Dichiarazione di Genova

Noi, riuniti nella Sala Chiamata del Porto, luogo simbolico di conquista dei diritti per il movimento operaio, proponiamo la seguente dichiarazione.
L’incontro, da cui nasce la Dichiarazione di Genova, è il risultato di un lungo percorso di mediazione che ha visto la partecipazione di giovani membri delle organizzazioni di strada, ricercatori, amministratori pubblici, operatori dei media, rappresentanti delle forze dell’ordine in diverse città del mondo.


1. Negli ultimi anni, a partire da alcuni episodi marginali di violenza urbana, si è creata una situazione di paura che ha pregiudicato la vita quotidiana dei giovani latinos presenti in città così come la loro possibilità di convivenza nella società genovese.
2. La riduzione del fenomeno ad una questione di ordine pubblico, con la conseguente ondata di arresti e carcerazioni, non ha contribuito a risolvere i problemi esistenti né ha favorito la partecipazione dei giovani latinos alla vita pubblica; al contrario ha alimentato nuovi processi di discriminazione e stigmatizzazione.
3. Le organizzazioni di strada non sono associazioni criminali ma esperienze di partecipazione comunitaria di cui sono protagonisti ragazzi e ragazze banditi dalla società, sia per il colore della pelle, sia per la mancanza di documenti, sia per il modo di vestire, sia per la marginalizzazione nel lavoro e nell’accesso alle politiche sociali.
4. L’esistenza stessa di queste organizzazioni giovanili in diverse città del mondo testimonia il desiderio di trovare uno spazio in cui manifestare liberamente le proprie culture in società che spesso sono profondamente ingiuste e discriminanti nei loro confronti.
5. Questi desideri di riconoscimento e legittimità vanno al di là delle organizzazioni di strada qui riunite e coinvolgono la maggioranza dei giovani latinos e non solo.
6. Riteniamo che il modo migliore per affrontare con successo una difficile situazione di convivenza urbana sia perseguire con determinazione, e con il sostegno di una pluralità di attori, la strada intrapresa a Barcellona. Una strada che si articola su queste linee di azione: la ricerca attiva della non violenza, l’emersione e il riconoscimento dei gruppi come associazioni giovanili, la costruzione di una legalità basata sulla pace, il rispetto dei diritti e la giustizia.
7. L’assemblea riunitasi domenica 18 giugno nella città di Genova, cui hanno partecipato la Nazione dei Re e delle Regine Latine e l’Associazione Neta, dimostra che è possibile perseguire una soluzione non violenta dei conflitti attraverso la mediazione sociale.
Tutti i presenti alla “Sala Chiamata del Porto di Genova” si impegnano a portare a buon fine questo percorso di emersione, riconoscimento, non violenza. Noi, in qualità di ricercatori sociali, ci impegniamo ad accompagnare questo processo, fornendo strumenti di formazione e creando le condizioni opportune affinché i giovani coinvolti ne siano i veri protagonisti.