Categoria: Primarie

  • OLI 309: CITTA’ – Sondaggi segreti e private conversazioni

    Riproduzione di un disegno di G. Cavellini

    Leggendo sui giornali i risultati del sondaggio segreto del PD il mio primo e spontaneo pensiero è stato: soldi gettati via per scoprire l’acqua calda, e cioè che in una città decisamente orientata a sinistra Marta Vincenzi rischia seriamente di non farcela. Ma, probabilmente, i soldi sono stati spesi per dare a questa sensazione diffusa una base “scientifica”, e quindi politicamente utilizzabile.
    Per quel che mi riguarda questa sensazione ha preso forma e si è mano a mano consolidata in questi mesi a seguito del susseguirsi di private e sparse conversazioni con amiche ed amici.
    Certamente non ho costruito la mia rete di rapporti sulla base di un campione statisticamente significativo, e quindi mi si può dire che di quel che pensano gli amici miei …
    Fatto sta che il microcosmo umano che mi circonda è formato da una cerchia di conoscenze e amicizie abbastanza larga, prevalentemente femminile, formatasi a seguito di attività e interessi di vario tipo. Nessun attivista di partito salvo la recente affiliazione di un amico al Movimento 5 stelle, nei più anziani pregresse esperienze nel PCI o nel Manifesto, età variabili dai ventotto anni ai più di settanta, origini nazionali articolate. Gente attenta e informata, che nelle precedenti tornate elettorali ha distribuito il suo voto tra centro sinistra e sinistra, nelle varie accezioni.
    Dopo questa specificazione vengo al punto: molti mi confidano che voteranno Marta Vincenzi con fatica, o che non la voteranno affatto. Alternativa Pinotti? Per carità! Peggio che andar di notte.
    Riporto fedelmente il più recente di questi scambi, intercorso in una riunione di lavoro in cui non tutti i cinque partecipanti si conoscevano tra loro, anche se si poteva dare per scontato un certo terreno comune:
    Speriamo che questo progetto vada in porto prima delle prossime amministrative …
    … Paura, eh?
    … è per la Vincenzi, vero?
    Sento tirare una brutta aria.
    Ma sapete che tutti, ma proprio tutti quelli con cui parlo mi dicono la stessa cosa?
    Se si presenta Musso siamo fritti
    Soprattutto se si presenta con una lista civica
    Ma che alternative ci sono?
    La Pinotti …
    Per la carità del Signore!
    Dalla padella alla brace!
    Non me ne parlate!
    Eh già … dovrebbero cercare qualcuno che ora non c’è …
    Ma devono sbrigarsi …

    I motivi? Per la Vincenzi ricorre un forte fastidio per una auto-referenzialità che la rende incapace di ascolto e di comunicazione con la città, con conseguenti passi falsi.
    Per la Pinotti, in misura ancor più estesa e radicale, una valutazione di irrimediabile inadeguatezza.
    Sul Secolo XIX del 7 luglio un articolo riferisce che le due donne politiche, sullo stesso aereo, non si sono rivolte la parola. Invece farebbero meglio a parlarsi, e a cercare insieme come costruire le condizioni per una alternativa che vada oltre i loro due nomi, oltre l’appartenenza di partito, ma sempre donna. Sarebbe bello, una vera lezione.
    Chi cerca trova, ma deve uscire dalla gabbia del narcisismo.
    (Paola Pierantoni)

  • OLI 304: VINCENZI – Linguaggio politico e istanze dei cittadini

    Cosa ne sa il cittadino dei sondaggi su Marta Vincenzi?

    A gennaio dicono una cosa. A giugno un’altra.
    E’ tenuta la cittadina a comprendere le “congiure” che si terrebbero nelle segrete stanze dei partiti? Cosa è mai questa storia del “nodo politico” con il quale Marcello Danovaro – capogruppo del Pd in Consiglio Comunale – definisce Marta Vincenzi?
    “Il sindaco accetti di ricucire il rapporto con il partito e si metta realmente in ascolto delle istanze che vengono dal basso”, dichiara sempre Danovaro sulle pagine del Secolo XIX nel giorno di festa della Repubblica.
    Ma di cosa stanno parlando?
    “Istanze che vengono dal basso” – sussurra il lettore.
    Certamente chi dichiara queste cose si riferisce al biglietto dell’autobus a 1 euro e 50, al fatto che alla prima pioggia a Genova si allagano i sottopassi e dà voce ai problemi di viabilità e centro storico che certamente verrebbero risolti se Marta Vincenzi ricucisse il rapporto con i partiti. Forse pensa alla Moschea. O alla Fondazione Carige. E alla trasparenza, termine con il quale, si rendono accessibili a tutti gli elettori i costi di un intervento attuato dalla macchina comunale. Perché “dal basso”, cittadina e cittadino, parlano di queste cose. Roba concreta come marciapiedi, parcheggi di interscambio, traffico, attese alle pensiline degli autobus. Chi dice così pensa alle spiagge libere e alle piscine comunali e ai cimiteri della città.
    Chi parla “di istanze che vengono dal basso” porta nel cuore le necessità dei cittadini e i loro bisogni?
    E’ una questione di distanza. E di parole.
    Così com’è stata presentata, la vicenda della possibile ricandidatura della Vicenzi pare collocarsi nel linguaggio con il quale partiti e rappresentanti di partito amano dialogare. Si tratta di un linguaggio altro – non alto – del quale il cittadino non è tenuto a conoscere dizionario.
    Quindi chi parla di nodo politico dovrebbe fare una lista fruibile di tutte le sue perplessità.
    Dieci punti bastano.
    Forse c’è l’entrata in giunta di Ottonello, ed un’incapacità di Marta Vincenzi di condividere con i cittadini le cose fatte.
    L’invito è volare più basso. Trovando il coraggio di dare il vero nome alle cose. E in ultima istanza di candidarsi alle primarie, mettendoci la faccia.
    In caso contrario il mazziere allestisca la partita nelle stanze dei partiti. E la mantenga dentro a quelle mura. Perché è probabile che il cittadino abbia poca voglia di giocare a Machiavelli.
    (Giovanna Profumo, foto di Paola Pierantoni)