Centro storico – Un intervento delle forze dell’ordine

Sulla stampa cittadina nessun cenno ad un episodio allarmante e singolare: venerdì 1 agosto, poco dopo mezzanotte, tra vico del Campo e piazzetta dei Fregoso si verifica una vera battaglia, con trenta persone divise in due bande avversarie, una di nord africani, l’altra di latinoamericani, che si affrontano con spranghe, corpo a corpo, lanci – che arrivano a primi piani delle case – di bottiglie di vetro, pezzi di sedie, frammenti di oggetti raccattati dal deposito di spazzatura e residui di ogni tipo che forma una permanente montagnola nella piazzetta dietro via del Campo.


Molta la gente alle finestre: le risse, in zona, non sono rare, ma questa volta c’è un salto che rompe l’assuefazione, e in diversi tentano di chiamare il 112. Appena presa la linea, però, ogni volta la chiamata si interrompe. Quando, in un caso, risponde una voce, è solo per dire di chiamare il 113. I sei o sette carabinieri che arrivano dopo quasi mezz’ora sono insufficienti a b loccare le vie di fuga, e le persone impegnate nella battaglia hanno tutto il tempo di allontanarsi tranquillamente. Un abitante affacciato alla finestra protesta: “Fate pure con calma! I vostri colleghi ci buttano il telefono sulla faccia!” Da sotto i carabinieri rispondono che non è possibile, e lo scambio tra la protesta del cittadino e la replica dei carabinieri si ripete più volte, fino a che uno degli agenti urla “l’uccello tienitelo in gabbia!” e lancia un “se hai da dire qualcosa scendi giù!” che, saggiamente, non viene raccolto.
Rassegna dei commenti che sono seguiti: la convinzione di essere privi di difesa e impotenti in una situazione di degrado, il sentimento di offesa per il rifiuto di una collaborazione che era stata offerta col tentativo di segnalare tempestivamente un episodio insolito di particolare gravità, la rabbia per la volgarità delle parole usate da uno degli agenti, la tentazione di abbandonare una zona della città in cui pure si era scelto di abitare. Un episodio, al dunque, perfetto per alimentare intolleranza e sfiducia. Incuria, inefficienza, intenzione?
(Paola Pierantoni)