Cronache – Nuove Brigate Rosse e vecchio cinismo

E’ anzitutto desolante sprofondare di colpo in un passato di trent’anni fa, contrassegnato con lo stesso marchio della stella a cinque punte. Ecco di nuovo le mitragliette, le pistole, gli attentati in preparazione e tutto ciò che credevamo sepolto per sempre della vecchia storia delle Brigate rosse. Apri il giornale o il telegiornale e ritrovi tutto come prima, e bisogna superare lo sconforto prima di notare a margine qualche risvolto trascurato dall’informazione.


Le immagini di cronaca da questo passato mai finito ci mostrano stavolta (possibile segno di una minor pericolosità del partito armato bis) i “servitori dello Stato” che hanno coordinato l’inchiesta: alcuni volti noti tra cui è facile riconoscere Ilda Boccassini e Armando Spataro, da tempo bersagli preferiti della campagna di criminalizzazione della magistratura indocile. Alla Boccassini in particolare appiccicarono l’etichetta di “zarina”, “pasionaria” comunista, toga rossa che usava la legge a fini di parte. Tutto perché osò indagare sulla triade Berlusconi-Previti-Squillante. In realtà era ed è solo un magistrato che fa il suo dovere con convinzione. Lo hanno dimostrato le condanne definitive di Previti e Squillante, nonché le leggi ad personam, grazie alle quali il Cavaliere è riuscito a cavarsela con le prescrizioni; e lo ha confermato, anche se non ce n’era bisogno, l’offensiva da lei diretta contro il banditismo politico edizione 2007.
“E’ una delle pochissime volte in cui siamo riusciti a prevenire spargimento di sangue”, ha commentato con soddisfazione il ministro dell’Interno, Giuliano Amato, tornando col pensiero alla disastrosa esperienza di un suo predecessore, Claudio Scajola. Fu nel 2002, Marco Biagi, consulente ministeriale inviava avvertimenti e suppliche perché si sentiva minacciato, pedinato e chiedeva una scorta. Gliela negarono e in più, dopo che fu ucciso, il ministro ebbe il tocco di classe di insultarlo. Oggi, forse per meriti di cinismo acquisiti, Scajola presiede il Copaco, il comitato parlamentare di controllo dei servizi segreti ciclicamemente deviati.
Le coincidenze non finiscono mai e a mettere sotto processo il Sismi di Pollari è proprio il procuratore di Milano, Spataro, che mentre con la Boccassini teneva sotto controllo le nuove br, dall’altra intercettava gli spioni nostrani al servizio della Cia nel rapimento dell’imam Abu Omar. Motivo per cui oggi Berlusconi lo accusa di avere “tradito” i nostri 007, cui riconosce evidentemente licenza di violare la legge sequestrando persone.
Certo, l’autonomia della magistratura è una garanzia; per taluni scomoda.
(Camillo Arcuri)