Sanità. Un giorno non è bastato

Sostituirli tutti. Sostituirne solo alcuni. Non sostituirne nessuno.
A priori, per quello che ne sa il comune cittadino, ognuna di queste soluzioni potrebbe essere quella giusta, o al contrario quella assolutamente da evitare.


Per potersene fare una idea a ragion veduta il comune cittadino avrebbe bisogno di uno strumento che nessuno gli dà: la chiara e pubblica esplicitazione dei criteri sulla base dei quali la Giunta Regionale intende giudicare l’operato dei direttori generali delle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere oggi in scadenza: deve contare, e in che misura, se si sono o meno sforati i limiti di spesa programmati? Deve contare, e quanto, se si sono introdotti progetti nuovi, servizi innovativi? Oppure quello che importa è aver mantenuto un corretto equilibrio tra le risorse impegnate nella parte amministrativa e quelle impegnate nella erogazione delle prestazioni sanitarie? E’ importante, e quanto, aver sviluppato (o invece ristretto) le attività di prevenzione? C’è qualche comprensibile parametro che misuri se nel periodo di gestione da valutare i servizi forniti ai cittadini sono migliorati o invece peggiorati?
Temi troppo specialistici per farne un discorso pubblico? Roba da specialisti?
Senza la trasparenza si resta nella disagevole convinzione di essere testimoni di una pratica politica intollerabile.
Paola Pierantoni