Categoria: Ferdinando Bonora
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OLI 297: STORIA – Per non dimenticare Sarajevo
Foto di Giorgio Bergami ©Giovedì 14 aprile si apre a Genova, nel loggiato del cortile minore di Palazzo Ducale, una mostra fotografica (rimarrà fino a domenica 17, nell’ambito di La Storia in piazza) con il reportage che Giorgio Bergami effettuò nella capitale della Bosnia-Erzegovina e dintorni nei giorni 1 e 2 Gennaio del 1993, per conto dell’Arci su invito dell’Onu.
In 51 pannelli riemergono memorie di una guerra che è bene non dimenticare.
Nel cimitero militare, una accanto all’altra sotto la neve, croci e mezzelune, tombe cristiane e tombe musulmane.
A manifestazione conclusa, l’autore donerà tutto il materiale alla Vijećnica, la Biblioteca Nazionale e Universitaria di Sarajevo, che ha perso ogni documentazione sul drammatico periodo dell’assedio.Per il programma de La Storia in piazza
http://www.palazzoducale.genova.it/pdf/2011/storia_in_piazza.pdf(Ferdinando Bonora)
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OLI 296: POLITICA – Il discorso di Berlusconi a Lampedusa
da Nerone di Alessandro Blasetti, con Ettore Petrolini e altri, 1930.(a cura di Ferdinando Bonora)
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OLI 293: AUGURI – Buon compleanno, Giorgio
Il 15 marzo Giorgio Bergami compie gli anni. Ci piace festeggiarlo presentando la sua prima tessera di “collaboratore fotografo” del quotidiano socialista Il Lavoro Nuovo.
Da poco diciassettenne, era stato fermato dalla polizia mentre fotografava uno sciopero e portato in questura.
Sandro Pertini, all’epoca direttore del giornale, non appena ne venne a conoscenza investì per telefono i responsabili dell’accaduto con una delle sue memorabili sfuriate, pretendendo – e ottenendo – l’immediato rilascio del suo fotoreporter.
Per evitare il ripetersi di simili incidenti, fece preparare seduta stante questa tessera che reca la sua firma di vecchio antifascista, protagonista della Resistenza, futuro presidente della Camera dei deputati e della Repubblica italiana. -
OLI 293: LETTERE – Il famigerato sonetto dello Pseudo Belli
Anonimo ha lasciato un bel commento chiarificatore in merito al post
OLI 287: POLITICA – Mignottocrazia alla romana
Riteniamo che meriti visibilità e lo proponiamo quindi tra le Lettere, invece che relegarlo in calce a quell’articolo.Potenza del web! Il sonetto (in versione non corretta e originariamente senza alcun titolo) è di mio fratello M.G., il quale, in una mail inviata il 23 novembre scorso a 24 tra parenti stretti ed amici, aveva premesso scherzosamente le seguenti parole: “Carissimi, nelle mie peregrinazioni in vecchie biblioteche ho trovato un inedito belliano. Mi ha colpito subito il livello assai più basso del sonetto rispetto alla produzione del grande Belli, tant’è che ho pensato all’opera di un suo rozzo e tardivo imitatore. D’altra parte come si dice: ’Quandoque dormitat Homerus noster’ Dormicchia talvolta il nostro Omero; poteva dormicchiare anche il nostro infaticabile Belli. Comunque, al di là dell’attribuzione, ve lo mando, se non altro come testimonianza di un’epoca”.
Poi tutto si è ampliato in progressione geometrica. Può interessare quanto ha scritto recentemente all’autore del sonetto uno dei più grandi studiosi di Belli: «Certo però evidentemente sei riuscito a intercettare un qualcosa che accomuna molte persone: di questo stavo scrivendo a una collega d’università, come cioè la diffusione ‘orale’ (in questo caso virtuale) e anonima sia irresistibile. Ed è buffo che adesso invece si sa chi è il famigerato anonimo… C’è da riflettere su quello che ti dicevo: perché una cosa come il tuo sonetto si è così diffuso, e anonimo, anzi gabellato per cosa di Belli? Perché riflette un “sentimento” comune e riesce a dire quello che tanti sappiamo? Perché la poesia, soprattutto quella in dialetto, “sembra” più libera di esprimersi? Perché l’anonimato (come succede per le favole, per le barzellette, e a pensarci bene anche per le parole) è più forte e potente?».
Analogamente al Vero Belli che consegnò a Monsignor Vincenzo Tizzani i suoi sonetti romaneschi per custodirli in una cassetta, con la disperata richiesta di bruciare tutto ad una prima, improbabile occasione, anche lo Pseudo Belli continua a farlo con me, Novello Monsignor Tizzani, e mi chiedo perché non li diffonda o non li bruci lui stesso.
Comunque, al di là degli altri 48 (più o meno su temi analoghi) che intercorrono tra quel primo equivocato sonetto che ha suscitato tante reazioni e il cinquantesimo, al di là della ventina di sonetti ancora successivi, preso atto che cercando con Google l’ultimo verso di quell’ormai famigerato primo sonetto vengono fuori, attualmente, circa 40.000 risultati, e constatando che c’è anche qualche pubblicazione cartacea che lo diffonde a firma Giuseppe Gioachino Belli, mi sembra doveroso rendere pubblico almeno il citato 50° sonetto:50 – L’equivoco
Ce sta quarche cervello sopraffino,
che letti du verzacci scritti in fretta,
ha penzato, je piji na saetta,
a la mano der Massimo Gioachino.Uno sbajo accussì, bestie da soma,
è come scambià er giorno co la notte,
come pijà le sante pe mignotte,
come scambià la Lazzio co la Roma.A parte er fatto che sti pochi verzi
a paragon de Belli è robba sciapa,
li fatti che s’allude so diverzi.Na scusa c’è pe ste teste de rapa:
osserveno, e pe questo se so’ perzi,
che come allora ce comanna er papa.E questo,come diceva padre Dante, ” fia suggel ch’ogn’uomo sganni.”
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OLI 291: POLITICA – Berlusconi tra gay, comunisti e la Sora Cesira: la tragedia di un uomo ridicolo
La Sora Cesira, geniale mix di inventiva e bravura tecnica divenuta ormai un Cult della satira, dopo l’esilarante The Arcore’s nights (ridoppiaggio di Grease ispirato al caso Ruby, con John Travolta e Olivia Newton-John imitati e sottotitolati in inglese maccheronico) ci ha regalato ora Gay, parodia del musical A Chorus Line, prendendo spunto dalle recenti esternazioni del presidente del Consiglio per ingraziarsi l’elettorato cattolico e le gerarchie ecclesiastiche.
La risata come nuova resistenza, per non abbassar la guardia e poter continuare almeno a ridere. Si ride, ma è un riso amaro, su chi ha ridotto l’Italia a zimbello del mondo e su cui il resto del mondo ride.I momenti salienti del grottesco comizio di Berlusconi su comunisti, scuola, famiglia, gay ecc. al congresso dei Cristiano riformisti a Roma:
Per saperne di più sulla Sora Cesira,
con i suoi video, compreso The Arcore’s nights
http://lasoracesira.blogspot.com/(a cura di Ferdinando Bonora)
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OLI 291: PAROLE DEGLI OCCHI – E la Bandiera dei tre colori…
Genova, Via dei Giustiniani: alla finestra di una bella facciata, ridipinta all’antica pochi anni fa, sventola la bandiera italiana. Nell’assenza, in questo periodo, di campionati mondiali di calcio o altre analoghe manifestazioni, interpretiamo quest’esposizione del tricolore come uno dei segni della volontà popolare di celebrare il 150° anniversario dell’unificazione nazionale; con qualche anticipo rispetto alla data del 17 marzo e in risposta a coloro che vorrebbero non festeggiare tale ricorrenza sulla quale tutti noi cittadini di un’unica Repubblica fondiamo la nostra convivenza civile.




