Il salone era strapieno: giovani e meno giovani, molta gente in piedi, tante facce estranee ai consueti appuntamenti della politica.
    Su di lui stanno convergendo grandi aspettative, come figura nuova esterna alle nomenklature dei partiti, pur con salde radici nell’esperienza della sinistra. Su alcuni può far colpo il fatto che abbia alle spalle una lunga tradizione familiare di gestione della città e dell’intera regione, fin dal medioevo, ma di questo non ama parlare, pur non rinnegandola: intende offrire il suo contributo come Marco Doria e basta, senza approfittarsi del cognome dei propri avi. Apprezzato storico dell’economia e dell’industria, docente prima in un istituto tecnico e ora all’università. Non è digiuno di politica, ma non ne fa la sua carriera, dichiarandosi soddisfatto e orgoglioso della propria professione di studioso: ha militato nella FGCI, l’organizzazione giovanile del PCI, ed è stato prima in un consiglio di quartiere e poi in consiglio comunale. È sceso in campo non di sua iniziativa, ma rispondendo all’invito di sette esponenti della società civile: Paolo Arvati, Luca Beltrametti, Mario Calbi, Walter Fabiocchi, Silvio Ferrari, Alessandro Ghibellini, Giovanna Rotondi Terminiello, firmatari di un appello pubblicato anche su Il Secolo XIX del 27 settembre scorso, insieme a due pagine dedicate a questa candidatura.
    L’incontro è stato moderato da Silvio Ferrari, che insieme ai suddetti ha introdotto Doria, leggendo due messaggi di Arvati e Rotondi Terminiello impossibilitati a presenziare. A questi si è aggiunto don Andrea Gallo, tra il pubblico, invitato a esporre anch’egli il suo sostegno.
    Prendendo la parola, Doria ha chiarito subito che la sua non è una candidatura “contro” le altre, ma “insieme” alle altre, per offrire ai cittadini un’opportunità di scelta in più. Per un resoconto del suo articolato discorso rimandiamo a quanto pubblicato l’indomani sulla stampa. Ci limitiamo a ricordare che, a chi gli rimprovera di apparire troppo serioso e di sorridere poco, ha risposto che nell’attuale situazione c’è poco da ridere, richiamando l’esempio e la serietà di Enrico Berlinguer, anch’egli avaro di sorrisi fuori luogo.
    E a chi si aspettava anche la presentazione del suo programma, ha fatto sapere che non intende affatto proporre un documento partorito da lui solo o con pochi intimi, ma che vuole costruirlo in un percorso comune, il più possibile condiviso e partecipato da tutti gli interessati, senza nulla di calato dall’alto, mettendosi in ascolto e misurandosi con le diverse componenti della città, operando soprattutto sulle problematiche del lavoro, della cultura – con una valorizzazione degli splendori di Genova non solo come attrazione turistica, ma soprattutto per i suoi abitanti – e dell’articolata policentricità di un grande comune frutto dell’unione di abitati diversi, tuttora caratterizzati da specifiche individualità.
    Il confronto con gli altri candidati è appena iniziato. Sarà interessante seguirne gli sviluppi.

    Video-intervista de Il Secolo XIX a Marco Doria:

    (Ferdinando Bonora, foto dell’autore)
  • OLI 310: GENOVA – AAA Cercasi Sindaco

    Ci dicono che non ci sono alternative.
    E che le loro eventuali alternative sono le più ponderate.
    Alcune volte restano senza parole.
    E ci fanno aspettare decisioni prese in stanze segrete e nei loro circoli.
    In alcuni casi chiedono le primarie. Spinte dalle correnti.
    Ma quanti sono i potenziali Sindaci sconosciuti ai cittadini?
    Quanti uomini e donne preparati e sensibili, ignorati dai partiti?
    Ci piacerebbe che il dibattito politico relativo alle elezioni comunali del 2012 per la città di Genova si accendesse attorno a nomi nuovi, persone di cui fosse provata la competenza relativa al territorio, alle molte criticità di Genova, capaci di presentare un programma politico sensibile a mobilità, occupazione, ambiente, integrazione. Persone di cui, oltre ai dati anagrafici, siano chiari ed offerti al pubblico giudizio il percorso scolastico, le esperienze professionali, la conoscenza di lingue straniere e della macchina comunale. E le passioni. Persone, naturalmente, libere da pendenze penali.
    Magari qualcuno tra chi ci legge potrebbe avere qualche interessante proposta da offrire al dibattito e alla speranza di tutti coloro che hanno una forte preoccupazione per il futuro della città, e di tutti quelli che la politica vorrebbero farla ma non possono, frenati dalle dinamiche di partito.
    Le idee potrebbero impilarsi qui sotto, nei commenti a questa piccola sollecitazione.
    (Giovanna Profumo e Paola Pierantoni)

  • OLI 309: SETTIMANA DEI DIRITTI – Viviana Matrangola racconta Renata Forte, sua madre

    “Non ci sarà chiesto se siamo stati credenti, ma credibili.” Viviana Matrangola ricorda ai presenti una frase del giudice ragazzino, Rosario Livatino, assassinato dalla mafia nel 1990.
    Viviana parla sul sagrato della Chiesa delle Vigne a Genova. E’il 10 luglio, domenica pomeriggio. La piazza è piena. E lei racconta di sua madre Renata Fonte, assessore alla cultura del comune di Nardò, in provincia di Lecce, uccisa il 31 marzo 1984 perché aveva a cuore un parco che non voleva venisse lottizzato. Viviana viene dopo l’intervento di don Andrea Gallo e di Pietro Grasso, la storia di sua madre è la storia dei giusti che si sono opposti. “Mia madre diceva no mentre gli altri dicevano sì” e Viviana spiega che, per molti anni, dell’assassinio di sua mamma non si è quasi parlato. La voce di Viviana è spezzata dall’emozione del ricordo, un ricordo vissuto in solitudine con la sua famiglia per diversi anni. Adesso lei è responsabile internazionale di Libera Memoria, associata alla rete Libera di Don Luigi Ciotti.
    A questa donna è difficile dare un’età. Ha una bellezza fresca, pare giovanissima. Ma aveva già dieci anni quando sua madre è stata ammazzata dopo aver partecipato ad un consiglio comunale. Ha energia e determinazione e il suo intervento pone l’accento sul fatto che a parole ognuno è in grado di sostenere un’idea, ma sono i fatti che marcano la differenza.
    La sensazione, sentendola parlare, è che Viviana non sia orfana.
    (Giovanna Profumo- galleria fotografica di Giovanna Profumo)

  • OLI 308 – NUOVI TALENTI: Ester Armanino, giovane scrittrice genovese

    Dopo averlo finito è facile provare un senso di gratitudine.
    Perché Storia naturale di una famiglia di Ester Armanino (ed. Einaudi – Euro 16,50) è un ottimo romanzo, pieno di tutto quello che si vorrebbe trovare in un libro. Sono vicende comuni a molte famiglie, viste con gli occhi di una bambina che cresce e diventa grande. Sguardo preciso quello di Bianca, capace di cogliere l’essenza assurda dei rituali, il giudizio delle persone, lo sgretolarsi lento del rapporto dei suoi genitori:
    “Nelle altre famiglie si paralava di noi. A pranzo, a cena, dal parrucchiere, in chiesa. Eravamo una casa scoperchiata da un terremoto e tutti potevano sbirciare dentro, tra le macerie.
    Le altre famiglie si avventavano sui resti della nostra per provarne compassione disappunto, eccitazione, cattivo esempio, battute, lezioni di vita, ammonimenti, cose così. Ricordavano come eravamo prima, nelle loro case, alle loro cene. La coppia affiatata e i marmocchi nutriti d’amore.”
    Ma i personaggi di Ester Armanino stanno nella vita e nella vita cambiano. Senza occuparsi di quella degli altri. Annientati dal dolore, fanno fronte ognuno a proprio modo. Compongono e scompongono la propria esistenza. In Storia naturale di una famiglia c’è una tale quantità di amore da rimanerne sorpresi. Ambientato a Genova, offre della città piccole, chiare inquadrature. E c’è in Ester Armanino una capacità di scrittura che non ha nulla da invidiare ad Elena Ferrante, Tiziano Scarpa o Michela Murgia. L’autrice è genovese ed ha solo ventotto anni. Nella quarta di copertina c’è scritto che “è architetto”.
    (Giovanna Profumo)