Categoria: Istituto Agrario Marsano

  • OLI 421: AMBIENTE – Il Marsano tra tradizione centenaria e PUC prossimo venturo

    L’Istituto Agrario Marsano di Sant’Ilario a Genova è un’eccellenza nel panorama della conservazione della tradizione ligure. Fin dai tempi della sua costituzione Bernardo Marsano pensò a qualcosa che servisse alla creazione di posti di lavoro per i giovani attraverso la trasmissione di tradizioni agrarie arricchite dalle “nuove tecnologie”. Oggi, una nuova tecnologia potrebbe essere considerata una delle attività più antiche al mondo che si è persa: saper costruire a mani quasi nude un muretto a secco, uno di quei tanti che caratterizzano il paesaggio ligure e che hanno contribuito alla sua trasformazione nel rispetto delle proprietà di drenaggio dell’acqua.
    La gara dei muretti a secco che si è svolta giovedì 12 febbraio 2015 tra le classi delle varie succursali della scuola sparse per il territorio della provincia genovese ha trovato una giornata primaverile a mezzo febbraio. Bene per tutti: per i ragazzi che amano, a quell’età, muovere le mani più che piegare la testa sui libri, bene per i professori che hanno modo di conoscerli anche al di fuori dei banchi in un contesto pratico, per gli invitati esperti di muretti a secco ben felici di trasmettere le proprie conoscenze, e per gli ospiti con la fortuna di ammirare il paesaggio mozzafiato che si gode da quel posto selezionato. La professoressa Angela Comenale ci spiega nel video come mai sia così importante non perdere questa tradizione, fatta di saperi locali, lontani, e di natura che si incastra tra le pietre accatastate.

    Eppure, in mezzo a questo paradiso, incombe ancora una voce strana del Piano urbanistico comunale che presto passerà in Consiglio a Genova: una strada prevista in zona ma stranamente non disegnata, per scelta, per non segnare graficamente la pretesa assurda di attraversare il Marsano con una viabilità verso il nulla dei terreni a levante, pronti per una possibile speculazione, una cosa che nessuno vorrebbe votare ma che qualcuno pretende con forza ed insistenza.
    Una situazione più volte segnalata dalle associazioni ambientaliste, da alcuni gruppi politici, dal Marsano stesso che attende da anni un riconoscimento ministeriale di area protetta che non arriva, senza comprenderne la ragione.
    (Stefano De Pietro)

  • OLI 400: LEVANTE – Photovoice, com’è bello andare al Marsano

    L’interno del Marsano a Genova Sant’Ilario

    I colorati, i benevoli, gli ottimisti: così si sono definiti gli allievi del Marsano, Istituto di Agraria, nel progetto Photovoice, un lavoro che hanno effettuato con l’Università di Scienze della Formazione, secondo un metodo di ricerca-azione partecipata, che ricorre allo strumento della fotografia con la finalità del cambiamento sociale.
     I ragazzi, suddivisi in gruppo, hanno fotografato il panorama, il mare, la collina, i giardini, ma anche il buco nel muro dell’aula, le serre dismesse, la centrale solare in disuso, i cassonetti, i marciapiedi, le strade ingombre di auto della città. Sulla collina di S’Ilario, in una scuola da salvare, in una scuola da esportare, quali sono i motivi di Benessere  “in luogo”, titolo del progetto, o il malessere che invece provano questi adolescenti nell’ambiente scolastico e nella vita di tutti i giorni, questo sentire lo hanno espresso in foto tenere, quasi “classiche”, loro la generazione internet.
     “Un posto da sogno il porticciolo di Nervi”, “quel buco nel muro della classe mi fa pensare a quanti soldi si spendono per l armi e non per le scuole”, così scrivono.
    E’ un grido di aiuto per la loro scuola tanto speciale e bisognosa di manutenzione, che li fa dire di “provare serenità, apprezzare il silenzio e la pace” quando lavorano la terra. Scrivono anche su FB come Amici del Marsano , ma non per lisciarsi i prof. Sono fieri di avere ricostruito un giardino medievale con l’attenzione persino al materiale usato, non bambù, giunto soltanto nell’800 nel Mediterraneo, ma fibre di canne. Così il giardino rinascimentale con le erbe aromatiche di allora, che sono ancora le nostre, dal rosmarino alla salvia, mentre un piccolo orto “sinergico” mette insieme fiori ed ortaggi che si aiutano a crescere a vicenda, concimati soltanto con il cippato pulito che si ricava dalla potatura delle piante del parco. Un entusiasmo sincero per le attività che svolgono, con quegli insegnanti che non mollano mai, coltivano piantine da fiore annuali o piante ornamentali, che rivendono, ma le serre in funzione sono soltanto due, le altre, ottocentesche, sono dismesse e sarebbero da restaurare.
    Un inno alla terra in questo periodo di riscoperta dell’agricoltura, a cui molti giovani ritornano come chance di lavoro e stile di vita e il vedere che questa scuola tanto preziosa sia oggetto di una non particolare attenzione dalle Istituzioni, stupisce davvero. Ora il prossimo Festival della Scienza farà tappa per la vecchia centrale solare, che l’Enel si era impegnata a recuperare in cambio dell’installazione di una centralina e poi non ne fece nulla: è un prototipo voluto dal suo fondatore, che costruì l’edificio con la funzione di scuola e null’altro, lasciando un vasto terreno con serre, terrazzamenti, casette per gli attrezzi. Un luogo insidiato tempo fa persino da un’ipotesi di strada che la spaccava a metà, come se all’improvviso ci si dovesse arrivare rombando in Suv in questo spazio di pace.
    Ebbene, questa gioventù “sdraiata” definita arida, insensibile, ha individuato nel “paesaggio” la principale fonte di benessere, secondo i risultati del progetto Photovoice, e nel degrado, l’abbandono, la cementificazione il malessere del contesto in cui vivono. Anche nell’ambiente-scuola conta il paesaggio: quanto è importante collocare gli edifici scolastici, l’andare a scuola in un posto che ti emoziona, chissà se lo capiranno prima o poi anche i nostri governanti che sempre, anche in questi giorni, parlano di educazione, di scuola, bla bla bla e poi tutto resta come prima con le scuole a rischio-vita.

    (Bianca Vergati – foto di Angela Comenale)

  • OLI 320: LETTERE – Salviamo l’Istituto Agrario Marsano

    Riceviamo dal Collegio dei docenti dell’Istituto Marsano una lettera in risposta all’articolo di Oli 319 dove abbiamo parlato del progetto di nuova strada a Sant Ilario e dei danni che ne derivano al parco dell’istituto stesso. Pubblichiamo la presa di posizione del Collegio dei docenti.


    Il Collegio dei Docenti
    Sentita la relazione del dirigente scolastico prof.ssa Marcella Rogai nella quale si evidenzia che:
    – da giorni si leggono sui quotidiani locali notizie confuse ed imprecise sulla “strada di S. Ilario”;
    – la soluzione progettuale che, nei giorni scorsi, è stata descritta solo verbalmente all’Istituto dall’Assessore Margini corrisponde nella sostanza a quella già proposta l’anno scorso, quando era stata addirittura inserita nella cosiddetta variantona al PUC (e poi stralciata a seguito delle Osservazioni e di un ricorso al Tar dell’Istituto), destinata a tagliare in due parti il Podere Costigliolo, nucleo centrale e di maggior valore del parco di pertinenza dell’Istituto;
    – che l’Istituto, fondato nel 1882 su lascito di Bernardo Marsano, quale Regia Scuola di Agricoltura, è da 129 anni un riferimento per Sant’Ilario e per la città, come abbiamo potuto nuovamente constatare anche nel corso della recente “Settimana dei Paesaggi sensibili”, che si è svolta dal 15 al 22 di ottobre: Italia Nostra ha infatti eletto il Podere Costigliolo a “Paesaggio agrario sensibile”;
    – che sono intervenuti alle iniziative proposte dalla scuola esponenti delle istituzioni particolarmente attenti ai temi trattati, genitori, ex studenti ed anche cittadini che negli anni si sono confrontati con le innumerevoli iniziative proposte dal nostro Istituto.
    Considerato che
    Al Marsano ci chiediamo: ma perché si deve proprio tagliare il Podere Costogliolo con la ferita di una strada che lo attraversa in pieno per arrivare a via del pianello, pena l’esproprio e quindi pena la cessazione delle attività educativo/didattico/formative che hanno una così unica e preziosa ricaduta sulla città?
    Il Collegio Docenti
    delibera che
    la soluzione proposta non è assolutamente accettabile, sia per le esigenze connesse ai vincoli culturale e paesaggistico che tutelano unitariamente i beni dell’Istituto, sia per elementari esigenze di sicurezza di studenti e docenti, che uscendo dall’edificio principale della scuola per recarsi nelle serre per le esercitazioni pratiche dovrebbero attraversare quello che oggi è un viale privato, ma che in questo modo diventerebbe di fatto una strada pubblica.
    Il Collegio delibera, inoltre, di dare ampio mandato alla Dirigente ed agli organi collegiali, deputati alla gestione dell’attività dell’Istituto Marsano, affinché il patrimonio paesaggistico della nostra scuola (dichiarato di “interesse culturale particolarmente importante” il 3 marzo 2011, con Decreto del Direttore Regionale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Liguria) sia salvaguardato secondo quanto prescrivono le leggi nazionali ed europee.

    Approvato all’unanimità nella seduta del 11 novembre 2011

  • OLI 319: AMBIENTE – Dà fastidio la scuola dei muretti a secco

    Disegno di Guido Rosato

    E così alla fine ce l’han fatta. Per ora.
    Sant’Ilario avrà una nuova strada: con un emendamento al Puc, presentato in Commissione Urbanistica all’ultimo momento mercoledì 3 novembre, si stabilisce che ci sarà un nuovo tracciato per servire gli abitanti delle zone alte. Peccato che gli abitanti siano poche famiglie, e che, comunque, l’Istituto Agrario avesse già dato disponibilità a cedere altri terreni pur di non compromettere il parco della scuola, Podere Costigliolo, nucleo centrale e di maggior valore del parco di pertinenza dell’Istituto.
    La sindaco si è riservata di rispondere “la prossima volta” al perché sia stata presentata quasi in sordina una “quarta“ versione rispetto a quella orginale.
    Al diavolo i vincoli culturale e paesaggistico che tutelano i beni dell’Istituto, un lascito voluto a scopi didattico-culturali; al diavolo le più elementari esigenze di sicurezza di studenti e docenti, che per recarsi da scuola alle serre per le esercitazioni pratiche dovrebbero attraversare quello che oggi è un viale privato, destinato secondo il progetto del comune ad essere tagliato in due parti, diventando di fatto una strada pubblica.
    Al diavolo il meraviglioso equilibrio di quel parco, delle sue fasce, del territorio.
    Il parere della Soprintendenza di cui si fa forte l’assessore ai lavori pubblici è solo “un orientamento di massima favorevole condizionato alla disponibilità dell’Istituto” e alla presentazione di “un piano generale dell’accessibilità dell’intero comparto – con particolare riferimento alla zona alta della collina” che giustificherebbe la realizzazione della porzione di strada, proposta dall’amministrazione.
    Ma l’Istituto è pronto da decenni, come ha costantemente ribadito, a cedere altri terreni di proprietà, in altre parti dell’abitato di Sant’Ilario, per realizzare il diverso progetto di strada che servirebbe “la zona alta della collina”.
    Questa disponibilità, apprezzata dagli abitanti di Sant’Ilario e ribadita al Comune, potrebbe finalmente risolvere la situazione per tutti, compresi i pochi che risiedono in Via Pianello.
    A questo punto la domanda è: a chi giova una strada di collegamento a terreni così poco abitati? Diverranno fra poco popolosi?
    Nel corso di quest’anno la Soprintendenza di Genova riconosce il “notevole interesse storico-artistico” del Podere Costigliolo sede dell’Istituto Agrario B. Marsano, e la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Liguria, ne decreta “l’importante interesse culturale”.
    Intanto gli abitanti di Genova Sant’Ilario alta chiedono di migliorare la viabilità con un tracciato a basso impatto ambientale, anche per risolvere i problemi di dissesto idrogeologico, un tracciato al quale l’Istituto Marsano ha già dato in passato disponibilità e spazi: una creuza già in parte esistente a nord-ovest, non una nuova strada a sud-est, come propone il Comune, squarciando il parco.
    L’ennesimo emendamento propone un nuovo tratto di viabilità di tipo agricolo-forestale: singolare che tale viabilità venga realizzata a scapito dell’unica realtà agricola di rilievo di quell’area, che sin dal 1882 si fa carico della formazione in campo agricolo ed ambientale, e della conservazione della biodiversità. Con una scuola frequentata da centinaia di alunni, dove si insegna pure a costruire i muretti a secco, tanto importanti per il nostro territorio.
    (Bianca Vergati)


    L’articolo di Bianca Vergati ha avuto un seguito con una lettera del Collegio dei docenti dell’istituto in Oli 320.