Micromega – Come spiazzare la destra attuando i suoi piani

E’ in edicola il nuovo numero di MicroMega con un amaro bilancio dei primi cento giorni del governo Prodi.

Ferruccio Sansa (Indulto libera chi?) dimostra come, contrariamente a quanto dichiarato (l’indulto solo a responsabili di reati che “non suscitano allarme sociale”), le porte del carcere si sono aperte anche a scafisti, rapinatori, ladri, truffatori, poliziotti picchiatori, mafiosi, finanzieri spregiudicati e responsabili di disastri; mentre l’Italia sta vivendo la più grave crisi degli apparati di sicurezza dai tempi della P2, tra intercettazioni, commercio illegale di tabulali telefonici e difese affidate al segreto di Stato, il governo prende tempo anziché decisioni, scrive Gianni Barbacetto (Effetto Sismi); tra le voci del suo Piccolo dizionario dell’inciucio trionfante, Marco Travaglio registra questa piccola perla: “Voi del centro destra siete rimasti spiazzati, perché noi stiamo facendo quello che volevate fare voi (Rutelli al meeting Cl di Rimini); Pancho Pardi in Interessi senza conflitto denuncia le anomalie che convivono tutte insieme nel caso Berlusconi e l’ipocrisia e le omissioni con cui si preannuncia una legge sul conflitto di interessi “che non dove punire Berlusconi”, un’espressione questa che è diventata ormai un leitmotiv,


Paolo Flores d’Arcais in una lettera aperta a Nanni Moretti e ai movimenti si chiede e chiede dove e quando si è sbagliato per arrivare alla situazione attuale. E’ questo il risultato di anni di movimenti, di impegno di milioni di democratici “di base”, della partecipazione popolare alle primarie per Prodi? Flores segnala che i partitocrati del centro-sinistra non hanno ancora trovato il tempo per abrogare nessuna delle leggi ad personam berlusconiane, e nemmeno per congelare la (contro)riforma contro la giustizia. “Per cinque anni si sono giustificati per ogni inerzia con la litania della schiacciante maggioranza berlusconiana alle Camere. Ora con la claudicante maggioranza democratica al Senato. Ma diventano fulmini di guerra, capaci di mettere insieme la quasi unanimità nei due rami del parlamento non appena si tratti di realizzare misure che vanno nella direzione opposta a quanto promesso…”.
Flores scrive che l’apertura di una nuova stagione democratica passa attraverso una “dirompente strategia di libertà civili per l’uguaglianza, la capacità di rompere i tradizionali schieramenti” … Altrimenti il rischio è quello del “sopravvenire di una delusione di massa, presso l’elettorato democratico, che può facilmente precipitare in catastrofe…”
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