Elezioni – Spiegare la storia ai nostri nipoti

Che botta!
Tragedia! Grande tragedia!
Svegliarsi con questo governo!
No. Io proprio domani non mi sveglio. Mi giro dall’altra parte.
Sai che faccio? Da oggi non parlo più di politica: solo di cucina e figli…Ma davvero è andata così male? Quanto male?
Sono fuori di casa…Non ci posso credere…
Hai idea di quando nomineranno i ministri? Beh allora toccheremo il fondo!
Promettimi, davvero promettimi che non parleremo più di politica!
Ma il PD è andato bene…
E già. Ma abbiamo perso tutti

La dimensione della catastrofe si accende sulla mia linea telefonica. E’ come una valanga. Una slavina di cui conosci entità e grandezza, della quale non puoi ancora quantificare le vittime, ma puoi prevederne l’impatto.


Si materializza la scuola: cosa faranno nella scuola? Nella sanità. Nell’assistenza. Nella magistratura. Nel precariato. E ancora per gli extracomunitari, e la politica estera. Come un maremoto annunciato per il quale non puoi fare nulla tranne che aspettare l’onda – anomala certo – che spazzerà via molto. Forse tutto. Sembra una catastrofe naturale. Ma su di noi solo una pagina di storia. Uno di quei capitoli nei quali si annuncia il tragico epilogo degli eventi, in cui allo studente accorto si spiegano le ragioni di ciò che è accaduto dopo. E se ne dimostra l’evidenza amara. E lo studente si impossessa della chiarezza. E in lui – ancora – l’impotenza delle conseguenze. Perché certo, se ci fosse stato, con un salto nel passato, avrebbe, lui da solo, camb iato gli eventi.
Venti righe di storia, su un libro di testo per i nostri allibiti nipoti. Quello che viene dopo è già scritto. La loro impotenza sarà la nostra di oggi.
Come la spiegheremo?
(Giulia Parodi)