Lavoro/2 – Le “anime morte” della formazione

Forma.Temp è il Fondo per la formazione professionale dei lavoratori temporanei: una libera associazione senza fini di lucro tra le associazioni di rappresentanza delle agenzie per il lavoro, le organizzazioni sindacali dei lavoratori temporanei, e Cgil-Cisl-Uil.
Il fondo nasce a seguito della legge 196/1997 (poi diventata legge 30/2003) che aveva previsto l’istituzione di un fondo bilaterale per la formazione, alimentato dal 4% delle retribuzioni lorde corrisposte ai lavoratori interinali, e gestito congiuntamente dalle organizzazioni sindacali e dalle associazioni delle agenzie per il lavoro.


Sul sito del fondo, dopo l’incoraggiante affermazione “La formazione non ha scadenza”, vengono specificate le diverse tipologie di corsi: formazione di base, formazione professionale, formazione continua, formazione “on the job”.
Viene detto che il “Principio portante del sistema varato da Forma.Temp è la certificazione degli interventi formativi quale strumento volto a garantire ai lavoratori coinvolti l’acquisita formazione” e che al termine dei corsi viene rilasciato agli allievi un attestato di frequenza.
Capita però di parlare con una allieva, in possesso di un bell’attestato multicolore rilasciato dalla agenzia interinale che l’ha assunta. Vi si legge che ha seguito un corso di formazione on the job per “addetto al call center”: complessive 12 ore, svoltosi tra il 9 e l’11 gennaio 2006. Le materie sono diligentemente elencate. Modulo 1 (4 ore) – sicurezza sul lavoro: D.Lgs. 626/94, obblighi del datore di lavoro in materia di sicurezza, diritti ed obblighi dei lavoratori; rappresentante dei lavoratori per la sicurezza; Modulo 2 (8 ore) – aspetti tecnici e pratici specifici della mansione. Delle dodici ore, sei erano di teoria e sei di pratica.
Bello. Solo che tutto ciò non è mai successo. Il responsabile della agenzia interinale in questione (una delle più importanti di Genova) ha fatto firmare alla lavoratrice l’attestato di partecipazione ad un corso a cui non aveva mai partecipato. Lei lo fa presente, obietta sulla correttezza di quella firma, ma viene liquidata con un sorriso paterno che contiene l’implicita domanda: “Tu qui vuoi continuare a lavorarci, no?”
Comunque, firma o non firma è stata l’esperienza di una sola volta: quando l’agenzia le presenta un foglio pre-compilato con un bel “NO” per l’eventuale iscrizione al sindacato la ragazza non ci sta, trasforma il “NO” in un “SI” e … non viene più riconvocata.
Sul sito di Forma.Temp si legge che gli allievi dei corsi di formazione sono passati dai 76584 del 2001 ai 208117 del 2004 (mancano dato più recenti): chissà quante saranno, tra questi, le “anime morte”?
(Paola Pierantoni)