Categoria: OLI 403
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OLI 403: EUROPA – Morte del Carnevale a Siviglia
12 marzo 2014. Una banda si esercita in periferia tra vicoli e svincoli di fabbriche, capannoni dismessi, sono in maggioranza giovani: pure la musica sembra cogliere l’aria della Crisi.
Anche in città, con il bel tempo, le persone sono in giro ma bar e ristoranti hanno tanti tavoli liberi, nonostante i turisti. Nei vicoletti panni stesi, poche luci accese, nessun fiore e finestre chiuse: c’è aria di abbandono e il turismo non basta più. Anche le cristaleras, le verande e i balconcini di Spagna, paiono tristi.
Si vede in giro meno gioventù, donne già d’età fanno crocchio per la strada e gli uomini in gruppetti a parlottare.
Sarà suggestione d’Italia, ma non sembra ci sia più l’aria festosa che sempre ritrovavi, dall’Andalusia alla Catalogna, a Gibilterra.
La Spagna è in piazza il 4 aprile, da Madrid a Saragozza, da Valencia a Granada con 53 cortei per gridare “Stop recortes”, basta tagli.
Per favore, ridatemi il mio ola e i miei olé.
(Bianca Vergati – video dell’autrice) -
OLI 403: ESTERI – Voci dalla stampa internazionale
Afghanistan
Daily Mail, 17/03/2014: “I soldati britannici hanno ucciso inutilmente centinaia di abitanti armati in Afghanistan, che non rappresentavano alcuna minaccia imminente, ha affermato un ex ufficiale. In un sensazionale nuovo libro, il maggiore Richard Streatfeild, condanna le tattiche “Turkey Shoot” che hanno portato alla “macellazione ripetitiva” di persone, che le truppe britanniche, avrebbero dovuto proteggere.” http://www.dailymail.co.uk/news/article-2587070/British-snipers-killed-Afghans-pointless-turkey-shoot-boosted-support-Taliban-says-major-revealed-troops-died-lack-equipment.htmlSiria: Una lunga guerra per procura
The Independent, 29 marzo 2014: “Se gli USA andranno avanti con questo piano, allora stanno dicendo, in effetti, che sono pronti a condurre una lunga guerra per procura in Siria, contrariamente a tutte le ipocrete effusioni di Washington e Riyad circa il porre fine alle sofferenze del popolo siriano.” http://www.independent.co.uk/voices/commentators/the-us-is-paying-the-cost-of-supporting-the-house-of-saud-as-cracks-begin-to-appear-9223659.htmlBrasile: la guerra contro le donne
Washingtonexaminaer, 30/03/2014: “Il 65 per cento degli intervistati hanno detto che le donne che indossano “abiti che mettono in mostra il corpo” meritano di essere violentate.” http://m.washingtonexaminer.com/women-in-revealing-clothes-deserve-to-be-raped-say-brazilians-in-new-poll/article/2546507Arabia Saudita
Reuters, 28/03/2013: “Le violazioni dei diritti umani in Arabia Saudita non sono state sollevate durante i colloqui di venerdì tra il presidente americano Barack Obama e re Abdullah, ha detto un funzionario USA.” http://www.reuters.com/article/2014/03/28/us-obama-saudi-rights-idUSBREA2R1SK20140328Glenn Greenwald
The Intercept, 28 /02/2014: “Se si vuole giustificare tutto questo sostenendo cinicamente che gli Stati Uniti traggono vantaggio dal loro sostegno a repressive e brutali tirannie, andate pure avanti. Questo, almeno, è un atteggiamento onesto, ma non andate in giro agendo come se gli Stati Uniti fossero una sorta di coraggioso avversario della repressione politica e delle violazioni dei diritti umani, quando l’esatto contrario è così palesemente vero.” https://firstlook.org/theintercept/2014/03/28/us-takes-break-condemning-tyranny-celebrate-obamas-visit-saudi-arabia/Governatore USA si scusa per aver chiamato “territori occupati” i territori occupati
Politico, 30/03/2014: “Il governatore del New Jersey Chris Christie si è scusato con Sheldon Adelson, in un incontro, sabato, per aver fatto passare una linea politica sbagliata sul Medio Oriente, durante un discorso tenuto nella prima parte della giornata. Nel discorso aveva infatti invocato un viaggio del 2012 fatto da lui e la sua famiglia in Israele, Christie ha detto: “Ho fatto un giro in elicottero attraverso i territori occupati ed ho subito sentito personalmente (..) il rischio militare che Israele deve affrontare ogni giorno.” http://www.politico.com/story/2014/03/chris-christie-occupied-territories-apology-105169.htmlIsraele: i richiedenti asilo imprigionati nel deserto
The Telegraph, 04/04/2014: “Attivisti per i diritti umani dicono che Israele dovrebbe vergognarsi del suo trattamento dei richiedenti asilo a Holot, una struttura di detenzione per “infiltrati” nel deserto del Negev”. http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/middleeast/israel/10743910/We-are-prisoners-here-say-migrants-at-Israels-desert-detention-camp.htmlMyanmar: Rohingya, una delle minoranze più perseguitate al modo
Ahram, 29/03/2014: “Myanmar ha detto sabato che i musulmani non sarebbero autorizzati a registrarsi come “Rohingya” nel suo primo censimento in tre decenni (…) La mossa è arrivata dopo che i buddisti in un stato occidentale colpito dai disordini hanno promesso di boicottare il censimento nel timore che potrebbe portare a un riconoscimento ufficiale dei Rohingya, considerati dalle Nazioni Unite una delle minoranze più perseguitate al mondo” http://english.ahram.org.eg/NewsContent/2/9/97799/World/International/Myanmar-says-Rohingya-term-banned-from-census.aspxCanada/Ucraina
The Globe and Mail, 21/03/2014: “L’antisemitismo, come tutti sappiamo, non ha un nemico più intransigente di Stephen Harper e il suo governo. L’hanno persino denunciato dove non esiste. Perciò possiamo essere sicuri che sono offesi da Svoboda, anche se in pubblico, stranamente, sono stati silenziosi come una tomba.” http://www.theglobeandmail.com/news/politics/as-a-champion-of-israel-harper-will-face-uncomfortable-truths-in-ukraine/article17617024/Repubblica Centro Africana
Chron, 29/03/2014: “C’è solo un quartiere di Boda dove i musulmani sono al sicuro dalle pallottole e dalle machete dei miliziani cristiani. Molti di coloro che si avventurano fuori sono uccisi, sgozzati o si spara contro le loro auto. Persino i morti devono obbedire: i corpi dei musulmani sono sepolti dietro un vecchio magazzino perché il tradizionale cimitero musulmano è ora strapieno”. http://www.chron.com/news/world/article/Thousands-of-Muslims-stuck-in-C-African-Republic-5359342.php
(Saleh Zaghloul) -
OLI 403: BENI COMUNI – L’altro Bersani, per un’altra Europa
L’intervista che Marco Bersani, portavoce di Attac, ha rilasciato a PAN PAN PAN segnale d’urgenza su beni comuni, debito pubblico, tagli, TTIP (Parternariato Transatlantico su Commercio e Investimenti). E ancora su privatizzazioni e Cassa Depositi e Prestiti e sulla possibilità di agire un cambiamento concreto.
Per chi sa e vuole approfondire, per chi non sa e si vuole informare. Il video su GenoVirus -
OLI 403: COMUNE – Se alle affissioni hanno perso la strada
Compaiono ogni tanto grandi manifesti scritti fitti fitti della Direzione Urbanistica del Comune di Genova, comunicazioni che riguardano progetti edilizi, loro varianti o approvazioni. In gran spolvero e a tutto campo sono affissi nello spazio solitamente dedicato agli avvisi “in caso di nevicata a alluvione”, elezioni: la comunicazione è abbondante, alla lettura pare esaustiva e puntuale e qualche curioso lo vedi soffermarsi colpito da tanto scritto. Dopo poco però il solerte cittadino si allontana e pensi forse è troppo complicata la questione.
Non è soltanto questo. Il punto è che lo zelante lettore, di solito è un passante che abita nei dintorni: che cosa potrà importargli di leggere se si tratta di un progetto dall’altra parte della città? Peccato, non si guarda al di là del proprio orticello, si dirà. La cosa più strana è però che i manifesti che vengono affissi non sono riferiti al territorio in cui li trovi, no, si riferiscono molto spesso ad un altro quartiere.
A novembre c’era in via Gianelli, a Quinto, un manifesto che riguardava piazza Leonardo da Vinci, Albaro, ma in Albaro non ve n’era traccia e nessun ufficio pareva sapere a che cosa ci si riferisse: la delibera a riguardo è poi comparsa in Consiglio Comunale, mentre qualche settimana fa in Albaro due manifesti riguardanti la Valbisagno, nella foto i manifesti in via De Gaspari, dietro s’intravede il parco dell’ex ambasciata russa.
(Bianca Vergati – foto dell’autrice) -
OLI 403: SOCIETA’ – Ceronetti, il sesso e la vecchiaia
“Asessuate? Hai capito? E’ una palla formidabile, scoperesti tutti i giorni, e chi ce l’ha detto a noi? Che nostra nonna aveva voglia di scopare?”
Nel gruppo ‘Generazioni di donne’ (*) del sesso in vecchiaia abbiamo iniziato a discutere da tempo, ed ora ecco un articolo di Ceronetti che si presenta come un invito a nozze, perché Ceronetti solleva un problema verissimo, ma lo declina, senza l’ombra di un dubbio, interamente al maschile.
L’articolo, comparso su La Repubblica di martedì 1 aprile sotto il titolo di ‘Mettiamo fine alla barbarie della vecchiaia senza sesso’, si apre con una citazione da Sofocle che nell’Edipo a Colono sintetizza perfettamente la cultura del suo tempo facendo dire al suo eroe che “la più grande sciagura per un uomo è una lunga vita”.
Affermazione rivoluzionaria oggi, tempi in cui invecchiamenti interminabili si accompagnano a infiniti escamotage tecnici, estetici, sociali per negare l’esistenza della vecchiaia.
Ora però, dice Ceronetti, questi vecchi che sempre più popolano le nostre città, e che “La geriatria contemporanea non abbandona neppure al di là dei cento”, sono le vittime di una barbarie medica, politica e sociale, che li esclude dal sesso, o dall’amore a sfondo sessuale, “a partire da un’età prossima alla settantina”.
Che fare? Ceronetti prende atto che è stata data qualche risposta alla solitudine sessuale dei disabili e dei carcerati, ma si chiede con inquietudine: “per i vecchi maschi, eterosessuali, coniugati o soli, si muoverà mai qualcuno?”Domanda interessante e legittima, ma zoppa senza la sua gemella speculare: “per le vecchie femmine, eterosessuali, coniugate o sole, si muoverà mai qualcuno?”.
Tale asimmetria non può che condurre a soluzioni sociali e politiche sghembe, come le ipotesi evocate dallo scrittore che, mentre allontana da sé il ricorso alla prostituzione “perché degrada l’uomo molto più della donna”, vagheggia una rinascita in forma moderna delle ierodule, le schiave sacre “che compivano un servizio presso tutti gli antichi templi d’Occidente come d’Oriente”, affidando la sua speranza al “riemergere secondo una socializzazione d’anno Duemila di quella sacralità femminile del corpo offerto liturgicamente per amore delle Divinità, che certissimamente non è mai morta”.
Ma le vecchie donne di oggi non hanno nella loro storia né ‘ieroduli’ da rievocare in forma moderna, né – più prosaicamente – prostituti.
E allora? Un’amica dice che non si può saltare questo passaggio, perché altrimenti l’uguaglianza tra i sessi non potrà davvero compiersi. Quindi bisognerà avere fantasia, essere capaci di ‘inventare’, perché finché persiste la prostituzione femminile come dato sociale unilaterale, tutto il resto non basta per parificare la situazione, né a livello concreto, né a livello simbolico. Si potrebbero immaginare dei luoghi dove è garantito che lì sesso è giusto, è corretto, che vi si può accedere senza umiliare gli uomini, come invece sono state umiliate le donne?
Luoghi che rappresentino pubblicamente la libertà delle donne di praticare il sesso potrebbero essere una tappa nel viaggio verso l’uguaglianza.
(*) Per notizie sul gruppo ‘Generazioni di donne: www.generazioni-di-donne.it
(Paola Pierantoni – Fotografie dell’autrice) -
OLI 403: PUBBLICITA’ – Alberi e piantine
Un maschio adulto (presumibilmente il padre) e un maschio giovanissimo (presumibilmente il figlio) piantano un albero nel giardino di casa. Il maschio adulto libera l’alberello dal vaso e insieme al maschio giovanissimo lo pianta nel terreno.
I due ridono e si scambiano occhiate complici mentre una femmina giovanissima (presumibilmente figlia del primo e sorella del secondo) sta a guardare, imbronciata ed esclusa, il rito primordiale che si svolge sotto i suoi occhi.
Solo piantine per le donne? A questo punto una femmina adulta (presumibilmente madre dei piccoli e moglie/compagna del maschio adulto) si affaccia alla porta e fa cenno alla femmina giovanissima. Insieme, si dirigono verso un’altra zona del giardino e la madre rinvasa per la figlia una piantina che poi la figlia mette sulla finestra di casa. Madre e figlia guardano la piantina e sorridono compiaciute ai maschi che hanno completato il loro lavoro innaffiando l’alberello.
E’ la pubblicità di uno yogurt che, ancora una volta, trasmette un messaggio pieno di contenuti discriminatori e sessisti. Infatti, mentre i maschi, in uno spazio esterno, piantano un arbusto destinato a diventare un grande albero che vivrà negli anni futuri, le donne, in uno spazio interno, travasano una piantina che concluderà la sua vita effimera su un davanzale. I maschi, quindi, fanno grandi cose destinate a durare e ad essere utili per tutti (il grande albero), mentre le femmine fanno piccole cose con un semplice valore di ornamento interno alla casa.
Maschi e femmine occupano, quindi, spazi diversi, con una diversa gerarchia di valori: la felicità sta nel riconoscere la propria diversità/inferiorità, accettarla e non invadere lo spazio esterno che i maschi occupano con tanto successo. Questa è la lezione che la madre impartisce alla figlia: non interferire, travasa la tua piantina e renditi conto che piantare grandi alberi non è per te.
Un messaggio pubblicitario non deve per forza mercificare il corpo della donna per essere considerato discriminatorio: anche in modo molto meno aggressivo si possono veicolare modelli e stereotipi profondamente lesivi della libertà femminile.
(Paola Repetto – Foto Paola Pierantoni) -
OLI 403: SOCIETA’ – Vegano non è marziano

(Torta di fragole vegana) Anni fa ne aveva scritto in Pastorale Americana Philp Roth. La figlia dello svedese era una di loro, ma non faceva una bella fine. Certo la letteratura può essere spietata.
Oggi, numerosi anche in Italia, li puoi incontrare ad un aperitivo organizzato a Bogliasco per cercare di capire come mangiare rinunciando totalmente non solo a carne e pesce, ma anche a latte con tutti i derivati, uova, miele e a non indossare né lana, né pelle e piume. Ti indicano la strada per stare alla larga da circhi, zoo e acquari.
Fabio e Lella hanno il volto diafano, il fisico scattante e asciutto di chi vive nella natura e la luce negli occhi che solo una fede profonda accende nello sguardo. Milanesi di nascita, vivono nelle Marche e pubblicano da sé i loro libri. Ne mostrano uno di ricette dal titolo Tutti bravi in cucina (e senza sofferenza animale) mentre attorno a noi è un trionfo di torte salate e dolci, pane, insalate, compresa quella russa, tutti rigorosamente vegan, con famiglie che assaggiano, annuendo compiaciute.
Nel loro banchetto tante pubblicazioni di Ecoeditoria Creativa. Loro è la Troglodita Tribe S.p.A.f (Società per Azioni felici) con convinzione spiegano di essere vegani da quattordici anni. E’ stata la presa di coscienza del livello di violenza che subiscono gli animali, proprio in quella campagna bucolica che avevano immaginato prima di lasciare la metropoli, a condurli su questa strada, insieme a cinquanta miliardi di animali uccisi ogni anno.
Si tratta anche una scelta etica dettata dall’antispecismo, la filosofia che considera un’ingiustizia il fatto che specie diverse da quella umana vengano discriminate, imprigionate, sfruttate, uccise e che si batte contro l’antropocentrismo – in un parallelo con razzismo, sessismo, omofobia – mirando ad una società in cui tutte le specie vengano considerate alla pari. Spiegano che – assodato che la violenza c’è, è evidente capita anche a loro di ammazzare una zanzara – l’intento è eliminare tutta la violenza intenzionale e sistematica.
Essere Vegan è la pratica dell’antispecismo e l’antispecismo è la teoria.
Raccontano di tre generazioni di vegani in Inghilterra con dati scientifici assolutamente positivi e di ambulatori – ne indicano uno pediatrico anche a Firenze – dove i dottori sono vegani e vegetariani. Parlano di nutrizionisti che favoriscono questo stile alimentare.
Si scopre così che maionese e besciamella possono essere fatte con il latte di soia, che le frittate non hanno bisogno di uova per essere tali e che un ospite a cena vegano non è un marziano. Si può cucinare facilmente anche per lui. Bastano due parole chiave, ricette vegane e un giro nella rete.
Chi proprio non vuole rinunciare a formaggetta e carne, ma volesse iniziare a capire, potrebbe fare come nei tempi andati, quando si mangiava pesce il venerdì, ed accostarsi all’alimentazione vegana una volta a settimana.
(Giovanna Profumo – foto dell’autrice)





