Acciaierie. Tre anni di Cassa, firma e fidati

Dalla chiusura dell’altoforno un nuovo futuro. Per l’industria genovese. Per l’occupazione. Per Cornigliano risanata. E’ scritto su molti muri genovesi, lo sfondo è rosso, la firma DS. Giusto per ricordare cosa è stato fatto. La presenza politica come la lista della spesa: carne, comprata, frutta, comprata, detersivo, comprato. I partiti mettono i manifesti. Che è logico perché gli elettori la lista non la scrivono mica e tanto meno la tengono a mente.


Comunque, è un fatto, dall’8 agosto sono partite le lettere di ferie forzate per più di cinquecento dipendenti delle Acciaierie di Cornigliano. Sindacalizzati, fasce protette, impiegati vicini alla pensione e volontari stanno salendo sul treno cassa ognuno con la propria dose di disillusione, stupore, gratitudine o avvilimento. Sino al 31 ottobre Riva pagherà la differenza tra quanto previsto dalla cassa e lo stipendio dell’esubero, a patto che il cassintegrato firmi un verbale di conciliazione nel quale vengono sospesi tutti i suoi diritti in merito alla CIGS (Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria), sottoscrivendo la “rinuncia ad ogni pretesa e/o domanda e/o diritto e/o azione derivante dalla CIGS” senza “null’altro a pretendere per alcuna causa, ragione, fatto, determinazione aziendale o evento direttamente o indirettamente connessi alla condizione di esubero” comprese eventuali richieste di “risarcimento danni patrimoniali e/o non patrimoniali, da dequalificazione professionale, biologico, esistenziale, morale nessuno escluso, con rinunzia ad ogni diritto, azione o atto derivante o derivabile dalla CIGS.”
“E se non volessi firmare?” hanno chiesto alcuni, “Niente delta di aumento!”, “Ma come controlliamo il diritto alla rotazione e gli abusi se firmiamo questo foglio?”, “Ci pensano i sindacati…”, “Ma questo verbale per quanto tempo dura?”, “Dura tutto il tempo della cassa…Trentasei mesi…”, “Ma non dovrebbe durare solo due mesi? Tanto Riva poi non paga…Paga Burlando…”, “Ma se non ci sono i corsi per i lavori di pubblica utilità, chi mi darà la differenza?”.
Più di cinquecento famiglie attendono istruzioni su diritti normalmente non disponibili.
(Giulia Parodi)