Categoria: Società

  • LE CARTOLINE DI OLI.5: SOCIETA’ – I desilenziatori


    Su Radio 3 questa estate, dal 2 luglio al 25 settembre, ogni sabato e domenica mattina alle 9.30, splendide lezioni di musica, da scaricare e risentire con calma, d’inverno:

    http://www.radio3.rai.it/dl/radio3/programmi/PublishingBlock-4e02a2ec-4046-486f-b7b2-54b8a5ab86ab.html?refresh_ce



    Si tratta di ventisei lezioni curate da Giovanni Bietti, tenute da grandi musicologi e musicisti

    italiani; un’iniziativa divulgativa rielaborata per la radio, promossa dalla Fondazione Musica per Roma e dall’Accademia di Santa Cecilia.

    Bene, durante una di queste lezioni il docente, di cui purtroppo non ricordo il nome, parlava dell’importanza del silenzio nella musica. E nel discorso citava il suo incontro, avvenuto qualche tempo fa, con una strana parola: il “desilenziatore”. Aveva scoperto, con una stretta al cuore, che questo era il termine usato per definire la musica di fondo che viene immessa ormai ovunque. L’orrore, la minaccia, del silenzio, horror vacui sensoriale da cui difendersi con accanimento.

    Scopro che dei “desilenziatori” aveva parlato un articolo della sezione domenicale di La Repubblica del 2 luglio 2006. Ve ne propongo l’interessante lettura:

    http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2006/07/02/dal-supermarket-all-aeroporto-prigionieri-della-musica-flebo.html





    (Paola Pierantoni)



  • OLI 310 : G8 – 2001/2011 Il ricordo ed il futuro

    La memoria profonda del G8 2001 sta animando Genova in questo mese di luglio incerto, affaticato, raramente assolato; proiettato in un presente – futuro spesso caratterizzato dalla parola baratro, speculazione, reazioni angoscianti, fantasmi finanziari, prepotenza dei mercati. Come se poi dietro a tutto questo mondo oscuro e che si muove alle spalle non ci fossero persone in carne, ossa e con gioielli, banche, denaro al limite dell’evanescenza, potere, armi.
    Il decennale del G8 ha l’ambizione di avere come spazio di riflessione e di azione il frammento linguistico a potenzialità atomica “Voi la crisi, noi la speranza”. Voi e noi, la crisi e la speranza: un voi che lavora per mantenere privilegi e ingiustizie e un principio “libertà”, che come dice Stephane Hessel (Indignatevi) è come “la volpe nel pollaio”: E un noi che continua a ricercare fili e motivazioni per un mondo migliore, non più possibile ma necessario, radici e futuro per uno stare insieme a condividere gioia e dolore, secondo quel che la vita è, solidarietà e fratellanza fra noi umani e la madre terra che ci nutre. E una libertà che o è di tutti o non è.
    Il decennale del G8 ha già camminato molto dal 24 giugno, con una bella mostra, Cassandra, con dibattiti, riflessioni, manifestazioni culturali, teatro, musica, poesia. Buone parole sono circolate, dense di significato, ansiose di sapere e di ricostruire un profilo degno alla verità dei fatti. Nel centro della città e nelle periferie. E poco ha contato se i gruppi in ascolto, in riflessione e talvolta in conflitto, fossero numerosi o scarni. Alla fine saranno sempre tantissimi ad aver comunicato ad essersi confrontati con il ricordo e con il futuro, ad aver appreso dall’esperienza.
    Grande merito va al piccolo – grande gruppo di persone, che senza retorica, nostalgie da reduci, rancore, ha trovato il coraggio civile e l’energia vitale per portare a termine un programma di tale portata. Un vero esempio di partecipazione attiva e sapiente. E merito va anche alle istituzioni democratiche di Genova che hanno saputo interagire, mettendosi a disposizione per la pienezza della democrazia che, Aristotele docet, deve essere cooperazione ed amicizia.
    Ora ci sono le cinque giornate finali e cruciali del programma, con Piazza Alimonda il 20, la manifestazione da Sampierdarena a Caricamento e gran concerto di liberazione il 23, l’assemblea internazionale del 24 per chiudere il cammino, segnando nuovi sentieri per la speranza.
    (Angelo Guarnieri)

  • OLI 309: SOCIETA’ – New economy, tra “Compra oro” e Monte di Pietà

    Sulle pagine genovesi di La Repubblica del 6 luglio sono apparsi alcuni articoli sul boom dei “compra-oro”: in questo momento di crescente difficoltà economica, molte famiglie, spesso anziani, trovano nella vendita dei gioielli di famiglia il modo più veloce di affrontare una spesa imprevista, o semplicemente di arrivare alla fine del mese. I “compra-oro” nascono e muoiono in pochi mesi, i negozi sono sparsi un po’ in tutta la città: l’oggetto venduto viene valutato sul momento, il prezzo, non contrattabile, si aggira a circa la metà della quotazione dell’oro (16-18 euro contro 33), il giro d’affari di un piccolo negozio è valutato sui cinquemila euro mensili, ma altri raggiungono cifre ben più elevate. I vari articoli affrontano altri aspetti, quali la comparsa di compratori che offrono valutazioni a domicilio, ed in tal caso il passo verso la truffa è a portata di mano.
    Un commento al problema è dato dall’intervista a Don Marco Granara (rettore del Santuario della Guardia e presidente della Fondazione Antiusura) che, se da un lato invita ad una prevenzione del fenomeno attraverso una maggior coscienza critica su consumi necessari e superflui, dall’altro lato punta il dito contro la classe politica, spesso pronta ad autorizzare l’apertura di nuovi casinò, sicuramente redditizi per le finanze erariali, ma portatori di fenomeni di dipendenza.
    La panoramica si conclude con un trafiletto riguardante il Monte di Pietà, gestito dalla Carige, sito nel palazzo di fronte al teatro Carlo Felice: qui, recita l’articolo, “un grammo d’oro lo pagano 6-7 euro, circa un terzo della quotazione ufficiale”: trascorsi 4-6 mesi dalla scadenza, gli oggetti non riscattati vengono venduti all’asta.
    Naturalmente tale servizio non è confrontabile con quanto offerto dai negozi “compra-oro”: infatti, mentre al Monte di Pietà gli oggetti sono riscattabili, i “compra-oro”, per il bene venduto, offrono un corrispettivo in denaro e la transazione è conclusa ed irreversibile.
    A livello legislativo, l’ordinamento dei Monti di Pegno è regolato dalla Legge 10 maggio 1938, n. 745 (*), parzialmente modificata dal Testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia (Decreto legislativo 1 settembre 1993, n. 385) ed ancora dal Decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 342: sulla stima rimane comunque valido l’art.12 della legge del 1938, che recita: “Il giudizio di stima è fatto da un perito, il quale deve garantire all’ente mutuante in caso di vendita all’asta della cosa costituita in pegno, l’integrale ricupero dell’importo del prestito e dei relativi interessi ed accessori”.
    Da qui la diversità di valutazione tra i “compra-oro” ed il Monte di Pietà, istituzione antica che ha svolto un indubbio ruolo sociale.
    Che continui a svolgerlo ancora oggi, mentre sono così carenti forme di microcredito e di sostegno al reddito meno penose e umilianti, lascia però un senso di disagio.
    A maggior ragione sarebbe interessante avere un’evidenza pubblica delle rese finali delle vendite all’asta, di come vengono svolte, dei guadagni dei compratori che frequentano abitualmente questo mercato della miseria.
    (*) http://www.isaonline.it/s/gestione/show-main-frame.inc.php?url=/mag/Legge745-1938.html
    (Ivo Ruello)

  • OLI 307: NO TAV – Quella benna contro la gente

    27 giugno 2011, presidio No Tav in Valsusa sgomberato dalla Polizia. Sfuggito al commento dei giornalisti è l’operato della macchina “forbice”, che ha tagliato le strutture incurante della presenza di persone nella sua area di lavoro. Il fatto viene denunciato da Alberto Perino, leader dei No Tav, che parla senza mezze misure di un tentativo di omicidio.
    Certamente si tratta di una forzatura dai risvolti penali, perché la legge non autorizza certo lo sfondamento di cortei usando benne gigantesche in diretta prossimità della testa della gente. Se ne ricava un’idea di mancanza di professionalità da parte della dirigenza dell’ordine pubblico, interessata solo a “far presto” senza curarsi minimamente delle possibili conseguenze di tale operato. Il ministro Maroni parla invece di uno sgombero effettuato con grande merito da parte delle forze dell’ordine.
    Adesso si attende la reazione dei No Tav che, se sfocerà in una denuncia, causerà l’apertura di un’indagine da parte della magistratura. Di certo in questa storia resta l’immagine di una “benna” che taglia delle strutture metalliche sulle quali sono saldamente aggrappate delle persone: non è certo l’immagine di una grande democrazia occidentale.
    http://www.youreporter.it/video_Scontri_no_tav_infuria_la_battaglia_sassaiola_1 (la benna in azione)
    http://tv.repubblica.it/copertina/perino-riempiti-di-lacrimogeni-da-far-paura/71543?video (intervista a Alberto Perino, leader dei No Tav)
    (Stefano De Pietro)

  • OLI 306 – TRASPORTI: Il “Colombo” vola basso

    L’Aeroporto di Stansted in un modellino al Science Museum di Londra.

    Aeroporto di Stansted, Londra, Regno Unito. Organizzazione capillare, segnaletica chiara, spazi aperti, nessuna illuminazione elettrica diurna dell’ambiente comune grazie alle ampie superfici vetrate, si scende dall’aereo e si va a piedi, circondati da personale di controllo, in una strada obbligata da due cime di segnalazione. In pochi minuti, nonostante una coda inusuale di circa 500 persone, si passa la frontiera, si scorgono funzionari che dall’alto analizzano la situazione alla ricerca di visi sospetti. I bagagli sono già sul nastro al nostro arrivo.


    Aeroporto Cristoforo Colombo, Genova, Italia, una settimana dopo. Dall’aereo si scende e ci si trova su un piazzale dove per trovare l’uscita ci si affida a “dove vanno tutti”. Si sale a piedi due rampe di scale, si arriva a far vedere i documenti in una fila che termina sotto un cartello di divieto di accesso, anche qui ci si affida a dove van tutti; le valige arrivano dopo dieci minuti di attesa: distanza tra aereo e nastro, centro metri. E poi, la chicca finale, la foto qui sotto parla da sola. Troneggia in basso nel cartello anche un sottinteso non infastiditeci con richieste d’informazioni, visto che le stesse possono essere richieste solo per fax o email. Genova, come Repubblica Marinara, avrebbe ancora da insegnare al Nord Europa. Ma come Comune della Repubblica Italiana gli standard europei sono distanti.

    Aeroporto di Genova, il cartello di benvenuto per i turisti stranieri e di bentornato per gli italiani.
    Foto © 2011 – Stefano De Pietro

    (Stefano De Pietro)

  • OLI 306: SOCIETA’ – Inciviltà stradale

    “Vuoi il mio posto? Prendi il mio handicap”: si tratta di una campagna contro il parcheggio abusivo nelle zone riservate ai portatori di handicap, caldeggiata da un “meetup” di Beppe Grillo a Sanremo (IM). Il biglietto, autoprodotto e utilizzato dagli attivisti del movimento di Grillo, sarà posto nel tergicristallo delle auto posteggiate in modo irregolare, stigmatizzando su un problema molto diffuso in Italia. L’iniziativa del meetup sanremese riprende quelle già svolte in passato, segnalate in un articolo del 2006 di parcheggi.it (http://www.parcheggi.it/index.php?page=viewnews.php&rc=1&idNews=630).
    Ed è solo un lato della medaglia. Al problema dell’uso dei posteggi per disabili da parte dei furbetti, si aggiunge quello dell’uso delle zone a pagamento, dove in mancanza di una norma nazionale l’uso gratuito degli spazi a pagamento è vincolato da norme contrattuali negli accordi tra comuni e concessionari, per cui si assiste a disparità di trattamento nei vari comuni italiani. Un primo tentativo di ordinamento è stato fatto dalla Commissione trasporti della Camera a maggio 2011, con indicazioni chiare sull’obbligo di sosta gratuita quando gli “stalli” per disabili siano tutti occupati.
    L’iniziativa del meetup sanremese non perde comunque d’attualità: potrebbe essere un buon esempio da importare anche in altre città d’Italia.
    (Stefano De Pietro)

  • OLI 303: ELEZIONI – Come è cominciata

    Messaggini dall’Italietta
    fra un casellante nella nebbia
    e un pensionato, ex, ma di tante storie.
    Parole, persone, cellulare. Tutto vero!
    Il casellante si chiama Italo.
    E’ del profondo Nord. Ama l’Italia unita.

    Notte di febbraio.
    I: Gramsci a Sanremo!!!
    Ma che cazzo succede
    In quest’Italia, spacciata?

    P: solo a Sanremo.
    Nessuno sa chi è.
    Tranquillo e allegri!

     I: “che questa maledetta notte
    dovrà ben finire…” Milano,
    Napoli, speriamo Cagliari.

    P: forse le prime luci di un nuovo giorno?

    I: e Trieste, anche le provincie,
    sembra Mantova e Varese e Pavia,
    che sono avanti di poco e dovevano
    stravincere, e a Napoli, De Magistris
    è avanti di venti punti. Da solo contro tutti.
    Altro che, abbiamo sbagliato candidato!
    E’ quasi ora che qualcuno alzi il telefono
    “pronto Barak, avrei un problema”.

    P: ma anche Barak ce l’ha!

    I: ma non penso chieda consigli a Berlusca…

    P: spero li chieda a Nobel, quello del premio

     (Angelo Guarnieri

  • OLI 302: SOCIETA’ – Questo non è un paese…

    Una telefonata annuncia da Torino che un valente giovane ingegnere, trentenne circa, simpatico ed intraprendente, ha trovato un lavoro con contratto a termine, non si può certo specificare alla prima di che tipo, in una piccola azienda della magnificata città del nord.
    Dopo aver brillantemente conseguito la laurea a Palermo, di pregio nel campo, 5 anni fa, dopo aver svolto svariati lavori e lavoretti, spazianti dall’elettronica alla baristica intensiva, dopo aver coltivato sogni di autonomizzazione e maturazione nella terra di nascita e d’origine delle sue origini, compresi affetti, attaccamenti, passioni, in particolare per la musica, dopo mesi di noia e sconsolazione, dopo aver contato tutte le pietre che collegano la casa alla piazza e la piazza alla casa e che sono il tracciato che fanno dire ai paesani di un disoccupato che “quello lì, come tanti, non avendo da fare va a casa e mangia”, ha preso la decisione, violenta come uno strappo, dolorosa e necessaria, ma anche aperta alla conoscenza e alla curiosità, di salire al nord, di prendere il metaforico treno del sole, che non esiste più se non in una canzone e in una montagna di ricordi che si vuole rimuovere dalla storia e dalla coscienza collettiva, sostituito dai viaggi spezzati delle andate e ritorno, dei voli low-cost, dei traghetti super veloci, dei week end rubati, delle albe in treno, della santificazione delle feste, delle passeggiate con gli amici. Come se si volesse annullare la condizione di emigrato; come se la nuova condizione di immigrato non dovesse essere più una rottura, una beanza oscura, e quindi si potesse annullare, con i nuovi potenti mezzi della tecnologia, lo spazio angosciante e infinito che separa e unisce l’immigrato e l’emigrato. Sia per i giovani siciliani sia per i giovani africani.
    Lo spazio di pensieri e di sentimenti che si è voluto annullare nel pubblico sentire e nel pubblico manipolare affinché la paura del diverso desse qualche appiglio alle nostre fragili identità e la libertà potesse realizzarsi anche nell’essere liberamente razzisti.
    Buona fortuna giovane amico ingegnere. Che tu possa essere padrone della tua vita. Che tu possa crearti la tua vita. Non sei solo. Ci sono milioni di giovani in ricerca che vivono sottomissione e umiliazione, ma che, come te e come i giovani di Plaza della Catalunya e di Puerta del Sol, possono ritrovare la strada dell’indignazione, dell’impegno, del potere dell’essere insieme, dell’allegria e della libertà non regalata e non comprata.
    Da alcuni anni circa duecentomila persone, in grande maggioranza giovani, partono dal sud Italia per andare a cercare lavoro e fortuna nel Nord Italia o in Europa. Quasi tutti migliorano la loro condizione.

    Qualcuno ne soffre al punto di perdersi. Una parte ritorna e ricostruisce una presenza più esperta nella sua terra. Questo è un bene, ma la sua terra è sempre la stessa. Un luogo di bellezza indicibile, rubata alla gioventù, ancorata a un mostro che governa spreco, inefficienza, stagnazione. Ma forse cambierà.

    Nel frattempo Report ci informa che dal 2000 ogni anno fra i 30 i 45 mila giovani, post.doc, ricercatori, studiosi e scienziati, prendono la via dell’estero.

    Che di solito al’estero non esistono contratti precari e annichilenti. Che la remunerazione, salari, borse, benefit sociali, è degna di questo nome. E si vedono i giovani intervistati, che sembrano avere in loro la forza della rappresentanza, parlare con soddisfazione e pienezza di queste esperienze.
    Nonostante la nostalgia, che depurata, in questo caso è sentimento positivo.
    I cervelli in fuga, nel demente gergo mediatico, che quando li si nomina non si può fare a meno di pensare agli alluci che rimangono qua.
    Ma se tante giovani persone sono così valorizzate all’estero, vuol dire che il nostro sistema scolastico non è poi così male. E poi senza questa ricchezza di energia e di creatività, che dovrebbero associarsi al lavoro, che ne è dell’Italia, che ne sarà?
    L’Italia non è un paese per…
    (Angelo Guarnieri)
  • OLI 302: SOCIETA’ – Vecchie, anziane e studentesse

    Il motore di ricerca di immagini di Google è uno strumento molto utile: mette a disposizione infatti una straordinaria quantità di materiale visivo – fotografie, disegni, illustrazioni, riproduzioni di opere d’arte – che può essere utilizzato per presentazioni, lezioni, documentazione di diverso genere.


    Anche uno strumento apparentemente neutro può però rivelare i pregiudizi e gli stereotipi della società che rappresenta: basta provare a ricercare immagini relative ad un medesimo soggetto, ma in due lingue diverse.

    La ricerca di immagini basata sul sostantivo italiano “studentesse” fornisce, accanto a una minoranza di ragazze con zainetti o intente nella lettura, un allegro e prevalente campionario di fanciulline più o meno scosciate che ammiccano maliziose o che ostentano biancheria sexy. La medesima ricerca, basata però sull’inglese ”student girl” ci presenta solo due immagini “piccanti” su 4 pagine disponibili alla prima schermata.
    Altre sorprese vengono da ricerche su diverse età della vita: in italiano le ricerche “donna vecchia” e “donna anziana” producono un orrido campionario di befane, carampane e vecchie streghe, buone tutt’al più come testimonial per pannoloni e dentiere.
    In inglese, invece, la passerella dei mostri è limitata a”old woman” (donna vecchia) mentre “elderly woman” (donna anziana) ci rimanda a arzille vecchiette con nuvole di capelli bianchi o a anziane signore energiche e ben tenute, come tante ne esistono anche alle nostre latitudini.
    Per trovare immagini comparabili in italiano bisogna cercare “donna anziana bella”, e allora le streghe spariscono e si intravede un barlume di normalità.
    Insomma, in Italia la donna giovane è sempre un oggetto sessuale e la donna vecchia sempre un relitto, mentre all’estero prevale un atteggiamento più equilibrato, anche se la vecchiaia in quanto tale proietta comunque immagini di bruttezza e disagio.
    Ancora una volta, il nostro paese umilia le donne e non ne riconosce il valore, a parte, naturalmente, quello dell’avvenenza fisica. Triste, ma vero.
    (Paola Repetto)
  • OLI 301: CITTA’ – Tutti in piazza



    Sabato 14 maggio. Piazza De Ferrari, cuore della Genova moderna, ospita come sempre la variegata complessità di situazioni di cui è fatta la città. A distanza di poche ore, manifestazioni assai diverse per spirito, stile, modalità e partecipanti.

    In mattinata, nell’ambito del convegno “Unità, Federalismo, Fraternità: un percorso possibile”, promosso a Palazzo Ducale dal cattolico Movimento dei Focolari in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, è stato predisposto uno “stand artistico-creativo per coinvolgere i passanti”, con un grande icosaedro troncato cosparso di variopinte impronte di mani e alcune gioiose ragazze che dispensano in letizia abbracci alla gente.

    http://www.focolare.org/it/news/2011/03/22/convegno-%E2%80%9Cunita-federalismo-fraternita%E2%80%9D/

    Nel pomeriggio, un’affollata vivace protesta che ha unito diversi comitati sorti contro una certa modernità che avanza proponendo in tutta Italia innovazioni lusinghiere, che però non convincono tutti: a molti esse appaiono soltanto opportunità di arricchimento per pochi speculatori e cause di irreparabili devastazioni del patrimonio comune.

    http://www.dibattitopubblico.com/genova/

    (Ferdinando Bonora, foto di Giorgio Bergami ©)