Da mesi la Grecia ha assunto per noi una doppia faccia: ci spaventa, facendoci intravvedere il possibile “baratro” prossimo venturo, quello in cui potremmo cadere anche noi; ma nello stesso tempo ci rassicura, perché in fondo siamo convinti che a quel punto non ci arriveremo: i greci hanno più colpe di tutti, la loro inefficienza e corruzione sono ancora più profonde ed endemiche che da noi, l’evasione fiscale pure. E poi alle spalle non hanno una storia industriale, non producono nulla, quindi è naturale che davanti non abbiano un futuro. Una nazione a perdere.
Di fatto i mezzi d’informazione riportano sulla Grecia notizie sempre più allarmanti: aumento del 30% dei suicidi in una nazione che vantava il più basso tasso europeo; sparizione di farmaci essenziali dagli ospedali, addirittura mancherebbe l’insulina; bambini che svengono a scuola per la fame, e altri abbandonati da genitori che non possono più mantenerli; aumento delle rapine; sindacalisti arrestati durante le proteste.
All’immagine del greco-cicala, che si merita la tegola che gli è caduta in testa, se ne affianca un’altra: quella della vittima ridotta allo stremo dalle politiche della finanza internazionale, e che combatte nelle strade, sotto la repressione della polizia.
Le informazioni che ci arrivano corrispondono alla realtà? Giro la domanda ad alcuni amici greci. Alcuni vivono in una piccola isola, altri ad Atene. Nei prossimi Oli una testimonianza dall’isola e le voci da Atene. Come vedrete la situazione sull’isola è un po’ migliore, come lo era quella dei nostri “sfollati”, durante la guerra.
(Paola Pierantoni – foto dell’autrice)
Categoria: crisi
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OLI 327: GRECIA – Una nazione a perdere?
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OLI 325: NATALE – Il grande freddo
Ho due amiche molto care, circa la stessa età, trenta anni l’una, trentatrè l’altra.
Tutte e due laureate, anche se in campi diversi, e con successiva formazione di masters e dottorati.
Una vive ad Atene, l’altra a Genova.Vite lontane, ma unite da un’esperienza comune: quest’anno non hanno mai acceso il riscaldamento. Non hanno i soldi per pagarselo, ma per fortuna (diciamo così) sia l’una che l’altra hanno il riscaldamento autonomo e possono “scegliere”.
In questi stessi giorni mi arriva, sempre da Atene, la brossure di un convegno che si è tenuto nell’ambito della manifestazione “Money Show”. L’argomento sono i metodi costruttivi che permettono il risparmio energetico. Nel testo leggo questa osservazione: “Nelle nostre moderne comunità i poveri non soffrono la fame, ma hanno freddo”. Il costo dell’energia per riscaldarsi “come lo hanno calcolato finora” è andato infatti oltre le loro possibilità economiche.
Mio padre mi parlava dei “geloni” (http://en.wikipedia.org/wiki/Chilblains ), esperienza comune dei ragazzi poveri nei primi anni del secolo scorso. Niente riscaldamento nelle scuole, pochissimo nelle case.
Ma quando un amico greco mi dice che “dovremo di nuovo imparare a vivere poveramente come i nostri nonni”, forse non dovrà mettere in conto i geloni.
Il riscaldamento globale ci protegge.
(Paola Pierantoni – foto dell’autrice) -
OLI 324: GRECIA – Origini di una crisi secondo Petros Markaris
Lunedì 12 dicembre nel salone del Minor Consiglio di Palazzo Ducale a Genova, un folto pubblico ha accolto la conferenza dello scrittore greco Petros Markaris, programmata nell’ambito della rassegna “Mediterranea”.
Markaris, nato ad Istanbul, di padre armeno e madre greca, sceneggiatore di diversi film di Theo Anghelopulos, è noto al grande pubblico per il commissario di polizia Kostas Charitos, protagonista dei suoi romanzi pubblicati in Italia da Bompiani.
Markaris, con un discorso appassionato, ha descritto il momento attuale in Grecia, in balia di una crisi economica di cui non si intravedono prospettive di uscita: quali sono le cause che hanno portato il paese in questo stato?
Partendo dalla caduta della dittatura dei colonnelli nell’aprile del 1974, Markaris divide il passato ellenico recente in tre periodi: il primo, dal 1974 al 1981, è stato quello delle grandi riforme; il secondo dal 1981, è stato segnato dall’ingresso della Grecia nell’Unione Europea; il terzo ha origine nell’ottobre 2010, con le dimissioni del governo Karamanlis, ed è contrassegnato dalla attuale crisi economica.
Il presente greco “è un incubo”, dice Markaris. I motivi profondi di questa crisi vengono da lontano e sono riconducibili a diversi fattori:
– da più di trenta anni la scena politica è stata dominata da due famiglie, Papandreou e Karamanlis, e questo ha di fatto bloccato lo sviluppo di una democrazia compiuta;
– manca in Grecia una forte classe borghese, con una propria cultura;
– con l’ingresso nell’Unione Europea, l’arrivo di forti finanziamenti comunitari in un paese senza alcuna base economica produttiva ha portato un fittizio arricchimento, con una perdita parallela dei valori della cultura popolare;
– la presenza di forte evasione fiscale e di corruzione ormai diffuse a tutti i livelli;
– un punto di svolta infine è costituito dalle Olimpiadi di Atene del 2004, dove i costi, lievitati in corso d’opera a livelli esorbitanti, hanno portato ad un forte indebitamento pubblico con banche straniere.Siamo tutti responsabili di quel che è avvenuto, dice Markaris, e ora il rischio è che la gente si metta ad aspettare un “salvatore”.
Markaris si è detto diviso tra un senso di scoramento che può giungere alle lacrime, e una rabbia tale da voler sfasciare tutto. Quale può essere una via di uscita? Lo scrittore auspica una rinascita culturale, che trovi le proprie radici da un lato nella classe intellettuale, formata da scrittori, poeti e giornalisti, dall’altro nella parte migliore della classe politica, individuabile oggi solo nelle minoranze “pensanti” all’interno dei due grandi partiti greci di massa, Pasok e Nea Demokratia. Ma, aggiunge, non tocca solo alla Grecia: è tutta l’Europa che deve ritrovare una cultura e una prospettiva che vada oltre i “numeri” del Pil, dello Spread, degli indici di borsa.
Lui, da scrittore, ha deciso di utilizzare i suoi prossimi romanzi come mezzo per aprire una discussione sulla crisi greca, sui suoi drammi, sulle sue cause: il primo è già stato pubblicato in Italia col titolo “Prestiti scaduti”, Ed. Bompiani.
(Ivo Ruello – foto dell’autore) -
OLI 315: CITTA’ – I cocktail di Gucci e il cittadino “comune”
È accaduto ancora.Si sa, a farle certe cose, ci si prende gusto.La cronaca mondana dell’evento – Il Secolo XIX del 7 ottobre 2011, a firma Roberta Olcese – questa volta segnala la presenza della candidata a sindaco Roberta Pinotti che, solo alla fine, “trafelata”, si è unita alla festa.Il 6 ottobre, via XXV Aprile è stata bloccata al traffico cittadino, all’ora dell’aperitivo serale, per un esclusivo party, “settecento inviti“, organizzato da Gucci.L’iniziativa era parte integrante del programma Genova in Blu – Il Salone Nautico in città (Fuori Nautico).Quanti soldi siano entrati nelle casse del Comune per trasformare un’arteria nodale in “un locale lounge” riservato a pochi non è dato ancora sapere. È dalla prima volta – dicembre 2010, per l’inaugurazione della boutique – che OLI ha chiesto la cifra. Su nostro invito, la consigliera comunale Angela Burlando aveva inoltrato alla giunta un’interrogazione in merito, senza ottenere a tutt’oggi delucidazioni. La domanda, adesso, è stata riproposta telefonicamente alla stessa e anche al capogruppo Pd in consiglio comunale Marcello Danovaro che, all’oscuro dell’iniziativa, ha garantito verbalmente una risposta. Risposta attesa con apprensione per rassicurare coloro che, in visita ad un parente, hanno subito la deviazione del bus n. 35 diretto all’Ospedale Galliera e ai molti altri che, più semplicemente, dovevano raggiungere casa o amici per la cena.C’è in questa trovata una dissonanza di fondo, data dalla mancanza di rispetto per il cittadino “comune”, c’è un’assenza di sguardo verso l’altro, una latitanza della politica incapace di cogliere la differenza tra iniziative eticamente opportune e quelle che non le sono.L’articolo del Secolo XIX indica fra i Vip la presenza di Sergio Muniz, star dell’Isola dei Famosi, uomo immagine e attore. Il quale durante il cocktail trova spazio per profonde riflessioni politiche: vorrebbe una pista ciclabile in corso Italia, un centro storico più sicuro, “alle volte ho paura anch’io”, e una città più all’avanguardia.Nello stesso articolo Andrea Morando – proprietario del negozio Gucci a Genova e organizzatore del party “per festeggiare insieme con la città il Salone Nautico” – invita “a non mollare. Anche se c’è la crisi”. Di seguito indichiamo i costi di alcuni modelli esposti nella vetrina fumé del negozio di sua proprietà affinché i lettori possano cogliere appieno la forza dell’appello:Borsa in pelle Euro 1.750,00 – borsa camoscio Euro 1.490,00 – Portafoglio 1973 Euro 430,00 – Ballerina 1973 Euro 395,00.(Giovanna Profumo, fotografie dell’autrice )
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OLI 313: VERSANTE LIGURE – STANDARD & POVERO ME
Lui non si è dimessocon Bossi ha ancor feelingci porta al collasso(politico stalking)caschiamo giù, adessobirilli da bowling.Mi sento depresso:calatemi il rating.Versi di ENZO COSTAVignetta di AGLAJA.
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OLI 311: VERSANTE LIGURE – L’AMORE AI TEMPI DELLA MANOVRA
L’AMORE AI TEMPI DELLA MANOVRASai come ti detesti!A te io starò accanto!Non puoi pensar ch’io resti!”:si ispira (e ne fa un vanto)della manovra ai testi.per lei, lui un tenue led:amor che non dà paceper troppo ampio spread.non ama più la Giusima teme tempi buida sogni disillusi:la lascerà, per cui,solo a mercati chiusi.