Università/1. Tutto il marcio è solo a Bari?

Qualcuno si ricorda dell’inchiesta condotta da “Repubblica” sull’Università di Bari? Clientelismi, giochi di parentela, prove di concorso truccate, corruzione erano raccontate in una sequenza imbarazzante tanto da far pensare che al peggio davvero non c’è limite. Ma – si dice per consolarsi – è il Sud, da noi invece…Invece in seguito all’articolo la posta dei lettori dello stesso giornale riportava casi altrettanto imbarazzanti di università ben lontane dal Meridione. E noi? A Genova? Tutto a posto? O tutto nella norma?


Davvero non si sa cosa pensare dato che nessuno delle centinaia di professori di ogni tipo della nostra università ha sentito il bisogno di scrivere o il suo scandalo per ciò che abbiamo saputo avvenire altrove, o il compiacimento per come vanno le cose a casa nostra, o ancora il suo disagio per dover riconoscere che anche da noi… forse… a volte… Invece niente. Solo silenzio. Eppure qualche cosa avrebbero sicuramente da dire. Così almeno si dovrebbe dedurre dalla lettera indirizzata (11 aprile 2005) al Rettore e al Preside della locale Facoltà di Lettere e Filosofia da due docenti appartenenti alla stessa facoltà.
Non è tanto la crisi finanziaria dell’Università a preoccuparci – scrivono i due – quanto il disinteresse con cui quotidianamente viene dilapidato “il patrimonio di credibilità” sopravvissuto finora anche ai guasti economici. “Decisioni improvvide come le nuove norme che devono regolare la carriera dei ricercatori”, sommate a “discutibili criteri di ripartizione e di gestione delle poche risorse destinate ai giovani meritevoli dello steso ruolo di ricercatori”, hanno prodotto le zone di oscurità all’interno delle quali si è affermata la discutibile “gestione concorsuale” da cui i firmatari hanno tratto spunto per alzare la loro protesta. Ci sarà una risposta? E i colleghi della loro Facoltà e quelli delle molte altre esistenti in città non hanno nulla da riferire?
(Manlio Calegari)