Politica – Vivere schivando i fatti

Giorni fa Giulia ha fatto una pila dei giornali che si erano accatastati sul suo pianoforte, sul letto e vicino alla pila di roba da stirare e li ha buttati. L’ha fatto a malincuore perché – mi ha spiegato – nascosta tra i titoli, offuscata nelle colonne, probabilmente, c’era una notizia, un dettaglio rilevante che avrebbe dato una ragione in più a ciò che stava accadendo nel paese. Ha sorriso incerta ed ha aggiunto: “Che vuoi, non trovo il tempo per fermarmi. E poi, credo che la notizia non sia solo una, ma un insieme di notizie che, intrecciate in un telaio, mi permetterebbero di comporre il quadro…”.


E’ una vita che Giulia salva ritagli, volantini, fotografie. Li mette in accoglienti scatoloni e li dimentica. Pressata, talvolta, dal bisogno di mettere ordine si siede su uno sgabello di legno e seleziona uno ad uno quei fogli cercando qualcosa da buttare via. “L’altra volta ho trovato il pezzo di Benni sulla manifestazione del 18 marzo…Ti ricordi? La manifestazione di Cofferati del 2002!”, gli occhi si sono illuminati per un momento, per poi abbassarsi.
Ultimamente Giulia è più silenziosa. Come annientata. Il suo impegno politico si è ridotto a un lumicino. Mentre le spiego la necessità di non farsi da parte vedo che si assenta. Mi segue con lo sguardo, annuisce mentre la sua testa si sottrae. Giocando coi capelli riprende il discorso due capitoli indietro ed esclama: “Questa storia delle persone perbene proprio non l’ho buttata giù! Non riesco a digerirla, due giorni che ci penso, ma mi è rimasta qui”, indica lo stomaco e poi prosegue, “vorrei mi si facessero i nomi delle persone perbene. Poi vorrei mi si spiegasse perché per la raccolta firme contro il Lodo Alfano vedo solo gente di Di Pietro…La stessa incertezza era sulla fecondazione assistita e sui girotondi, e sull’Iraq, e sulla base di Vicenza e sulla Tav e sulla pace, e su tutte le iniziative partite dalle molte persone perbene di questo paese…No. Non bisognava andare tanto lontano. Era tutto lì. Bastava ascoltare.”
Congedandomi la abbraccio e le faccio gli auguri di buon anno. Camminando verso casa mi segue la certezza che infine Giulia non stia cercando una notizia, ma il colpevole di pasoliniana memoria.
Appaiono, facendo la spesa, le facce delle persone che si sono ritirate. Annichilite come Giulia, dicono che comunque non c’è nulla da fare. Schivano i fatti della politica spostandosi di un passo, perché, precisano, chi hanno votato continua a far scelte che non li rappresenta. Sentono forte questo divario e non se ne fanno una ragione.
Ancora lo spreco. Di qualità umane, di idee. Di speranza.
(Giovanna Profumo)