Case all’asta – Quanti sciacalli del quartierino

L’ultimo richiamo ammicca ai passanti dal bordo strada, proprio come certe signore, e promette: Noi la tredicesima te la raddoppiamo… Continua, orchestrata a vari livelli, con inviti subdoli o sfacciati, la campagna che dagli anni della finanza creativa bombarda i meno abbienti, spingendoli a indebitarsi. Per i buon i affari di banche, finanziarie e usurai.


Ora è venuto il momento, atteso dai corvi, di spolpare le prede, coi risultati che un’efficace inchiesta di Ferruccio Sansa (nuovo firma del Secolo XIX) rende palesi: solo a Genova sono 895 le abitazioni messe all’asta in un anno perché i proprietari non riescono a pagare i debiti. Circa la metà sono famiglie che non ce la fanno a fronteggiare le scadenze di mutui immobiliari, generalmente a tasso variabile all’insù; negli altri casi si tratta di gente sfortunata che è ricorsa a prestiti garantiti dalla casa o si è vista pignorare i muri per tasse, bollette e altri oneri non pagati.
Ha suscitato scalpore, ma anche indignazione, il recente caso di Aggio (paesino sulla strada per Creto) dove una donna rischia di essere messa fuori dalla sua villetta rustica, venduta d’imperio, con un bel po’ di terreno annesso, per via della pila di multe collezionate dal figlio con la 500 intestata alla madre, più importi mai saldati per imposte, abbonamenti e consumi vari. Al di là degli aspetti umani, ha lasciato esterrefatti non pochi scoprire “come” è avvenuta la vendita: una procedura, non si sa quanto trasparente, che ha consentito a un’agenzia immobiliare di acquisire la villetta con terreno alla scandalosa cifra di 30.000 euro, 60 milioni delle vecchie lire, valore del più infimo basso dei vicoli o di un box di periferia.
Il prezzo di mercato di una casetta a due piani con giardino e prati verso Creto -gli esperti potranno essere più precisi- varia da cinque a dieci volte tanto; al che la Gestline, società che per conto del Comune si occupa di queste operazioni, spiega di essersi rifatta al valore catastale. Che tutti sanno irrisorio. In più, la vendita all’incanto dovrebbe essere pubblicizzata in modo efficace, così da evitare pastette, ad esempio che un’agenzia si assicuri l’acquisto a un prezzo vergognoso, senz’ombra di concorrenza. Può bastare a tal fine citare l’asta su un sito internet, e non pubblicare gli annunci delle gare con l’evidenza dovuta?
Il difensore civico del Comune, Fulvio Cerofolini, assicura che se non ci metterà una pezza Tono, l’agenzia immobiliare di Tursi, studierà altre forme di intervento. Ma il caso singolo è solo la spia di un fenomeno preoccupante. Un migliaio di case vendute forzosamente ogni anno a Genova costituiscono un boccone fin troppo appetibile per furbi e furbetti immobiliari. Chi controlla? Qualcuno avverte il dovere di impedire speculazioni sciacallesche sulle disavventure altrui?
(Camillo Arcuri)