Immigrazione/2 – A settanta anni dalle leggi razziali

Venerdì scorso all’Università di Genova si è svolta una conferenza sulle nuove leggi del governo Berlusconi IV su immigrazione e sicurezza pubblica organizzata dal Centro delle Culture di Genova. Presenti nell’aula M, affrescata in modo libero e gradevole, circa sessanta persone di ogni etnia. Dopo una brevissima introduzione della coordinatrice Patrizia Sassarelli, l’avvocato Alessandra Ballerini ha illustrato la “Bossi-Fini” e il Decreto Legge n.92/2008 pubblicato in Gazzetta Ufficiale a tempi di record il 26 maggio 2008, appena due giorni dopo l’approvazione, avvallato anche dal Presidente Napolitano. Ha letto inoltre alcune parti del Manifesto della Razza del 1938 per introdurre il nuovo decreto 92, che si rischia di veder rapidamente convertito in legge.


Il decreto contiene discriminazioni basate sulla condizione della persona e non sul reato commesso, essendo previsto per i clandestini un inasprimento della pena di un terzo rispetto ad un cittadino comunitario o regolare. Decade quindi il Diritto di fronte al colore della pelle: speriamo di non dover cambiare le targhe nei tribunali: “La legge è uguale per tutti gli italiani”. Aggiunto anche il “reato di immigrazione clandestina”, anche se come già è stato dimostrato non sarà di fatto perseguibile in quanto basterà dichiarare di essere in Italia da prima del maggio 2008 ma con il rischio di non poterlo dimostrare.
Il tutto condito con processi per direttissima che ingolferanno la già ingente mole di lavoro dei tribunali, tenuto conto che poi il periodo di detenzione nei CPT (oggi CIE – Centri di Identificazione ed Espulsione) è stato aumentato da tre mesi ad un anno, che al costo di 75 euro a persona per giorno dà una idea di quello che ci si aspetta di dover sostenere con le nostre tasse.
Insomma è una mera ricerca di capri espiatori dei malumori della nostra economia, ma soprattutto di braccia a basso costo da usare quando servono, relegandole poi a fine impiego nei nuovi CIE. Ci sarà tanto lavoro da fare in ambito di assistenza legale ai lavoratori stranieri in Italia.
Sono previste anche pene molto pesanti, che vanno dall’arresto alla confisca dell’appartamento, per chi concede una locazione a persone senza permesso, causando il problema che con permessi della durata di un solo anno e invece contratti di affitto della durata di 3 o 5 anni di fatto si bloccherà il mercato immobiliare in questo settore, dove già è difficile trovare casa da semplici stranieri, anche comunitari.
Un altro decreto del Presidente del Consiglio istituisce per alcune regioni la figura del “commissario anti nomadi” e dà carta bianca a Sindaci e Prefetti per la gestione del problema migranti. Nella ricerca su Internet dei riferimenti citati, mi sono imbattuto in altre leggi e circolari, sentenze del Consiglio di Stato che smentiscono i TAR ed una serie di precisazioni che fanno capire che sì, forse è di nuovo “tempo che gli Italiani si proclamino francamente razzisti” (art. 7 del Manifesto della Razza, 1938).
(Stefano De Pietro)