Categoria: Movimento 5 stelle
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OLI 361: INFORMAZIONE – Ma è stampa questa?
Eppure ci sono i gruppi di lavoro serali e notturni, sull’energia, sul lavoro, sulle partecipate, sui rifiuti, che tritano argomenti e sfornano, almeno ci provano, soluzioni. Ci sono le riunioni plenarie con cento persone ogni volta, stabili, in crescita, con le relazioni di tecnici che spiegano oggi il bilancio, domani la raccolta differenziata. C’è la webtv che sta partendo e che già ha dimostato le sue potenzialità. Ci sono i voli pindarici verso una società dove i cittadini aiutano 40 lavoratori della centrale del latte a continuare a vendere il latte, sputando in faccia a chi chiude la centrale. Ci sono gli articoli sul sito web che descrivono i piccoli e grandi successi dei cinque consiglieri comunali del cinquestelle, che fanno anche errori, che non sempre sono preparati sugli argomenti delle commissioni e dei consigli, divisi tra l’impegno istituzionale e i propri impieghi. Ci sono i comunicati stampa, e tutto l’impegno di pubblicare in anteprima i documenti in discussione in consiglio e nelle commissioni, chi mai lo aveva fatto prima di loro? Li consultano anche i consiglieri di altri gruppi, che si stupiscono loro stessi della loro trasparenza. C’è l’impegno a voler cambiare il regolamento del consiglio comunale, con l’opposizione schierata di molti, per dare a Genova la possibilità di vedere verbali, di sentire gli audio, di consultare documenti direttamente sul sito del proprio comune.C’è la vittoria dei libri mastri, che impegna un assessore sordo a portare in commissione tutti i dati della contabilità di particolare delle partecipate del comune, e la battaglia affinché tale decisione del consiglio sia attuata, con interpellanze, mozioni, denunce alla stampa, naturalmente senza risultato. E la vittoria della differenziata porta a porta, una mozione tutta a cinque stelle. Ci sono le manifestazioni, i video girati a dar voce a chi non desta abbastanza interesse ai giornali. Di tutto questo, sulla stampa genovese, non si legge nulla. Ma è stampa questa?Quando leggerete domani sul giornale, di Grillo, Favia, dell’attivista ignoto col passamontagna, delle parlamentarie bucate, pensate anche a quante cose utili a tutti devono essere fatte come muovendosi tra le canne in una palude con gli alligatori che ti chiedono un’intervista per sapere se hai altri parenti nel movimento.(Stefano De Pietro) -
OLI 356: Movimento 5 Stelle – Grillo, Putti, Salsi e le facce nella rete
Lidia Ravera ha scritto su il Fatto Quotidiano: Non l’ho vista a Ballarò, perché dalla compagnia di giro dei politici televisibili mi difendo non guardandoli, e una rapida indagine ha confermato un’ipotesi: tutti ne parlavano, ma in pochi l’avevano vista.
Anche Paolo Putti, candidato sindaco di Genova alle ultime elezioni ha precisato: non ho visto la trasmissione, però posso dire che io ho sentito il bisogno, subito dopo la campagna elettorale, di andare comunque nelle trasmissioni televisive, perché mi aveva sostenuto tanta gente che non avrei raggiunto con la rete e volevo comunque che sapesse che ho una faccia, un volto e che ero lì per essere toccabile, annusabile, anche dopo e nella continuità.
immagine da internet Non si può sapere se Federica Salsi, consigliera comunale del Movimento 5 Stelle, sia stata spinta dallo stesso bisogno di Putti e poco importa, quel che conta è che la misogina sparata sul punto G, non ha permesso di cogliere il punto sostanziale della vicenda: la Salsi ha reso un buon servizio al Movimento a Ballarò e ha mostrato al pubblico italiano una faccia interessante del nuovo che avanza.
Putti, che ha colto il pericolo delle trasmissioni tv, ha precisato io privilegio le assemblee alla rete; l’ho detto a Casaleggio e a Grillo, per me è più importante, l’assemblea e la piazza e gli incontri con le persone. Sui toni dei post indirizzati alla Salsi in rete ha detto: ho scritto a questa ragazza che non conosco, le ho scritto su facebook semplicemente per dirle che abbiamo bisogno di lei nel movimento, che abbiamo bisogno delle persone che comunque si domandano delle cose, provano delle cose, possono anche sbagliare delle cose. Le ho detto che condivido che Grillo consigli di non andare nei talk show, credo che sia un consiglio tutelante. Detto questo condivido anche il fatto che lei sia andata, abbia sperimento. Mi è spiaciuta un po’ la dinamica – e questa è una delle negatività delle rete – di processo e pregiudizio che si scatena, che ha portato poi lei a fare determinati annunci in consiglio comunale. Purtroppo, ha spiegato Putti, la rete consente a persone che nella vita hanno difficoltà relazionali di atteggiarsi a giudici, boia e pubblici ministeri, e invece dovrebbe essere uno strumento di comunicazione, quello per cui è nata, che è fantastico. Le ho scritto che spero che Beppe la chiami privatamente e le dica perché ha detto quelle cose e la sostenga invece come persona, come farebbe qualsiasi leader, come io farei con qualsiasi persona del movimento, anche se non sono un leader, ma sono un portavoce come Beppe lo è del movimento
La sera dell’8 novembre, giorno stesso in cui Paolo Putti ci ha espresso il suo parere, andava in onda sul La 7 a Servizio Pubblico una chiacchierata tra Federica Salsi e Francesca Favagni. Tra le altre cose la Salsi ha dichiarato: Il movimento cinque stelle ha una faccia che brilla, ma anche un’altra faccia, se noi vogliamo vedere solo la faccia che brilla non siamo onesti con noi stessi e non facciamo il bene di questo paese, proprio adesso che ci proponiamo per andare al governo.
(Giovanna Profumo – foto dell’autrice) -
OLI 343: INFORMAZIONE – Redazioni in rianimazione
Se non lo vedi, non ci credi. Si parla del comportamento di alcuni media locali che alimentano il discredito, usando fonti talvolta inattendibili e tecniche giornalistiche da copertina patinata scandalistica. Pagine dedicate al Movimento 5 Stelle, mascherate da “notizioni” su Beppe Grillo ed eletti del Movimento. Persino Marco Doria sente il bisogno di chiamarsi fuori da questa gazzarra redazionale pubblicando sulla sua pagina di Facebook un chiarimento riguardo una frase da lui mai pronunciata su Putti (“Chiedo voti ai genovesi, non al comico”).
Dopo le elezioni, sembra che alcune redazioni siano letteralmente schizzate nella fantascienza.
Per Grillo si prende in esame un post del suo sito, che invita gli aderenti al Movimento a non partecipare più a show televisivi a sfondo politico, e la cosa viene letta come un “diktat del capo” al quale i grillini obbedienti si adatterebbero immediatamente. Fatto salvo che proprio il giorno dopo proprio Paolo Putti è riapparso in televisione, senza che per questo sia stato non dico espulso, ma nemmeno rimbrottato.
E’ chiaro che il commento di Grillo andrebbe letto da un altro punto di vista, quello di come funziona il Movimento, mentre la testata, evidentemente abituata a ben altro genere di struttura partitico-redazionale, non riesce a cogliere il messaggio preoccupato di Beppe, che conosce bene il mondo della comunicazione politica e ne sa anticipare i risultati, deludenti.
Possibile che con tutte le cose positive che si potrebbero trovare nei programmi e nelle persone, ogni volta si cerchi di scavare solo in un torbido inesistente, inventandolo rivolgendosi come sorgente d’informazioni a personaggi già ben noti per la propria inaffidabilità su certi argomenti? Il gioco fa parte di quel tipo di notizie alle quali i media in generale ci hanno abituati in anni di bombardamento mediatico, dove gli argomenti sono solo inerenti tribunali, inchieste per corruzione, favoritismi personali, quando non terrorismo istituzionale. E le notizie sarebbero solo queste? Non ci sono pagine disponibili per far parlare le persone e lasciar loro esprimere le proprie idee, i programmi, il dibattito costruttivo?
L’opinione è che durante queste ultime consultazioni elettorali il Movimento 5 Stelle abbia dato uno scossone così forte al sistema istituzionalizzato stampa/politica, che la reazione sarebbe stata da tracciato cardiografico infartuale. Già prima del 6 maggio le proiezioni avevano messo in moto la macchina mediatica in trasmissioni con dibattiti continuamente disturbati dal moderatore, che appariva visibilmente schierato, mentre la pubblicità “mica tanto subliminale” di una campagna pubblicitaria redazionale “sui sì” negava ogni possibilità di risposta a chi faceva del “no a quei sì” la propria posizione politica. Non ci si aspetta a tempi brevi un miglioramento dal sistema giornalistico nazionale, destinato a crollare lentamente sotto il peso dell’appartenenza politica. In un paese che nella classifica sulla libertà di stampa è caduto a livelli tra i più bassi al mondo (75esimo secondo Il fatto quotidiano“) solo iniziative di stampa autofinanziata e lontana da condizionamenti potranno garantire quell’informazione che sta alla base di ogni sistema democratico funzionante. E, naturalmente, la voce libera per definizione dei blog, per i quali proprio in questi giorni la Corte di Cassazione ha decretato in modo definitivo l’esclusione dalla categoria delle testate giornalistiche, liberandoli quindi da ogni problema di pubblicazione di notizie: “That’s one small step for a man, one giant leap for mankind”.
(Stefano De Pietro) -
OLI 342: ELEZIONI – Movimento 5 Stelle, intervista a Paolo Putti
Lunedì 7 maggio, al Sottosopra di Via dei Giustinani di Genova, Paolo Putti si dice tre volte stanco, perché da settembre il Movimento ha cercato di coniugare la sua comunicazione classica, quella della rete, con un gran lavoro sui territori, molto impegnativo e bello. In questi mesi il suo obbiettivo è stato di partecipare a tutti gli incontri con i gruppi di cittadini in cui veniva invitato per dare il segnale che dietro al movimento che si muove sul web ci sono delle facce che si fanno guardare, ascoltare, annusare.
A chi gli ricorda la sfida della politica praticata risponde:
Noi abbiamo sicuramente della strada da fare, ma abbiamo già dimostrato di avere una capacità di costruire e di prendere decisioni condivise e partecipate, cosa che i partiti non sono assolutamente capaci di fare. Loro ragionano per alleanze, per consenso costruito sul do ut des: cioè se ti do la mia alleanza, tu cosa mi dai? Un assessorato oppure un posto in quella partecipata… Questa roba qua a noi non interessa. E secondo me questo è un grande vantaggio. Noi, per contro, lavoriamo molto sul consenso, sul far in modo che tutta l’assemblea arrivi a condividere un percorso comune su vari temi, confrontandosi, discutendo le basi per un dialogo al centro del quale c’è la consapevolezza che lì in mezzo si vuole costruire il bene comune. Questo i partiti non lo fanno più, quindi non lo capiscono neanche, ragionano solo davvero per io devo stare nell’alleanza, se no non riesco ad avere nemmeno un assessorato, se non ho un assessorato magari non mi arriva qualche soldo attraverso l’assessore e quindi non riesco a mantenere la sede, la sezione oppure quell’altro. Sono pensieri che a noi non interessano e non ci riguardano e quindi per noi questo è un grande vantaggio.
Nessun posto in giunta dice Paolo Putti (Vincenzi ne aveva dato uno ad Ottonello Pdl, ndr.) perché tradirebbe il mandato degli elettori e delle persone. Un sì a tutte le proposte che avranno l’obbiettivo di costruire un bene comune, di promuovere i diritti della cittadinanza, di sostenere un lavoro magari legato a conservare le risorse piuttosto che a consumarle. Per tutto questo, noi diremo sì. Per tutto il resto diremo no sicuramente. Credo che creeremo un po’ di scompiglio perché potremmo sostenere cose della maggioranza e dell’opposizione e non saremo legati come gli altri a sostenere tutto quello che dice la maggioranza, se si è in maggioranza, e tutto quello che dice l’opposizione, se si è in opposizione. Noi sosterremo le cose che hanno un senso per il bene dei cittadini.
A chi lo accusa di ambiguità – per i voti intercettati dalla lega, l’immigrazione e la battuta di Beppe Grillo sulla mafia – risponde:
La frase di Grillo sicuramente è stata molto strumentalizzata perché lui si riferiva ad uno degli aspetti della mafia che è quello dell’usura (in precedenza Putti aveva dichiarato “sono parole che lasciano l’amaro in bocca” ndr). Per quanto riguarda invece il discorso dello ius soli io ho sempre detto che invece sono favorevole a tutto quello che va nella costruzione di un ampliamento dei diritti dei bambini. L’ho dichiarato in campagna elettorale, l’ho fatto scrivere sui giornali e Grillo non mi ha mai detto niente e il Movimento non ha mai detto niente. Io credo che davvero ci sia la possibilità di discutere, di affrontare le questioni e di farle capire. E la cosa che secondo me è importante è che una comunità è fatta di tante sfaccettature, di tante persone diverse che anche hanno paure diverse o forze diverse. E se io non penso di poter dialogare anche con chi votava lega – per il timore che gli stranieri possano rappresentare in qualche modo un pericolo per lui – ed arrivo con lui a fare un percorso, per cui alla fine si capisce che in realtà magari sono le banche e i poteri che hanno interesse affinché lui abbia paura degli stranieri – perché così concentra lì la sua attenzione e non su quelli che sono i reali problemi – se io non penso questo e do per scontato di non voler dialogare con chi votava la lega, sbaglio assolutamente, perché la comunità è fatta di gente che votava lega, di gente che votava Pdl, di gente che votava Pd e di gente che non votava. Io devo parlare con tutti loro e costruire assieme un progetto diverso di futuro.
Putti si distanzia dalle logiche di centro, destra e sinistra e sulle aziende comunali dichiara:
Sia sulle partecipate che sugli assessorati abbiamo il pensiero che i posti strategici e di valore possano essere dati a persone competenti, quindi anche con bandi. Per cui non ci debbano andare persone solamente fidate, persone che in qualche modo abbiano delle collaborazioni o degli interessi con il partito di turno. A noi interessa che ci siano le persone più competenti per quel ruolo.
Sulla Fondazione Carige, vorrebbe capirci un po’ di più. No, non ha visto il bilancio della Fondazione, ma crede che non ci debba andare qualcheduno che rappresenta le istituzioni o i partiti che sono nelle istituzioni, lì ci deve andare qualcheduno che è in grado di dare il massimo livello di competenza per analizzare quali sono i bisogni sociali della città, e quali sono i diversi bisogni sociali a cui ogni anno bisogna rispondere. Di anno in anno. A seconda delle strategie necessarie. Putti vuole che lì ci siano le persone più preparate per fare un’analisi sociale e individuare tra i progetti presentati quelli che garantiscono questo tipo di approccio, un livello di qualità alto e che si fanno valutare quindi comprendano un modello di valutazione importante, credo che siano questi i modelli con cui affrontare questo tipo di cose.
Sollecitato sull’estate in arrivo e sulle spiagge libere assenti in città, Putti dice che sì, anche quelle erano indicate nei molti cartelli gialli usati a Palazzo Ducale per protestare contro l’informazione schierata di certa stampa. Perché l’ambiente e le risorse naturali devono essere accessibili a tutti. Con il Movimento dovrà capire come garantire queste spiagge libere e con quali risorse.
(Giovanna Profumo) -
OLI 342: ELEZIONI – In attesa di giudizio
Nelle sedi elettorali di Marco Doria e Paolo Putti.(Galleria fotografica di Giovanna Profumo) -
OLI 340: ELEZIONI – La battaglia delle affissioni
C’è poco posto in politica per i pennelli teneri. “Pennelli”, sì, perché per le affissioni la colla e la scopa sostituiscono il cuore, con la battaglia che si gioca negli spazi elettorali che il Comune destina ai partiti. Il fatto: i propri manifesti sono regolarmente coperti dagli avversari di corsa elettorale, alla faccia di qualsiasi regola di correttezza politica e di osservanza della legge, il che, per chi si presenta agli elettori come la soluzione ai problemi di Genova, suona come un ossimoro etico che poco ha a che fare con le “parolone” e le promesse elettorali che contengono.Così si assiste, nel silenzio totale delle istituzioni, ad una campagna elettorale “macchiata di colla”, dove lo scontro avviene non solo tra fazioni concorrenti, ma anche nell’ambito dello stesso partito. “Very italian”, affermerebbe un attempato anglosassone, osservando il cimitero della legalità che rappresentano le foto della galleria fotografica proposta.
Alla riunione elettorale indetta dal Comune viene spiegato con chiarezza che la legge prevede che il trasgressore sia colto in flagranza di reato da un pubblico ufficiale, altrimenti non ci sarebbero i presupposti per la denuncia, che comunque comporta solo una pena pecuniaria minima. Anzi, in alcune Regioni italiane si tende a dare una ammenda globale, addirittura a sanare il reato praticamente gratis.
Fino a che non si troverà una soluzione legata all’obbligo di affidamento da parte del committente responsabile ad aziende o persone in grado di garantire l’osservanza delle regole, non ci sarà alcun cambiamento: infatti attualmente il committente risponde solo dei contenuti dell’affissione, non del suo posizionamento.
Questa illegalità diffusa si aggiunge a quella delle affissioni elettorali al di fuori degli spazi elettorali negli spazi commerciali, altrettanto vietata a cominciare da 30 giorni prima della data delle elezioni, e che apre tutto un altro capitolo sull’incapacità dell’amministrazione pubblica a far fronte a questo tipo di reati.
(Stefano De Pietro) -
OLI 337: ELEZIONI – Il Movimento 5 Stelle di Genova
Si dicono l’unica vera alternativa ai partiti tradizionali, e dove sono arrivati fino ad oggi, nei comuni come nelle regioni, hanno sostanzialmente mantenuto le promesse fatte agli elettori: riduzione degli stipendi quando ritenuti troppo elevati (specialmente nelle regioni), rinuncia ai rimborsi elettorali, limitazione dei mandati elettoriali a massimo due, complessivi. Poi, naturalmente, rinuncia al “leaderismo”, ossia chi entra è solo un portavoce, un terminale di una organizzazione di democrazia diretta ben più numerosa che un semplice “ufficio di partito”.
Queste sono le ragioni di Paolo Putti e degli altri 32 della “splendida lista” del Movimento a Genova, tra cui annoverano professionalità di ogni genere, dipendenti, disoccupati, manager aziendali. Un pot-pourri nato dalla voglia di fare qualcosa di diverso. Vivono sul web, abbastanza ignorati dai mezzi di comunicazione, vuoi per inesperienza nel contatto con la stampa, ma soprattutto per una forma di censura preventiva, dettata dalle logiche commerciali che legano la pubblicità con i redazionali, già assaporata in interviste girate ma non mandate in onda e omissioni di presenza in dibattiti dove Doria e Musso sono ormai dati come gli unici contendenti, il primo sicuramente “quasi” vincitore, il secondo distaccato ma “pericoloso”.
Di questo non si preoccupano più di tanto, era previsto, e ci sorridono: a supporto, a sopperire alla mancanza di uscite sui giornali, ci sarà presto Beppe Grillo, che come sempre ha iniziato il suo tour italiano a supporto delle liste.
Il programma, in lavorazione da oltre un anno, tocca molti temi, è stato costruito in riunioni pubbliche, ora numerose, ora meno, con l’apporto di associazioni ed esperti ma anche con uscite fantasiose, ma interessanti, come la connessione dati condominiale, un sistema per abbattere i costi di internet e farlo arrivare davvero a tutti. Grande attenzione ecologica, un progetto sulla “spazzatura” davvero esaltante, con alla base il sistema Vedelago e il PAP (la raccolta porta a porta) che potrebbe risolvere il problema di avere un gassificatore e ridurre notevolmente la Tia, la tassa sui rifiuti, oltre che creare posti di lavoro. Non è fantascienza, a Capannori lo fanno da anni, e un milione e mezzo di risparmio ha permesso qualche decina di assunzioni.
Paolo Putti, il portavoce e candidato sindaco, è stato il portavoce del movimento no gronda, lavora in una cooperativa sociale e si occupa di progetti per ragazzi di strada, la sua vera passione dopo la fisica (pochi esami mancano per una laurea) e la fotografia. Alcuni altri candidati sono Stefano De Pietro, nostro redattore dal 2009, informatico, Mauro Muscarà, uno dei fondatori del movimento no-gronda di Genova, Diletta Botta, commerciante di Sestri Ponente, Cristina De Pietro, laureata in giurisprudenza. A seguire una serie di persone con le migliori intenzioni di “fare rete”, come si usa dire all’interno del Movimento, ossia di sviluppare quella serie di contatti di base per poter far arrivare nelle aule di Tursi le idee dei cittadini. Una particolarità importante è che per potersi candidare occorre non essere iscritti ad alcun partito politico (una precedente militanza è ammessa), non aver subito condanne penali (occorre consegnare il certificato penale a Beppe Grillo), dichiarare di accettare i principi base del Movimento descritti nella cosiddetta “Carta di Firenze”, essere residenti nel comune dove ci si candida. E frequentare assiduamente le riunioni plenarie del Movimento, il vero cuore del sistema, dove nascono le proposte condivise. Più che un sistema “a votazione”, viene usato il criterio della “condivisione” delle iniziative, che richiede un cammino critico e costruttivo, e la più ampia base di accettazione delle proposte. Per i progetti più grandi, a livello cittadino, viene proposta la “democrazia partecipata” con metodi già in uso in altri paesi europei, sfruttando le tecnologie messe a disposizione da internet e dall’informatica. L’intero processo richiede, ovviamente, la partecipazione delle persone, la cittadinanza attiva, che è il vero scopo del Movimento, più che il semplice ingresso negli scagni di Tursi.
Raccontare il Movimento 5 Stelle in poche battute non è facile, meglio lasciare spazio ai nomi dei candidati e assicurare che, dice Paolo Putti, in più di un anno di lavoro il “grande vecchio” Beppe non si è mai visto un volta, non ha mai posto veti, non ha mai interferito nella vita politica e organizzativa. Davvero, solo un nome e una garanzia per il simbolo, per avere quella risonanza mancante nei media tradizionali ed evitare le “liste di disturbo”, con segni o nomi simili e assonanti, restando protetti dal copyright del marchio.Gli altri candidati: Assanti Gironda Mauro, Baratelli Enrico, Bernucci Flavio, Boccaccio Andrea, Bonafè Laura, Bortolai Maurizio, Burlando Emanuela, Camisasso Stefano, Campi Giorgio, Capelli Cristina, Cecere Daniele, Cervetto Maria Anna, Cinquegrana Leonardo Renato, Colaianni Delio, Collami Marco, Colombo Fabio, Di Bernardo Carlo, Faggiano Maria Antonietta , Fiannacca Gabriele, Gaglia Diego, Gastaldi Cosimo Carlo , Lapini Roldano Giuseppe, Marino Carlo, Mezzone Lucio Alessandro, Ottonello Enrica, Panzera Cristiano, Pastorino Iliana, Pastorino Luisa , Pazienti Enrico, Rebora Daniele, Rebora Patrizia, Scarcella Barbara, Sonnino Marina, Valcavi Severino Adolfo.
(Ivo Ruello) -
OLI 333: MOVIMENTO 5 STELLE – Putti, human lab e i coccodrilli

New Yorl stories – foto dal web Grillo sovrasta sulla parete nel piccolo info point del movimento Cinque Stelle di Genova.
Ricorda lontanamente la mamma di Woody Allen in New York stories che, trasformatasi in nuvola, incombe sul figlio, ossessionandolo dallo sky line della città.
Venerdì 24 febbraio alla conferenza stampa al punto di incontro del gruppo genovese il portavoce Paolo Putti non stringe più tra le mani un passamontagna, come nel settembre scorso. I mesi di campagna politica hanno forse influito a modificare il copione a beneficio di maggiore concretezza. I sostenitori del movimento ne hanno fatta parecchia di strada anche da quel padre minaccioso che, con una sola dichiarazione, può danneggiare il lavoro di molti.Di Grillo non si parla. E nemmeno di grillismo.
In via dei Giustiniani, arteria sofferente del centro storico di Genova, Paolo Putti presenta lo human lab che vuole essere una “restituzione di umanità a un pensiero politico troppo legato ad una visione di tecnici come era quello di urban lab”. Il candidato parla dell’idea di isolamento trasmessa dalla “chiatta in mezzo al mare” dove “un gruppo di persone decidono le sorti urbanistiche della città”, distanti dal contatto con i cittadini, fisicamente separati anche da un ponte levatoio, “ci mancavano i coccodrilli nell’acqua marina…” commenta Putti. E abbraccia un altro modo di far politica, partendo dal desiderio di imparare, dalla consapevolezza (la stessa che ha animato Marco Doria ndr) di sapere di non sapere.
Dibattito con le persone, acquisizione di competenze, promozione della comunità, restituzione di cittadinanza, sono le parole chiave di questa fase della campagna politica che vede i promotori del movimento in campo nei quartieri per ascoltare la gente e i loro bisogni. E’ il tempo del territorio, dell’analisi dei problemi che in ogni parte della città hanno dimensioni diverse. E’ anche il riconoscimento del fatto che la politica deve fornire ai cittadini gli strumenti per essere criticata, per dare alle persone un valore alla partecipazione.
Si giudica con perplessità un Puc “in cui si parla di una città con almeno quarantamila nuove unità e svariate migliaia di nuovi posti di lavoro” e si ricorda la gronda.Privo della rete di “accoglienza privilegiata” e della “forza dei partiti” – ha rinunciato a livello nazionale ad un milione e seicentomila euro di rimborsi elettorali – senza una sede fissa e strutture, il Movimento 5 stelle fa quello che può e quello che può è già molto, considerato che una giornalista segnala un possibile 7-8% di preferenze.
E’ la battaglia di Davide contro Golia, ammette Paolo Putti che va giocata fino in fondo per produrre il cambiamento, o vincendo le elezioni o in consiglio comunale. Di conti elettorali dice di non farne, ma la parola ballottaggio s’insinua come ipotesi non troppo amena.
E i partiti? Con loro nulla a che fare. Visti dall’info point del Movimento paiono come i coccodrilli evocati da Putti attorno alla chiatta di urban lab.
(Giovanna Profumo – foto dell’autrice) -
OLI 319: POLITICA – Parlamento pulito, da Grillo a Bruxelles
Chi amministra una nazione dovrebbe essere incensurato. Si tratta di un principio ovvio, naturale, eppure in Italia abbiamo una tale concentrazione di parlamentari e amministratori pubblici già processati e condannati in via definitiva, che i luoghi della politica potrebbero far paura alle favelas di Caracas o ai luoghi della guerriglia colombiana. Già diversi anni fa un’iniziativa di Beppe Grillo (***) aveva trovato l’accoglienza entusiasta di persone che in un solo giorno riuscirono ad apporre più di mezzo milione di firme, delle quali ne partirono poi 350 mila verso la Commissione affari costituzionali del Senato, a sostegno della legge di iniziativa popolare denominata “Parlamento pulito”. La proposta di legge fu osteggiata per anni dagli ambienti parlamentari, alla fine vergognosamente bocciata pochi mesi fa. Oggi, come per magia, l’Unione Europea l’abbraccia invece quasi pienamente (**), accogliendo le proposte di alcuni parlamentari italiani che parafrasando l’iniziativa di Grillo, hanno messo le basi per un indirizzo europeo del concetto del parlamentare “intonso”.
La stessa Sonia Alfano, che pubblica nel sul blog (*) un articolo sulla vicenda, s’appresta a scrivere una lettera ai Presidenti di Camera e Senato e a tutti i capogruppo per chiedere che lo stesso principio, indicato come da applicare ai parlamenti locali, sia preso in considerazione anche in Italia.
* http://www.soniaalfano.it/blog/2011/11/02/parlamento-europeo-pulito-finalmente/
** http://www.leggioggi.it/2011/11/05/post-fata-resurgo-il-ddl-popolare-di-grillo-cestinato-a-roma-approvato-a-strasburgo
*** http://www.youtube.com/watch?v=YiBtBlKtanU
(Stefano De Pietro)



