Regionali 2. Disagi e ingiustizie sotto il tappeto

Sui due schieramenti alle elezioni regionali il mio atteggiamento non è affatto simmetrico perché ritengo di poter trovare all’interno del centro sinistra punti di contatto col mio modo di essere e di pensare del tutto assenti nello schieramento opposto.


Ma c’è un rodimento che mi accompagna e che riguarda la forma con cui i due schieramenti si presentano al pubblico, perché al di là delle scelte cromatiche dei manifesti, della presenza o assenza in questi della fotografia del candidato, e degli sguardi pensosi o spensierati dei vari personaggi, io vi trovo una terribile similitudine, e cioè la radicale messa al bando della realtà, attuale e futura.
Vorrei quindi lanciare un allarme: attenzione! C’è un sacco di gente ed un sacco di situazioni che mancano da questi manifesti, e da questi calendari!
Non so se avete fatto caso, ma, ad esempio, mancano totalmente gli immigrati. Se gli immigrati potessero votare ci sarebbero sicuramente fotografie ilari o pensose di (o in compagnia di) scurissimi operai edili con l’elmetto regolamentare, affettuose ed esotiche badanti ecc… Invece non votano, e questa parte della realtà, che tiene in piedi ormai un bel po’ della nostra economia, per la solenne occasione elettorale viene messa sotto il tappeto. Poi si vedrà.
Ma sotto al tappeto, insieme agli immigrati, vanno a finire anche tutte le situazioni critiche o problematiche: i personaggi biasottiani manifestano l’aria soddisfatta di chi è in buona salute, ha un lavoro stabile e sufficientemente remunerato e non ha problema a trovare casa; Burlando, dal canto suo, è inserito in foto di gruppo con operai, portuali, floricoltori, politici, giocatori di bocce (A proposito: 15 immagini di donne, 56 di uomini) ripresi tutti in situazioni serie, ordinate, tranquille, pulite, sicure. Niente fuori posto. Il console e i camalli del porto, ad esempio, fanno un bel gruppo sorridente, vestito con i regolamentari abiti ad alta visibilità: difficile intuire che, statistiche alla mano, circa uno su due dei sorridenti avrà un infortunio sul lavoro in corso d’anno. L’ambiente di fabbrica che fa da sfondo al gruppo operaio ci suggerisce una grande azienda metalmeccanica certamente sindacalizzata, e non è facile, dalla immagine, comprendere che chi governerà la Liguria avrà a che fare con una realtà fatta di micro-imprese e di lavoro precario … E così via.
Mi si dirà che tutte queste immagini rappresentano il mondo che verrà col buon governo promesso. Ma tutti sappiamo che anche col migliore dei migliori dei governi possibili dovremo continuare a confrontarci con una realtà zeppa di contraddizioni, disagi, difficoltà, tensioni, ingiustizie e furbizie.
Domanda: ma perché i politici o chi governa, loro evidentemente consenzienti, nella loro immagine pubblica giudicano la realtà è così “impolitica” da doverla accuratamente nascondere?
(Paola Pierantoni)