Autore: Redazione

  • Appello – Salvare la Legge Gozzini per tutelare la sicurezza

    Dalle pagine di ‘Ristretti Orizzonti’ (www.ristretti.it), sito di cultura e informazione dal Carcere con una redazione all’interno dell’Istituto Penitenziario ‘Due Palazzi’ di Padova si è levato un appello in favore della Legge Gozzini. Il Governo sta studiando un disegno di legge (Berselli, n, 623) che prevede la drastica riduzione delle misure alternative alla detenzione e di eventuali benefici penitenziari, per rispondere all’ondata di ansia e al crescente allarme sicurezza che dilaga nella cosidetta società civile. Ma limitare l’accesso alle misure alternative servirebbe a garantire più sicurezza all’esterno delle carceri? Sembra proprio di no. Leggendo qualche dato (li potete facilmente trovare sul sito in questione) fra coloro che terminano la propria pena la recidiva si aggira intorno al 69%, mentre fra chi usufruisce di misure alternative scende al 19%. Chi commette un reato godendo della semilibertà rappresenta lo 0,24% della popolazione penitenziaria, ma certamente fa più notizia del restante 99,76%. Per un cittadino comune tenere un criminale in carcere pare l’unica maniera per tutelare la propria sicurezza, ma gli addetti ai lavori ben sanno che uno dei principali motivi di reiterazione del reato è rappresentato proprio dal mancato reinserimento nella società, dalla scarsità di legami dopo anni di carcere, dalle difficoltà nel trovare un lavoro. E la legge Gozzini rappresenta un tentativo di risposta per queste difficoltà, nonché uno dei pochi passi fatti nella direzione di dare alla pena anche il valore riabilitativo e rieducativo che la Costituzione le attribuisce.
    (Maria Cecilia Averame)

  • La “sicurezza” che fa spettacolo

    Sera di giovedì 26 giugno, le 23 passate da poco; la Spagna ha appena conquistato la semifinale. Via san Lorenzo si ripopola. La vettura dei vigili urbani avanza lenta, rassicurante nella direzione di Matteotti. Primo pensiero: san Lorenzo è la via più illuminata, tranquilla e pedonale della città, perché mai sarà la più frequentata dalle pattuglie? Secondo pensiero: prima di vigili non se ne vedeva proprio, si tratta di un inizio; ben venga e non facciamo i difficili. E poi chissà quante trattative e scambi ci saranno voluti per convincerli a tornare in strada (sia pure in macchina). La sindaco e poi l’assessore l’avevano promessi da subito e non per questioni di “sicurezza”. Piuttosto per rispondere a compiti di ordinanza: circolazione selvaggia nei vicoli, gare notturne di macchine e moto e simili. Ma loro avevano risposto picche.

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  • VERSANTE LIGURE


    AUTO DA FE’(SSI)

    Silos da ambo i lati

    (salmo “Parking macht frei”)

    all’aria od interrati

    noi invochiamo pii,

    all’auto iperdevoti:

    box populi box Dei.



    Incubox!

  • Colloqui – Selezione naturale, atto unico

    Stanza modesta, arredo ikea. Uno scaffalino billy in secondo piano, con molti libri, ammonticchiati l’uno sull’altro, come se fossero usati tutti contemporaneamente, o giacessero nella medesima posizione da tempo. Un bastoncino d’incenso fa salire una sottile colonna di fumo, in primo piano, da una scrivania sovraccarica di fogli sparsi, quotidiani ed appunti. Squilla un cellulare.
    Al quarto squillo si precipita in scena una giovane donna, in tuta e pantofole. Cerca affannosamente il telefono tra le scartoffie.

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  • Fisco Amico – Il “buon servizio” dell’Agenzia delle entrate

    Che pagare le tasse possa essere fonte di gioia, come qualcuno ha suggerito è impresa veramente ardua, anzi spesso è causa di ansie e preoccupazioni: conteggi da rifare, tabelle da consultare, studi di settore di cui tenere conto, spese che si detraggono in percentuale variabile di anno in anno e per tipologia.

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  • Genova – E se il “comitato d’affari” esistesse davvero?

    Il “comitato d’affari” è un’ombra che prende consistenza ogni volta che in città scoppia uno scandalo che coinvolge gente importante: imprenditori, banchieri, politici, ministri del culto, funzionari di alto profilo.
    E’ la stessa cronaca a suggerirlo. Prendiamo la recente “Mensopoli”. Protagonisti un imprenditore -chiacchierato finché si vuole ma finanziatore-animatore della riservatissima festa di compleanno del cardinale segretario di stato vaticano-, un ex dirigente regionale oggi numero uno della sanità vaticana, un intimo collaboratore del sindaco, una paio di “compagni” con pedigree familiare e politico di tutto rispetto, un po’ di dirigenti della Azienda sanitaria che incerti sul da farsi non vanno a consigliarsi in Procura ma coi loro capibastone; e altri ancora che, in nome di solidarietà politiche, spiattellano gli affari della amministrazione a personaggi interessati… Troppo poco per un comitato d’affari?

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  • Lavoro/1 – Tra pubblico e privato

    Il mito del lavoro nell’ente pubblico è diventato realtà nel 2005 per molti dipendenti delle Acciaierie di Cornigliano. Ceduti per tre anni a comune e provincia, 650 lavoratori dell’Ilva hanno affiancato dipendenti pubblici, di settori differenti, con risultati, a detta dei più, discordanti. “Sta al singolo”, hanno commentato alcuni, riferendosi all’alta o scarsa produttività dei lavoratori Ilva. “Di qua ne sono passati tre: uno è rientrato in stabilimento, due di loro davvero in gamba…”
    Ognuno, a sentire i commenti, ha portato con sé nell’ente pubblico, livore o disponibilità, desiderio di rivalsa o di conoscenza, in sintesi se stesso. Con la dose di “scazzo” legittimata dalla condizione di cassintegrato socialmente utile. Inoltre ognuno ha portato una vastità di sguardo data dall’esperienza di lavoro precedente. Chi dieci, chi venti, chi trenta “anni di marche”, con una propensione all’analisi spiccia e un po’ spietata alla quale va aggiunta una buona dose d’invidia.

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  • Lavoro/2 – Le “anime morte” della formazione

    Forma.Temp è il Fondo per la formazione professionale dei lavoratori temporanei: una libera associazione senza fini di lucro tra le associazioni di rappresentanza delle agenzie per il lavoro, le organizzazioni sindacali dei lavoratori temporanei, e Cgil-Cisl-Uil.
    Il fondo nasce a seguito della legge 196/1997 (poi diventata legge 30/2003) che aveva previsto l’istituzione di un fondo bilaterale per la formazione, alimentato dal 4% delle retribuzioni lorde corrisposte ai lavoratori interinali, e gestito congiuntamente dalle organizzazioni sindacali e dalle associazioni delle agenzie per il lavoro.

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  • Informazione – Dopo Novi: al macero anche il buon senso

    Doveva in parte essere distribuito insieme al supplemento “Nord Ovest” del Sole 24 Ore del 11 febbraio, ma invece non se ne è fatto nulla e tutte le copie sono finite al macero. Si tratta della “Relazione de fine mandato del Presidente dell’Autorità portuale di Genova Giovanni Novi (2004-2008)”, Algraphy editore, febbraio 2008: un volume in formato A4 (21×29,7 cm ), 104 pagine, corredato da alcune fotografie a colori e stampato in 80.000 esemplari. Non sono disponibili altri dati biblioteconomici (tipo di carta, grammatura ecc.) perché il libretto è disponibile solo sul sito dell’autorità portuale (http://www.porto.genova.it/pdf/home/RELAZIONE_2004_2007.pdf). E con ragionevole certezza si può dire che è stato pubblicato sul web (ma cinque mesi dopo la stampa!) soltanto in forza di uno scoop di Ferruccio Repetti sul Giornale (4, 6 maggio e 12 giugno 2008).

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  • VERSANTE LIGURE


    L’OASI

    Di etnie lieta Babele

    mix di culture e look

    un clima solidale

    che quasi ne hai uno choc

    ma non nello Stivale:

    del Porto Antico al Suq.



    I have a dream.. anche Calderoli al Suq!