Ore 8,15, Caricamento, sull’autobus n.1 in attesa di partenza.
Dietro a me, due pensionati chiacchierano, brusio di sottofondo per me che sto leggendo il giornale. Poi, all’improvviso, alcune parole suscitano la mia attenzione e mi metto ad ascoltare.
I due parlano del controverso mercatino abusivo dell’usato che da ormai qualche anno occupa i portici di Sottoripa e la terra di nessuno di fronte all’expo, nelle ore clandestine della mattina prima che i negozi aprano o la domenica pomeriggio, tra le auto parcheggiate.
Un mercatino di povere cose, che alcuni dicono rubate, ma che più probabilmente sono state sottratte ai depositi “Staccapanni” della Caritas o alle isole ecologiche dove naufragano i relitti del consumismo e dell’obsolescenza precoce.
Un mercatino gestito e frequentato soprattutto da immigrati, che da anni è nel mirino dei fautori del “decoro urbano” i quali, alla fine, hanno avuto la meglio.
Autore: Redazione
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Città – Il rimpianto dei poveri per un mercatino controverso
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Migranti – Via Padova arriva da lontano
Via Padova a Milano del 2010 mi ricorda il centro storico di Genova del luglio 1993. Quei problemi Genova li ha superati aprendo ai migranti, ai loro diritti ed alla loro integrazione. Le giunte Sansa e Pericu operarono con intelligenza e determinazione fortemente sostenuti dall’allora arcivescovo di Genova Tettamanzi, dal sindacato confederale e dalle associazioni laiche e religiose. Sulle politiche abitative, ad esempio, il Comune di Genova ha dato il diritto all’iscrizione nelle graduatorie agli immigrati regolari molto prima della legge nazionale. Sul diritto al voto amministrativo la delibera del consiglio comunale di Genova è stata cancellata dal governo nazionale. I migranti si sentivano riconosciuti e rispettati, Genova iniziava ad essere anche la loro città. Milano è stata governata da un sindaco leghista Formentini, dal 1993 al 1997, da un sindaco di Forza Italia Albertini, fino al 2006, da un sindaco di Forza Italia, Letizia Moratti, fino ad oggi. La Regione Lombardia, dal 1995 ad oggi, è governata da Formigoni, Forza Italia. Dal 1993, il paese è stato governato per circa il 70% del tempo da Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega.
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Lettere – Cercando una via di fuga
Mah! A leggere i giornali e a guardare la poca televisione indipendente viene voglia di cercare una ponziopilatesca via di fuga. Casi su casi di poliziotti che ricattano politici, di politici a dir poco censurabili, di funzionari corruttibili e corrotti dagli imprenditori nei settori più delicati (sanità, bonifiche, ricostruzioni, smaltimento rifiuti), di business sempre più illeciti; a contorno di una funzione pubblica massacrata, servizi inefficaci, stretta sui contratti e le pensioni, degrado quotidiano, machismo sempre più apertamente praticato, conservatorume fariseo dilagante, inettitudine trionfante, menefreghismo generalizzato, populismo vincente: sembra una poesia del fu Accademico d’Italia F.T. Marinetti (oppure assomiglia tanto all’Italia “passatista” di allora quella di oggi). Io il mio piano di fuga non l’ho trovato; anche perché non c’è, come mi sono accorto!
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Versante Ligure
Ministro della Finzione Pubblica
Vespa, “Vita in diretta”,
se ci fosse, da Zurlì:
di sé riempie ogni scaletta,
schiuma in video tutto il dì.
Presto gusterai Brunetta
pure al Meteo ed in 3D.

Enzo Costa
email: enzo@enzocosta.net; http://lanterninoenzocosta.blogspot.com
Illustrazione di Aglaja
email: aglaja@fastwebnet.it; http://proveaglaja.blogspot.com
Una proposta
Giorgio Bergami collabora da diversi mesi con OLI. Qualche tempo fa ci disse che per la newsletter, più che creare la galleria di un solo fotografo sarebbe stato interessante sollecitare i contributi fotografici dei lettori, moltiplicando così le possibilità di sguardo sulla realtà che ci circonda.
Il sentiero da seguire è quello tracciato dalle stesse fotografie di Bergami: qualunque cosa è “fotografabile”, anche una pagina di giornale, ma una immagine deve saper raccontare qualcosa, mentre la “bella” foto che insegue una estetica fine a se stessa spesso non ha nulla da dire.
Giorgio Bergami, oltre ad inviare le sue immagini, visionerà le fotografie che i lettori di OLI ci invieranno e ne curerà la pubblicazione.
Qualche indicazione per chi vorrà collaborare:
– formato: risoluzione 72 dpi. Larghezza: 450 pixel
– didascalia: indispensabile mettere la data della immagine, la situazione o l’evento a cui si riferisce. E’ possibile un breve commento.
– invio: spedire le foto a newsletter-oli@olinews.itInformazione – Le dighe crollano in silenzio
“Gilgel Gibe, chi era costui?”. E’ un fiume in Etiopia, le cui acque sono sfruttate per la produzione di elettricità. E’ anche il nome di un progetto internazionale, il Gilgel Gibe II, al quale ha preso parte l’Italia con la realizzazione di un tunnel di 26 km per sfruttare una seconda volta le acque del bacino di scarico della diga e produrre altra energia elettrica più a valle, una buona idea di base dal punto di vista fisico, meno per l’impatto ambientale derivante. E’ anche il nome di una serie di attività oscure, come spesso lo sono quelle che muovono milioni di euro. Ed è ancora il nome di un fiore all’occhiello della cooperazione italiana, con il ministro Frattini a raccogliere standing ovations il giorno dell’inaugurazione (1*), il 13 gennaio 2010.
Infine, è il nome di una mancanza sui giornali, di un articolo mai pubblicato, se non da Peacereporter (2*): il tunnel si è rotto dopo appena 2 settimane dalla sua inaugurazione, un vero record. Ma è un fatto che non deve fare notizia. Il risultato della ricerca in internet espone solo gli scandali, i comunicati stampa, il sito della Cooperazione Italiana dove si leggono i numeri: 220 milioni di euro sui 373 totali del costo, affidati alla società italiana Salini (3*).
Sul sito del costruttore (4*) si trova una spiegazione tecnica che cerca in qualche modo di informare che è stato per colpa di un “fornello”, ovvero una rottura a forma di pozzo inclinato, la causa dell’intasamento del tunnel per 15 km su 26 totali. Il tunnel era in fase di test. In test? Ma non era stato inaugurato?
Non è possibile dare un giudizio di merito sull’evento ma i numerosi scandali intorno a questo progetto (5*) lasciano spazio a spiegazioni politiche che ricadono poi inevitabilmente sulle scelte tecniche e progettuali, oltre che costruttive. Ad esempio, il sito del costruttore parla di una consegna avvenuta con 6 mesi di anticipo, mentre quello della cooperazione riporta che avrebbe dovuto essere operativo già nel 2008. Di certo in questa faccenda resta solo il fornello della stampa italiana su questo avvenimento.
1* http://www.salini.it/index.php/italian/content/show_news/21
2* http://it.peacereporter.net/articolo/20052/220+milioni+di+euro+in+fumo
3* http://www.itacaddis.org/italy/index.cfm?fuseaction=basic_pages.lang&page_name=70&lang=fr
4* http://www.salini.it/index.php/italian/content/show_news/22
5* http://assets.survival-international.org/documents/76/L_Affare_Gilgel_Gibe_CRBM_It_2.pdf
– http://vids.myspace.com/index.cfm?fuseaction=vids.individual&videoid=102217547
– http://www.ethiopianreview.com/content/12529Salute mentale – Bisogna parlare
E’ una questione troppo grande, quella della salute mentale, perché venga affidata soltanto ai poteri e ai saperi, costituiti per promuoverla e valutarla, prenderla in cura o in custodia, parlarne, studiarla. E’ questione vitale, come la salute corporea, come l’aria che respiriamo, come l’acqua, come il pane.
Insomma una questione di vita e di morte. Anche di morte. Perché la salute mentale è anche il suo lato oscuro, la malattia mentale, il dolore dell’anima, il male di vivere, l’incapacità di stare con gli altri, lo svuotamento energetico, l’impossibilità di essere sé stessi. Insomma la tragedia che è anche la vita e la dimensione tragica che ha l’esistenza, e tutto questo riguarda tutti, è la condizione umana. “Siamo tutti coinvolti”, come diceva il grande poeta e cantante genovese.Politica – Colori senza bandiere
Il 4 dicembre su Repubblica Matteo Tonelli nel suo articolo titolato “Quando i colori diventano bandiere” prende spunto dal popolo viola per compiere un excursus sulle “Tonalità che hanno segnato e segnano la lotta politica”.
La simbologia del colore non è certo una novità. Il fatto è che ora, almeno in Italia, i colori non suggeriscono più una retrostante bandiera.
Le persone che riempiono le piazze sempre più si convocano attraverso la rete, e scelgono il colore che li farà sentire gruppo, che li renderà riconoscibili quando dal web scenderanno nel mondo fisico delle città. Dopo il viola del NoBday, ora sta emergendo il giallo dello sciopero dei lavoratori stranieri del 1 marzo.Migranti – La legge era buona: cancelliamola
Erano importanti le misure contenute nell’art. 48 del disegno di legge recante “Disposizioni per l’adempimento di obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia alle Comunità europee – Legge comunitaria 2009”, in discussione la settimana scorsa in Aula al Senato (OLI 247).
Garantivano retribuzioni e contributi previdenziali anche ai lavoratori immigrati privi di permesso di soggiorno assunti irregolarmente ed il diritto del sindacato a difenderli, prevedevano il rilascio di permesso di soggiorno temporaneo per ricerca lavoro per i lavoratori irregolari che denunciano lo sfruttamento lavorativo o le condizioni di illegalità del loro rapporto di lavoro e soprattutto prevedevano la non applicazione delle sanzioni a carico di quei datori di lavoro che scegliessero di autodenunciarsi e fossero disposti a regolarizzare la posizione dei lavoratori impiegati clandestinamente.Società – Piccole veline crescono
Ondeggiano le balze della gonnellina candida, luccica la coroncina tra i capelli neri che accarezzano le spalle, mentre ancheggia sinuoso quel corpicino ambrato, esile, dalle lunghe gambe magre. E’ Julia Lira, sette anni, due dentoni di sorriso alla ronaldhino, reginetta della percussione, come l’ha presentata il padre, direttore della scuola di samba, che la vorrebbe designata quest’anno dea del carnevale a Rio. Molte proteste si sono levate per l’inusuale incoronazione dalle associazioni dei diritti per l’infanzia: favelas e storie di bambini violati forse preoccupano il Brasile, nuova potenza globale.