Test – Ma alla scuola interessa un docente di qualità?

Come si sceglie un potenziale insegnante? Buttando là delle ipotesi avevo pensato a qualcosa tipo una prova scritta in cui si cerca di capire se il candidato ha la minima idea della materia che andrà a insegnare; un successivo colloquio per cercare di scremare eventuali soggetti affetti da evidenti turbe psichiche; una prova pratica per capire se l’esaminato è in grado di gestire una lezione in classe. Niente di tutto questo. Sono invece i test a crocette ad effettuare la prima scrematura dei futuri docenti. Una soluzione che a me pare demenziale. Ma non voglio personalizzare troppo perché – a parte il buon senso – non ho le competenze per dare un giudizio sul tipo di prova. Ma le domande… Sentite: “Il clima di tipo mediterraneo influenza l’agricoltura delle coste sud-occidentali dell’Australia, brasiliane, meridionale della Nuova Zelanda o settentrionali dell’India?”. Ancora. “Chi è Attilio Bertolucci, un regista, un poeta, un uomo politico o un pi ttore?”. E qui mi gioco il jolly, perché coi nomi di battesimo faccio sempre confusione.


Sapete cosa ho pensato?
Pensiero uno: acchiappare di sorpresa tutti i docenti della mia ex-facoltà e quelli della Ssis, chiuderli in uno stanzone e sottoporli al test. Vi immaginate i risultati?
Pensiero due: me, tra qualche anno (un bel po’, visti i tempi per arrivare ad avere una cattedra anche solo in prestito) nell’aula di una seconda media a parlare diffusamente dello “scitale” (tanto per citare un’altra questione proposta dai test), argomento alla base di tutta la cultura occidentale degli ultimi sei secoli almeno.
Lo riconosco: quando sono arrabbiato cado nella retorica. Ma che genere di prima scrematura è quella che privilegia il nozionismo più scemo a discapito di variabili più serie, come l’effettiva motivazione del candidato o la capacità di trasmettere qualcosina di più che non sia “il grado positivo dell’aggettivo esteriore”?
Consulto i programmi consigliati per prepararsi ai test ed alla successiva prova scritta. Gramsci li avrebbe sinteticamente definiti “brevi cenni sull’universo”: devo ripassare tutto. Tutta la letteratura dalle origini a quello che sarà pubblicato in Guatemala tra sei mesi; tutta la storia: greci, romani, età moderna e contemporanea: ne ho a grandi linee per due o tremila anni; tutta la geografia; se mi avanza tempo anche un po’ di storia dell’arte (diciamo che dalla ciccionissima Venere di Willendorf al Surrealismo potrebbe bastare), perché una domandina in quest’ambito potrebbe capitare.
Accetto la selezione; meglio se severa e, s’intende, giusta. Ma trovo insopportabile una valutazione condotta con metodi che mi paiono insensati. Mi son persino chiesto se all’origine non ci sia l’intenzione di demotivarci già dalla partenza, tanto per non farci arrivare in cattedra con troppo entusiasmo e illusioni. Se davvero il loro obiettivo è “stronca in partenza” allora sono bravissimi perché prima ancora di compilare i moduli di iscrizione il mio morale è a terra; sono scazzato.
(The Pupil)