Primarie – Genova dominata dal maniman

Cosa succede? Cosa succede in città? C’è qualche cosa…sì…qualcosa che non va! Canzoncina di Vasco Rossi. Chi l’ha sentita una volta ne ricorderà il ritmo, facilmente orecchiabile ed un certo fraseggio che lascia sospesi, senza spiegare più di tanto.


Spiegare. Infinito presente che nel quadro locale ripropone a chi vuole sorridere la freddura – anche quella vecchia almeno come la canzone di Vasco – nella quale si domandava all’interlocutore: “sai cosa dice un paracadute al paracadutista? Non so se mi spiego!”.
I paracadutisti, parafrasando la sceneggiatura cittadina, saremmo noi: lettori, elettori, utenti, contribuenti, che franano chi più chi meno in un territorio liso dove mancano le garanzie di lavoro per i giovani, verrà tagliata la sanità ed i più fortunati si sbucciano appena le ginocchia e attingono a risorse familiari, facendo spallucce perché l’oggi non è ricco di garanzie come il passato.
La parte dei paracadute, assegnata per destino o per capacità, va ai politici. Che si scrivono sui giornali. Che fanno dire al tale quello che loro non vogliono dire. Che partono e ritornano. Che utilizzano il linguaggio loro – così pieno di alchimie – fingendo di condividerlo con il lettori. “Non so se mi spiego”. Infatti. Perché i tasselli di questa loro storia in cui la politica spinge gli affari in nome della collettività, in cui tutto è fatto con le migliori intenzioni, sono sempre più simili ad un caleidoscopio che si diverte a proporre un’immagine per capovolgerla l’istante successivo.
“Non so se mi spiego”. Sulle primarie innanzitutto. Vittima designata di questo paracadute bucato pare essere la Vincenzi, risorta in periodo pasquale, ed ascesa al cielo del Parlamento Europeo, dove la distanza fisica è anche distanza dal cuore. Inopportuno parlare di lei, così utile laggiù. Inadeguato pensare a Zara. Meglio individuare i “margini” della questione con un nome di candidato sindaco che riporta tutto nei limiti, che traccia i contorni, senza stare a disturbare una base stanca, confusa, affaticata da troppe elezioni.
Il no alle primarie è un no ai genovesi. Ma a chi giova?
“Non so se mi spiego”
(Giulia Parodi)