Estate balneare. Tra alga e topicidi manca trasparenza

L’Ostreopsis ovata torna di nuovo sui giornali. Unica imputata, l’alga detta “killer” che avrebbe intossicato centinaia di bagnanti e rovinato la stagione balneare, oggi torna ma in veste derubricata. Ora sarebbe solo un’ipotesi, insieme a un altra reclamata a “furor di popolo”: il versamento in mare di un potente topicida.


A suo tempo l’allarme fu scatenato dall’ipotesi di inquinamento a causa di una sostanza chimica, versione in poche ore era rientrata perché i tecnici dell’Arpal erano riusciti a scoprire la causa: l’alga “killer”. Sembra invece che si riparta daccapo.
Il sostituto procuratore Francesco Cardona Albini il 12 settembre scorso ha incaricato i carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di verificare il fondamento di certe “voci di città” per cui gli avvelenamenti registrati fra Punta Vagno e Nervi sarebbero dovuti a dosi massicce di topicidi versati in mare. “I carabinieri prima hanno scoperto alcuni sbocchi fognari abusivi in prossimità della Fiera del Mare, denunciando penalmente il Comune”. L’ipotesi di un qualche topicida sarebbe invece avvalorata dal fatto che, prima dell’inizio dei lavori di rifacimento della copertura del Bisagno (a metà maggio), il Servizio Tecnico di Palazzo Tursi aveva incaricato una ditta specializzata in derattizzazione di procedere ad una radicale disinfestazione vicino alla Foce (G. Filetto, la Repubblica, 23 settembre). Queste “voci di città” giravano da tempo (almeno dal 25 agosto) nella blogsfera (F. Guzzardi, “Colpa del nostro mare?”, Il portale di Valbisagno, http://www.valbisagno.it).
In Consiglio regionale e Consiglio comunale gli assessori interessati sono stati tassativi: per loro dipendeva dall’improvvisa (ma ancora inspiegata) proliferazione della Ostreopsis; nulla d’irregolare. Ma nonostante la mancanza di dubbi dei nostri rappresentanti nelle sedi istituzionali, rimane il dilemma sollevato dalle “voci di popolo” e raccolto dalla blogsfera: alga o ratti e topicidi? E la concomitante epidemia di epatite che ancora non trova una risposta plausibile (vedi OLI, n. 69)? Deve escludersi un collegamento tra questi episodi?
Possibile che l’Arpal abbia confuso i sintomi prodotti da un’alga con quelli prodotti da un topicida? In ambienti vicini all’Istituto di Igiene si segnala che se fossero stati utilizzati topicidi a base di zinco si avrebbero avuto gli stessi effetti e i medesimi sintomi dell’Ostreopsis (la Repubblica, 23 settembre).
Come che sia, a tutt’oggi, i rapporti scientifici dell’Arpal e dei vari istituti chiamati a gettare luce su questa vicenda non sono stati resi pubblici. Ambiente e salute pubblica sono beni primari che riguardano tutti. Gli accertamenti, che a più di due mesi dall’accaduto non possono più essere solo provvisori, non dovrebbero essere ampiamente diffusi? In questa materia, la massima trasparenza è d’obbligo. Quali che siano le responsabilità, esse vanno dovutamente segnalate per evitare che il fenomeno si ripeta. E’ una delle funzioni primarie degli organi preposti alla tutela dell’ambiente e della salute pubblica. Si chiama protezione civile.
(Oscar Itzcovich)