Genova – E se il “comitato d’affari” esistesse davvero?

Il “comitato d’affari” è un’ombra che prende consistenza ogni volta che in città scoppia uno scandalo che coinvolge gente importante: imprenditori, banchieri, politici, ministri del culto, funzionari di alto profilo.
E’ la stessa cronaca a suggerirlo. Prendiamo la recente “Mensopoli”. Protagonisti un imprenditore -chiacchierato finché si vuole ma finanziatore-animatore della riservatissima festa di compleanno del cardinale segretario di stato vaticano-, un ex dirigente regionale oggi numero uno della sanità vaticana, un intimo collaboratore del sindaco, una paio di “compagni” con pedigree familiare e politico di tutto rispetto, un po’ di dirigenti della Azienda sanitaria che incerti sul da farsi non vanno a consigliarsi in Procura ma coi loro capibastone; e altri ancora che, in nome di solidarietà politiche, spiattellano gli affari della amministrazione a personaggi interessati… Troppo poco per un comitato d’affari?


Prendiamo allora la recente inchiesta di Repubblica a proposito della Fondazione Carige e della stessa Carige.
Un giovane rampantissimo vicepresidente della Fondazione che usa un po’ dei soldi della stessa per favorire associazioni che hanno fatto o fanno capo a lui. Robetta con i tempi che corrono ma qui più che di cifre si tratta di scambi. Perché secondo Repubblica (19 giugno ’08) anche il presidente della stessa Fondazione avrebbe qualcosa da farsi perdonare, sempre robetta si capisce. Qui però la girandola dei nomi si fa intensa: cooperative, onlus, enti morali, società (“di progettazione e sviluppo” ovviamente) intrecciano le loro attività in una ragnatela inquietante. Emergono relazioni e nomi che rinviano ad inchieste recenti: Levante Norditalia, il comparto assicurativo del gruppo Carige, Festival e, recentissima, la vendita all’università per 35 mld di lire di un edificio (ex Eridania) acquistato pochi mesi prima alla metà. Vicende che hanno visto indagati pezzi da novanta di Carige. Inchieste e nomi eccellenti di cui hanno riferito a suo tempo i quotidiani nazio nali (Corriere della Sera, 23 novembre 2006 Carige, “L’Isvap (Istituto di vigilanza sulle assicurazioni) e il consigliere (dell’Isvap) Scandroglio. Il coordinatore regionale di Forza Italia e quel filo con il capo delle assicurazioni del gruppo (F.Menconi)” (*).
Forse è eccessivo immaginare che esista una loggia di potenti affaristi e politici affamati che in una stanzina segreta si spartiscono la città: dal porto alle mense, alla vendita del patrimonio pubblico, ai mutui bancari… Forse quel comitato non esiste ma qualcosa che lo riguarda c’è e forse è anche peggio. E’ la morale che apprezza i protagonisti dell’affarismo, ne tesse l’elogio e gli offre tribune televisive e giornalistiche permettendogli di fare dell’ironia sulle inchieste e gli scandali che li riguardano. La stessa morale che accetta che prevalgano i legami affaristici e mafiosi d’ogni tipo (massoni, Opus dei ma non solo) sugli interessi pubblici, che sono diversamente interpretabili ma esistono anche se non sono di moda.
Ogni tanto c’è, tra loro, chi mette il piede in fallo. Ha voluto troppo o troppo in fretta o ha agito senza avere predisposto le coperture adeguate. Subito chiama in soccorso gli amici che minimizzano, comprendono; o si scansano.
– Lo conosceva?
– Ma per carità; prendevamo lo stesso treno… E’ un millantatore, le assicuro….
(Manlio Calegari)
(*) in http://liguria.indymedia.org/node/1345/420#comment-420 la lettera che l’Istituto di Vigilanza sulle assicurazioni ha inviato al (plurirecidivo) Ferdinando Menconi: “Alla Carige R.D. ASS.ni a Riass.ni S.p.A. alla cortese attenzione dl Presidente del Consiglio di Amministrazione (di Carige Assicurazioni) Dr. Ferdinando Menconi” (24 aprile ’08)