Ricordate il meccano? Prima della televisione non stop c’era lui. Quando nei lunghi pomeriggi il palinsesto offriva uno schermo grigio, puntellato dalle onde del fuori programma, i ragazzi aprivano le scatole di montaggio e con quei pezzi – barrette piatte e bulloni – facevano miracoli. Pomeriggi in cui il tempo rallentava, in cui i giochi respiravano con i bimbi, in cui nonni facevano il riposino e bisognava stare zitti, fare piano. Ed anche il tempo sembrava allungarsi come in uno sbadiglio di sollievo. Il meccano. Che meraviglia.
Categoria: Lavoro
-
Racconti-verità – Quando una persona diventa invisibile
Mi riferisco ad una lettera pubblicata recentemente sul Secolo XIX di una signora cinquantaduenne che espone il suo caso “irrisolvibile” di disoccupata cronica a causa della sua età.
Io ho qualche anno in meno di questa disarmata signora ma sono disillusa tanto quanto lei, forse ancora di più considerato che ho 45 anni (dovrei essere più ottimista) e non ho un lavoro stabile dal 1999 anno in cui, dopo quindici anni di esperienza lavorativa in una multinazionale pubblicitaria a Milano, in seguito alla crisi aziendale ed alla conseguente riduzione del personale, sono stata costretta a ritornare a Genova e sto percorrendo faticosamente e sempre più demoralizzata anch’io la mia via crucis per trovare lavoro. A parte qualche sporadico Co.Co.Co. (Collaborazione Coordinata Continuativa) nel pubblico impiego e qualche collaborazione occasionale, da un po’ di tempo la mia ricerca si è definitivamente arenata, non vedo una via d’uscita, non vedo un orizzonte. -
1° Maggio Fiom – Gli slogan sull’unità e la realtà Ilva
Martedì 1° maggio Francesco Grondona – segretario Fiom – ha inviato un appello su Repubblica-Lavoro in cui invita all’unità tutti i lavoratori. Ci piace e ci rassicura. Perché è il segno che siamo in democrazia e la libertà di pensiero è salva.
“Una vecchia canzone operaia”, scrive, “definiva il primo maggio come il giorno di chi crede nel futuro con lotta e coraggio. Questo deve essere il senso che ancora oggi deve avere il primo maggio”. Dopo questo incipit passa all’analisi, davvero desolante, del lavoro dipendente “relegato ai margini della società stessa, dimenticato ed oscurato da una politica spettacolo, che francamente offre uno spettacolo schizofrenico della politica” ricordando che “la lotta per la difesa dei lavoratori è più attuale che mai”. Cita la mancanza di sicurezza, le buste paga più basse d’Europa, gli infortuni, la richiesta continua di flessibilità e la precarietà, indicando quelle sacche che subiscono tutto questo come la nuova linfa dalla quale il sindacato trarrà energia. Infine, con un approccio alla difesa della pace e alla lotta contro le guerre capitaliste, chiude con la parola d’ordine “lavoratori di tutto il mondo unitevi”, “divisi i lavoratori sono un numero, uniti sono una forza”. -
Morire sul lavoro/1 – Se la sicurezza aumentasse come i tavoli istituzionali
Presidente Tofani. Signor prefetto, intanto la ringrazio sia per l’accoglienza e la disponibilità sia per la documentazione che ci ha consegnato, la quale sarà sicuramente per noi un elemento importante di riflessione, sia soprattutto per la conferma, rispetto ai dati di cui eravamo già in possesso, del fatto che non ci troviamo di fronte a situazioni straordinarie o di emergenza.
Prefetto Romano. Assolutamente no.
Presidente. Piuttosto – mi sembra di capire – esiste una situazione abbastanza sotto controllo, anche in relazione all’entità non eccessiva degli eventi infortunistici.
Romano. Esattamente (audizione svolta presso la prefettura di Genova, Commissione parlamentare d’inchiesta sugli infortuni sul lavoro con particolare riguardo alle cosiddette “morti bianche”, 17 ottobre 2005). -
Morire sul lavoro/2 – Sempre meno ispettori addetti ai controlli
Il lavoro portuale è uno di quelli con più alto rischio infortunistico. Si svolge per lo più all’aperto in condizioni climatiche e meteorologiche variabili, in situazioni sempre diverse e soggette a continui cambiamenti. La deregolamentazione del lavoro portuale l’ha reso ancor più difficilmente codificabile. “Oggi non sappiamo chi entra ed esce in porto e il lavoro nero dilaga” (Gian Paolo Patta, sottosegretario del ministero della Salute, incontro del 16 aprile in prefettura).
-
Mistero Cornigliano – Le centrali iraniane più aperte dell’Ilva
“Accordo di programma Ilva: funziona?”. E’ il titolo di un articolo apparso sul Corriere di Sestri Ponente il 1° aprile che spiega: “abbiamo sentito le voci di alcuni lavoratori e di un rappresentante sindacale per tirare le somme di quante cose sono andate avanti sino ad oggi. La sorpresa è stata che i pareri sono diametralmente opposti. I lavoratori attualmente occupati all’interno della fabbrica asseriscono che le ristrutturazioni che stanno andando avanti riguardano solamente la bonifica del capannone della vecchia acciaieria per l’inserimento di una nuova linea di zincatura; per il resto è tutto fermo!”.
-
Acciaierie – Se il problema Ilva diventa scommessa
C’è un bellissimo numero in carta patinata del Liguria Business Journal titolato “Il patto d’acciaio”. C’è un programma dettagliato degli interventi, una mostra sulla trasformazione delle aree industriali e finanche il filmino delle interviste ai cassintegrati a far da prologo al convegno sulla siderurgia genovese lunedì 12 marzo.
In carne e ossa sono presenti Emilio Riva con il giovane figlio Daniele, Francesco Grondona segretario Fiom, Sergio Migliorini stessa carica per la Cisl, Mario Ghini responsabile Siderurgia Uilm, Claudio Burlando, presidente della Regione, gli assessori comunali Bruno Gabrielli, Mario Margini, Giovanni Facco, Piero De Biasi, responsabile p.r. industriali dell’Ilva, Alberto Ghio, a.d. di Sviluppo Genova, il presidente della Provincia di Genova Alessandro Repetto, e infine il ministro del Lavoro Cesare Damiano. -
Anteprima – Il porto di dentro, film proibito
“De mä – trasformazione o declino” è un documentario sul porto di Genova e sul lavoro portuale, che fa discutere. L’anteprima di alcune parti a bassa risoluzione che gira su internet, ha già provocato scontri accesi e reazioni a dir poco furibonde. A San Benigno sono comparsi cartelli e graffiti intimidatori: “infame”, “okkio al kranio”. Indirizzati a quei portuali che, intervistati, avevano criticato la attuale gestione della Compagnia. Pietro Orsatti, autore del film, ha detto che si aspettava critiche, anche polemiche feroci e che è “consapevole che in ogni caso il film ha per la prima volta svelato interamente un mondo assolutamente sconosciuto se non al ristretto ambito degli addetti ai lavori”. Comunque, Orsatti ha dovuto tornare al montaggio per “apportare modifiche funzionali alla tutela delle persone minacciate” per aver collaborato con il film (http://orsatti.blogspot.com/index.html).
-
Acciaierie – Quante nuvole sul futuro degli operai in affido
E’ un San Valentino quello che ci propongono i giornali sulla questione Cornigliano.
Siamo al 14 febbraio, festa degli innamorati, e su Repubblica-Il Lavoro e Corriere Mercantile appare la cronaca della giornata precedente in cui Burlando, Pericu, il presidente di circoscrizione Bernini e Grondona della Fiom hanno inaugurato l’Infopoint del quartiere per i progetti delle aree siderurgiche restituite alla città. -
Precari/1 – E’ suonata l’ora dei senza diritti
8 febbraio. A Palazzo Ducale la grande sala del Maggior Consiglio è strapiena, la Regione è lì per presentare il suo piano di graduale stabilizzazione del lavoro precario e per raccogliere consensi: nei prossimi tre anni, attraverso il metodo dei concorsi con riserva di posti, 1000 lavoratori verranno assunti in pianta stabile da Regione, Arpal, Datasiel. L’evento è pilotato da una attenta regia. La sala è divisa in aree: qui i precari della Regione, lì quelli di Arpal, in quell’altra zona quelli di Datasiel, a destra la sanità, a sinistra gli Ircs Gaslini ed Ist che per il momento non sono inclusi nel processo. Vietato sedersi nei posti sbagliati.