Ilva Nord – La salute va in prescrizione

Il 19 gennaio la Corte di Appello del Tribunale di Genova, presieduta dal dott. Odero, ha emesso la sentenza di secondo grado nei confronti di Emilio Riva e dei figli Claudio e Fabio Arturo, che in primo grado erano stati condannati per inquinamento ambientale a 1 anno e quattro mesi.
Il procedimento penale ha avuto origine da un esposto contro il Gruppo Riva presentato nel 2001 dall’Associazione Per Cornigliano con più di mille firme di cittadini. In seguito l’Associazione è stata ammessa come parte civile nel processo di primo e di secondo grado, in quanto “rappresentativa della tutela degli interessi degli abitanti”, in considerazione del suo ruolo storico, da molti anni in prima linea per il risanamento del quartiere.


Sulla base dell’esposto, un nutrito gruppo di cittadini di Cornigliano e la sottoscritta in qualità di presidente dell’Associazione siamo stati chiamati a testimoniare al processo di primo grado nel 2004.
Nel corso delle udienze del processo si sono succedute, oltre alle nostre, le testimonianze di medici, tecnici, esperti ambientali, che hanno esposto le indagini svolte nel corso di decenni di inquinamento industriale e i relativi terribili risultati. Su tutte, le indagini epidemiologiche compiute dall’IST sulla popolazione di Cornigliano: negli anni di attività degli impianti siderurgici a Cornigliano la mortalità è risultata aumentata del 23 per cento tra gli uomini e del 55 per cento per le donne rispetto ad altre zone di Genova…
Quale conseguenza diretta delle nostre testimonianze, il giudice aveva esteso il reato di inquinamento ambientale, comprendendo l’attività dell’altoforno (ancora in funzione) oltre a quella della cokeria.
Si inserisce qui, come una beffa, il “vizio di procedura” in base al quale la sentenza di appello del 19 gennaio scorso ha di fatto annullato il processo: l’ampliamento del capo d’imputazione non doveva essere fatto in udienza comunicandolo agli imputati, ma gli atti del processo avrebbero dovuto tornare in Procura per dare luogo ad un nuovo procedimento. Pertanto gli atti saranno
nuovamente trasmessi al Procuratore, per dare inizio ad un nuovo procedimento penale, che fatalmente incorrerà nella prescrizione ad inizio 2010.
Questa in breve la storia di un processo, durato sei anni, che ha visto l’impegno continuo e determinato dei cittadini, giovani e anziani, disposti con la massima dignità non solo a sottoscrivere denunce, ma a portare in tribunale sotto giuramento la testimonianza di una convivenza quotidiana con fumi, polveri, odori sgradevoli, malattie. In quelle aule c’è stato chi ha parlato di malattie respiratorie, di asma bronchiale e di tumore ai polmoni e chi per questo ha pianto in pubblico: in tribunale è sfilata in tutta la sua concretezza la tragedia di Cornigliano, un’intera popolazione asservita ai profitti di un imprenditore.
Non c’è bisogno di molte altre parole: parla la storia che ho raccontato.
Aggiungo solo che parteciperemo al nuovo processo, perchè i cittadini di Cornigliano aspettano ancora una sentenza che renda giustizia e dignità alle proprie famiglie.
(Cristina Pozzi, Presidente dell’Associazione “Per Cornigliano”)