Autore: Redazione

  • Centro storico – Un intervento delle forze dell’ordine

    Sulla stampa cittadina nessun cenno ad un episodio allarmante e singolare: venerdì 1 agosto, poco dopo mezzanotte, tra vico del Campo e piazzetta dei Fregoso si verifica una vera battaglia, con trenta persone divise in due bande avversarie, una di nord africani, l’altra di latinoamericani, che si affrontano con spranghe, corpo a corpo, lanci – che arrivano a primi piani delle case – di bottiglie di vetro, pezzi di sedie, frammenti di oggetti raccattati dal deposito di spazzatura e residui di ogni tipo che forma una permanente montagnola nella piazzetta dietro via del Campo.

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  • Italia – Se è divertente, la legge lo proibisce

    Il giornale inglese The Independent ha pubblicato, il 19 agosto, un articolo del suo corrispondente in Italia Peter Popham, ripreso il 31 agosto dal Sunday Tribune, con il titolo: “Attenti, turisti: se è divertente, l’Italia ha una legge che lo proibisce” nel quale si denuncia la “tempesta di nuove regole e regolamenti, che rischiano di trasformare il Belpaese nel più grande Stato-babysitter” e soprattutto si avvertono i turisti delle possibili sanzioni: “Gli stranieri inconsapevoli rischiano pesanti multe se fanno cose che sono perfettamente legali da qualsiasi altra parte del mondo, eccetto in quella città o paese dove si trovano – scrive il giornale – a Genova, per esempio, è ora illegale camminare per strada con una bottiglia di vino o una lattina di birra.”

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  • Operatori telefonici – Te la do io la carta di credito

    Quando la signora decide di cambiare il proprio operatore telefonico per passare ad Infostrada, rifiuta la contestuale offerta di dotarsi anche di una carta di credito “Barclays”: di carte di credito ne ha già due e pensa che bastino ed avanzino. Nessun problema, dice l’intermediario, il contratto Infostrada verrà firmato senza questa opzione. Ma pochi giorni dopo arriva la prima telefonata di un call center che “si complimenta della scelta fatta” e rassicura che la carta Barclays arriverà prestissimo. La cliente avverte che c’è un errore: lei non vuole la carta Barclays. Risposta conciliante della operatrice: va bene, avvertirò.

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  • Milena Agus – Quando la fantasia sconfina nella realtà

    Milena Agus sale sul palco timidamente e si siede accanto a Flavio Soriga, suo conterraneo. Scrittore come lei. Dondola le gambe come farebbe una bambina, in attesa della prima domanda, e guarda attenta il pubblico che è venuto nell’atrio di Palazzo Tursi la sera dell’8 settembre per sentirla parlare.

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  • VERSANTE LIGURE


    IL MEGALOMANE


    Se fermo in doppia sosta

    se ometto lo scontrino

    se sputo a zio Battista

    se rubo un maxi-cono,

    montatami la testa,

    ricorro al lodo Alfano.



    Non è vero che tutto fa LODO!

  • Piazza Navona – Borsellino: uno ad uno e tutti insieme

    C’è un tale, ottant’anni almeno, con una faccia meravigliosa: occhi azzurri e sopracciglia bianche, foltissime. Durante la manifestazione si appoggia a due bandiere, una rossa e una bianca, le tiene chiuse. Non le sventola mai: sono il suo bastone. Fa caldo. Si respira male in Piazza Navona. Ma lui resta lì. Nei suoi occhi fotogrammi nitidi di storia d’Italia.
    C’è una donna sconvolta sul palco. Le danno la parola perché ha perso suo figlio: “If you see me, come to the front, please…” Il bambino ha dieci anni. Indossa calzoncini e maglietta, dicono sia biondo, come la madre, inquadrata in angosciata attesa sullo sfondo durante gli interventi. A tratti, alcuni si scompongono, come per trovare il ragazzino. Ma senza convinzione. Lo cercano tra i piedi.

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  • Piazza De Ferrari – Al posto della politica

    Il 9 luglio, a De Ferrari, tra le persone che si auto-schedano lasciando le impronte digitali al banchetto dell’ARCI, ne incontro diverse che, il giorno prima, erano sotto la prefettura, alla manifestazione organizzata in parallelo a quella di Piazza Navona.
    Qualcuno dice: bè cosa è tutto questo scandalo? Il Papa e il Presidente della Repubblica possono essere criticati come chiunque altro.
    Ma davvero quello che conta sono solo i fatti che vengono denunciati, e non le parole e i modi usati per farlo? E davvero i fatti sono così oggettivi e indipendenti dalle parole utilizzate a denunciarli e descriverli?

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  • Fermata d’autobus/1 – “Nessuno vi ruba il lavoro”

    Una sera di questi esco dal lavoro vado alla fermata di autobus. E mi capitato di esistere in un piccolo discussione su di noi stranieri. Erano in due e parlavano tra se. Magari mi diresti che non si po’ ascoltare discorsi di altri persone, ma questo caso molto diverso. Questi persone (A e B) parlavano alla voce alta. Adesso Vi racconto quel discorso .
    A – questi stranieri vengono qui e vivono come se forse casa loro. E noi Italiani abbiamo il sangue Italiano la carta d’identità, noi ci sentiamo molto male e vero che se non forse loro noi ci stavamo qui molto meglio.
    B – missa che anche questa ragazza straniera.
    A – ma si vede che straniera da lontano.

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  • Fermata d’autobus/2 – Razzismo doc in edicola

    Lunedì, giornata di sciopero nazionale (anzi, Sciopero Nazionale con le dovute riverenze). Un solo autobus che circola da Nervi al centro di Genova. Aspetto da parecchio, sotto il sole che la cabina AMT non riesce a schermare con il suo maledetto tetto di vetro, anche se la situazione termica non si discosta molto dallo stare dentro un mezzo senza aria condizionata e senza finestrini apribili. Mi riparo allora sotto le tende della vicina edicola e naturalmente come mia abitudine attacco discorso con la edicolante, una signora sulla sessantina, marchio di fabbrica ligure stampato in viso. Sciopero qui governo là, si cade sulla questione stranieri e scopro a due passi da casa mia una vera razzista. Era un po’ che non avevo a che fare con qualcuno che si dichiarasse “francamente razzista”. “Tutta questa gente io la vedo qui davanti, sono maleducati, vogliono dei diritti. Tu li assumi per 5 ore e quelli ti fanno la causa sindacale…”. “Lei assume per 5 o re? Davvero? No sa, perché avrei alcune amiche da segnalarle, che cercano per non perdere il permesso di soggiorno …”. “Io?”, mi risponde, “in casa mia quella gente lì non entrerà mai. Si d’accordo, in mezzo al mucchio qualcuno bravo c’è sempre”, lo dice per appesantire la dose subito dopo, “ma il novanta per cento sono tutti o delinquenti o furbastri, li vedo io qui davanti”.

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  • Eventi – E se la cultura si occupasse del presente?

    “Evento”: la politica affida i suoi messaggi agli “eventi”; dagli eventi si attende simpatia, riconoscimenti e, al momento opportuno, il voto.
    Tra gli eventi uno dei più gettonati è l’annuncio di cosa diventerà Genova tra 2, 5, 10, 20 anni. Il futuro della città è stato annunciato in diverse conferenze stampa durante i mesi scorsi, ed ha avuto sui quotidiani uno spazio adeguato. Il futuro di tutto: mobilità urbana, edilizia, autostrade, ferrovia, mare, porto, “sicurezza”, università. A maggio e giugno scorsi non c’è stato giorno senza l’annuncio di un pezzetto di futuro radioso. Con qualche contrattempo. Come il mercato di Bolzaneto, atteso per oltre 20 anni, che da mesi se ne sta lì illuminato a giorno, misteriosamente vuoto. O l’annuncio del supertreno che ci porterà in poche ore a Barcellona su una linea che al presente non ha ancora completato il suo raddoppio. Piccole incongruenze che non inficiano l’opportunità di affrontare seriamente la questione del futuro della città. Insomma ben vegano i piani. E ben vengano gli esperti dei vari problemi, che studiano, confrontano, disegnano scenari.

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