Piano/1.Il patto del moscardino meglio dei precotti

Dai quotidiani locali del 19 giugno. In un ristorante del Porto antico Biasotti, Pericu, Repetto, Novi e Renzo Piano, l’autore del progetto di Genova città portuale, hanno stretto tra loro un patto che, dal menu consumato nell’occasione, è stato chiamato “il patto del moscardino”.


Stabilisce che a coordinare aspetti, amministrativi, urbanistici, tecnici, ambientali e finanziari della proposta Piano sarà una sola agenzia che si chiamerà “Waterfront e territorio” composta da due tecnici per ogni ente più un osservatore dello studio dell’architetto. Piano era soddisfatto e lo ha detto nel pomeriggio alla assemblea di una cinquantina di persone – enti locali, categorie, parlamentini, comitati – riuniti a Palazzo San Giorgio, dove lui è tornato a parlare del suo progetto e di alcuni particolari.
Vari gli interventi ma uno solo è andato al cuore della questione (della politica – si diceva un tempo). Nacini, consigliere comunale e cuore storico dei comitati del Ponente, ha chiesto quale fosse il rapporto tra le proposte di Piano per Voltri e Pra – che lui giudicava interessanti – e i progetti tuttora operanti che i comitati respingevano. Momento di imbarazzo fino a quando Novi ha assicurato che sarà necessario un “ripensamento sul vecchio piano regolatore per la parte che riguarda Voltri”. Se ne dovrà occupare proprio la neonata Agenzia grazie alla sua elevata capacità operativa dovuta al suo essere espressione di enti “di colori politici differenti”. Quanto alle opere, ha aggiunto Novi evidentemente già a conoscenza delle intenzioni dell’Agenzia che pure non si era ancora riunita, “la prima realizzazione che faremo sarà l’isola dei servizi per trasferire le riparazioni navali”.
La discussione sulla “visione” di Piano è solo all’inizio e sarebbe sbagliato unirsi al mugugno, alle paure, alle miopi visioni di clan o di categoria che qua e là si fanno sentire. Quanto al fatto che le riunioni importanti si facciano in locali pubblici come sono i ristoranti – senza audio ma sotto gli occhi di tutti – è meglio di quando le riunioni per il governo della città si svolgevano nei salotti bene o in curia. E’ meglio ma non basta.
(Manlio Calegari)