Giustizia – Abrogare le leggi di B.

E’ l’impegno richiesto ai partiti dell’opposizione in un documento – sottoscritto finora da centinaie di magistrati, avvocati, docenti universitari. Sono necessarie importanti riforme “per ridare ai cittadini fiducia nella giustizia”. “Riteniamo – scrivono -che vi sia una inderogabile priorità: la cancellazione delle principali leggi che sono state adottate quasi esclusivamente al fine di perseguire gli interessi personali di pochi, ignorando quelli della collettività. Si tratta di leggi che – a prescindere da ogni altra considerazione – hanno devastato il nostro sistema giustizia e compromesso il principio della ragionevole durata dei processi.


Alcune di queste leggi, pur da riformare, sono state disinnescate dalla Corte Costituzionale (ad esempio il cd. “Lodo Schifani”, cioè la L. 20.6.03 n. 140 sulla sospensione dei procedimenti per le alte cariche dello Stato) o dai giudici di merito e dalla Corte di Cassazione (è avvenuto per la Legge sulle rogatorie n. 5.10.01 n. 367 e la cosiddetta “Legge Cirami” 7.11.02 n. 248 sullo spostamento dei processi per legittimo sospetto).
Ma, per altre leggi è necessaria l’abrogazione immediata: solo con la loro abrogazione, infatti, sarà possibile restituire credibilità al paese sul piano internazionale e dignità ai governanti e ai rappresentanti politici ed ottenere la partecipazione della collettività nazionale agli sforzi necessari per ricostruire una scala di valori condivisi.
Le leggi che devono costituire oggetto di abrogazione già nei primi mesi della legislatura sono:
– la Legge di “depenalizzazione” del falso in bilancio ( D.L.vo 11.4.02, n.61), che rappresenta la tipica traduzione in termini normativi della cultura della illegalità e contrasta con la tendenza mondiale a punire con maggiore severità la false comunicazioni in materia societaria;
– la Legge cd. “ex Cirielli”, 5.12.05 n. 251, definita “obbrobrio devastante” dal Presidente della Corte di Cassazione, che ha di fatto introdotto nuove cause di impunità per i potenti (attraverso la prescrizione breve dei reati, anche gravi, commessi dagli incensurati) e pesanti discriminazioni verso i recidivi anche per reati non gravi: dunque, incentivi a manovre dilatorie ed il prevedibile aumento della popolazione carceraria saranno l’effetto di un diritto penale per tipo d’autore;
– la barbara riforma della legittima difesa approvata definitivamente il 24.1.06, che introduce una presunzione di proporzionalità tra i delitti contro il patrimonio in ambiente privato e la reazione violenta con armi da fuoco contro chi ne è responsabile;
– se sarà riapprovata, la cd. Legge Pecorella sulla inappellabilità delle sentenze di proscioglimento che, a parere di molti, altera il principio costituzionale della parità delle parti nel processo e, dilatando le possibilità di ricorso alla Corte di Cassazione, parzialmente la trasforma in giudice di merito, ingolfandola e rendendone ingestibile l’attività.
L’impegno di coloro che intendono formare il futuro Governo deve estendersi inoltre alla sospensione immediata della efficacia di tutti i decreti legislativi di attuazione delle legge di riforma dell’ordinamento giudiziario (Legge delega n. 150 del 2005): solo così potrà essere predisposto e realizzato un progetto di riforma di ampio respiro, utilizzando i contributi del CSM, degli accademici, della magistratura associata, degli avvocati e delle associazioni dei giuristi e del personale amministrativo.”
I firmatari chiedono “a tutti coloro che parteciperanno alla prossima campagna elettorale un impegno espresso, preciso e incondizionato ad operare immediatamente per l’abrogazione di queste leggi.”

(Chi volesse può sottoscrivere l’appello inviando l’adesione a Armando Spataro (armando.spataro@fastwebnet.it), Stefano Nespor (nespor@nespor.it), Enrico Biagi (avvenricobiagi@tin.it)