Progetti – Ingegneria in collina non più in porto

Notizie di stampa riportano che il Consiglio di Facoltà di Ingegneria ha deliberato il futuro trasferimento della propria sede agli Erzelli. Permangono incertezze sui finanziamenti, ma sembra che tale proposta sia, volentieri o obtorto collo, accettata da tutti i docenti. Bene, era ora che fosse chiarita l’annosa questione di una sede più razionale per una così importante facoltà. Rimane una questione che a me pare irrisolta o, almeno non molto chiara, non solo ai cittadini, ma anche agli addetti ai lavori.


La Facoltà di Ingegneria doveva essere trasferita nel silos Hennebique, edificio realizzato alla fine del XIX secolo, presso Calata Santa Limbania, in porto e destinato alla movimentazione e conservazione delle granaglie. L’edificio, importante esempio delle tecniche costruttive in cemento armato, nonché testimonianza del mondo del lavoro portuale, è stato dismesso agli inizi degli anni novanta, anche per le vicende finanziarie della proprietà, il Gruppo Ferruzzi. Dal 1992 è di proprietà pubblica e, dopo aver visto il completo smantellamento delle attrezzature interne, giace in completo abbandono, ricovero quotidiano di sbandati e senza tetto; ma è tutelato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Il progetto per la collocazione della Facoltà di Ingegneria era stato affidato dall’Autorità Portuale, in project financing, ad una società che cura anche la realizzazione del nuovo complesso, adiacente di Ponte Parodi. L’intervento previsto, pur comportando ampie trasformazioni, per adattare i silos interni alla nuova destinazione d’uso, era, in sostanza, rispettoso almeno della volumetria e della forma dell’edificio. Dopo la decisione della Facoltà di Ingegneria, oggi c’è da chiedersi quale sarà il destino dell’edificio e per quanto ancora dovrà rimanere nello stato in cui si trova, con problemi non indifferenti, tra l’altro, di ordine pubblico. E, ancora, quando e come un’eventuale destinazione d’uso diversa sarà pianificata nel generale ridisegno di questa parte di Porto Antico non ancora risanata.
Nel coacervo di competenze ed eterogenei interessi che governano il porto, anche quello ricucito alla città, credo che i principali protagonisti dell’operazione abortita di “ingegneria all’Hennebique”, ossia Comune, Autorità Portuale ed Università, dovrebbero rendere più trasparenti le proprie decisioni e spiegassero il destino dell’area, specie in rapporto a quello che sarà il grande “stravolgimento” di Ponte Parodi, con metri cubi di acciaio e vetro (per la leggerezza!) al fine di creare quello che “non sarà” un Centro commerciale (ma allora cosa pensano di metterci dentro, visto che dai modelli sembra creato solo per quello?). E a questo punto, forse varrebbe la pena di chiedere per l’Hennebique, tanto grande è la sua dimensione, che, oltre a parcheggi ed alberghi – probabile suo destino ancora non esplicitato- si ritrovasse uno spazietto destinato a documentare quello che la sua esistenza ha significato per la storia della tecnologia e del lavoro del porto. Cosa che, a quanto consta, proprio non era prevista nel progetto di “Ingegneria all’Hennebique”.
(Guido Rosato)