Un libro di Calbi. Storia di una scoperta: la solidarietà

Questa non è una recensione ma una segnalazione. Del fatto che a Genova è stato pubblicato – da qualche mese – un libro importante che ha un autore, Mario Calbi, e un titolo lungo:”Per una storia del Terzo Settore e della cooperazione nei servizi alla persona a Genova e in Liguria”. E’ un libro importante che però non si vende: infatti l’editore – “Associazione per la mutualità la cultura e la storia dell’economia sociale” – (AMES, via XX Settembre 29-4) lo regala a chi ne fa richiesta.


Ci guadagnano i libri importanti ad essere regalati? Forse no. Una distribuzione commerciale non aumenta il valore intrinseco del libro ma testimonia del concreto impegno dell’editore a farlo conoscere e non ad abbandonarlo al mondo degli addetti ai lavori o agli amici della parrocchietta. A maggior ragione se l’editore è la Lega delle cooperative da cui l’AMES in questione discende. Vendere questo libro è una sfida prima che al portafoglio di chi lo acquista all’opinione pubblica, alla politica; è un peccato che il suo editore abbia ritenuto esaurito il suo compito nel produrlo e poi nel farne una presentazione ufficiale. Infine – o meglio all’inizio – il libro è importante perché l’ha scritto Mario Calbi, uno che dal 1976, quando aveva circa 33 anni, al 1985 è stato assessore ai Servizi sociali del comune di Genova.
La parola storia infilata nel titolo (“Per una storia del Terzo Settore…”) non deve trarre in inganno perché è un libro di politica e parla di problemi di oggi. Solo che Calbi ne parla riflettendo su ciò che da assessore e operatore nei servizi sociali ha potuto osservare durante molti anni. Tutti sappiamo che una città è contemporaneamente un ambiente, una economia, un sistema di comunicazioni o altro ancora e, a seconda del punto di vista, è possibile raccontarla in vari modi. Tra questi, un punto di vista importante è quello che collega i problemi – nel tempo mutevoli – della società alla consapevolezza che i cittadini e i politici ne hanno e ancora alle idee prodotte per affrontarli. I problemi della società, la maturazione che ne ha fatto la classe dirigente, le ricette per affrontarli sono l’espressione della cultura politica della società, una cultura storica, cioè specifica di un periodo, perché di quel periodo traduce la sensibilità, la capacità di dialogo, le speranze.
A partire dalla metà degli anni Settanta l’onda lunga dei movimenti degli studenti e degli operai, esplosi pochi anni prima, aveva fatto apparire inaccettabile l’esclusione sociale, simboleggiata dalle istituzioni totali (manicomi, cronicari, collegi) e dalla natura classista di quelle più tradizionali come la scuola. Fu la sensibilità nata allora a trasformare realtà accettate come inevitabili in problemi e a dare inizio al desiderio di capire, ascoltare voci a cui in passato non si era dato retta e poi di provare a risolvere, inventare soluzioni. Di questa invenzione parla il libro di Calbi e specialmente della solidarietà e dell’amicizia che ne erano valore fondante e strumento operativo. Oggi invece si ragiona e si opera diversamente. Calbi lo sa ma lui non scrive per dire come erano bravi allora. Piuttosto per tornare a ragionare sull’oggi. Leggere per credere.
(Manlio Calegari)