Precari – 87 mila insegnanti in meno per migliorare la scuola

87 mila tagli nella scuola pubblica nei prossimi tre anni secondo il piano Gelmini che dovrebbero riguardare esclusivamente docenti con contratto a tempo determinato, attraverso l’utilizzo di diversi strumenti: aumento del rapporto alunni/classe, anticipo delle iscrizioni nelle sez. primavera per la scuola dell’infanzia, maestro unico per tutti per 24 ore settimanali nella primaria, tagli orari nella secondaria di primo e secondo grado (Il Sole 24 Ore, 25 settembre).


Tutto questo naturalmente per garantire ai nostri figli una scuola migliore. I precari liguri non ci stanno e si sono organizzati in un comitato (http://precariliguria.blog.kataweb.it; http://www.paolomalerba.it/precariamente/), proponendo un “manifesto in difesa della scuola pubblica” dove contestano l’ipotesi che in Italia ci siano troppi insegnanti rispetto alle altre nazioni. E’ vero che in Italia il rapporto alunni per ciascun insegnante è minore (10,7 contro una media Oc se di 13,3), ma nel “belpaese” vi sono alcune anomalie che rendono necessario questo numero. Tali anomalie riguardano la presenza di 90,000 insegnanti di sostegno per allievi diversamente abili integrati nelle classi, (che in Francia frequentano scuole speciali e sono seguiti da circa 280.000 operatori sociali, sempre dipendenti dell’amministrazione pubblica, anche se non scolastica). Abbiamo poi il “tempo pieno”, che richiede circa 70.000 insegnanti in più (a Genova alcune scuole cominciano a sostituire i pomeriggi con attività di assistenza effettuata da “personale delle cooperative”, pagato dai genitori e sicuramente di differente valore formativo per gli allievi, la presenza di 25.679 insegnanti di religione pagati dallo Stato ma assunti su segnalazione della Curia, e una geomorfologia difficile, che necessita di scuole isolate e poco frequentate in piccole isole e località di montagna. Tutto questo in una nazione che, negli ultimi anni, ha visto diminuire la spesa pubblica destinata alla scuola dal 5,5% del Pil al 4,7% attuale, contro una media Ocse del 5,2%. Bisogna ricordare infine che “l’insegnante precario” è regolarmente abilitato e ha dietro sé anche dieci e più anni di insegnamento, con contratti annuali, da settembre ad agosto, o al termine delle lezioni, da settembre a giugno. E chissà quale azienda privata riuscirebbe ad assumere la stessa persona per lo stesso lavoro dieci volte con un contratto annuale.
(Maria Cecilia Averame)