Categoria: Ferdinando Bonora

  • OLI 347: CITTA’ – Lovingenova

     Da qualche giorno è stato caricato in rete, visibile quindi in tutto il mondo, il trailer (durata 7’27”) di un video lungo circa 18’, ideato da M&R Comunicazione, realizzato da Dennis Cabella e Marcello Ercole di Illusion e interpretato da Manuela Parodi e Riccardo Vianello (tutti genovesi), per conto dell’Ufficio Sviluppo e Promozione del Turismo del Comune di Genova.

    Un ottimo prodotto fatto in casa, senza il provincialismo di dover per forza ricorrere a risorse esterne ritenute più valide, altamente professionale, che presenta una città splendida e desiderabile quale in effetti Genova è e soprattutto dovrebbe essere, finalmente sottratta a localistici compiacimenti ripiegati su se stessi e proiettata invece in una dimensione di metropoli internazionale di grande respiro nella quale è piacevole vivere.
    Un bel video, fin troppo bello: le accurate inquadrature, il montaggio serrato, il sottofondo musicale, l’uso sapiente di effetti speciali che concretizzano via via le parole-chiave del marchio Lovingenova (ancient, new, magic, true) e un diffuso elegante erotismo propongono un prodotto patinato e simpaticamente ruffiano che ci si augura possa stimolare arrivi da tutto il globo.
    Ma quale città siamo realmente in grado di offrire ai forestieri? Non è una novità che Genova sia ancora largamente in preda a una diffusa sciatteria e sporcizia, sovente maleodorante di piscio e rumenta, ostica nei confronti di chi non appartiene al proprio ristretto giro, incapace di spalancarsi come dovrebbe. Aspetti negativi di cui sono innanzitutto responsabili i suoi abitanti, oltre che certi settori della pubblica amministrazione. Per fare un esempio tra i tanti possibili, basta confrontare il banco di informazioni all’aeroporto quale appare nel filmato, efficiente e ospitale, e la situazione da noi denunciata un paio di settimane fa. Per quanto riguarda poi l’accoglienza in negozi, ristoranti e altri servizi, qualcosa si è evoluto rispetto alle situazioni sbeffeggiate alcuni anni fa negli sketch comici di Balbontin, Casalino e Ceccon, col tormentone “la torta di riso è finita!”, e negli esilaranti ridoppiaggi di scene di film famosi curati da Fabrizio Casalino, ma molto resta ancora da fare.

     Oltre che per promuovere Genova nel resto del mondo, il video Lovingenova dovrebbe in parallelo essere proposto – insieme ad altre realizzazioni analoghe, sia pur di taglio diverso, come Genova, Sinfonia della Città di Luigi Berio su disegni di Emanuele Luzzati – innanzitutto agli stessi genovesi, affinché maturino consapevolezza e orgoglio per la propria città e per quanto è in grado di offrire in primo luogo ai suoi abitanti e poi a chi sceglie di venire a scoprirla e goderla, sostituendo al mugugno l’impegno di partecipare tutti al miglioramento, alla gestione e all’apertura cosmopolita di questo stupendo bene collettivo.
    (Ferdinando Bonora)

  • OLI 344: CULTURA – Villa Durazzo Bombrini, un’estate in una reggia di tutti

    Da maggio a settembre ci aspettano a Genova Cornigliano oltre 50 giorni di musica, teatro, artisti di strada, dibattiti, spettacoli per bambini e altre occasioni per stare insieme e crescere culturalmente nella più grandiosa e moderna (per l’epoca) residenza costruita in Liguria nel XVIII secolo. Una piccola reggia alla francese eretta dai marchesi Durazzo per villeggiare sull’allora incantevole foce del Polcevera, ora più nota col nome degli ultimi proprietari che la vendettero all’Ansaldo nel 1916, avviandola a nuovi destini industriali: Villa Bombrini, di cui la Società per Cornigliano, attuale proprietaria, sta gestendo da alcuni anni un uso pubblico che la apre al godimento di tutti i genovesi e non solo.
    Il ricco programma per l’estate 2012 si inaugura sabato e domenica prossimi, 26 e 27 maggio dalle ore 10 alle 24, con IF istruzioni per il futuro: una kermesse con oltre trenta stand, decine tra laboratori pratici, seminari ed alcuni convegni di carattere nazionale ed internazionale che faranno da cornice alle proposte di IF – la rete ligure per l’altraeconomia e gli stili di vita responsabili. Un vero e proprio cantiere a cielo aperto capace non solo di costruire ma di confrontarsi con le nuove amministrazioni che si avviano a governare la città.
    Seguiranno molti altri eventi di diverso tipo, per rispondere alle richieste di un pubblico quanto mai vario e articolato (per il calendario si rimanda al relativo sito), che sono stati presentati oggi in una conferenza stampa durante la quale il nuovo presidente eletto del Municipio VI Medio Ponente, Giuseppe Spatola, ha insistito sull’importanza della cultura e in particolare di una cultura diffusa, non riservata solo agli addetti ai lavori.
    Cultura – aggiungiamo noi – che occorre cominciare a considerare un bisogno primario per il benessere della comunità, non più un accessorio superfluo, fanalino di coda nella distribuzione delle risorse. In tal senso è apparsa assai grave e discutibile la decisione del governo di sospendere la Notte dei Musei sabato scorso in segno di lutto e solidarietà per la strage di Brindisi. Così facendo s’è veicolato un messaggio quanto mai negativo e controproducente, perpetuando un’idea di cultura come svago leggero, come un di più di cui si può anche fare a meno e non come momento fondante della coesione sociale e dell’identità collettiva, che avrebbe per giunta potuto diffondere in questa tragica occasione opportunità di riflessione e partecipazione. Tanto più a fronte delle partite di calcio lasciate invece giocare, riscattate dal consueto minuto di silenzio di circostanza.

     (Ferdinando Bonora)

  • OLI 342: ELEZIONI – Lista Doria, una serata in piazza

    Genova, piazza delle Fontane Marose. Son passate da poco le dieci e mezzo di sera quando si sentono applausi dal fondo. Il folto gruppo che da ore assiste al procedere degli eventi – dal televisore nel gazebo allestito nel pomeriggio sotto le stanze messe a disposizione da don Gallo già per il comitato elettorale delle primarie – si volta e può finalmente rivedere di persona il proprio candidato a sindaco, sino a poco prima nel salone di Palazzo Tursi, conteso dalle reti locali e nazionali, ultima in ordine di tempo La7 con Gad Lerner a dialogare con lui ne L’infedele.
    Marco Doria, rilassato e sereno, si concede una lunga chiacchierata attorniato dai suoi sostenitori e collaboratori, più che soddisfatti per come stanno andando le cose, sebbene un po’ delusi per la vittoria al primo turno mancata per un soffio. Parla senza sforzare la voce, pacatamente, com’è il suo stile, e con la sicurezza del vincitore, sia pur differito di un paio di settimane. Ringrazia per il sostegno e la partecipazione, insiste sulla necessità di impegnarsi a fondo nei quattordici giorni che separano dal ballottaggio, soprattutto per recuperare almeno in parte coloro che hanno espresso il loro scontento astenendosi dal voto, con punte mai verificatesi prima (a Genova circa il 44% degli aventi diritto, su una media nazionale intorno al 33%, quando nelle precedenti consultazioni gli astenuti erano stati rispettivamente circa il 37% e il 26%). Tra le varie considerazioni, anche l’esigenza di riuscire a raggiungere e convincere le molteplici componenti di una città tanto complessa e articolata, facendo ciascuno la propria parte.
    I giornalisti che stavano stazionando con le loro telecamere, intervistando ogni tanto ora l’uno ora l’altro per le dirette delle loro emittenti private, non appena si accorgono della presenza di Doria si fanno sotto a riprenderlo in video e a catturarne le parole, con un curioso effetto di sovrapposizione e rimescolamento dei livelli e dei modi della comunicazione, tra la sua voce tranquilla che parla a chi gli sta intorno e ritorna amplificata dal televisore rimasto da solo sotto il gazebo, mentre, accanto a lui che continua imperterrito a conversare, i conduttori a turno spiegano ai loro spettatori ciò che accade e intanto tutti i presenti, rivedendosi sullo schermo in lontananza, sentono di essere proiettati attraverso l’etere in mille case, testimoni di uno dei tanti momenti della millenaria storia di Genova.
    A un certo punto compare Pierluigi Vinai, unico tra gli sconfitti a raggiungere la sede dell’avversario per complimentarsi con lui.
    Alla fine Doria si congeda dai suoi, dicendo divertito che c’è sempre una prima volta nella vita: di lì a poco sarà la sua prima volta a Porta a Porta, ovviamente non seduto nel salotto di Bruno Vespa ma in collegamento dal Municipio, dove si accinge a ritornare.
    Quelli che rimangono si rimettono a far capannelli in piazza, o a seguire le dirette televisive, con lo stillicidio dei risultati che giungono col contagocce dalle sezioni in cui lo spoglio è rallentato dall’abnorme numero di voti espressi in modo ambiguo su schede mal congegnate, difficili da gestire, comprendere e compilare, con lo scandalo di quasi undicimila dichiarate nulle (3,92%).
    Continua il cardiopalmo: c’è chi spera in improbabili rimonte della percentuale di voti; si tiene d’occhio il piccolo scarto che separa Enrico Musso da Paolo Putti come contendente per il ballottaggio.
    Soltanto nel cuore della notte il Viminale comunicherà i dati definitivi, confermando la gara finale tra Doria (48,31%) e Musso (15,00%).
    (Ferdinando Bonora, foto di Giovanna Profumo)

  • OLI 339: SOCIETA’ – Càssego: l’eredità di don Sandro

    Càssego, 14 aprile 2012. Foto Giorgio Bergami

    Sabato 14 aprile si è tenuta a Càssego, in val di Vara, frazione di Varese Ligure, una tavola rotonda alla quale sono intervenuti tra gli altri Manlio Calegari, Diego Moreno, Massimo Quaini e altri studiosi che da decenni seguono lo straordinario lavoro che il parroco, don Sandro Lagomarsini, sta conducendo con la sua comunità.

    Càssego, Museo contadino. Foto Giorgio Bergami 1976

    Pretesto per l’incontro è stato il quindicennale di una contesa tra comune e parrocchia per la proprietà del piazzale della chiesa, che ciascun ente rivendica per sé. In realtà il dibattito ha sviluppato più ampie riflessioni sull’esperienza-modello che don Sandro sta portando avanti dalla fine degli anni ’60, sulle orme di don Milani: un doposcuola aperto a tutti, affinché si riacquistino con la cultura la consapevolezza e la stima delle proprie origini e si decida di rimanere in questa terra. Naturale complemento di questo percorso fu quasi subito la costituzione di un Museo contadino, frutto di un’azione collettiva di raccolta di oggetti e di memorie durata alcuni anni, aperto al pubblico nel 1975 e continuamente aggiornato fino ad oggi.

    Càssego, indumenti di mezzalana.
    Foto Giorgio Bergami 1976

    Nella discussione si è ragionato sull’eredità politica e soprattutto culturale di don Sandro, non senza amare considerazioni su come le idee e le proposte elaborate negli anni ’70 continuino ad essere tuttora attuali, ma nel disinteresse o addirittura nell’ostruzionismo di enti pubblici che tendono a privilegiare quanto è di moda e muove grandi flussi di soldi – si pensi ad esempio al business del “biologico” in campo alimentare e nell’abbigliamento – piuttosto che dedicare particolari attenzioni a quanto produce altri tipi di ricchezze non convertibili in denaro, come quella culturale e il benessere morale e sociale.
    Atteggiamento diffuso non solo in ambito rurale, ma ancor più nelle pubbliche amministrazioni urbane.
    L’evento è stato fotografato da Giorgio Bergami, già autore quasi quarant’anni fa delle immagini che nel frattempo venivano proiettate, riguardanti i primi allestimenti del museo e il suo patrimonio di testimonianze di vita e di lavoro delle passate generazioni.
    (Ferdinando Bonora)

  • OLI 339: CULTURA – “Magico artifizio…”

    Henry Parke, Panorama di Genova e Sampierdarena da San Benigno, 1822.

    Si segnala una conferenza con proiezioni organizzata dall’Associazione ex allievi del D’Oria:

    Ferdinando Bonora
    “Magico artifizio…”: gli esordi della realtà virtuale
    Nei panorama di Henry Parke, Luigi Garibbo e altri,
    tra Genova, Firenze e il resto del mondo
    Mercoledì 18 aprile 2012 alle ore 17.00
    aula magna del Liceo Classico Statale Andrea D’Oria
    via Armando Diaz, 8 – Genova
    ingresso libero

    I panorama, invenzione di un pittore inglese di fine Settecento, sono immensi quadri raffiguranti vedute di città o campagne a 360°, da chiudere a cilindro e osservare ponendovisi al centro, ricavandone coinvolgenti illusioni.
    In gran voga nel XIX secolo, specie in Inghilterra, Francia e Stati Uniti, dopo essere stati a lungo trascurati dalla critica d’arte, solo di recente se n’è rivalutata l’importanza nella storia della rappresentazione del reale.
    Anche Genova fu oggetto d’attenzione da parte di pittori di panorama e una sua veduta totale venne esposta a Londra nel 1828. Altre celebri raffigurazioni vanno intese come panorama, forse però rimasti allo stadio di bozzetti o esercitazioni e mai tradotti in formato gigante.
    Luigi Garibbo, pittore genovese trasferitosi a Firenze, verso il 1840 vi costruì un edificio in muratura per realizzare ed esporre panorama, tuttora esistente sia pur molto trasformato e misconosciuto dagli stessi fiorentini: l’unico realizzato in muratura in Italia e il più antico sopravvissuto al mondo.

    Luigi Garibbo, Lo Stabilimento del Panorama a Firenze, circa 1845.
  • OLI 337: CITTA’ – Ma è proprio il caso?

    Da qualche anno in tutta Genova si nota la progressiva sostituzione di molte delle targhe marmoree con cui la città stessa comunica i nomi delle sue strade e piazze a coloro che la percorrono.
    Con l’evidente buona intenzione di curare il decoro urbano, i competenti uffici comunali stanno portando avanti un’opera sistematica, con nuove smaglianti targhe al posto delle vecchie, in certi casi tanto malandate da essere quasi indecifrabili, ma il più delle volte appena patinate dal trascorrere del tempo, invecchiate sì, ma ancora ben leggibili.
    Un’innovazione palese è l’introduzione di caratteri tipografici con maiuscola iniziale e il resto minuscolo per distinguere i nomi, lasciando le lettere capitali solo per i cognomi e altre scritte. Poco male se s’infrange una millenaria tradizione epigrafica: oggi con le moderne frese computerizzate che hanno sostituito gli scalpellini si può far di tutto. Assai più discutibile è l’annullare una varietà di manufatti realizzati in tempi diversi, con differenti caratteri, stili e impaginazioni; talvolta con scritte e sigle accessorie che richiamavano precedenti sistemi di suddivisione e gestione della città. Brevi testi sui quali si erano posati gli occhi di migliaia e migliaia di persone prima dei nostri, contribuendo a farci sentire più o meno inconsciamente parte di una comunità nel suo fluire nel tempo e non appiattita in un presente lindo ma senza storia. Oltre che il significato, qui è importante anche l’oggetto significante.

    Alcuni ammodernamenti rasentano il grottesco. Ad esempio, in Albaro in una targa si legge ora “VIA / Renzo RIGHETTI / MEDAGLIA D’ORO / AFRICA ORIENTALE 1936 – XIV”, con quel curioso e inspiegabile “XIV” finale. Per comprenderne il significato basta andare all’altra estremità e a metà della strada, dove sono ancora rimaste le vecchie scritte col nome “RENZO” in lettere capitali e due lettere puntate che appena si intravvedono, abrase ma non cancellate del tutto, le quali spiegano il numero romano che le precede: “E.F.”, ovvero “quattordicesimo anno dell’Era Fascista”. L’aver copiato solo ciò che è più evidente, forse senza neppure capirne il senso, ha cancellato la memoria di un periodo di certo esecrabile, ma che appartiene comunque alla nostra storia e di cui la targa rimossa era testimonianza concreta risalente a una settantina d’anni fa.

    Assai più increscioso è quanto accaduto tra via Garibaldi e piazza Portello, dove corre “VIA / ROCCO LURAGO / ARCHITETTO, INSIGNE ARTISTA DEL 1500 / AUTORE DEL PALAZZO TURSI”, come si leggeva nella vecchia insegna e si continua a leggere nella nuova da poco rifatta con identico testo (a parte il “Rocco”). Si è di fronte a un grave svarione, risalente all’opera di Raffaele Soprani e Carlo Giuseppe Ratti, Vite de’ pittori, scultori e architetti genovesi del 1768, ripreso dal trattatista neoclassico Francesco Milizia nel suo Memorie degli architetti antichi e moderni, del 1781, e poi acriticamente da tutti i successivi autori di guide e libri d’arte, finché nel 1968 Ennio Poleggi, col fondamentale Strada Nuova, una lottizzazione del Cinquecento a Genova, non ristabilì la verità storica: da un lato inoppugnabili fonti d’archivio assegnano la paternità del palazzo di Nicolò Grimaldi, poi Doria Tursi, agli architetti Domenico e Giovanni Ponzello; dall’altro la figura di Rocco Lurago viene drasticamente ridimensionata a collaboratore minore, un semplice piccapietra, per giunta in subordine al fratello Giovanni e addirittura un po’ pasticcione, se nel 1582 si becca una multa dall’Ufficio dei Padri del Comune per aver scassato il fondo stradale trascinando un carico di pietre giù da Carbonara.
    Mantenere la vecchia targa, nella quale il nome era decentrato per la presenza a sinistra di un elemento aggiunto – forse uno stemma o simbolo metallico – di cui restavano i fori di fissaggio a ricordarlo, aveva un senso anche come testimonianza di storia della storiografia e dei suoi fraintendimenti, che si sarebbero potuti opportunamente aggiornare apponendo una seconda targa esplicativa, mentre appare assai disdicevole che il nuovo marmo riproponga e legittimi l’errore perpetuandolo.
    È proprio il caso di continuare con queste sostituzioni, per lo meno con questo ritmo, con tali modalità ed esiti? Non sarebbe forse il caso di limitarsi alle situazioni davvero illeggibili, lasciando sopravvivere tutte le altre, magari sottoponendole a una semplice pulitura? Quanto ci è costato finora questo malinteso maquillage omologante e stravolgente di cui non si avvertiva il bisogno? Le targhe rimosse sono state conservate da qualche parte o distrutte?
    (Ferdinando Bonora)


  • OLI 332: PAROLE DEGLI OCCHI – Sanremo 2012


    Foto di Giorgio Bergami ©
    62° Festival della Canzone Italiana. Ancora una volta Celentano riesce a spaccare il Paese, tra chi si straccia le vesti per le sue parole, chi le approva e chi resta indifferente.
  • OLI 331: PAROLE DEGLI OCCHI – 12 febbraio 2012

    Foto di Giorgio Bergami ©

    Genova, ore 23 circa di domenica 12 febbraio 2012: è ormai certo che il 46% dei votanti alle primarie ha designato Marco Doria candidato sindaco della coalizione di sinistra per le prossime elezioni amministrative. La sindaco in carica Marta Vincenzi ha ottenuto il 27,5 % dei voti; la sfidante senatrice Roberta Pinotti il 23,6%.

  • OLI 329: PAROLE DEGLI OCCHI – Corbezzoli!

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    Corbezzolo [cor-béz-zo-lo] s.m. arbusto sempreverde con frutti costituiti da bacche rosse commestibili (fam. Ericacee) | corbezzoli! (antiq.), esclamazione di meraviglia, per alterazione eufem. di corbelli. Etimo incerto.

    Corbello [cor-bèl-lo] s.m. (pop.) 1 testicolo | rompere i corbelli, infastidire, annoiare | corbelli!, esclamazione di meraviglia 2 [f. -a] persona stupida, sciocca. ACCR. corbellone. Forma eufem. per coglione.

    (da Il Grande Dizionario Garzanti della Lingua Italiana)
  • OLI 328: PAROLE DEGLI OCCHI – Arrangiarsi

    Foto di Giorgio Bergami ©

    In tempi di vacche magre, anche offrire vecchie targhe degli autobus e dei tram di una volta, recuperate dall’abbandono di qualche deposito e divenute decorative testimonianze del passato, può aiutare a tirare avanti.