Bioetica. Coi tagli alla Sanità o la borsa o la vita

Sono uno dei beneficiari della decisione del governo Berlusconi di ridurre le tasse. Con il mio reddito, medio, a quanto dicono i giornali, risparmierò, forse, 380 € all’anno. Purtroppo però nei giorni scorsi sono andato dal mio medico di famiglia per farmi fare una ricetta. Devo prendere, tutti i giorni, una pillola per il colesterolo, per evitare gravi complicanze.


Il medico mi ha spiegato che, per le persone che hanno compiuto 69 anni, il farmaco non è più gratuito come era fino ad oggi, ma a pagamento. Una confezione di questa medicina costa 34 € e contiene 14 pillole. Quindi € 2,43 l’una. Devo prenderla tutti i giorni: quindi 2,43 x 365 = 886. Risultato: risparmio 380 € dalle tasse ma ne spendo 886 per le medicine. Mi vengono sfilati dalle tasche 506 € in più. E questo da subito, novembre 2004, mentre i benefici fiscali li avrò solo nel 2006 (e qualcosa nel 2005, sugli acconti).
Naturalmente la cosa non riguarda solo chi ha i miei problemi, anzi. Il medico mi ha detto che le medicine contro l’infarto vengono date solo se hai avuto almeno due infarti! Se no, niente.
Scrivo quindi ai giornali e almeno uno pubblica la mia lettera. Arriva subito la smentita: il dottor Martini, direttore generale dell’”Agenzia italiana del farmaco” scrive che “nessun farmaco è stato tolto dalla rimborsabilità”. Bene, ma allora perché io dal 19 novembre mi devo pagare le medicine? Chiedo ulteriori informazioni e mi spiegano che formalmente è come dice il Direttore dell’Agenzia: infatti, dalla “rimborsabilità” non sono stati tolti i farmaci ma i pazienti!
Il Direttore generale si guarda bene, nella sua di smentita, dallo spiegare la contraddizione. Eppure sa benissimo come stanno le cose, visto che le circolari che modificano la mia situazione le ha mandate la sua Agenzia. Si tratta, secondo il mio medico, di “circolari interpretative” che impongono ai medici di attenersi alle “tabelle di rischio” (mi scuso per il burocratese). Ma le tabelle di rischio si riferiscono ai pazienti dai 15 ai 69 anni. Chi ha più di 69 anni, non essendo incluso nella tabella non esiste, e quindi non può ricevere medicinali gratuiti. Sembra incredibile ma è così. Il mio medico dice che, forse, c’è stata una piccola svista!
Il Direttore generale almeno potrebbe anche spiegarci, visto che dobbiamo pagarcele, perché queste medicine in Italia costano il 56% in più che nel resto d’Europa (lo afferma il prof. Garattini, su “Repubblica”, del 20 dicembre 2004). Il dottor Martini non è ovviamente indifferente ai nostri problemi. Infatti spiega (vedi “Repubblica”, stesso giorno) che i farmaci non sono necessari: “basta una dieta corretta e del sano movimento”. E allora uno si chiede: lui e la sua agenzia cosa ci stanno a fare?
Ma, forse, il motivo dell’esclusione lo spiega indirettamente il prof. Garattini (vedi “Repubblica”, come sopra) quando afferma che si tratta di un tipo di cure efficaci solo se durano almeno cinque anni. Darle ad un paziente che ha più di 69 anni potrebbero essere sprecate, no?
Purtroppo non è tutto: un amico medico mi dice che il Comitato Etico dell’Ospedale di San Martino ha stabilito che dalla rianimazione e dalle terapie intensive sono esclusi i malati sopra i 69 anni! Di che etica si tratta? Escludere gli ultra 69enni dalle cure farmaceutiche e, se si confermerà vera la informazione che mi è stata data, anche dalle cure ospedaliere farà sicuramente risparmiare molti soldi al sistema sanitario nazionale. Ma mi sembra un’etica da lager nazista, dove le persone improduttive venivano eliminate.
Anche questa notizia è stata smentita, questa volta dal prof. Capra, direttore del San Martino. Come ho detto, a me l’informazione è stata data da un medico. Può darsi che non ci sia niente di scritto. Però una persona che, all’Ospedale San Martino, ha un parente anziano ricoverato conferma indirettamente quanto ho detto scrivendomi che “avendo il decorso della malattia (del suo parente) superato quello che, penso, sia ritenuto lo “standard”, la mia famiglia è oggetto di pressioni esplicite a “sgombrare il campo”, con il caposala che ricorda in pubblico, ad alta voce e di fronte al paziente, che il budget è stato sforato”. Quindi, Prof., veda un po’ lei. Qualcuno applica le nuove norme “etiche” senza che lei lo sappia?
(Osvaldo Pavese)