I protagonisti, governo, enti locali, sindacati e Riva, sottoscrivono nel 2005 l’Accordo di programma. Allegato il Piano industriale che prevedeva entro il 2010 la conversione dello stabilimento “dal caldo al freddo” e il mantenimento dell’organico (2700 unità). Da parte dagli enti locali un contributo sostanzioso per sostenere con la Cassa integrazione straordinaria (Cigs) l’avviamento a “lavori socialmente utili” di 650 persone per un periodo massimo di 36 messi (“esubero temporaneo”).
Dopo meno di tre anni si scopre che il Piano, redatto in mesi di discussioni, non è così chiaro come si era detto. Ad esempio le 2700 unità comprendevano o no il turn over? Sorge il sospetto: non è che Riva ci sta imbrogliando?
Autore: Redazione
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Ilva/2 – Con o senza variazioni il Piano è saltato
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Immigrazione/1 – Sicurezza tra sanatorie e regolarizzazioni
Interrogato dal Corriere della Sera (21 aprile 2008) se esistesse un’emergenza criminalità l’esponente della lega Roberto Maroni (probabile futuro ministro dell’interno) risponde così: “Sì. Collegata all’immigrazione, spesso clandestina. Prodi ha perso le elezioni su questo e sulle tasse. Noi le abbiamo vinte sulla sicurezza e sul federalismo fiscale”.
La violenza sulla studentessa africana a Roma diventa tema centrale della campagna elettorale nella capitale. Alemanno dice che è tutta colpa del governo Prodi e della precedente giunta Veltroni. Rutelli risponde «Il governo Berlusconi del quale Alemanno era membro ha approvato una sanatoria per l’ingresso di 141.620 romeni”. -
Immigrazione/2 – I difficili confini della legalità
M. è una giovane straniera extracomunitaria che vive a Genova con la sua famiglia, con regolare permesso di soggiorno. Per sbarcare il lunario fa le pulizie ad ore la mattina presso varie famiglie genovesi e la babysitter per altre famiglie il pomeriggio: naturalmente in nero. Un pomeriggio M. viene investita sulle strisce, assieme al bambino che accudiva. La sua prontezza le permette di spingere a lato il ragazzino e solo lei viene centrata dall’auto. Si riprendono velocemente: arriva la polizia, arriva l’ambulanza. M., consapevole della sua situazione spiega che il giovanotto è figlio di un’amica cui ogni tanto fa un favore. Ha qualche costola spezzata, una spalla lussata e varie escoriazioni, ma il bambino ha la precedenza, quindi dovrà andare con lui al Gaslini, attendere i genitori per poi venire anche lei ricoverata. La famiglia del bambino consapevole della sua situazione la assiste al meglio: le paga un avvocato, continua a retribuirla come in precedenza nonostante sia prima in ospedale e poi a casa a letto per qualche mese. Naturalmente M. però perde gli introiti dei lavori mattutini che non può più fare, e sarà difficile dopo ricominciare. M. nonostante tutto difende le famiglie per cui lavora: non è stata colpa loro, è lei che non può più lavorare. Se le si parla di contratto, malattia e contributi continua a difendere i suoi datori di lavoro, è un lavoro casalingo, non è mica in una fabbrica, restare in nero conviene economicamente sia a lei che alle famiglie. E poi lei se la sa cavare. In pratica c’è una sostanziale alleanza della lavoratrice e del datore di lavoro all’insegna dell’illegalità, e questa giovane straniera che viene in Italia con una sincera voglia di lavorare, fa presto a capire che, se te la sai cavare e sei disponibile un posto lo trovi, ma in barba alle leggi.
(Maria Cecilia Averame) -
Immigrazione/3 – Settecentomila click per tornare a galla
Se si volesse immaginare un accompagnamento sonoro per l’onda delle centinaia di migliaia di persone che vivono senza permesso nel nostro paese, mentre si infrange contro le muraglie della burocrazia, basterebbe cliccare sul mouse che sicuramente avete sotto mano mentre leggete e moltiplicare quel click per 700 mila.
L’ultimo decreto flussi (dicembre 2007), ha preso il via a dicembre con le tre date del click day: tutti pronti, alle 8 di mattina, a schiacciare il pulsante ed inviare la domanda, sperando che la connessione del pc fosse abbastanza rapida, che non ci fossero black out, con la vita letteralmente appesa ad un filo, o meglio, ad un cavo di rete. -
Ancora G8 – Licenza di mentire ai superpoliziotti
Repubblica30 marzo 2008. “Menzogne e versioni concordate così tentarono di sviare le indagini” Le parole – contenute nelle 50 pagine che 4 pubblici ministeri e un procuratore aggiunto hanno consegnato al giudice per le indagini preliminari – riguardano 3 alti funzionari dello stato. Sono De Gennaro, ex capo della polizia e capo di gabinetto del ministro degli interni in uscita, Colucci, ex questore di Genova recentemente promosso a prefetto, e Mortola, nel 2001 capo della Digos genovese e oggi questore vicario a Torino.
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Elezioni – La restrizione dell’orizzonte
Il lunedì delle elezioni, verso le 23.30 sull’autobus n. 1 commento i risultati elettorali con mio marito. Un immigrato seduto nel sedile davanti a noi si volta e chiede: “Ha vinto Berlusconi?” “Si, purtroppo” rispondiamo. “Per immigrati disastro” commenta. Parte una conversazione. L’immigrato, avrà circa quaranta anni, ci dice di essere marocchino. E’ andato e venuto dall’Italia più volte, espulso e rientrato, espulso e rientrato. Ha girato il mondo. Conosce il nord Europa, la Francia, la Spagna, è stato negli Stati Uniti. Ci dice che a Genova è difficile trovare lavoro, ma che, quando si trova, è un lavoro di migliore qualità che altrove. In Italia ha lavorato nelle fabbriche metalmeccaniche del bresciano, e in quelle dell’allevamento intensivo di polli.
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Call centers – Spettacolo per tutti, informazioni per specialisti
Strano destino quello dei call centers. Presi a simbolo del moderno lavoro precario, destinatari di ripetute citazioni da parte dei politici, ispiratori di ricerche, libri, spettacoli teatrali, film, sono da due anni sulla cresta dell’onda mediatica, ma le recenti novità sugli obblighi di stabilizzazione lavorativa stanno passando nel silenzio: i mezzi di informazione, ad eccezione del Sole 24 Ore, devono aver considerato l’argomento troppo specialistico. Eppure le caratteristiche per essere popolare ce le avrebbe, dato riguarda circa 50 mila lavoratori in Italia, e diverse centinaia nella nostra città.
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VERSANTE LIGURE
TESTATEMI CHE MI TASTONon sono un magistrato
ma ho accolto offeso e mesto
lo psico-test lanciato
da un Cavaliere frusto
che in più non ho votato:
ch’io al test sia sottoposto.

Enzo all’uscita del seggio
Enzo Costa
email: enzo@enzocosta.net; http://www.enzocosta.net
Illustrazione di Aglaja
email: aglaja@fastwebnet.it; http://aglajage.splinder.com
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Questa Newsletter
L’Osservatorio Ligure sull’Informazione – che produce settimanalmente questa newsletter – è nato il 9 aprile 2003. Il proposito era “contrastare l’omologazione del sistema informativo, la riduzione progressiva delle voci di dissenso, il conformismo degli operatori di giornali, radio e tv”. Cinque anni di esperienza ci hanno fatto capire che si trattava di fenomeni che, esplosi durante il secondo governo Berlusconi, avevano però radici profonde. La politica, tutti i partiti, preferivano e continuano a preferire l’informazione addomesticata e spazi riservati. Una scelta che non a caso va di pari passo con una gestione della cosa pubblica poco trasparente. Solo nei tempi recenti la politica ha finalmente imboccato – spesso suo malgrado – la strada opposta e anche l’informazione se ne è avvantaggiata.
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Ilva – Se sette apprendisti vi sembran pochi
Lo scontro covava già da tempo; un giorno o l’altro doveva scoppiare. A meno di due anni della sua firma, l’Accordo di programma mostrava già vistose crepe. Avrebbe dovuto porre la parola fine al lungo conflitto tra le acciaierie dell’Ilva e la città, tra bonifica ambientale e difesa dell’occupazione, ma la “crisi della banda stagnata” annunciata nel 2007 da Riva veniva a colpire uno dei settori chiavi del Piano industriale alla base dell’Accordo di programma e, pertanto, Riva chiedeva di mettere in cassa integrazione per alcune settimane altre quattrocento persone (650 erano già in cassa integrazione straordinaria).