Bon ton. A lezione di corna da Berlusconi e Sgarbi

Berlusconi, in campagna elettorale per l’Ombretta Colli a Milano, ha fatto battute sui senatori “che cambiano le leggi per dimostrare che a Roma non ci vanno solo per stare con l’amante” (Repubblica 25/5/2004).


Battuta non messa a caso in un discorso elettorale e che suscita inquietudini in chi ha reminiscenze storiche. Turbano infatti alcune altre frasi citate nello stesso ed in altri contesti: “giornali in mano per l’85% alla sinistra”, “televisione che, dicono, sono di proprietà di un despota. Ma basta guardarle…”, l’auspicio di poter governare 10 anni con una maggioranza del 51% a F.I. Discorsi elettorali, pensieri in libertà o un preciso disegno politico che richiede di denigrare e ridicolizzare sistematicamente le nostre istituzioni? Per questo non possiamo apprezzare l’articolo-intervista di “Repubblica” a Sgarbi, pubblicato nella stessa pagina “Parlamentari infedeli? I cornuti sono a Roma!”
Che cosa si deve apprezzare negli “insuperabili ragguagli” dell’intervista rilasciata dall’estroverso parlamentare?
Sarebbe un peccato se le pagine nazionali di Repubblica rinunciassero a qual “bon ton” che le caratterizzava, per adeguarsi a quello che la redazione crede essere il livello medio dei lettori italiani per competere con il cattivo gusto della classe politica che ci governa.
Ci sono molti modi per denigrare le Istituzioni e allontanare ancor più i cittadini dalla politica, tra questi: i discorsi del Presidente del Consiglio e le interviste all’onorevole Sgarbi.
(Vittorio Flick)