Categoria: DIRITTI

  • OLI 277: SOCIETA’ – Torte e cardinali, aids e omosessuali

    Come in una comica d’altri tempi, monsignor André-Joseph Léonard (qui a sinistra), arcivescovo di Malines-Bruxelles, primate del Belgio e molto probabilmente futuro cardinale (dovrebbe ricevere la porpora da Benedetto XVI nell’imminente concistoro), mentre a Bruxelles stava presiedendo una funzione religiosa il primo novembre per la festa d’Ognissanti, s’è beccato una torta in faccia.
    Un video amatoriale su YouTube – cliccatissimo in Belgio e non solo, riproposto anche da molti siti on line di quotidiani e altre newsletter – mostra le sequenza: il canto di un inno sacro con l’alto prelato in piedi sullo sfondo che, mentre attende di riprender la parola, si prende la torta da una persona (non è ben chiaro se si tratti di un ragazzo o una ragazza) che rapidamente si dilegua; zoomata quindi sul colpito che si lecca le dita e si ripulisce, aiutato da suore e fedeli costernate.


    Dopo Stanlio & Ollio, Pippo Baudo, Maurizio Costanzo e Bill Gates, ora tocca a un (quasi) Principe della Chiesa subire il dolce sfottò.
    Monsignor Léonard ha fatto buon viso a cattivo gioco, dichiarando con magnanimità che non avrebbe sporto denuncia e dicendo spiritosamente che era la miglior torta che avesse mai assaggiato.
    Assai meno scherzose sono le sue posizioni pastorali, da un lato concilianti verso i preti pedofili, specie se anziani, dall’altro inflessibili in materia di omosessualità, di aids e più in generale di morale sessuale e temi eticamente sensibili, in linea col suo essere il leader dell’ala conservatrice della Chiesa belga, nominato dal pontefice al posto del progressista Danneels.
    Contrario all’uso del profilattico anche nei casi in cui c’è rischio per la vita, ribadisce omofobicamente che gli omosessuali sono”anormali” e sostiene che l’aids è “una sorta di giustizia immanente”, una punizione divina per chi pratica l’omosessualità.
    In questo, Léonard non fa che riprendere pari pari quanto già espresso nel 1987 dal compianto cardinale Giuseppe Siri (1906-1989, arcivescovo di Genova dal 1946 al 1987, qui a destra), il quale in un’intervista a Il Sabato, settimanale vicino a Comunione e Liberazione e finanziato anche da Silvio Berlusconi, aveva affermato testualmente: “[L’Aids] è un castigo di Dio, evidentemente, perché prima non c’era. […] È una malattia terribile che colpisce il peccato direttamente. Purtroppo la malattia si espande da costoro agli altri, innocenti, e così li hanno sulla coscienza. […] Il mondo ha progredito soprattutto nei sette peccati capitali. Dio per risposta ci ha mandato l’Aids”.
    Non stupisce che il persistere di una tale visione del mondo – con tutto quel che ne consegue – tra i gerarchi di un’istituzione che, presumendo di essere depositaria dell’unica “Verità” rivelata, si ritiene in diritto e in dovere di pretendere di imporne il dettato all’intera società civile, indipendentemente dal credo e dagli orientamenti ideologici di ciascuno, possa condurre anche a intemperanze come quella patita dal presule belga, magari non giustificabili, ma più che comprensibili.

    Blog cattolico tradizionalista, che riporta la lettera dell’episcopato italiano (presidente Giuseppe Siri) al clero sul laicismo, datata 25 marzo 1960, rimarcandone l’attualità e validità:
    http://unafides33.blogspot.com/2010_03_28_archive.html
    Sito dedicato al cardinal Siri, con biografia e rassegna di quanto scritto da lui e su di lui:
    http://www.cardinalsiri.it/


    (Ferdinando Bonora)

  • OLI 277: PAROLE DEGLI OCCHI – La bella giornata del 4 novembre

    Manifestazione degli studenti contro i tagli della Gelmini – Galleria fotografica di Paola Pierantoni


    Manifestazione contro i tagli ai servizi sociali – Galleria fotografica di Paola Pierantoni
  • OLI 277: LETTERE – Non si risparmia sulla dignità

    Cara Oli, ho curiosato su oli news e ho visto che avete già pubblicato dei pezzi sulla disabilità.
    Vi sarei grata se deste spazio anche a questo comunicato, che è la sintesi abbastanza completa di una battaglia che da mesi stiamo combattendo come familiari e malati di SLA.

    I malati di SLA e le loro famiglie sono stanchi di promesse: prima hanno assistito alla interminabile revisione dei “nuovi” Livelli Essenziali di Assistenza, ritirati oltre due anni fa dall’attuale governo, poi ai continui rinvii, mentre la pratica è ormai ferma, da mesi, sul tavolo del Ministro dell’Economia.
    Hanno seguito per anni i lavori delle Commissioni, ultima in ordine di tempo la Consulta delle Malattie Neuromuscolari che, nominata dal Ministro Fazio, ha prodotto documenti regolarmente accantonati.
    Sono scesi in piazza, il 21 giugno, e sono stati frettolosamente congedati dal Sottosegretario Letta, ertosi allora a Presidio in favore dei disabili e garante di una pronta approvazione dei LEA.
    In ultimo, hanno visto cadere nel vuoto un ordine del giorno presentato dall’Onorevole Maria Antonietta Farina Coscioni, approvato dal Governo, che impegnava il Governo stesso ad emanare, entro il 30 settembre 2010, il DPCM sui LEA, termine da considerarsi perentorio, salvo che il Ministro Tremonti fosse intervenuto in Aula a riferire sulla mancata emanazione, chiarendone il motivo.
    Anche se indignati, stanchi, delusi e molti addirittura alla disperazione, non hanno perso la voglia di lottare e comunicano di aver deciso quanto segue:

    Il giorno 16 novembre 2010 dalle ore 10,30 noi, malati in carrozzina, anche con tracheostomia e PEG, saremo davanti al Ministero dell’Economia per farci carico di un PRESIDIO PERMANENTE sino a che il Ministro Tremonti non ci darà risposte esaustive. Prendiamo l’iniziativa, per noi e per i milioni di malati gravi, invalidi e non autosufficienti, che non possono più aspettare che sia rispettato il diritto alla salute e ad una vita dignitosa, sancito dalla Costituzione.

    Consideriamo urgenti e prioritarie le seguenti misure:

    1. Copertura finanziaria ed approvazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e relativo nomenclatore tariffario degli ausili.
    2. Finanziamento di 100 milioni di euro per il percorso assistenziale proposto dalla Consulta Ministeriale delle malattie neuromuscolari, tale finanziamento dovrà essere riservato al sostegno alle famiglie per la formazione e l’assunzione di Assistenti Familiari. Le Regioni dovranno contribuire con una pari quota.
    3. Finanziamento di 10 milioni di euro per ricerca di base e clinica da effettuarsi in 10 centri universitari italiani con metodologie ed obiettivi condivisi e sinergici.

    Tutte le persone non autosufficienti e tutti coloro che sono affetti da gravi malattie altamente invalidanti attendono provvedimenti concreti e si augurano che il Ministro Tremonti decida subito che la vita delle persone è più importante di tante spese che possono aspettare, come ad esempio i miliardi previsti per gli aerei da combattimento F35, che sono uno schiaffo all’intelligenza umana ed alla vita stessa.
    (Anna Cecalupo)

  • OLI 276: SOCIETA’ – Disabili, solitudine a De Ferrari

    Venerdì 29 ottobre a metà mattina il centro città ha un’aria disabitata, mancano gli autobus e non ci sono in giro molte automobili.

    Piazza De Ferrari, in particolare, è proprio vuota, ad eccezione di un piccolo gruppo di persone, non più di cinquanta, che con striscioni e cartelli fanno lentamente il giro della piazza. A guidare il microscopico corteo un disabile su una carrozzella.

    Sono gli aderenti dell’ANGSA, Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici (*) che chiedono “Il diritto all’istruzione, l’integrazione scolastica, insegnati di sostegno e loro formazione … nulla di più se non il riconoscimento per noi e per i nostri figli con disabilità, dei diritti spettanti ai cittadini italiani”.
    Insieme a loro qualche rappresentante della Consulta regionale dell’handicap e, mi dicono, due sindacalisti della Uil. Chiedo “e gli altri?”. Raccolgo risposte amare. D’altro canto in Cgil dicono che questa associazione non ha cercato alcun contatto. Eppure di persone che appartengono a questa storia sindacale lì in mezzo ce ne era più di una. Di fatto a De Ferrari va in scena una situazione di rapporti interrotti o difficili, di drammatico isolamento, confermato dalla assenza di notizie di stampa.

    Un banchetto sotto i portici della Regione chiede ai passanti di sottoscrivere un documento. Vale la pena di citarne alcuni passaggi.

    … Se siamo qui è perché la società e il mondo cambiano rapidamente, e noi con loro. Ma il cambiamento che si va preannunciando rappresenta per noi la fine di ogni illusione .. Il mondo che ci circonda negli anni dell’abbondanza ci ha supportato e sopportato, oggi che l’abbondanza è finita ha deciso che i rami secchi vanno tagliati …
    … La scuola rappresenta il punto più alto raggiunto sino ad oggi dai disabili tutti, nell’ambito della collaborazione, della socializzazione, dell’inserimento, dell’integrazione e dell’inclusione . Ebbene oggi la scuola è sotto attacco da ogni lato… si torna a parlare sempre più spesso di “scuole speciali”, molti di noi non sanno nemmeno cosa fossero le scuole speciali, abbandonate grazie ad una legge del 1975
    … Non permetteremo di far tornare indietro le lancette del tempo, non arretreremo di un solo centimetro d quelli che sono i diritti dei nostri figli … ci rivolgiamo a voi tutti chiedendo di avere solo quello che la Costituzione e le Leggi ci garantiscono …
    Un articolo su La Repubblica del 18 novembre 2009 (**) già avvertiva che “I dati dell’anno 2009/2010 segnalano un taglio di circa 500 insegnanti di sostegno”, per cui “La maggioranza dei ragazzi e dei bambini disabili che ieri avevano diritto a 18 ore di sostegno alla settimana, oggi arriva a malapena a nove … Con conseguenze spesso gravissime per le vite di studenti, che con enormi sforzi e pazienza conquistano pezzetti di autonomia e abilità”.
    Il documento dell’ANGSA si conclude con la domanda “Noi siamo qui pronti a fare la nostra parte e anche di più, ma ci domandiamo: voi siete pronti a fare la vostra?”. A De Ferrari Melina Riccio risponde distribuendo fiori. I manifestanti li accettano.
    (Paola Pierantoni)
  • OLI 275: POLITICA – il 4 novembre si manifesta per i diritti

    Giovedì 4 novembre, alle 17, sotto il monumento a Garibaldi in Piazza De Ferrari è prevista a Genova una manifestazione promossa dal Circolo di Studi sul Lavoro Sociale “Oltre il Giardino” e chiama operatori sociali, volontari, cittadini, amministratori locali, sindacati a mobilitarsi contro la politica di un governo il cui scopo è “abolire i servizi pubblici cambiando di fatto la Costituzione” e che “con la scusa della crisi economica vuole colpire a morte lo stato sociale”
    Il titolo del volantino riassume amaramente l’attuale situazione nel nostro paese: “Mercato, profitto e beneficienza al posto della democrazia e dei diritti”.
    Le primissime adesioni: Associazione Balgasar – Associazione San Marcellino – Associazione il Ce.Sto – Csoa Pinelli – Laboratorio Buridda – Csoa Zapata – Cooperativa La Comunità – Cooperativa Il laboratorio – Cooperativa il Biscione – Lega Coop – Don Andrea Gallo , Comunità S.Benedetto – Pietro Marcello, Regista.
    A seguire, il testo del volantino.


    Mercato, profitto e beneficenza al posto della democrazia e dei diritti
    Con la scusa della crisi economica il governo vuole colpire a morte lo stato sociale. L’eliminazione del Fondo Sociale e del Fondo per i non autosufficienti costringe Regioni, Comuni e ASL a ridurre ancora di più gli aiuti alle famiglie per l’assistenza agli anziani, ai disabili, ai bambini e agli adolescenti, a chi è emarginato o povero.
    A causa dei tagli alla spesa pubblica le persone e le famiglie in difficoltà già colpite dalla crisi dovranno cavarsela da sole, chi può pagando i servizi, chi non può ricorrendo alla beneficenza, come già avviene da alcuni anni. Bisognerà ricorrere ancora di più alle cure domestiche, soprattutto a carico delle donne, della famiglia o al lavoro, spesso nero e mal pagato, di badanti e babysitter.
    Molti lavoratori dei servizi sociali, sopratutto privati ma anche pubblici, saranno costretti alla disoccupazione o al lavoro senza risorse, precario e dequalificato.
    I volontari dovranno affrontare il compito impossibile e improprio di sostituire i servizi pubblici.
    Di questo famiglie, operatori e amministratori locali si stanno accorgendo anche se c’è ancora troppa rassegnazione e troppo senso di impotenza.
    Ma il vero scopo del governo non è quello di ridurre la spesa per i servizi alle persone.
    Lo scopo principale è invece quello di abolire i servizi pubblici, cambiando nei fatti la nostra Costituzione: il sistema dei servizi pubblici, con l’aiuto della cooperazione e del volontariato, non serve soltanto a offrire prestazioni ma sopratutto a rendere concreti quei valori di libertà, uguaglianza e fraternità che giustificano e fondano la società italiana nata dalla Resistenza e dalla Guerra mondiale.
    I servizi pubblici vanno difesi non tanto perché aiutano chi è in difficoltà a rientrare nella società o a combattere il bisogno, l’invalidità, la povertà ma proprio perché hanno il mandato specifico di aiutare la comunità a conoscere e sviluppare il dovere di solidarietà. Servono a costruire giorno per giorno una società che tuteli e garantisca l’uguaglianza delle opportunità per tutti.
    Il governo vuole eliminare questi presidi costituzionali, per lasciar mano libera a chi vuole vendere le prestazioni sociali oppure offrirle non per diritto ma per carità o beneficenza. Non per caso i tagli riguardano tutti i presidi costituzionali pubblici, come la scuola la sanità la cultura. In ciascuno di questi settori , contribuiscono nei rispettivi ambiti a realizzare il compito della Repubblica (art.3 Costituzione)
    “… rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”
    Ognuno di noi deve reagire con forza essendo consapevole del nostro vero interesse e del vero scopo del governo. Bisogna agire insieme, insieme con le amministrazioni locali, i sindacati, le cooperative, le organizzazioni del volontariato, gli operatori, le famiglie e le loro associazioni, insieme con il mondo della scuola, della sanità, della ricerca, della cultura, del lavoro. Non solo per difendere i servizi, le famiglie, i lavoratori. Non solo per combattere l’egoismo, la furbizia, la disonestà.
    Agire insieme per far emergere una società migliore, più fedele alla Costituzione, più democratica, libera, uguale, fraterna.
    A tutti coloro che condividono questa preoccupazione, ma anche la voglia di ricostruire un discorso di senso sull’insieme dei servizi, diamo appuntamento Giovedì 4 NOVEMBRE ore 17 in piazza De Ferrari (sotto il monumento di Garibaldi ! )
    Per aderire mandare una mail a oltreilgiardino.ge@yahoo.it – Per vedere via via chi ha aderito guardare gli eventi nell’account di facebook “oltre il giardino”

     
  • OLI 270: DIRITTI – Se giocare non a tutti è permesso

    S’indovina il tramonto nello sfavillio tra i rami mossi da una una brezza leggera, ma il sole non arriva nel giardino silenzioso e ombreggiato, mentre voci e risate lontane giungono sommesse: è la Casa-rifugio del Sacro Cuore vicino al Gaslini, estremo riparo per giovani vite e le loro famiglie. Alberi ombrosi e campetto da gioco sono luoghi che le poche e non più giovani suore superstiti hanno riservato ai piccoli malati molto gravi, qui si gioca e si scherza, quando c’è la forza e il coraggio, con un pallone o il barbecue.
    La “casa madre” di Lucca ha però deciso diversamente per questi spazi aperti che spariranno, mentre al loro posto sono previsti una palazzina a tre piani e 37 box. Tutto è nato dal muraglione di cinta sbrecciato da riparare, e poi si sa che parcheggiare per quelle strette vie inerpicate è da sempre complicato: ecco dunque l’offerta imperdibile per l’istituto religioso in tempi di crisi. Dismettere e realizzare. Corre voce a fin di bene, s’intende. Perché a quanto sembra il nuovo edificio resterà con la stessa funzione, ossia accoglienza e suorine, le quali invece sussurrano non esserci tutta questa necessità, a Dio piacendo, perché gli ospiti non sono poi così tanti.
    In Comune nulla trapela, in Municipio neppure è passato il progetto, eppure altre proposte di posti auto nelle vicinanze erano state fatte in passato senza risultato, mentre un’agenzia immobiliare ha già messo in vendita questi box e promette l’inizio lavori al primo settembre. Si aspettano chiarimenti, che saranno senz’altro esaustivi. Intanto, che dire, tempi duri per le vocazioni e il verde per i giochi di ragazzini malati, ormai un lusso per la nostra sanità, i nostri politici e il clero di turno.
    (Bianca Vergati)